Artrosi ginoccho destro
Gentile dottore,
nel 1993 fui sottoposta a due interventi in artroscopia: menisectomia e plastica al legamento crociato anteriore del ginocchio destro (al tempo per la ricostruzione del legamento si utilizzava una parte del legamento rotuleo dello stesso ginocchio).
L’esito di entrambi gli interventi fu positivo e dopo allora non ho più avuto problemi.
Nel 2000 ho fatto tre cadute con il motorino sempre sul ginocchio destro. All’ultima caduta si è formato un versamento al ginocchio che in breve tempo si è riassorbito. La cosa sembrava finita li.
Nel dicembre 2003 è iniziato il problema che mi porto dietro tuttora nonostante 2 ulteriori interventi in artroscopia.
Nel gennaio, febbraio, marzo 2003 il ginocchio ha continuato a gonfiarsi, al pronto soccorso mi effettuavano l’artrocentesi e pochi giorni dopo eravamo daccapo.
Mi sono rivolta ad un ortopedico il quale ha diagnosticato una gonalgia, mi ha effettuato uno shawing artroscopico e durante l’intervento mi ha riferito di aver ripulito la membrana sinoviale che presentava dei villi. Dopo quell’ intervento (aprile 2004) sono stata bene fino all’estate del 2006, praticando anche una certa attività sportiva (camminate in montagna e un po’ di bicicletta e scialpinismo; prima del 2003 ero molto più attiva , praticavo 2 ore di rampichino tutti i giorni e ogni fine settimana ero in montagna, ma dopo il 2003 ho adottato più prudenza).
Nell’estate del 2006 il ginocchio mi si è rigonfiato e mi sono rivolta ad un altro ortopedico, il quale ha diagnosticato la presenza di un po’ di artrosi e ha effettuato un’ulteriore artoscopia durante la quale ha rilevato un iperpressione rotulea ed ha effettuato un intervento di lateral release.
Dopo questo intervento il ginocchio è stato sottoposto a varie infiltrazioni di acido ialuronico a basso e alto peso molecolare. Però il gonfiore si manifesta frequentemente.
Questo è il referto dell’utima risonanza magnetica effettuata nel’agosto 2008:
“Irregolarità artrosiche a carico delle superfici ossee affrontate;
Modesto versamento intrarticolare;
Focale area di alterato segnale compatibile con edema intraspongioso in corrispondenza del condilo femorale esterno;
Nei limiti il menisco interno;
Come di norma i legamenti collaterali (da una radiografia del 2006 risulterebbero soggetti a calcificazione)
Regolare il crociato posteriore;
Esiti di ricostruzione del legamento crociato anteriore; a carico del neo-legamento non potrebbero apprezzarsi serie discontinuità. “
Devo smettere tutte le attività sportive?
Esiste qualche cura oltre all’acido ialuronico per fermare o rallentare il precorso degenerativo?
Può essere un problema legato piuttosto alla membrana sinoviale?
Se si come si può intervenire?
Può essere di tipo reumatologico?
Grazie per l’attenzione cordiali saluti
Alessandra Pucher
nel 1993 fui sottoposta a due interventi in artroscopia: menisectomia e plastica al legamento crociato anteriore del ginocchio destro (al tempo per la ricostruzione del legamento si utilizzava una parte del legamento rotuleo dello stesso ginocchio).
L’esito di entrambi gli interventi fu positivo e dopo allora non ho più avuto problemi.
Nel 2000 ho fatto tre cadute con il motorino sempre sul ginocchio destro. All’ultima caduta si è formato un versamento al ginocchio che in breve tempo si è riassorbito. La cosa sembrava finita li.
Nel dicembre 2003 è iniziato il problema che mi porto dietro tuttora nonostante 2 ulteriori interventi in artroscopia.
Nel gennaio, febbraio, marzo 2003 il ginocchio ha continuato a gonfiarsi, al pronto soccorso mi effettuavano l’artrocentesi e pochi giorni dopo eravamo daccapo.
