Osteofita del malleolo mediale tt
Buongiorno.
Da circa quattro anni soffro di dolori acuti e profondi alla caviglia destra che sono andati molto peggiorando nel corso degli anni.
Da Gennaio di quest'anno ho deciso di affrontare la cosa e ho fatto i seguenti accertamenti:
Radiografia: "esostosi sul profilo inferiore del malleolo mediale di dx come per verosimile artrosi secondaria di natura post-traumatica";
Ecografia: "...evidenzia sul malleolo tibiale anteriormente al leg. deltoideo ed al tendine del t. posteriore, la presenza di formazione calcifica che si estende per circa 0.8 cm con base di circa .06 cm compatibile con esostosi";
Risonanza: il radiologo non rileva niente di anormale (l'osteofita è ben evidente).
Mi è stato consigliato inizialmente di rinforzare la caviglia e di usare analgesici, anti-infiammatori che però hanno un effetto positivo molto breve.
Successivamente ho effettuato un ciclo di onde d'urto, che ho appena concluso, che ha portato qualche lieve beneficio.
Il dolore comuque è rimasto si presenta leggermente al mattino appena alzato ma sopratutto in modo acuto e all'improvviso (basta un passo falso in un marciapiede sconnesso per farmi vedere le stelle). Isomma è diventato un tormento.
Le alternative a quanto ho capito sono: onde d'urto ad oltranza oppure intervento chirurgico di asportazione (che però mi è stato sconsigliato sia per la difficoltà di esecuzione sia per l'alta probabilità di recidiva).
Vi sarei molto grato se mi poteste dare un parere e se mi poteste indicare qualche specialista a Milano (ma anche altrove se necessario).
Grazie.
Nicola
Da circa quattro anni soffro di dolori acuti e profondi alla caviglia destra che sono andati molto peggiorando nel corso degli anni.
Da Gennaio di quest'anno ho deciso di affrontare la cosa e ho fatto i seguenti accertamenti:
Radiografia: "esostosi sul profilo inferiore del malleolo mediale di dx come per verosimile artrosi secondaria di natura post-traumatica";
Ecografia: "...evidenzia sul malleolo tibiale anteriormente al leg. deltoideo ed al tendine del t. posteriore, la presenza di formazione calcifica che si estende per circa 0.8 cm con base di circa .06 cm compatibile con esostosi";
Risonanza: il radiologo non rileva niente di anormale (l'osteofita è ben evidente).
Mi è stato consigliato inizialmente di rinforzare la caviglia e di usare analgesici, anti-infiammatori che però hanno un effetto positivo molto breve.
Successivamente ho effettuato un ciclo di onde d'urto, che ho appena concluso, che ha portato qualche lieve beneficio.
Il dolore comuque è rimasto si presenta leggermente al mattino appena alzato ma sopratutto in modo acuto e all'improvviso (basta un passo falso in un marciapiede sconnesso per farmi vedere le stelle). Isomma è diventato un tormento.
Le alternative a quanto ho capito sono: onde d'urto ad oltranza oppure intervento chirurgico di asportazione (che però mi è stato sconsigliato sia per la difficoltà di esecuzione sia per l'alta probabilità di recidiva).
Vi sarei molto grato se mi poteste dare un parere e se mi poteste indicare qualche specialista a Milano (ma anche altrove se necessario).
Grazie.
Nicola
[#1]
Caro amico,
la patologia da Lei riferita dovrebbe essere sempre valutata tramite una visita ortopedica. Dai dati descritti penso che la soluzione più indicata sia un intervento di ablazione chirurgica dell'esostosi. Considerato il quadro di artrosi secondaria di natura post-traumatica descritto nel referto radiologico, potrebbe essere necessaria anche una artroscopia della tibio-tarsica per un eventuale debridment cartilagineo.
Sono disposto a prenderla in cura presso l'Ospedale Orlandi di Bussolengo di Verona che dista circa 130 km da Milano in direzione Venezia.
Mi faccia sapere in merito e la saluto cordialmente.
Dr.Paolo Tessari
la patologia da Lei riferita dovrebbe essere sempre valutata tramite una visita ortopedica. Dai dati descritti penso che la soluzione più indicata sia un intervento di ablazione chirurgica dell'esostosi. Considerato il quadro di artrosi secondaria di natura post-traumatica descritto nel referto radiologico, potrebbe essere necessaria anche una artroscopia della tibio-tarsica per un eventuale debridment cartilagineo.
