Caviglia e acido ialuronico
Buonasera,
ho 36 anni e faccio podismo a livello molto amatoriale. Lo scorso anno più o meno verso la fine di Marzo presi una distorsione alla caviglia sx. Non era né la prima (dai 18 anni ad oggi ne ho avute tre o quattro) né la più grave. Anche questa volta come tutte le volte passate non mi era gonfiata, però nei giorni successivi avvertivo un doloretto lateralmente da sotto il malleolo degradante verso la zona calcaneare.
Per errate valutazioni circa la gravità della cosa, verso fine aprile corsi una 21 km, pur non essendo il dolore scomparso. Questo non mi ha portato aggravamenti apparenti, ma il doloretto continuava né più né meno di prima.
Non riuscendo a localizzare il dolore, poiché alla presso-palpazione non ne avvertivo da nessuna parte, decisi di fare una diagnosi, e nel mese di giugno, feci una ecografia la cui risposta era “l'esame ecografico condotto in sede plantare evidenzia in sede calcaneare area disomogenea al davati della regione inserzionale laterale della fascia aponeurotica a livello del legamento plantare lungo area disomogenea ipoecogena di 6x5mm ipoecogena sfumata da riferire a nodulo di fascite prossimale: slaminamento della guaina dei tendini del tibiale posteriore e del tibiale anteriore come per patologia flogistica da sovra-carico funzionale”. Lo stesso medico mi consigliò riposo e laserterapia che ho effettuato (10 sedute) a Settembre 2007 oltre ad esercizi di propriocettività, ma con nessun effetto.
A febbraio 2008 ho fatto una visita dal posturologo (poiché per un piede cavo e un leggero eccesso di pronazione uso i plantari), al quale feci vedere anche l'ecografia di cui sopra; questi mi ipotizzò che era da rivedere il sostegno alla pronazione poiché probabilmente il problema era che nel movimento di pronazione mi trovavo a schiacciare i tendini ed i legamenti della parte laterale esterna del piede, già di per sè infiammati, quali quelli del peroneo. La cosa sul momento mi convinceva abbastanza poiché il dolore che non è mai presente a riposo, lo avvertivo e lo avverto tuttora in fase di appoggio sì, ma anche se con il piede alzato da terra riproduco un movimento di eversione (che tende quindi a schiacciare tendini, legamenti ecc. della parte laterale esterna del piede).
Modifica ai plantari, prova dei plantari per diversi giorni, ma niente. Il posturologo mi prospettò ulteriori modifiche varie ai plantari escludendo però altre possibilità al di fuori del proprio raggio di azione.
Ho quindi preso la decisione (probabilmente era la prima cosa che avrei dovuto fare, invece ho fatto il percorso inverso) di rivolgermi ad Aprile 2008 ad un ortopedico, il quale dopo aver visto la stessa ecografia e fatto le dovute esclusioni, ha provato con immobilizzazioni della caviglia tipo bendaggi, taping, o cavigliere, con effetto vano. Adesso mi propone infiltrazioni di acido ialuronico.
Io però gli ho chiesto, anche per il tempo trascorso (circa 1 anno) di rifare un esame diagnostico per renderci conto della cosa ed egli, d'accordo, mi ha proposto una Risonanza Magnetica senza contrasto, la cui risposta presa proprio ieri 10/07/08 dice: “Irregolare l'inserzione del tendine di Achille, mentre appare disomogeneo il sgenale in sede d'inserzione della fascia plantare per fenomeni flogistici cronici da tendinopatia inserzionale. Modesto il versamento endoarticolare relativo all'astragalica. Regolare nel compartimento interno il legamento deltoideo, mentre nel compartimento esterno non significative alterazioni dei legamenti peronei astragalici anteriore e posteriore e peroneo calcaneare. Regolare anche il legamento a siepe. Segni di tenosinovite a livello del tendine flessore dell'alluce ed in minor misura dei peronei breve e lungo, mentre appaiono regolari gli altri tendini estensori e flessori. Regolari appaiono anche la Lisfranc e la Chopart”.