Mi sono rivolta ad un ortopedico il quale ha diagnosticato una gonalgia, mi ha effettuato uno shawing artroscopico e durante l’intervento mi ha riferito di aver ripulito la membrana sinoviale che presentava dei villi. Dopo quell’ intervento (aprile 2004) sono stata bene fino all’estate del 2006, praticando anche una certa attività sportiva (camminate in montagna e un po’ di bicicletta e scialpinismo; prima del 2003 ero molto più attiva , praticavo 2 ore di rampichino tutti i giorni e ogni fine settimana ero in montagna, ma dopo il 2003 ho adottato più prudenza).
Nell’estate del 2006 il ginocchio mi si è rigonfiato e mi sono rivolta ad un altro ortopedico, il quale ha diagnosticato la presenza di un po’ di artrosi e ha effettuato un’ulteriore artoscopia durante la quale ha rilevato un iperpressione rotulea ed ha effettuato un intervento di lateral release.
Dopo questo intervento il ginocchio è stato sottoposto a varie infiltrazioni di acido ialuronico a basso e alto peso molecolare. Però il gonfiore si manifesta frequentemente.
Questo è il referto dell’utima risonanza magnetica effettuata nel’agosto 2008:
“Irregolarità artrosiche a carico delle superfici ossee affrontate;
Modesto versamento intrarticolare;
Focale area di alterato segnale compatibile con edema intraspongioso in corrispondenza del condilo femorale esterno;
Nei limiti il menisco interno;
Come di norma i legamenti collaterali (da una radiografia del 2006 risulterebbero soggetti a calcificazione)
Regolare il crociato posteriore;
Esiti di ricostruzione del legamento crociato anteriore; a carico del neo-legamento non potrebbero apprezzarsi serie discontinuità. “
Devo smettere tutte le attività sportive?
Esiste qualche cura oltre all’acido ialuronico per fermare o rallentare il precorso degenerativo?
Può essere un problema legato piuttosto alla membrana sinoviale?
Se si come si può intervenire?
Può essere di tipo reumatologico?
Grazie per l’attenzione cordiali saluti
Alessandra Pucher
[#1]
Gentile utente, tre interventi al ginocchio il primo dei quali, di ricostruzione del legamento crociato anteriore in giovanissima eta' non sono poca cosa.
Lei ha gia' sentito numerosi colleghi immagino ed ha visto che, al di la' degli interventi "riparativi" successivi al primo, poco e' stato l'effetto degli stessi in termini di durata del benessere.
Il fatto e' che, a tutt'oggi, i problemi di cartilagine di cui lei verosimilmente soffre, hanno scarsa soluzione.
Se vuole contattare un reumatologo per suo scrupolo e' comunque una buona cosa. Le fara' fare alcuni esami ematici e, verosimilmente, le dira' che lei non e' affetta da nessuna malattia infiammatoria reumatica.
Bene le infiltrazioni di acido Jaluronico ad altissimo peso molecolare che anche io pratico in ginocchia con problemi simili ai suoi.
Esseziale per il mantenimento di uno stato di adeguato benessere a mio avviso e' la esecuzione costante di 1 o 2 seduta le settimana in piscina a base di tanto nuoto e ginnatica in acqua (no rana!9.
Bene ancche la bicicletta a condizione di usare la sella bene alta in modo che quando il piede si trova nella porzione piu' bassa del ciclo della pedalata, il ginocchio si trova in posizione pressoche' estesa.
Eviterei, nei limiti del possibile, le lunghe escursioni in montagna con dislivelli importanti, superiori ai 500 mt.
Cordiali saluti.
Lei ha gia' sentito numerosi colleghi immagino ed ha visto che, al di la' degli interventi "riparativi" successivi al primo, poco e' stato l'effetto degli stessi in termini di durata del benessere.
