Ernia discale l5-s1 a 22 anni
Salve! Ho 22 anni e a marzo 2013 dopo dei dolori fastidiosi ma gestibili al nervo sciatico per due settimane , sono insorti all'improvviso dolori talmente lancinanti da non potermi più alzarmi dal letto( a destra da metà schiena fino alla caviglia con piede addormentato nella parte esterna fino al mignolo).Ho fatto una RMN che ha rilevato una ernia discale voluminosa L5-s1 parzialmente espulsa e una discopatia in L4-L5. Per guarire dalla prima infiammazione fortissima ho fatto un ciclo di una settimana di toradol pasticche, 15 giorni di iniezioni di cortisone e nicetile e 20 sedute di tens e hilterapia. Mi sentivo leggermente meglio ma in realtà il dolore non era passato ed è ritornato forte quasi come prima e si è stabilizzato rendendomi possibili i piccoli e necessari spostamenti quotidiani con un bustino steccato lombare solo dopo un altro ciclo di iniezioni, questa volta di toradol al dosaggio massimo e nicetile. Con la riduzione del dolore ho iniziato un ciclo di fisioterapia posturale (metodo mezieres) che ho iniziato a fare ogni giorno per almeno due ore da maggio. Notando dei piccoli miglioramenti ho iniziato a sforzarmi per fare passeggiate e brevi nuotate e questo mi ha fatto notare ancora più miglioramenti a luglio; e intanto continuavo con la fisioterapia ogni giorno. Ma ad agosto inspiegabilmente durante una vacanza per niente stressante fisicamente mi sono trovata a letto con dolori lancinanti(questa volta solo da metà schiena al gluteo-coscia) e sono dovuta stare due giorni a casa prendendo due pasticche al giorno di naprossene e vedendo tutti i miglioramenti andare all'aria. La situazione dopo qualche settimana è ritornata come a luglio e mi sono messa sotto con il nuoto, la cyclette e la fisioterapia e ho riavuto molti miglioramenti. Questa volta pensavo di star guarendo(anche se neanche nei periodi di miglioramento erano passati del tutto i dolori e fastidi ma bene o male sopportando riuscivo a vivere normalmente), ma a novembre di nuovo mi sono trovata a letto come ad agosto e ho dovuto aspettare un mese di naprossene, oki, cerotti antinfiammatori ( e fisioterapia che continuavo ogni giornoda maggio) prima che la situazione si ristabilizzasse. A dicembre sono andata a fare delle visite da due chirurgi abbastanza conosciuti ed entrambi mi hanno consigliato di operarmi di discectomia non perchè il nervo sia particolarmente in pericolo ( dall'elettromiografia è risultata solo una normale sofferenza quindi non rischio per ora la perdità della sensibilità), ma perchè a 22 anni questo problema non mi permette una qualità di vita adeguata per ora e ho avuto ricadute troppo spesso. Io però essendo ora da un mese in un periodo buono, in cui riesco a fare quasi tutto (come era successo a ottobre), ho paura che sia la scelta sbagliata e che trovarmi a vent'anni senza un disco possa portarmi problemi ancora peggiori negli anni anche se l'operazione verrà fatta molto bene, Potete darmi qualche parere urgente?grazie mille sono preoccupata
[#1]
Gentile signorina,
stando a quanto Lei descrive, il disco Lei non ce l'ha già, essendo espulso e quindi, non essendo più nella sua sede anatomica normale, non ha più la funzione propria del disco sano, quindi è come se non ci fosse.
La presenza di tessuto discale espulso (ernia del disco) risulta essere solo una sorta di corpo estraneo in vicinanza di una radice nervosa, la cui sofferenza è data dalla irritazione/compressione del disco estruso e la cui importanza va valutata clinicamente a prescindere dalla elettromiografia.
A distanza non so dirLe di più né posso confermare l'indicazione all'intervento, perchè essa può essere data solo a seguito della valutazione clinica diretta del paziente.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, Le invio cordiali saluti
stando a quanto Lei descrive, il disco Lei non ce l'ha già, essendo espulso e quindi, non essendo più nella sua sede anatomica normale, non ha più la funzione propria del disco sano, quindi è come se non ci fosse.
