Sindrome degli scaleni, o no?

Buongiorno,
cerco di riassumere la mia situazione nel modo più chiaro possibile.
Sono un ragazzo di 27 anni, in buona forma fisica, costituzione esile. L'unica attività sportiva che ho praticato di recente è stato il body-building, con impegno relativamente basso e in linea con le mie capacità fisiche.
Nessun incidente o trauma alla cervicale o in altre zone.
L'unico dolore che ricordo è stato durante una manovra di squat in palestra (sollevamento di un bilanciere poggiato sulle spalle con spinta delle gambe e della schiena), in cui sentii un forte dolore breve sul collo e su un tratto laterale sx della schiena.

Agosto 2007: inizio ad avvertire dolore al deltoide dx, e nello stesso periodo sento un piccolo granulo nella zona del gomito interiore dx, con leggero dolore in caso di sforzi e di sollevamento pesi del braccio. Dopo una visita dal medico di base mi consiglia una terapia con Voltaren o simili per il dolore alla spalla, e una eventuale visita da un neurochirurgo per valutare se vi sia una compressione del nervo ulnare che può provocarmi problemi.

Settembre 2007: continuo la mia attività fisica, il dolore alla spalla è passato e la presunta ciste non dà problemi, senonché comincio ad avvertire dolori all'avambraccio, a sensazione nella zona del muscolo e/o dei tendini, e formicolii lungo tutto il braccio fino alle ultime due dita della mano.
I dolori si alternano nelle diverse zone e con diversa intensità, coinvolgendo spalla, pettorale, tricipite, bicipite, avambraccio, scapola, parte destra del collo.
Faccio la visita neurologica, tutto nella norma, ma mi si prescrive comunque una EMG con vcm, dicendomi però che non ci sono assolutamente problemi a livello neurologico e che sono un soggetto sano.

Novembre 2007: i dolori al braccio continuano, decido insieme al medico di base di fare una ecotomografia delle parti molli del gomito dx per capire se questa presunta ciste possa comprimere in qualche modo il nervo ulnare e dare problemi.
Il referto conferma la presenza di un piccolo lipoma del diametro di circa 7 mm in rapporto di stretta contiguità, ma il medico che ha effettuato l'esame conferma che non è in relazione ai dolori che sento, ed è trascurabile.

Dopo una ricerca personale e parlando con il medico di base si decide di verificare l'integrità della colonna e del rachide cervicale. L'esito della RX della colonna cervicale è negativo: regolare allineamento dei corpi metamaterici esaminati.
Normale morfologia dei corpi e degli archi vertebrali.
Spazi intersomatici di ampiezza conservata.

A fine mese circa eseguo anche l'elettromiografia, che dà il seguente risultato:
deltoide ds, bicipite ds, lungo supinatore ds: non attività spontanea PUM di durata aumentata e reclutamento proporzionale allo sforzo.
Tricipite ds, abduttore breve del pollice ds, I interosseo dorsare ds: non attività spontanea PUM di durata media e reclutamento proporzionale allo sforzo.

Conclusioni: l'esame è compatibile con una discreta sofferenza radicolare C5-C6 ds senza segni di denervazione attiva. Non attuali segni di sofferenza del nervo ulnare.
Il medico mi consiglia una visita ortopedica.

in data 21/11 eseguo la visita: dopo vari esami fisici e aver valutatao la RX cervicale la diagnosi dice:
sospetta sindrome degli scaleni a dx
colonna cervicale ben modellata
manovra di Adson + -

Si consiglia RMN colonna cervicale e doppler nella zona dei tronchi sopra aortici per evidenziare una eventuale sindrome degli scalemi.

Esito RMN rachide cervicale: è conservato l'allineamento metamerico vertebrale.
Mantenuta la fisiologica lordosi cervicale.
Sono nella norma le dimensioni ossee del canale rachideo.
Non evidenti, significative protrusioni o ernie discali posteriori.
È regolare il segnale del midollo e dei metameri vertebrali.

