osteotomia di Centramento femorale dell'anca
buonasera, sono un ragazzo di 25 anni ed ho subito lo sorso anno(11 mesi esatti) un intervento di artroscopia dell'anca per la risoluzione di conflitto CAM e Pincer e per la rimozione di osteofiti. Premetto che ho una displasia dell'anca con valgismo. La patologia si è aggravata su di un arto in particolare a causa di un incidente e del molto sport. Il post-operatorio sembrava fosse ottimo, anche se immediatamente dopo l'intervento ho notato che la punta del piede era leggermente ruotata verso l'esterno rispetto al solito. Durante un primo controllo (due mesi dopo) mi è stato detto che però non era una problematica seria sulla quale incentrarsi e sono stato rassicurato sulla perfetta riuscita dell’intervento. Dopo circa 7 mesi ho cominciato ad avvertire i primi fastidi; dopo nove mesi, durante un controllo, avvertendo l'ortopedico dei dolori sopraggiunti, mi è stata prospettata un 'osteotomia di centramento in seguito ad un'antiversione del femore, per scongiurare l'innesto della protesi.
Si è giunti a questa conclusione dopo che, seduto su un lettino, portando la gamba verso il petto si è osservata una palese tendenza del ginocchio ad andare verso l'esterno. Mi è stata anche prescritta una TAC, ma solo per documentare il tutto, poichè il quadro clinico era piuttosto chiaro. Da questa si sono evidenziati i seguenti valori: “ MISURAZIONE DEGLI ANGOLI DI TORSIONE: -Angolo di antiversione femorale: Dx 12,7° Sx 9,4°; - distanza TA-GT: Dx 10mm Sx 14 mm; - Tilt rotuleo: Dx 8,2° Sx 4,5°. Segni indiretti di condropatia bilaterale, più evidenti a sx, espressi da riduzione di ampiezza dello spazio articolare coxo-femorale sul versante di carico associato a piccoli geodi subcondrali del versante acetabolare".
Sono sempre stato contrario alla nuova operazione, ma ora, passato quasi un anno, ho dei dolori molto forti nella zona inguinale,lombare, esterna all'anca ed al ginocchio. Inoltre avverto una forte rigidezza muscolare ed ho assunto una postura scorretta(sento il bacino sul lato operato spostato in avanti). Prima dell'intervento non ho mai avvertito questi dolori così forti e costanti, ma avevo alcune difficoltà, come nell'abduzione, tipici del conflitto. Non mi era stata prospettata questa controindicazione anche se più pareri mi avevano indirizzato all’operazione. Essendo l'intervento molto invasivo quali danni può provocare? la riabililitazione è molto lunga e dolorosa? Che qualità della vita potrò avere? Nel caso di non riuscita sarebbe il tutto rimediabile con una protesi? esistono tecniche alternative? Mi è stato detto che una fisioterapia non serve poiché l’unico rimedio è chirurgico e che l’effettuare o no l’operazione dipende solamente dalla sintomatologia e dalla qualità della vita che riesco a sostenere (attualmente molto bassa ma non so se anche aggravata dalla stagione invernale).
Si è giunti a questa conclusione dopo che, seduto su un lettino, portando la gamba verso il petto si è osservata una palese tendenza del ginocchio ad andare verso l'esterno. Mi è stata anche prescritta una TAC, ma solo per documentare il tutto, poichè il quadro clinico era piuttosto chiaro. Da questa si sono evidenziati i seguenti valori: “ MISURAZIONE DEGLI ANGOLI DI TORSIONE: -Angolo di antiversione femorale: Dx 12,7° Sx 9,4°; - distanza TA-GT: Dx 10mm Sx 14 mm; - Tilt rotuleo: Dx 8,2° Sx 4,5°. Segni indiretti di condropatia bilaterale, più evidenti a sx, espressi da riduzione di ampiezza dello spazio articolare coxo-femorale sul versante di carico associato a piccoli geodi subcondrali del versante acetabolare".