La presenza di tessuto discale espulso (ernia del disco) risulta essere solo una sorta di corpo estraneo in vicinanza di una radice nervosa, la cui sofferenza è data dalla irritazione/compressione del disco estruso e la cui importanza va valutata clinicamente a prescindere dalla elettromiografia.
A distanza non so dirLe di più né posso confermare l'indicazione all'intervento, perchè essa può essere data solo a seguito della valutazione clinica diretta del paziente.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, Le invio cordiali saluti
[#2]
Utente
Grazie mille per la risposta! il disco è parzialmente espulso, quindi ho paura che l'assenza totale di esso dopo l'operazione possa portare a problemi non più risolvibili.... premettendo una buona riuscita dell'operazione, può dirmi quali rischi ci sono nel vivere già dall'età di Ventidue anni senza un disco?
anche se vivere già ora con questa spada di damocle del " posso prenotare un viaggio o quel periodo starò malke e dovrò stare a letto" o "non posso andare a ballare in discoteca come gli amici o fare sport ecc o forse starò male" non è bello visto anche che sto studiando per diventare un'interprete e si spera che sarò all'estero per lunghi periodi.
Grazie dell'attenzione ma sono sempre più preoccupata di fare la scelta sbagliata per il mio futuro.
anche se vivere già ora con questa spada di damocle del " posso prenotare un viaggio o quel periodo starò malke e dovrò stare a letto" o "non posso andare a ballare in discoteca come gli amici o fare sport ecc o forse starò male" non è bello visto anche che sto studiando per diventare un'interprete e si spera che sarò all'estero per lunghi periodi.
Grazie dell'attenzione ma sono sempre più preoccupata di fare la scelta sbagliata per il mio futuro.
[#5]
Utente
Oltre alla RMN ho fatto un elettromiografia, una Rx colonna lombosacrale sottocarico e una Rx proiezioni dinamiche della colonna ls a dicembre.
Il referto delle rx diceva:
Ridotta la lordosi fisiologica. Non si apprezzano alterazioni metameriche del tratto lombare. Ridotto di ampiezza il tratto L5-S1. Non evidenzia di significativi disallineamenti dei metameri esaminati nelle proiezioni di massima flessione ed estensione.
L'elettromiografia di aprile invece diceva:
Esame compatibile con segni di sofferenza neurogena prevalentemente cronica nei territori muscolari di pertinenza radicolare LS/S1. Concomitano rari segni di sofferenza in atto in corrispondenza del territorio d'innervazione di S1.
grazie e Cordiali saluti
Il referto delle rx diceva:
Ridotta la lordosi fisiologica. Non si apprezzano alterazioni metameriche del tratto lombare. Ridotto di ampiezza il tratto L5-S1. Non evidenzia di significativi disallineamenti dei metameri esaminati nelle proiezioni di massima flessione ed estensione.
L'elettromiografia di aprile invece diceva:
Esame compatibile con segni di sofferenza neurogena prevalentemente cronica nei territori muscolari di pertinenza radicolare LS/S1. Concomitano rari segni di sofferenza in atto in corrispondenza del territorio d'innervazione di S1.
grazie e Cordiali saluti
[#6]
Non essendoci listesi o comunque movimenti patologici del rachide lombare, se il suo problema, da quello che ho capito, è principalmente la sciatalgia, come intervento suppongo che la sottoporranno ad una microdiscectomia, pertanto non asporteranno completamente il disco.
I rischi che si corrono post op sono principamente recidiva (ossia fuoriuscita di altro materiale ernirio); compressione radicolare da cicatrice (varia da paziente a paziente), a lungo termine può comparire lombalgia da soffrenza dei piatti discali.
Questi comunque sono rischi, non è detto che si presentino.
Dopo l'intervento può essere che permanga un po' di sciatalgia dovuta alla sofferenza del nervo o dolori lombari da contratture muscolari antalgiche asssunte nei mesi precedenti.
L'obbiettivo dell'intervento è comunque riportarla ad una vita normale per poter tornare alle comuni attività quotidiane.