Ad oggi, mentre attendo di portare i risultati della Risonanza Magnetica al mio ortopedico, il dolore sussiste, lo avverto appoggiando il piede e con il piede alzato se irrigidendolo faccio movimento di eversione; non mi impedisce in nessun movimento, non è ben localizzabile poiché pigiando non ho dolore da nessuna parte (anche se credo la regione sia quella sottomalleolare verso la calcaneare) ma sento di appoggiare male il piede sx e di compensare con il dx.
Vi chiedo cortesemente: 1) una Vs. valutazione generale del caso; 2) ho un dubbio nello specifico: ho letto che l'acido ialuronico solitamente ha un effetto di 8-10 mesi, dopodichè devono essere ripetute le infiltrazioni. Ma è così in modo assoluto oppure in determinati casi, ad esempio il recupero da un infortunio, può servire anche una sola volta per aiutare a ripristinare le normali condizioni. Il dubbio mi viene perchè, se il mio ortopedico me lo ha proposto, sapendo che ho 36 anni, intende dire che ho una caviglia che se aiutata una volta a rimettersi in carreggiata poi potrebbe andare avanti da sola, oppure che ho una caviglia che non può aspettarsi di meglio che essere portata avanti per mezzo di infiltrazioni periodiche per il resto della mia esistenza.
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione che vorrete prestarmi.
ho 36 anni e faccio podismo a livello molto amatoriale. Lo scorso anno più o meno verso la fine di Marzo presi una distorsione alla caviglia sx. Non era né la prima (dai 18 anni ad oggi ne ho avute tre o quattro) né la più grave. Anche questa volta come tutte le volte passate non mi era gonfiata, però nei giorni successivi avvertivo un doloretto lateralmente da sotto il malleolo degradante verso la zona calcaneare.
Per errate valutazioni circa la gravità della cosa, verso fine aprile corsi una 21 km, pur non essendo il dolore scomparso. Questo non mi ha portato aggravamenti apparenti, ma il doloretto continuava né più né meno di prima.
Non riuscendo a localizzare il dolore, poiché alla presso-palpazione non ne avvertivo da nessuna parte, decisi di fare una diagnosi, e nel mese di giugno, feci una ecografia la cui risposta era “l'esame ecografico condotto in sede plantare evidenzia in sede calcaneare area disomogenea al davati della regione inserzionale laterale della fascia aponeurotica a livello del legamento plantare lungo area disomogenea ipoecogena di 6x5mm ipoecogena sfumata da riferire a nodulo di fascite prossimale: slaminamento della guaina dei tendini del tibiale posteriore e del tibiale anteriore come per patologia flogistica da sovra-carico funzionale”. Lo stesso medico mi consigliò riposo e laserterapia che ho effettuato (10 sedute) a Settembre 2007 oltre ad esercizi di propriocettività, ma con nessun effetto.
A febbraio 2008 ho fatto una visita dal posturologo (poiché per un piede cavo e un leggero eccesso di pronazione uso i plantari), al quale feci vedere anche l'ecografia di cui sopra; questi mi ipotizzò che era da rivedere il sostegno alla pronazione poiché probabilmente il problema era che nel movimento di pronazione mi trovavo a schiacciare i tendini ed i legamenti della parte laterale esterna del piede, già di per sè infiammati, quali quelli del peroneo. La cosa sul momento mi convinceva abbastanza poiché il dolore che non è mai presente a riposo, lo avvertivo e lo avverto tuttora in fase di appoggio sì, ma anche se con il piede alzato da terra riproduco un movimento di eversione (che tende quindi a schiacciare tendini, legamenti ecc. della parte laterale esterna del piede).
Modifica ai plantari, prova dei plantari per diversi giorni, ma niente. Il posturologo mi prospettò ulteriori modifiche varie ai plantari escludendo però altre possibilità al di fuori del proprio raggio di azione.
Ho quindi preso la decisione (probabilmente era la prima cosa che avrei dovuto fare, invece ho fatto il percorso inverso) di rivolgermi ad Aprile 2008 ad un ortopedico, il quale dopo aver visto la stessa ecografia e fatto le dovute esclusioni, ha provato con immobilizzazioni della caviglia tipo bendaggi, taping, o cavigliere, con effetto vano. Adesso mi propone infiltrazioni di acido ialuronico.