Il fatto e' che, a tutt'oggi, i problemi di cartilagine di cui lei verosimilmente soffre, hanno scarsa soluzione.
Se vuole contattare un reumatologo per suo scrupolo e' comunque una buona cosa. Le fara' fare alcuni esami ematici e, verosimilmente, le dira' che lei non e' affetta da nessuna malattia infiammatoria reumatica.
Bene le infiltrazioni di acido Jaluronico ad altissimo peso molecolare che anche io pratico in ginocchia con problemi simili ai suoi.
Esseziale per il mantenimento di uno stato di adeguato benessere a mio avviso e' la esecuzione costante di 1 o 2 seduta le settimana in piscina a base di tanto nuoto e ginnatica in acqua (no rana!9.
Bene ancche la bicicletta a condizione di usare la sella bene alta in modo che quando il piede si trova nella porzione piu' bassa del ciclo della pedalata, il ginocchio si trova in posizione pressoche' estesa.
Eviterei, nei limiti del possibile, le lunghe escursioni in montagna con dislivelli importanti, superiori ai 500 mt.
Cordiali saluti.
Dr. Roberto LEO
[#2]
Utente
La ringrazio della celere risposta.
Le pongo alcune ulteriore domande:
Quali sono la terapia e la prognosi per l'edema intraspongioso del codilo femorale?
Questo edema è l'indice del fatto che il danno alle cartilagini è pesante, o dipende da altro?
E' facile il passaggio da edema a necrosi?
E' possibile che questo edema fosse già presente dal 2003, e che non si vedesse durante le precedenti risonanze magnetiche?
Che altro tipo di strumento può essere utiizzato per diagnosticarne la presenza?
La cyclette ed il nuoto come riabilitazione posso cominciare ad effettuarli anche in presenza dell'edema intraspongioso?
Ringraziando anticipatamente porgo cordiali saluti
Alessandra Pucher
Le pongo alcune ulteriore domande:
Quali sono la terapia e la prognosi per l'edema intraspongioso del codilo femorale?
Questo edema è l'indice del fatto che il danno alle cartilagini è pesante, o dipende da altro?
E' facile il passaggio da edema a necrosi?
E' possibile che questo edema fosse già presente dal 2003, e che non si vedesse durante le precedenti risonanze magnetiche?
Che altro tipo di strumento può essere utiizzato per diagnosticarne la presenza?
La cyclette ed il nuoto come riabilitazione posso cominciare ad effettuarli anche in presenza dell'edema intraspongioso?
Ringraziando anticipatamente porgo cordiali saluti
Alessandra Pucher
[#3]
1) Dovrei valutare le immagini per risponderle.
Se non vi e' stato un trauma prima della Risonanza Magnetica di cui lei ci riferisce potrebbe trattarsi di una situazione di sovraccarico cronico post-meniscectomia. Tuttavia si tratta di una supposizione pura e semplice non avendo la possibilita' di visionare l'esame.
2) Potrebbe essere un indice di sovraccarico meccanico
3) No non e' facile
4) Tenderei ad escludere tale possibilita'
5) Per diagnosticare un edema della spongiosa si una solo la RMN!
6) SI! Soprattutto se, come immagino, non vi e' stato alcun trauma evidente nelle settimane precedenti la esecuzione della Risonanza dell'Agosto 2008.
Saluti
Se non vi e' stato un trauma prima della Risonanza Magnetica di cui lei ci riferisce potrebbe trattarsi di una situazione di sovraccarico cronico post-meniscectomia. Tuttavia si tratta di una supposizione pura e semplice non avendo la possibilita' di visionare l'esame.
2) Potrebbe essere un indice di sovraccarico meccanico
3) No non e' facile
4) Tenderei ad escludere tale possibilita'
5) Per diagnosticare un edema della spongiosa si una solo la RMN!
6) SI! Soprattutto se, come immagino, non vi e' stato alcun trauma evidente nelle settimane precedenti la esecuzione della Risonanza dell'Agosto 2008.