Esito ecodoppler tronchi sopra aortici:
Normale morfologia parietale in assenza di stenosi di rilevanza emodinamica a carico di arteria anonima e dell'arteria succlavia bilateralmente in condizioni basali.

Normale morfologia parietale in assenza di stenosi di rilevanzza emodinamica a carico di arteria carotida comune, carotide interna e carotide esterna bilateralmente.

Pervietà della arteria vertebrale all'ostio ed in V2 con flusso normodiretto bilateralmente.

Alla manovre posturali per sindrome dello stretto toracico superiore si rileva compressione completa dell'arteria succlavia bilateralmente con scomparsa del flusso a valle.

Conclusioni: verosimile sindrome dello stretto toracico superiore, sintomatica a destra.

Tornado con gli esiti degli esami dall'ortopedico che mi aveva visitato, è stata confermata la sindrome degli scaleni. Mi accenna alla possibilità di intervento chirurgico, sconsigliandomendolo perché altamente invasivo, e di aspettare qualche tempo per vedere se i sintomi diminuivano e se l'attività in palestra poteva portare ad un miglioramento posturale che avrebbe diminuito i sintomi.

Decido di riprendere l'attività fisica in palestra, che apparentemente porta ad una diminuzione dei dolori.

Aprile 2008: cesso l'attività di sollevamento pesi in palestra, nel frattempo i dolori ricominciano e questa volta sono diffusi anche alla schiena, nella zona lombare, e ancora nel tratto cervicale, tanto da non farmi dormire alcune notti.

Maggio 2008: i dolori proseguono in tutto il braccio, nella spalla, nella cervicale, nel collo e nella schiena. Decido di fare una visita da un altro ortopedico, il quale mi "liquida" dicendo che il dolore alla schiena è sopportabile.
Nota una cervicobrachialgia lieve a destra, dolore al passaggio dorso lombare dx, dorso curvo.
A suo parere non si tratta di una sindrome degli scaleni, e il dolore al gomito potrebbe essere una "semplice" epicondilite, non correlata agli altri dolori.

Come terapia mi da una terapia con Voltaren, Feldene per 8/10 e Dobetin 5000 (una fiala per 20 giorni), e consiglia un controllo con un buon fisioterapista per correggere la postura in dorso curvo che accentua la sintomatologia.
Utile ciclo di massaggio e manipolazioni, da ripetere dopo 6 mesi se trovo beneficio.
Utile movimento in acqua o ginnastica medica volta al miglioramento della postura delle spalle, esercizi di allungamento e di rinforzo dei muscoli lombari e addominali, senza forzare.
Consiglia un buon chiropratico.

La terapia medica non dà risultati. Nel frattempo comincio un ciclo di chiropratica per sistemare la colonna vertebrale.
Lo specialista nota una "brutta colonna", ma già dopo le prime sedute vede risposte e miglioramenti.
Il dolore acuto che avevo nella zona lombare sparisce quasi del tutto e ho una sensazione di miglioramento.

Nessun cambiamento però per il resto dei dolori, al braccio, alla spalla, alla scapola, al collo. Sensazione di debolezza diffusa in tutto l'arto e forti dolori nella zona del gomito allungando o piegando l'arto.


Insomma, dopo quasi un anno brancolo nel buio, ho dovuto fare tentativi su tentativi spinto dalla mia voglia di trovare una soluzione piuttosto che seguito e consigliato dai medici.
I dolori continuano e per fortuna sono ancora uno studente, perché se dovessi fare un lavoro manuale avrei serie difficoltà e dolori che mi impedirebbero di farlo.

Possibile che due specialisti diano un parere completamente opposto sulla presunta sindrome degli scaleni?
Ho fatto ricerche personali in rete e tutti i sintomi portano a quella sindrome.