Sono sempre stato contrario alla nuova operazione, ma ora, passato quasi un anno, ho dei dolori molto forti nella zona inguinale,lombare, esterna all'anca ed al ginocchio. Inoltre avverto una forte rigidezza muscolare ed ho assunto una postura scorretta(sento il bacino sul lato operato spostato in avanti). Prima dell'intervento non ho mai avvertito questi dolori così forti e costanti, ma avevo alcune difficoltà, come nell'abduzione, tipici del conflitto. Non mi era stata prospettata questa controindicazione anche se più pareri mi avevano indirizzato all’operazione. Essendo l'intervento molto invasivo quali danni può provocare? la riabililitazione è molto lunga e dolorosa? Che qualità della vita potrò avere? Nel caso di non riuscita sarebbe il tutto rimediabile con una protesi? esistono tecniche alternative? Mi è stato detto che una fisioterapia non serve poiché l’unico rimedio è chirurgico e che l’effettuare o no l’operazione dipende solamente dalla sintomatologia e dalla qualità della vita che riesco a sostenere (attualmente molto bassa ma non so se anche aggravata dalla stagione invernale).
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Caro utente,
l'unica cosa davvero certa è che sicuramente quell'extrrotazione che ha notato NON può matematicamente essere legata ll'intervento in artroscopia subito, in quanto l'unico modo per modificare gli angoli torsionali di un arto è con un'osteotomia, cioè tagliando l'osso a cielo aperto.
Si tratta quindi probabilmente di un atteggiameto fuzionale a cui non darei troppa importanza.
Quanto agli interventi osteotomici di centramento, è vero, sono interventi molto invasivi. Ma se l'indicazione è corretta e l'intervento è ben eseguito, i risultati possono essere eccezionali.
Nel caso migliore la qualità della vita che si può ottenere è pari al soggetto sano non operato: bisogna però specificare che alcuni giungono all'intervento con le cartilagini già parzialmente degenerate o già con deformità non correggibili, e questo sicuramente penalizza il risultato.
Personalmente mi sentirei di suggerire una valutazione approfondita presso un centro di chirurgia dell'anca che sia all'avangardia sulla chirurgia correttiva a cielo aperto. Non ce ne sono molti in Italia, io ne conosco tre (in Piemonte, Lombardia, Veneto), ma sinceramente non ne conosco uno nella Sua regione, nella quale invece si trovano alcuni centri famosi per la protesica.
Pubblicamente non posso fare nomi, ma di sicuro non avrà difficoltà a capire a quali centri mi riferisco.
Di sicuro l'intervento è delicato, ma in mani esperte è sicuro. NON mi affiderei ad un centro in cui ne vengono eseguiti pochi all'anno, o che non si basa sugli standard di una Scuola riconosciuta.
Distinti saluti
l'unica cosa davvero certa è che sicuramente quell'extrrotazione che ha notato NON può matematicamente essere legata ll'intervento in artroscopia subito, in quanto l'unico modo per modificare gli angoli torsionali di un arto è con un'osteotomia, cioè tagliando l'osso a cielo aperto.
Si tratta quindi probabilmente di un atteggiameto fuzionale a cui non darei troppa importanza.
Quanto agli interventi osteotomici di centramento, è vero, sono interventi molto invasivi. Ma se l'indicazione è corretta e l'intervento è ben eseguito, i risultati possono essere eccezionali.
Nel caso migliore la qualità della vita che si può ottenere è pari al soggetto sano non operato: bisogna però specificare che alcuni giungono all'intervento con le cartilagini già parzialmente degenerate o già con deformità non correggibili, e questo sicuramente penalizza il risultato.
Personalmente mi sentirei di suggerire una valutazione approfondita presso un centro di chirurgia dell'anca che sia all'avangardia sulla chirurgia correttiva a cielo aperto. Non ce ne sono molti in Italia, io ne conosco tre (in Piemonte, Lombardia, Veneto), ma sinceramente non ne conosco uno nella Sua regione, nella quale invece si trovano alcuni centri famosi per la protesica.
Pubblicamente non posso fare nomi, ma di sicuro non avrà difficoltà a capire a quali centri mi riferisco.
Di sicuro l'intervento è delicato, ma in mani esperte è sicuro. NON mi affiderei ad un centro in cui ne vengono eseguiti pochi all'anno, o che non si basa sugli standard di una Scuola riconosciuta.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 5.8k visite dal 02/03/2015.
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