Osteosarcoma tibia?
Gentili Dottori,
Ho 33 anni. A fine dicembre durante una partita di calcetto sono stato colpito alla tibia (5cm sotto il ginocchio), ho subito accusato un versamento e la gamba si e' gonfiata molto, nonostante il dolore non fosse eccessivo. Con l'applicazione di ghiaccio il gonfiore e' passato.
Qualche giorno dopo sono andato a sciare, al ritorno il dolore alla tibia era aumentato. Per un mesetto la consistenza della tibia assomigliava a quella dei cuscini con memoria della forma (passatemi il arpagone) e bastava premere un po per lasciare la forma del dito. Il dolore c'era ma non fortissimo.
Dopo un mese ho ricominciato a correre, circa 3 volte la settimana (6km) per 2 settimane. Dopo di che il dolore e' aumentato, ho smesso di correre. Il dolore variava tra la parte anteriore e quella posteriore della tibia (anche a riposo). Alle volte sembrava muscolare, alle volte provenire dalle ossa.
A quel punto ho fatto una radiografia, che e' risultata negativa e analisi del sangue tutto in ordine compresa fosfatasi alcalina, ma un livello di vitamina d e calcio bassissimi (vivo a Londra!).
Il dolore e' successivamente aumentato soprattutto verso il ginocchio e soprattutto in alcune posizioni (a gamba tesa in piedi o accucciandomi per prendere qualcosa a terra) e si presentava come una fitta dal ginocchio alla caviglia.
Sono stato visitato da un ortopedico che ha detto poterse trattare di una frattura da stress.. Ora nascono i miei dubbi perché il dolore si e' pian piano spostato sempre più sul ginocchio (tutto attorno ad esso, ma principalmente nella parte interna).
Il dolore e' ora abbastanza costante, ma principalmente sempre al ginocchio.
Avendo perso il padre per osteosarcoma sono un po preoccupato.
Presto faro una risonanza magnetica, ma volevo sapere se la diagnosi di frattura da stress alla tibia potrebbe essere realistica o se devo essere pronto al peggio…
Lo so, ipocondriaco, ma in questo caso difficile non esserlo.
Grazie!
Ho 33 anni. A fine dicembre durante una partita di calcetto sono stato colpito alla tibia (5cm sotto il ginocchio), ho subito accusato un versamento e la gamba si e' gonfiata molto, nonostante il dolore non fosse eccessivo. Con l'applicazione di ghiaccio il gonfiore e' passato.
Qualche giorno dopo sono andato a sciare, al ritorno il dolore alla tibia era aumentato. Per un mesetto la consistenza della tibia assomigliava a quella dei cuscini con memoria della forma (passatemi il arpagone) e bastava premere un po per lasciare la forma del dito. Il dolore c'era ma non fortissimo.
Dopo un mese ho ricominciato a correre, circa 3 volte la settimana (6km) per 2 settimane. Dopo di che il dolore e' aumentato, ho smesso di correre. Il dolore variava tra la parte anteriore e quella posteriore della tibia (anche a riposo). Alle volte sembrava muscolare, alle volte provenire dalle ossa.
A quel punto ho fatto una radiografia, che e' risultata negativa e analisi del sangue tutto in ordine compresa fosfatasi alcalina, ma un livello di vitamina d e calcio bassissimi (vivo a Londra!).
Il dolore e' successivamente aumentato soprattutto verso il ginocchio e soprattutto in alcune posizioni (a gamba tesa in piedi o accucciandomi per prendere qualcosa a terra) e si presentava come una fitta dal ginocchio alla caviglia.
Sono stato visitato da un ortopedico che ha detto poterse trattare di una frattura da stress.. Ora nascono i miei dubbi perché il dolore si e' pian piano spostato sempre più sul ginocchio (tutto attorno ad esso, ma principalmente nella parte interna).
Il dolore e' ora abbastanza costante, ma principalmente sempre al ginocchio.
Avendo perso il padre per osteosarcoma sono un po preoccupato.
Presto faro una risonanza magnetica, ma volevo sapere se la diagnosi di frattura da stress alla tibia potrebbe essere realistica o se devo essere pronto al peggio…
Lo so, ipocondriaco, ma in questo caso difficile non esserlo.
Grazie!
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Gentile utente, la frattura, anche se da stress, si sarebbe evidenziata alla radiografia (così come il temuto osteosarcoma). Quindi da questo punto di vista starei tranquillo. Per quanto riguarda invece la persistente sintomatologia descritta sono d'accordo per eseguire ulteriori accertamenti per individuarne la causa. A margine di quanto detto sarà anche importante indagare l'ipocalcemia e la ipovitaminosi D prima di procedere l'integrazione farmacologica. Cordiali saluti.
Mauro Granata
https://www.idoctors.it/medico/16613/0
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.9k visite dal 03/04/2014.
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