Saluti
[#4]
Utente
Gentile dottore,
non essendo superato il mio problema al ginocchio, ho ripreso in mano i referti delle varie risonanze effettuate dal 2003 ad oggi:
non capisco alcune informazioni:
“discreto ispessimento fibrocicatriziale capsulo legamentoso antero mediale con tralci che si approfondano nel corpo di Hoffa e verso la gola intercondiloidea” è patologico o può significare che il neolegamento crociato (neo nel senso fatto nel 1993) si è ben ‘attaccato’ al resto?
“Sofferenza osteocondrale del condilo femorale laterale nei piani di carico postero interni e verso la gola intercondiloidea, in prossimità del tunnel del crociato lieve ipotensità della cartilagine femorale alla troclea (2003)” e poi “alterazione osteocondrale condro cortico sottocorticale al versante infero mediale del condilo femorale laterale con estensione superficiale di 1cm(2008)” che grado di artrosi vogliono indicare?
Da tenere allegramente? Da operare? Significa che la cartilagine è tutta ‘mangiata’ e siamo all’osso? E soprattutto si sta parlando del condilo femorale interno (che per me significa quello che guarda la gamba sinistra) o quello esterno? Se mi dovesse dare dolore lo sentirei nella parte esterna o interna del ginocchio?
Implica che devo abbandonare ogni attività sportiva? Non riesco a comprenderne il grado di gravità.
Sia nel 2003 che nel 2008 viene rilevato un modesto edema intraspongioso: ”in prossimità del tunnel del crociato moderato edema intraspongioso (2003)” e “modesto edema della tela spongiosa sottocorticale”. Questo edema è nella zona della cartilagine consumata? Può essere causato dalla cartilagine consumata?
Può dipendere dal fatto che nel femore c’è la vite usata per montare l’LCA nel 1993?
Ho subito un intervento di meniscectomia parziale (1993), 6 mesi prima della ricostruzione dell’LCA e risulta infatti “menisco mediale assottigliato a livello del corpo corno anteriore con segnale di alterazione a livello del corpo corno posteriore di natura degenerativa traumatica (2008)”. Credo sia il menisco interno (verso la gamba sinistra) o sbaglio? Succede che adesso da 20gg. Sento un forte dolore se si preme, sul lato esterno del ginocchio, in un punto che chiamano emirima. Potrebbe avere a che fare con l’altro menisco, quello esterno?
L’unico fastidio che provo in generale (perché non si puo’ parlare di dolore) qualche giorno prima della formazione del versamento di liquido, come già detto ormai cronico, è un intorpidimento con formicolio a livello del muscolo davanti al perone (credo, comunque il muscolo è anteriore sotto il comparto laterale del ginocchio) dove si va ad attaccare il legamento collaterale laterale e un fastidio, tipo quello che si prova quando si prende uno strappo, ma molto più leggero, lungo la coscia lateralmente esternamente. Può dipendere tutto semplicemente da tutto quanto scritto sopra, o può esserci (come mi ha detto qualcuno ) una calcificazione a livello del legamento collaterale?
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione dedicata ai miei quesiti. Cordiali saluti.
Alessandra Pucher
non essendo superato il mio problema al ginocchio, ho ripreso in mano i referti delle varie risonanze effettuate dal 2003 ad oggi:
non capisco alcune informazioni:
“discreto ispessimento fibrocicatriziale capsulo legamentoso antero mediale con tralci che si approfondano nel corpo di Hoffa e verso la gola intercondiloidea” è patologico o può significare che il neolegamento crociato (neo nel senso fatto nel 1993) si è ben ‘attaccato’ al resto?
“Sofferenza osteocondrale del condilo femorale laterale nei piani di carico postero interni e verso la gola intercondiloidea, in prossimità del tunnel del crociato lieve ipotensità della cartilagine femorale alla troclea (2003)” e poi “alterazione osteocondrale condro cortico sottocorticale al versante infero mediale del condilo femorale laterale con estensione superficiale di 1cm(2008)” che grado di artrosi vogliono indicare?