Io però gli ho chiesto, anche per il tempo trascorso (circa 1 anno) di rifare un esame diagnostico per renderci conto della cosa ed egli, d'accordo, mi ha proposto una Risonanza Magnetica senza contrasto, la cui risposta presa proprio ieri 10/07/08 dice: “Irregolare l'inserzione del tendine di Achille, mentre appare disomogeneo il sgenale in sede d'inserzione della fascia plantare per fenomeni flogistici cronici da tendinopatia inserzionale. Modesto il versamento endoarticolare relativo all'astragalica. Regolare nel compartimento interno il legamento deltoideo, mentre nel compartimento esterno non significative alterazioni dei legamenti peronei astragalici anteriore e posteriore e peroneo calcaneare. Regolare anche il legamento a siepe. Segni di tenosinovite a livello del tendine flessore dell'alluce ed in minor misura dei peronei breve e lungo, mentre appaiono regolari gli altri tendini estensori e flessori. Regolari appaiono anche la Lisfranc e la Chopart”.
Ad oggi, mentre attendo di portare i risultati della Risonanza Magnetica al mio ortopedico, il dolore sussiste, lo avverto appoggiando il piede e con il piede alzato se irrigidendolo faccio movimento di eversione; non mi impedisce in nessun movimento, non è ben localizzabile poiché pigiando non ho dolore da nessuna parte (anche se credo la regione sia quella sottomalleolare verso la calcaneare) ma sento di appoggiare male il piede sx e di compensare con il dx.
Vi chiedo cortesemente: 1) una Vs. valutazione generale del caso; 2) ho un dubbio nello specifico: ho letto che l'acido ialuronico solitamente ha un effetto di 8-10 mesi, dopodichè devono essere ripetute le infiltrazioni. Ma è così in modo assoluto oppure in determinati casi, ad esempio il recupero da un infortunio, può servire anche una sola volta per aiutare a ripristinare le normali condizioni. Il dubbio mi viene perchè, se il mio ortopedico me lo ha proposto, sapendo che ho 36 anni, intende dire che ho una caviglia che se aiutata una volta a rimettersi in carreggiata poi potrebbe andare avanti da sola, oppure che ho una caviglia che non può aspettarsi di meglio che essere portata avanti per mezzo di infiltrazioni periodiche per il resto della mia esistenza.
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione che vorrete prestarmi.
[#1]
1) sembra proprio che lei abbia una infiammazione cronica di piu' tendini (tendine di Achille, tendine flessore dell'alluce, peronieri breve e lungo) nonche' una sofferenza articolare (versamento endoarticolare astragalico)
2) l'acido ialuronico trova indicazione, a mio parere, solo dove vi e' una sofferenza della cartilagine; nel suo caso potrebbe aver senso quale aiuto, ma non cura, a livello dell'articolazione tibioastragalica.
Credo che potrebbe invece giovarsi di antinfiammatori.
Consulti il suo ortopedico che, alla luce della RMN, non avra' difficolta' a trovare la terapia piu' adeguata.
Tanti aguri
2) l'acido ialuronico trova indicazione, a mio parere, solo dove vi e' una sofferenza della cartilagine; nel suo caso potrebbe aver senso quale aiuto, ma non cura, a livello dell'articolazione tibioastragalica.
Credo che potrebbe invece giovarsi di antinfiammatori.
Consulti il suo ortopedico che, alla luce della RMN, non avra' difficolta' a trovare la terapia piu' adeguata.
Tanti aguri
Dr. M. Milano
drmilano@libero.it - www.lamanoedintorni.altervista.org
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Grazie molte dottore la risposta, mi è stata molto utile.
Mi sono recato dall'ortopedico che, come aveva anticipato Lei, dopo aver visto la RMN, ha abbandonato la via dell'acido ialuronico e ha optato per antinfiammatorio (nella fattispecie il Fortilase 2 compr. al giorno dopo colazione e dopo pranzo per 15/20 gg.).
Grazie ancora
Mi sono recato dall'ortopedico che, come aveva anticipato Lei, dopo aver visto la RMN, ha abbandonato la via dell'acido ialuronico e ha optato per antinfiammatorio (nella fattispecie il Fortilase 2 compr. al giorno dopo colazione e dopo pranzo per 15/20 gg.).
Grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 17.2k visite dal 11/07/2008.
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