Frattura scafoide diagnosticata tardivamente
Buongiorno, vi chiedo gentilmente un consulto in seguito a una frattura composta dello scafoide carpale al terzo medio della mano destra, diagnosticatomi con RM del polso a circa 3 mesi dall’infortunio originario.
Nel corso di un allenamento amatoriale di calcetto tra coetanei (io ho 52 anni) una pallonata accidentale mi ha colpito il dorso della mano destra, provocandomi forte dolore e gonfiore. La guardia medica interpellata il giorno dopo ha diagnosticato una distorsione del polso, escluso fratture e prescritto ghiaccio e antinfiammatori per alcuni giorni, in effetti il gonfiore è sparito e il dolore diminuito; il medico di base, interpellato alcuni giorni dopo, ha confermato la diagnosi. A distanza di alcune settimane, per il persistere (anzi è aumentato) del dolore al polso, ho fatto una visita fisiatrica, con sospetto di complicazione della distorsione con distrazione dei tendini muscoli epicondilei e quindi una ecografia del polso e dei tendini dell’avambraccio; l’esito ha confermato un pur limitato tenosinovite, e ho proceduto come prescritto dal fisiatra a una serie di applicazioni di tecar e laserterapia. A conclusione del ciclo (fine dicembre), è diminuito il dolore localizzato al polso e sparito il precedente doloramento dell’avambraccio, ma persiste il dolore alla mobilizzazione attiva e passiva del polso (deficit estensorio/flessorio), la debolezza della forza della mano e un limitato edema periarticolare, in particolare in seguito a sforzo anche limitato. Vista non risolta la cosa, mi è stata prescritta la RM che appunto ora, a 3 mesi dall’infortunio, evidenzia la presenza di una rima di frattura traversa non scomposta dello scafoide carpale al terzo medio con persistente edema del frammento distale. Assenza di necrosi, concomita modica diastasi scafo-lunata con lieve atteggiamento rotatorio in DISI e falda di versamento articolare radio-carpico. No lesioni tendinee. Residua modica tenosinovite, no versamenti radio-ulnari distali.
Fermo restando che ovviamente devo sottoporre il referto e chiedere una diagnosi allo specialista ortopedico, avendo visto da precedenti consulti che si parla sempre di ingessatura (ma di solito con diagnosi rapida), volevo chiedervi se è probabile che a questa distanza dall’evento di debba procedere comunque all’ingessatura o ci siano possibilità diverse, e quali.
Grazie della disponibilità, cordiali saluti.
Nel corso di un allenamento amatoriale di calcetto tra coetanei (io ho 52 anni) una pallonata accidentale mi ha colpito il dorso della mano destra, provocandomi forte dolore e gonfiore. La guardia medica interpellata il giorno dopo ha diagnosticato una distorsione del polso, escluso fratture e prescritto ghiaccio e antinfiammatori per alcuni giorni, in effetti il gonfiore è sparito e il dolore diminuito; il medico di base, interpellato alcuni giorni dopo, ha confermato la diagnosi. A distanza di alcune settimane, per il persistere (anzi è aumentato) del dolore al polso, ho fatto una visita fisiatrica, con sospetto di complicazione della distorsione con distrazione dei tendini muscoli epicondilei e quindi una ecografia del polso e dei tendini dell’avambraccio; l’esito ha confermato un pur limitato tenosinovite, e ho proceduto come prescritto dal fisiatra a una serie di applicazioni di tecar e laserterapia. A conclusione del ciclo (fine dicembre), è diminuito il dolore localizzato al polso e sparito il precedente doloramento dell’avambraccio, ma persiste il dolore alla mobilizzazione attiva e passiva del polso (deficit estensorio/flessorio), la debolezza della forza della mano e un limitato edema periarticolare, in particolare in seguito a sforzo anche limitato. Vista non risolta la cosa, mi è stata prescritta la RM che appunto ora, a 3 mesi dall’infortunio, evidenzia la presenza di una rima di frattura traversa non scomposta dello scafoide carpale al terzo medio con persistente edema del frammento distale. Assenza di necrosi, concomita modica diastasi scafo-lunata con lieve atteggiamento rotatorio in DISI e falda di versamento articolare radio-carpico. No lesioni tendinee. Residua modica tenosinovite, no versamenti radio-ulnari distali.
Fermo restando che ovviamente devo sottoporre il referto e chiedere una diagnosi allo specialista ortopedico, avendo visto da precedenti consulti che si parla sempre di ingessatura (ma di solito con diagnosi rapida), volevo chiedervi se è probabile che a questa distanza dall’evento di debba procedere comunque all’ingessatura o ci siano possibilità diverse, e quali.
Grazie della disponibilità, cordiali saluti.
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Gentile Signore,
anche se diagnosticata in ritardo, dopo 3 mesi è ancora possibile ottenere una guarigione di una frattura del terzo medio composta dello scafoide carpale, a patto che immobilizzi sin da subito con gesso (sopra il gomito, pollice incluso) e inizi una terapia domiciliare con campi magnetici pulsati (almeno 6-8 ore al giorno).
Buon pomeriggio.
anche se diagnosticata in ritardo, dopo 3 mesi è ancora possibile ottenere una guarigione di una frattura del terzo medio composta dello scafoide carpale, a patto che immobilizzi sin da subito con gesso (sopra il gomito, pollice incluso) e inizi una terapia domiciliare con campi magnetici pulsati (almeno 6-8 ore al giorno).
Buon pomeriggio.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.3k visite dal 15/01/2014.
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