Calcificazione tendine d'achille
Buongiorno.
Vorrei il Vs parere per quanto riguarda i problemi legati a una calcificazione del tendine d’achille del piede sx.
Svolgo regolarmente attività fisica, corsa in particolare, ma dal mese di gennaio l’ho dovuta ridurre quasi completamente a causa dei dolori alla parte posteriore del tallone sx.
Il 23 di gennaio ho fatto una radiografia col seguente referto: SEGNI DI ENTESITE CALCIFICA DEL TENDINE DI ACHILLE, e una ecografia: SI SEGNALA GROSSOLANA CALCIFICAZIONE NEL CONTESTO INSERZIONALE DISTALE DEL TENDINE DI ACHILLE CIRCA 7x6x5.5 mm. NELLA NORMA LA FASCIA PLANTARE ALL’INSERZIONE CALCANEARE.
A seguito di questi esami lo specialista mi ha prescritto un ciclo di 4 sedute con frequenza settimanale di onde d’urto.
Ho eseguito il ciclo più altre 2 sedute per un totale di 6.
Mi sembrava che la situazione si stesse risolvendo e lentamente dopo 2 settimane dall’ultima seduta di onde d’urto ho ripreso gli allenamenti sforzandomi di essere il più graduale possibile.
Ma i dolori al tallone si sono ripresentati subito e andando avanti sono aumentati.
Ho fatto un’altra ecografia il 21 maggio e questo è il referto: LIEVEMENTE RIDOTTA DI DIMENSIONI APPARE LA FORMAZIONE CALCIFICA LOCALIZZATA NEL CONTESTO DEL TENDINE DI ACHILLE, IN SEDE INSERZIONALE DISTALE, DEL D. MAX DI 6 mm. CIRCA. NELLA NORMA I TENDINI PERONERI.
Il medico che ha eseguito la seconda ecografia mi ha anticipato che probabilmente dovrò eseguire altri cicli di onde d’urto.
Ma queste onde d’urto sono veramente l’unica cura efficace? In realtà, io preferirei una soluzione di tipo chirurgico: ho sentito parlare di un intervento in artroscopia dove attraverso due forellini vengono inseriti un tubicino che rilascia un getto di soluzione fisiologica che “scioglie” la calcificazione, e un secondo tubicino che la aspira.
Lei cosa cosa mi consiglia?
La ringrazio per l’attenzione.
Vorrei il Vs parere per quanto riguarda i problemi legati a una calcificazione del tendine d’achille del piede sx.
Svolgo regolarmente attività fisica, corsa in particolare, ma dal mese di gennaio l’ho dovuta ridurre quasi completamente a causa dei dolori alla parte posteriore del tallone sx.
Il 23 di gennaio ho fatto una radiografia col seguente referto: SEGNI DI ENTESITE CALCIFICA DEL TENDINE DI ACHILLE, e una ecografia: SI SEGNALA GROSSOLANA CALCIFICAZIONE NEL CONTESTO INSERZIONALE DISTALE DEL TENDINE DI ACHILLE CIRCA 7x6x5.5 mm. NELLA NORMA LA FASCIA PLANTARE ALL’INSERZIONE CALCANEARE.
A seguito di questi esami lo specialista mi ha prescritto un ciclo di 4 sedute con frequenza settimanale di onde d’urto.
Ho eseguito il ciclo più altre 2 sedute per un totale di 6.
Mi sembrava che la situazione si stesse risolvendo e lentamente dopo 2 settimane dall’ultima seduta di onde d’urto ho ripreso gli allenamenti sforzandomi di essere il più graduale possibile.
Ma i dolori al tallone si sono ripresentati subito e andando avanti sono aumentati.
Ho fatto un’altra ecografia il 21 maggio e questo è il referto: LIEVEMENTE RIDOTTA DI DIMENSIONI APPARE LA FORMAZIONE CALCIFICA LOCALIZZATA NEL CONTESTO DEL TENDINE DI ACHILLE, IN SEDE INSERZIONALE DISTALE, DEL D. MAX DI 6 mm. CIRCA. NELLA NORMA I TENDINI PERONERI.
Il medico che ha eseguito la seconda ecografia mi ha anticipato che probabilmente dovrò eseguire altri cicli di onde d’urto.
Ma queste onde d’urto sono veramente l’unica cura efficace? In realtà, io preferirei una soluzione di tipo chirurgico: ho sentito parlare di un intervento in artroscopia dove attraverso due forellini vengono inseriti un tubicino che rilascia un getto di soluzione fisiologica che “scioglie” la calcificazione, e un secondo tubicino che la aspira.
Lei cosa cosa mi consiglia?
La ringrazio per l’attenzione.
[#1]
Salve,
sulla base di quanto da Lei riferito ritengo consigliabile un secondo ciclo di onde d'urto, della cui efficacia fra l'altro ha avuto anche un riscontro ecografico.
Un aspetto importante della cura con le onde d'urto è rispettare un periodo di riposo (solitamente 3 settimane circa) successivo all'ultima seduta.
Non abbia fretta, dunque, di riprendere l'attività sportiva, con il rischio di vanificare i risultati ottenuti.
Quanto alla soluzione chirurgica consideri che, oltre al fatto che si tratta comunque di un atto chirurgico (con i rischi generici e specifici connessi), in letteratura scientifica l'intervento proposto non ha maggiori evidenze di efficacia rispetto al trattamento con onde d'urto.
Il trattamento chirurgico (ad esempio le scarificazioni), invece, può rendersi necessario nei casi non responsivi al trattamento conservativo, ma non mi sembra il suo caso, visto la buona risposta al primo ciclo di onde d'urto.
Infine, considerando che questo tipo di patologia solitamente ha un andamento cronico-degenerativo, nel caso il disturbo si manifestasse ancora in futuro consideri anche la possibilità di un trattamento con PRP (gel piastrinico), con cui sia secondo la letteratura scientifica, sia secondo la mia personale esperienza dei casi trattati con PRP, si hanno risultati incoraggianti.
Saluti
sulla base di quanto da Lei riferito ritengo consigliabile un secondo ciclo di onde d'urto, della cui efficacia fra l'altro ha avuto anche un riscontro ecografico.
Un aspetto importante della cura con le onde d'urto è rispettare un periodo di riposo (solitamente 3 settimane circa) successivo all'ultima seduta.
Non abbia fretta, dunque, di riprendere l'attività sportiva, con il rischio di vanificare i risultati ottenuti.
Quanto alla soluzione chirurgica consideri che, oltre al fatto che si tratta comunque di un atto chirurgico (con i rischi generici e specifici connessi), in letteratura scientifica l'intervento proposto non ha maggiori evidenze di efficacia rispetto al trattamento con onde d'urto.
Il trattamento chirurgico (ad esempio le scarificazioni), invece, può rendersi necessario nei casi non responsivi al trattamento conservativo, ma non mi sembra il suo caso, visto la buona risposta al primo ciclo di onde d'urto.
Infine, considerando che questo tipo di patologia solitamente ha un andamento cronico-degenerativo, nel caso il disturbo si manifestasse ancora in futuro consideri anche la possibilità di un trattamento con PRP (gel piastrinico), con cui sia secondo la letteratura scientifica, sia secondo la mia personale esperienza dei casi trattati con PRP, si hanno risultati incoraggianti.
Saluti
Dr. Vincenzo Verduci
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 16.8k visite dal 24/05/2015.
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