Che altri esami posso fare per verificarne la presenza?
Ho anche letto di manipolazioni osteopatiche da effettuare per migliorare la situazione: sono possibili alternative all'intervento chirurgico?
[#1]
Dr. Michele Milano Ortopedico, Chirurgo della mano 1.7k 68
la sindrome degli scaleni o del dotto toracico superiore ha una sintomatologia caratteristica. Il dolore (o il formicolio) all'arto scompare sollevando l'arto sulla testa.
Non vedo correlazione con i dolori che lei riferisce alla schiena, e sinceramente non credo che in caso di sindrome degli scaleni possa esserle di aiuto l'attivita' fisica (anzi, il contrario).
Se la diagnosi della sindrome del dotto toracico superiore e' confermata l'unica soluzione e' l'intervento chirurugico.
Tanti auguri

Dr. M. Milano
drmilano@libero.it - www.lamanoedintorni.altervista.org
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

[#2]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Ringrazio per la celere risposta.
Gli stessi specialisti hanno escluso la correlazione tra i sintomi, infatti un ciclo dal chiropratico ha quasi sistemato la situazione della colonna e dei dolori alla schiena.

Resta però tutta la faccenda relativa al braccio, spalla e tutti i dolori in quelle parti.

Sollevando l'arto sopra la testa il dolore (al collo, al pettorale, diffusamente nel braccio) non scompare, ma anzi comincia un formicolio in particolar modo nel pollice, nell'indice e nel medio della mano destra.

Il mio dubbio è appunto questo, visto che due ortopedici hanno dato diagnosi opposte, e sapendo che la sindrome degli scaleni è di difficile diagnosi se non congenita (e nel mio caso "potrebbe" essere stata causata da un trauma in palestra, è l'unica possibilità credo) e che porta appunto a pareri contrastanti:

che altri esami posso fare per accertare quella diagnosi? TAC o RMN in zone specifiche?

Ammesso che non sia una sindrome dello stretto toracico, che altra strada potrei intraprendere? È ormai un anno che ho questi problemi e fino ad ora solo una ricerca personale mi ha portato a rivolgermi a questo o a quell'altro specialista ipotizzando diagnosi, che ovviamente non facilita e velocizza l'individuazione del problema.
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Dr. Michele Milano Ortopedico, Chirurgo della mano 1.7k 68
In genere la sindrome del dotto toracico superiore e' dovuta non tanto ad un trauma quanto ad un ispessimento del muscolo scaleno (in genere ne soffre chi fa body bulding). Se alzando il braccio e quindi detendendo lo scaleno non ha miglioramento allora il problema deve essere ricercato, a mio parere, a livello del rachide cervicale (farei una RMN del tratto cervicale estesa fino alle prime costole in maniera da escludere completamente o viceversa affermare la sindrome degli scaleni). Consideri comunque che lei ha una ecografia positiva per la sindrome dello scaleno
<Alla manovre posturali per sindrome dello stretto toracico superiore si rileva compressione completa dell'arteria succlavia bilateralmente con scomparsa del flusso a valle.>

Spero di esserle stato di aiuto
[#4]
Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Infatti non capisco come il secondo ortopedico consultato abbia escluso del tutto l'ipotesi, proverò a tornare nel centro dove effettuaii gli esami.

Un solo dubbio: una RMN del rachide cervicale era già stata fatta e non evidenziava nulla, anche se in quel caso era per escludere eventuali ernie discali.
Ritiene quindi di doverla rifare con delle richieste più specifiche?

Grazie ancora per la sua disponibilità.
[#5]
Dr. Michele Milano Ortopedico, Chirurgo della mano 1.7k 68
no, rifarei la RMN fino ai primi metameri toracici, includendo anche le prime costole in maniera da valutare se il reperto ecografico possa essere confermato o escluso
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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Intanto ho prenotato la RMN per il 14 Agosto. Che altri esami posso fare per verificarne la presenza e se essa riguardi piccolo pettorale, scaleno anteriore, pinza costo-clavicolare o costa cervicale?
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Dr. Michele Milano Ortopedico, Chirurgo della mano 1.7k 68
A mia conoscenza non vi sono altri esami