Da tenere allegramente? Da operare? Significa che la cartilagine è tutta ‘mangiata’ e siamo all’osso? E soprattutto si sta parlando del condilo femorale interno (che per me significa quello che guarda la gamba sinistra) o quello esterno? Se mi dovesse dare dolore lo sentirei nella parte esterna o interna del ginocchio?
Implica che devo abbandonare ogni attività sportiva? Non riesco a comprenderne il grado di gravità.
Sia nel 2003 che nel 2008 viene rilevato un modesto edema intraspongioso: ”in prossimità del tunnel del crociato moderato edema intraspongioso (2003)” e “modesto edema della tela spongiosa sottocorticale”. Questo edema è nella zona della cartilagine consumata? Può essere causato dalla cartilagine consumata?
Può dipendere dal fatto che nel femore c’è la vite usata per montare l’LCA nel 1993?
Ho subito un intervento di meniscectomia parziale (1993), 6 mesi prima della ricostruzione dell’LCA e risulta infatti “menisco mediale assottigliato a livello del corpo corno anteriore con segnale di alterazione a livello del corpo corno posteriore di natura degenerativa traumatica (2008)”. Credo sia il menisco interno (verso la gamba sinistra) o sbaglio? Succede che adesso da 20gg. Sento un forte dolore se si preme, sul lato esterno del ginocchio, in un punto che chiamano emirima. Potrebbe avere a che fare con l’altro menisco, quello esterno?
L’unico fastidio che provo in generale (perché non si puo’ parlare di dolore) qualche giorno prima della formazione del versamento di liquido, come già detto ormai cronico, è un intorpidimento con formicolio a livello del muscolo davanti al perone (credo, comunque il muscolo è anteriore sotto il comparto laterale del ginocchio) dove si va ad attaccare il legamento collaterale laterale e un fastidio, tipo quello che si prova quando si prende uno strappo, ma molto più leggero, lungo la coscia lateralmente esternamente. Può dipendere tutto semplicemente da tutto quanto scritto sopra, o può esserci (come mi ha detto qualcuno ) una calcificazione a livello del legamento collaterale?
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione dedicata ai miei quesiti. Cordiali saluti.
Alessandra Pucher
[#5]
LE DOMANDE SONO VERAMENTE MOLTE, DIREI TROPPE, IN ASSENZA DI UNA VISITA CLINICA DIRETTA ED IN ASSENZA DELLA POSSIBILITA' DI VISIONARE DIRATTAMENTE LE IMMAGINI STRUMENTALI.
PROVIAMO COMIUNQUE A DARLE ALCUNE RISPOSTE
1)
discreto ispessimento fibrocicatriziale capsulo legamentoso antero mediale con tralci che si approfondano nel corpo di Hoffa e verso la gola intercondiloidea” è patologico o può significare che il neolegamento crociato (neo nel senso fatto nel 1993) si è ben ‘attaccato’ al resto?
IMPOSSIBILE GIUDICARE SOLO SULLA BASE DI TALI PAROLE
2)
“Sofferenza osteocondrale del condilo femorale laterale nei piani di carico postero interni e verso la gola intercondiloidea, in prossimità del tunnel del crociato lieve ipotensità della cartilagine femorale alla troclea (2003)” e poi “alterazione osteocondrale condro cortico sottocorticale al versante infero mediale del condilo femorale laterale con estensione superficiale di 1cm(2008)” che grado di artrosi vogliono indicare?
IL GRADO DI ARTROSI ANCORA UNA VOLTA NON E' GIUDICABILE DALLE SOLE PAROLE DI UN REFERTO.
E' NECESSARIO VISIONARE LE IMMAGINI
3)
Da tenere allegramente?
MI SEMRA UNA ESPRESSIONE POCO FELICE
4)
Da operare?