Cordiali Saluti
I rischi che si corrono post op sono principamente recidiva (ossia fuoriuscita di altro materiale ernirio); compressione radicolare da cicatrice (varia da paziente a paziente), a lungo termine può comparire lombalgia da soffrenza dei piatti discali.
Questi comunque sono rischi, non è detto che si presentino.
Dopo l'intervento può essere che permanga un po' di sciatalgia dovuta alla sofferenza del nervo o dolori lombari da contratture muscolari antalgiche asssunte nei mesi precedenti.
L'obbiettivo dell'intervento è comunque riportarla ad una vita normale per poter tornare alle comuni attività quotidiane.
Cordiali Saluti
[#8]
Gentile signorina,
giustamente come Le è stato detto, l'eventuale intervento consiste nella discectomia che significha asportazione del tessuto discale completamente.
Al dr. Vecchi faccio notare che microdiscectomia vuol dire asportazione del disco con metodica e tecnica microchirurgica e non una asportazione parziale.
Cordialmente
giustamente come Le è stato detto, l'eventuale intervento consiste nella discectomia che significha asportazione del tessuto discale completamente.
Al dr. Vecchi faccio notare che microdiscectomia vuol dire asportazione del disco con metodica e tecnica microchirurgica e non una asportazione parziale.
Cordialmente
[#9]
Utente
In quali casi viene quindi asportata solo la parte di tessuto erniato e non tutto il disco se comunque a quanto so questo residuo di disco che viene lasciato può portare a recidive?
e dopo la discectomia le due vertebre come fanno ad ammortizzare i carichi della schiena? non possono arrivare a "toccarsi" e portare ulteriori problemi?
grazie ancora per i chiarimenti
e dopo la discectomia le due vertebre come fanno ad ammortizzare i carichi della schiena? non possono arrivare a "toccarsi" e portare ulteriori problemi?
grazie ancora per i chiarimenti
[#10]
Gentile signorina,
Lei pone problemi di tecnica chirurgica che non sono semplici da spiegare in poche righe.
L'asportazione della sola parte fuoriuscita non è consigliabile, proprio per il più alto rischio di recidiva.
Lasciare un residuo discale non ha alcuna utilità.
Se le condizioni anatomo-cliniche lo richiedessero, si valuta, di caso in caso, quale metodica applicare per prevenire una instabilità vertebrale da discectomia.
Cordialmente
Lei pone problemi di tecnica chirurgica che non sono semplici da spiegare in poche righe.
L'asportazione della sola parte fuoriuscita non è consigliabile, proprio per il più alto rischio di recidiva.
Lasciare un residuo discale non ha alcuna utilità.
Se le condizioni anatomo-cliniche lo richiedessero, si valuta, di caso in caso, quale metodica applicare per prevenire una instabilità vertebrale da discectomia.
Cordialmente
[#11]
Ringrazio anzitutto il collega neurochirurgo Giovanni Migliaccio che, con onestà intellettuale e con apprezzabile intento critico e di confronto interdisciplinare, chiedendo lumi e suggerimenti, ha smistato in Ortopedia questo consulto su un interessante e difficile argomento di pertinenza e competenza tanto dei clinici o chirurghi ortopedici quanto dei neurochirurghi che si interessano di patologia e chirurgia del rachide.
Gentile signora, preliminarmente cerchi di stare serena e non sia preoccupata , perchè il suo problema è ben risolvibile.
Bisogna fare anzitutto chiarezza nel farLe comprendere come un disco intervertebrale mancante non crea instabilità, in quanto è solo la mancanza o l'apertura eccessiva dei pilastri dell' unita' vertebrale ( lamine ed istmo ) che destabilizzano la colonna vertebrale.
Quindi nessun problema, nessuna paura gentile signora, nè di listesi ( scivolamento della vertebra soprastante, ) nè di lisi ( rottura dell'istmo vertebrale ) e quindi di instabilità vertebrale, se viene eseguita una discectomia chirurgica ( che si intende sempre totale, ovviamente, non parziale)
Il disco va rimosso integralmente nel gesto chirurgico di discectomia ovviamente , perchè se viene rimosso parzialmente si lascia in loco una causa possibile di ulteriore lombosciatalgia (recidiva ) da fuoruscita del residuo discale.