Sono disposto a prenderla in cura presso l'Ospedale Orlandi di Bussolengo di Verona che dista circa 130 km da Milano in direzione Venezia.
Mi faccia sapere in merito e la saluto cordialmente.
Dr.Paolo Tessari
dr. Paolo Tessari
ortopedico, artroscopista, protesista
specialista in medicina dello sport
Verona
[#2]
Carissimo,
per quanto valutabile via e.mail direi che è necessario visionare la RM e gli esami eseguiti per decidere in base alla localizzazione dell'esostosi ed alla clinica il trattamento. Verosimilmente sarà necessaria una asportazione chirurgica dato il fastidio soggettivo. Gli esami eseguiti permetteranno di eseguire il planning chirurgico. dato il pregresso trauma è imperativo essere certi che la causa dei sintomi sia da attribuire all'esostosi. Dopo la valutazione clinica potrebbe quindi essere necessaria una artroscopia diagnostica/chirurgica eventualmente seguita dall'asportazione a cielo aperto.
Cordialità
per quanto valutabile via e.mail direi che è necessario visionare la RM e gli esami eseguiti per decidere in base alla localizzazione dell'esostosi ed alla clinica il trattamento. Verosimilmente sarà necessaria una asportazione chirurgica dato il fastidio soggettivo. Gli esami eseguiti permetteranno di eseguire il planning chirurgico. dato il pregresso trauma è imperativo essere certi che la causa dei sintomi sia da attribuire all'esostosi. Dopo la valutazione clinica potrebbe quindi essere necessaria una artroscopia diagnostica/chirurgica eventualmente seguita dall'asportazione a cielo aperto.
Cordialità
Dr Simone Cigni
[#4]
Utente
Rispondo tardivamente (dopo aver recuperato la password) per ringraziare i Dottori Ziletti, Cigni e Tessari.
In seguito ai vostri preziosi consigli mi sono convinto che il trattamento indicato è quello chirurgico.
Per alcuni mesi mi trovo a Milano e quindi ho prenotato una visita presso la divisione di chirurgia del piede dell' istituto ortopedico Galeazzi.
Quando avrò nuovi elementi li aggiungerò (per la cronaca).
Ancora grazie per l'attenzione.
Nicola
In seguito ai vostri preziosi consigli mi sono convinto che il trattamento indicato è quello chirurgico.
Per alcuni mesi mi trovo a Milano e quindi ho prenotato una visita presso la divisione di chirurgia del piede dell' istituto ortopedico Galeazzi.
Quando avrò nuovi elementi li aggiungerò (per la cronaca).
Ancora grazie per l'attenzione.
Nicola
[#6]
Utente
Cari Dottori,
aggiorno la situazione.
Ho effettuato la visita nel suddetto reparto e in sintesi il responso è stato: impingement del legamento deltoideo, nessuna osteocondrite.
Mi è stato prescritto l' uso di plantari con supporto interno e un ciclo di laser terapia.
Ovvero una correzione posturale e un trattamento sintomatico dell' infiammazione.
L' intervento chirurgico, invece, è stato ecluso perchè porterebbe ad una recidiva peggiorando addirittura le cose e per le onde d' urto mi è stato detto che, in questo caso, sono poco efficaci.
Quindi nessuna soluzione che possa risolvere il conflitto meccanico che sembra all' origine del dolore.
Ho letto qualcosa su interventi di trapianto della cartilagine; vi vorrei chiedere:
è ipotizzabile nel mio caso un' asportazione dell' osteofita e una succesiva riparazione della cartilagine, in modo da ridurre il rischio di recidiva?
oppure mi devo rassegnare a convivere col problema e concentrarmi sul trattamento dei sintomi?
Vi ringrazio ancora per il vostro gentile e importante aiuto.
Nicola
aggiorno la situazione.
Ho effettuato la visita nel suddetto reparto e in sintesi il responso è stato: impingement del legamento deltoideo, nessuna osteocondrite.
Mi è stato prescritto l' uso di plantari con supporto interno e un ciclo di laser terapia.
Ovvero una correzione posturale e un trattamento sintomatico dell' infiammazione.
L' intervento chirurgico, invece, è stato ecluso perchè porterebbe ad una recidiva peggiorando addirittura le cose e per le onde d' urto mi è stato detto che, in questo caso, sono poco efficaci.
Quindi nessuna soluzione che possa risolvere il conflitto meccanico che sembra all' origine del dolore.