NON GIUDICABILE PER I MOTIVI CITATI IN APERTURA
5)
Significa che la cartilagine è tutta ‘mangiata’ e siamo all’osso?
DALLE PAROLE DEL RADIOLOGO NON SEMBRA SIAMO ANCORA A TALE LIVELLO DI GRAVITA'
6)
E soprattutto si sta parlando del condilo femorale interno (che per me significa quello che guarda la gamba sinistra) o quello esterno?
CONDILO ESTERNO
7)
Se mi dovesse dare dolore lo sentirei nella parte esterna o interna del ginocchio?
IL DOLORE GENERALMENTE E' DALLA STESSA PARTE OVE E' PRESENTE LA SOFFERENZA CARTILAGINEA.
8)
Implica che devo abbandonare ogni attività sportiva?
TROPPI POCHI ELEMENTI PER SOSTENERLO
9)
”in prossimità del tunnel del crociato moderato edema intraspongioso (2003)” e “modesto edema della tela spongiosa sottocorticale”.
Questo edema è nella zona della cartilagine consumata?
IL PRIMO CITATO NO
IL SECONDO NON E' GIUDICABILE PERCHE' LEI LO HA ESTRAPOLATO DALLA FRASE.
10)
Può essere causato dalla cartilagine consumata?
IL PRIMO CITATO NO
IL SECONDO NON E' GIUDICABILE PERCHE' LEI LO HA ESTRAPOLATO DALLA FRASE.
11)
Può dipendere dal fatto che nel femore c’è la vite usata per montare l’LCA nel 1993?
IN PARTE PROBABILMENTE SI
12)
Ho subito un intervento di meniscectomia parziale (1993), 6 mesi prima della ricostruzione dell’LCA e risulta infatti “menisco mediale assottigliato a livello del corpo corno anteriore con segnale di alterazione a livello del corpo corno posteriore di natura degenerativa traumatica (2008)”. Credo sia il menisco interno (verso la gamba sinistra) o sbaglio?
SI IL MENISCO INTERNO
13)
Succede che adesso da 20gg. Sento un forte dolore se si preme, sul lato esterno del ginocchio, in un punto che chiamano emirima.
COME FA A DIRE CHE SIA PROPRIO IN EMIRIMA?
DIFFICILE CHE UN PAZIENTE SIA IN GRADO, SENZA ADEGUATA PREPARAZIONE, DI INDIVIDUARE ESATTAMENTE LA EMIRIMA
14)
Potrebbe avere a che fare con l’altro menisco, quello esterno?
IMPOSSIBILE DA AFFERMARE SENZA VISITA CLINICA DIRETTA
15)
Può dipendere tutto semplicemente da tutto quanto scritto sopra, o può esserci (come mi ha detto qualcuno ) una calcificazione a livello del legamento collaterale?
CON I LIMITI GIA' CITATI ALL'INIZIO LE RISPONDO QUANTO SEGUE:
- SI I FASTIDI LAMENTATI POSSONO DIPENDERE DALLA SITUAZIONE EMERSA ALLA RMN
- PER RISPONDERE ALLA IPOTESI AVANZATA DA QUESTO "QUALCUNO" BASTA ESEGUIRE UNA SEMPLICISSIMA RADIOGRAFIA
Cordiali saluti
PROVIAMO COMIUNQUE A DARLE ALCUNE RISPOSTE
1)
discreto ispessimento fibrocicatriziale capsulo legamentoso antero mediale con tralci che si approfondano nel corpo di Hoffa e verso la gola intercondiloidea” è patologico o può significare che il neolegamento crociato (neo nel senso fatto nel 1993) si è ben ‘attaccato’ al resto?