Pertanto essendo in lei presente una espulsione parziale del disco,sarebbe opportuno, come Le hanno ben suggerito i Colleghi che l'hanno visitata ed hanno valutato la Rmn,
che Lei si operasse di discectomia; ovvero che venga rimossa integralmente sia la parte discale espulsa che quella rimasta ancora nello spazio intervertebrale L5-S1, ma pronta ad espellersi ( essendo ormai lacerato il legamento long. posteriore che fa da porta alla uscita del disco).
La rimozione della sola parte di disco fuoriuscita (ernia espulsa) viene definita "erniectomia", ma espone al rischio che frustoli di disco rimasti sequestrati all'interno dello spazio discale, prima o poi vengano espulsi, realizzando la cosiddetta recidiva.
L'intervento si esegue al microscopio chirurgico, da cui deriva la denominazione di intervento con tecnica microchirurgica, ossia discectomia microchirurgica, non microdiscectomia, e deve essere completo , ovvero deve ottemperare alla asportazione del disco nella sua interezza.
Non si lascia mai in sito, poichè il rischio di una recidiva a causa del materiale discale non asportato è alto.
Gentile signora sperando di essere stato chiaro, Le suggerisco di affidarsi al neurochirugo e/o al chirurgo ortopedico, colleghi molto noti da Lei consultati a Roma, che le hanno già espresso la necessità di un intervento chirurgico di discectomia L5-S1 con tecnica microchirurgica .
Cordiali saluti
Gentile signora, preliminarmente cerchi di stare serena e non sia preoccupata , perchè il suo problema è ben risolvibile.
Bisogna fare anzitutto chiarezza nel farLe comprendere come un disco intervertebrale mancante non crea instabilità, in quanto è solo la mancanza o l'apertura eccessiva dei pilastri dell' unita' vertebrale ( lamine ed istmo ) che destabilizzano la colonna vertebrale.
Quindi nessun problema, nessuna paura gentile signora, nè di listesi ( scivolamento della vertebra soprastante, ) nè di lisi ( rottura dell'istmo vertebrale ) e quindi di instabilità vertebrale, se viene eseguita una discectomia chirurgica ( che si intende sempre totale, ovviamente, non parziale)
Il disco va rimosso integralmente nel gesto chirurgico di discectomia ovviamente , perchè se viene rimosso parzialmente si lascia in loco una causa possibile di ulteriore lombosciatalgia (recidiva ) da fuoruscita del residuo discale.
Pertanto essendo in lei presente una espulsione parziale del disco,sarebbe opportuno, come Le hanno ben suggerito i Colleghi che l'hanno visitata ed hanno valutato la Rmn,
che Lei si operasse di discectomia; ovvero che venga rimossa integralmente sia la parte discale espulsa che quella rimasta ancora nello spazio intervertebrale L5-S1, ma pronta ad espellersi ( essendo ormai lacerato il legamento long. posteriore che fa da porta alla uscita del disco).
La rimozione della sola parte di disco fuoriuscita (ernia espulsa) viene definita "erniectomia", ma espone al rischio che frustoli di disco rimasti sequestrati all'interno dello spazio discale, prima o poi vengano espulsi, realizzando la cosiddetta recidiva.
L'intervento si esegue al microscopio chirurgico, da cui deriva la denominazione di intervento con tecnica microchirurgica, ossia discectomia microchirurgica, non microdiscectomia, e deve essere completo , ovvero deve ottemperare alla asportazione del disco nella sua interezza.
Non si lascia mai in sito, poichè il rischio di una recidiva a causa del materiale discale non asportato è alto.
Gentile signora sperando di essere stato chiaro, Le suggerisco di affidarsi al neurochirugo e/o al chirurgo ortopedico, colleghi molto noti da Lei consultati a Roma, che le hanno già espresso la necessità di un intervento chirurgico di discectomia L5-S1 con tecnica microchirurgica .
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 33.3k visite dal 21/01/2014.
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