Condropatia femore-rotulea: recuperabile con un intervento?

Buongiorno, a gennaio 2012 ho fatto l'artroscopia: accurato bilancio si esegue toelete della lesione di secondo grado al corno posteriore del menisco mediale del ginocchio destro, alla stabilita e al tide mark. Con l'operazione mi hanno praticato 6 micro-fratture-men selettiva al 3 posteriore.

a distanza di piu' di un anno, le funzionalita sono ridotte, dopo solo mezz'ora di attivita sportiva il ginocchio si infiamma. ovviamente mai piu' corso, neppure per prendere il treno...
il chirurgo mi prospetta un secondo intervento con auto-trapianto nella zona lesionata, circa 1 moneta da 2 euro di tessuto cartilagineo mancante.

un recente consulto mi ha restituito il seguente esame:
- varo, stabile, rom 0-110
- dolore mediale -
- raspa +
- balloramento + -
sconsigliandomi l'intervento, ma suggerendo infiltrazioni, fisoterapia, ecc.

mi chiedo, quali reali propabilita' ci sono di recupero delle funzionalita' del ginocchio? un'operazione con trapianto potrebbe essere risolutiva? devo al contrario rinunciare per sempre a correre o a qualsiasi attivita' che impatti su quella zona?

grazie mille in anticipo
af
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Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64
Una proposta terapeutica, qualunque essa sia, medica e/o chirurgica, passa sempre attraverso la summa di tutti i dati clinici e strumentali.
Nel suo caso, si trova di fronte a colleghi che hanno espresso opinioni nettamente diverse. Nel primo caso le è stato proposto l'intervento chirurgico mentre nel secondo consulto le è stato proposto solo una terapia medica.
Il problema nasce dal fatto che il chirurgo ortopedico ha la sua personale esperienza e questa incide molto sul modo con cui sono valutate le patologie dei paziente ma, soprattutto, quale tipo di soluzione terapeutica.
Per noi consulenti on line, diventa difficile poter consigliare l'una o l'altra metodica poichè manchiamo di uno strumento importantissimo cioè la visita clinica.
Nella mia esperienza, ad esempio, non ho avuto molte riscontri positivi dopo un trapianto di cartilagine, per cui non lo utilizzo più ma so che altri miei colleghi lo utilizzano ancora con successo. Come vede, l'esperienza incide molto.
In questi casi consiglio sempre di affidarsi anche un pò a quello che "empaticamente" si sente quando ci viene proposto un trattamento dal medico. Se "sentiamo" che quella è la strada giusta allora procediamo se, viceversa, sentiamo che quella non è la strada giusta allora procediamo diversamente.
Spero di esserle stato di aiuto nella sua decisione e,,,tantissimi auguri.

Dr. Luigi Grosso - Ortopedico Master Spalla Gomito Polso Mano
Busto Arsizio (VA) - Rapallo (GE) - Napoli
www.luigigrosso.net

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Utente
Utente
Gent.mo dr. Grosso,
grazie per aver risposto, anche se speravo di leggere un orientamento medico più chiaro su questo tipo di patologia molto diffusa. Capisco i limiti di un consulto online, ma la domanda è "una cartillagine lesionata in quella zona può essere rimpiazzata?", "con quale probabilità il paziente torna a una funzionalità accettabile, ?". Sono consapevole che la medicina rimane in parte una scienza sperimentale, ma ci saranno pure delle statistiche condivise che consentano di non basarsi solo sull'empatia. Quanti casi che lei non avrebbe trattato col trapianato, sarebbero stati invece risolti dai suoi colleghi che usano ancora questo intervento con successo? Che cosa si intende per successo? In assenza di dati condivisi e di un orientamento principale, allora può vincere solo il medico più simpatico e convincente ... così a sensazione, tra un trapianto con 20gg di malattia e una serie di massaggi al ginocchio, sceglierei la secondo via....

Grazie ancora
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Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64
Come lei ha scritto, ci sono stati due colleghi che hanno dato pareri completamenti diversi. La mia risposta si basa sul fatto che il mio atteggiamento è sempre quello di avere rispetto per l'opinione dei colleghi. Tuttavia ritengo giusta la sua osservazione.
Oggi sono possibili due tipi di trapianti di cartilagine:
1. quello autograf o autologo
2. quello allograf o eterologo
Nel primo caso si tratta di cellule coltivate in laboratorio, dopo aver prelevato un campione dal paziente, mentre nel secondo caso le cellule impiantate non sono del paziente.
Il trapianto può essere effettuato sia con tecnica artroscopica sia con tecnica a cielo aperto (cioè incidendo la cute ed i tessuti sottocutanei).
Ci sono centri molto specializzati che trattano particolarmente questo tipo di trapianto e sono collegati con altri centri italiani e stranieri per seguire, insieme, accurati protocolli di studio. I risultati che presentano riferiscono risposte soddisfacenti nel rispetto dei criteri di selezione dei pazienti da trattare. Il punto è proprio questo: se lei rientra in questo tipo di criterio di scelta può certamente aspirare ad un risultato soddisfacente.
Di nuovo tanti auguri.