IMPOSSIBILE GIUDICARE SOLO SULLA BASE DI TALI PAROLE
2)
“Sofferenza osteocondrale del condilo femorale laterale nei piani di carico postero interni e verso la gola intercondiloidea, in prossimità del tunnel del crociato lieve ipotensità della cartilagine femorale alla troclea (2003)” e poi “alterazione osteocondrale condro cortico sottocorticale al versante infero mediale del condilo femorale laterale con estensione superficiale di 1cm(2008)” che grado di artrosi vogliono indicare?
IL GRADO DI ARTROSI ANCORA UNA VOLTA NON E' GIUDICABILE DALLE SOLE PAROLE DI UN REFERTO.
E' NECESSARIO VISIONARE LE IMMAGINI
3)
Da tenere allegramente?
MI SEMRA UNA ESPRESSIONE POCO FELICE
4)
Da operare?
NON GIUDICABILE PER I MOTIVI CITATI IN APERTURA
5)
Significa che la cartilagine è tutta ‘mangiata’ e siamo all’osso?
DALLE PAROLE DEL RADIOLOGO NON SEMBRA SIAMO ANCORA A TALE LIVELLO DI GRAVITA'
6)
E soprattutto si sta parlando del condilo femorale interno (che per me significa quello che guarda la gamba sinistra) o quello esterno?
CONDILO ESTERNO
7)
Se mi dovesse dare dolore lo sentirei nella parte esterna o interna del ginocchio?
IL DOLORE GENERALMENTE E' DALLA STESSA PARTE OVE E' PRESENTE LA SOFFERENZA CARTILAGINEA.
8)
Implica che devo abbandonare ogni attività sportiva?
TROPPI POCHI ELEMENTI PER SOSTENERLO
9)
”in prossimità del tunnel del crociato moderato edema intraspongioso (2003)” e “modesto edema della tela spongiosa sottocorticale”.
Questo edema è nella zona della cartilagine consumata?
IL PRIMO CITATO NO
IL SECONDO NON E' GIUDICABILE PERCHE' LEI LO HA ESTRAPOLATO DALLA FRASE.
10)
Può essere causato dalla cartilagine consumata?
IL PRIMO CITATO NO
IL SECONDO NON E' GIUDICABILE PERCHE' LEI LO HA ESTRAPOLATO DALLA FRASE.
11)
Può dipendere dal fatto che nel femore c’è la vite usata per montare l’LCA nel 1993?
IN PARTE PROBABILMENTE SI
12)
Ho subito un intervento di meniscectomia parziale (1993), 6 mesi prima della ricostruzione dell’LCA e risulta infatti “menisco mediale assottigliato a livello del corpo corno anteriore con segnale di alterazione a livello del corpo corno posteriore di natura degenerativa traumatica (2008)”. Credo sia il menisco interno (verso la gamba sinistra) o sbaglio?
SI IL MENISCO INTERNO
13)
Succede che adesso da 20gg. Sento un forte dolore se si preme, sul lato esterno del ginocchio, in un punto che chiamano emirima.
COME FA A DIRE CHE SIA PROPRIO IN EMIRIMA?
DIFFICILE CHE UN PAZIENTE SIA IN GRADO, SENZA ADEGUATA PREPARAZIONE, DI INDIVIDUARE ESATTAMENTE LA EMIRIMA
14)
Potrebbe avere a che fare con l’altro menisco, quello esterno?
IMPOSSIBILE DA AFFERMARE SENZA VISITA CLINICA DIRETTA
15)
Può dipendere tutto semplicemente da tutto quanto scritto sopra, o può esserci (come mi ha detto qualcuno ) una calcificazione a livello del legamento collaterale?
CON I LIMITI GIA' CITATI ALL'INIZIO LE RISPONDO QUANTO SEGUE:
- SI I FASTIDI LAMENTATI POSSONO DIPENDERE DALLA SITUAZIONE EMERSA ALLA RMN
- PER RISPONDERE ALLA IPOTESI AVANZATA DA QUESTO "QUALCUNO" BASTA ESEGUIRE UNA SEMPLICISSIMA RADIOGRAFIA
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.7k visite dal 14/09/2008.
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