Ho letto qualcosa su interventi di trapianto della cartilagine; vi vorrei chiedere:
è ipotizzabile nel mio caso un' asportazione dell' osteofita e una succesiva riparazione della cartilagine, in modo da ridurre il rischio di recidiva?
oppure mi devo rassegnare a convivere col problema e concentrarmi sul trattamento dei sintomi?
Vi ringrazio ancora per il vostro gentile e importante aiuto.
Nicola
[#7]
Utente
Gentili Dottori,
aggiungo gli ultimi sviluppi, purtroppo non positivi.
In seguito all' ultima visita al Galeazzi ho portato il plantare che mi era stato prescritto e ho fatto un ciclo di terapia laser. Risultato scarso. Dolore alla caviglia sempre più presente. In più mi è comparso un dolore al I metatarso e sucessivamente dolore e rigidità all' alluce sempre del piede destro. Alla successiva visita di controllo con un altro dottore, a distanza di due mesi e mezzo, mi viene consigliato l' intervento chirurgico di rimozione dell' osteofita. Tempo di attesa: otto mesi.
Smetto il plantare e almeno la metatarsalgia un pò diminuisce.
Un mese fa effettuo un' altra visita, prenotata mesi prima, alla divisione specialistica di chirurgia del piede dell'istituto Pini di Milano, così, per aver un altro parere. Diagnosi: sindrome pronatoria bilaterale. Terapia: plantare a supporto longitudinale mediale. Niente intervento. Sconsigliato per invasività, rischio di recidiva, pessimi risultati ottenibili.
Sempre più confuso e sofferente, su consiglio, mi rivolgo al centro di chirurgia del piede Pisani, a Torino. Mi viene consigliato nuovamente l'intervento e mi viene detto che l' impingement difficilmente si ripresenta.
All' alluce non si riscontra niente di significativo.
Arrivato a questo punto non posso più aspettare. Ho dolore alla caviglia e all' alluce e limitazione nei movimenti e ho la sensazione di aver acquisito piattismo ad entrambi i piedi. Prenoterò l'intervento a pagamento, spendendo una bella cifra e sperando di fare la cosa giusta.
Dopo questo lungo e benefico sfogo, chiedo: e' possibile avere pareri così nettamente discordanti? c'è causalità tra impingement del legamento deltoideo e piattimo acquisito? questo osteofita una volta rimosso ricresce o no?
Ringrazio chi vorrà rispondermi.
Saluti.
Nicola
aggiungo gli ultimi sviluppi, purtroppo non positivi.
In seguito all' ultima visita al Galeazzi ho portato il plantare che mi era stato prescritto e ho fatto un ciclo di terapia laser. Risultato scarso. Dolore alla caviglia sempre più presente. In più mi è comparso un dolore al I metatarso e sucessivamente dolore e rigidità all' alluce sempre del piede destro. Alla successiva visita di controllo con un altro dottore, a distanza di due mesi e mezzo, mi viene consigliato l' intervento chirurgico di rimozione dell' osteofita. Tempo di attesa: otto mesi.
Smetto il plantare e almeno la metatarsalgia un pò diminuisce.
Un mese fa effettuo un' altra visita, prenotata mesi prima, alla divisione specialistica di chirurgia del piede dell'istituto Pini di Milano, così, per aver un altro parere. Diagnosi: sindrome pronatoria bilaterale. Terapia: plantare a supporto longitudinale mediale. Niente intervento. Sconsigliato per invasività, rischio di recidiva, pessimi risultati ottenibili.
Sempre più confuso e sofferente, su consiglio, mi rivolgo al centro di chirurgia del piede Pisani, a Torino. Mi viene consigliato nuovamente l'intervento e mi viene detto che l' impingement difficilmente si ripresenta.
All' alluce non si riscontra niente di significativo.
Arrivato a questo punto non posso più aspettare. Ho dolore alla caviglia e all' alluce e limitazione nei movimenti e ho la sensazione di aver acquisito piattismo ad entrambi i piedi. Prenoterò l'intervento a pagamento, spendendo una bella cifra e sperando di fare la cosa giusta.
Dopo questo lungo e benefico sfogo, chiedo: e' possibile avere pareri così nettamente discordanti? c'è causalità tra impingement del legamento deltoideo e piattimo acquisito? questo osteofita una volta rimosso ricresce o no?
Ringrazio chi vorrà rispondermi.
Saluti.
Nicola
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 26.1k visite dal 23/11/2005.
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