Frattura soma l2 e infrazione del sacrale
Gentili dottori, purtroppo mia madre, una donna attiva di 66 anni tre giorni fà ha perso l'equilibrio ed è caduta a "sedere" sul pavimento di casa. Per i primi due giorni ha accusato un gran dolore al fondo schiena, ma pensando si trattasse solo di un forte colpo è andata avanti nei lavori domestici, ovviamente con dolore, prendendo 1 bustina di antidolorifico al dì e con della pomata per traumi. Successivamente, vedendo che il dolore non accennava a diminuire è andata al pronto soccorso dove tramite radiografia le hanno riscontrato ina frattura del soma di L2 e una infrazione del sacrale.
Le sono state ventilate due possibilità : o un intervento chirurgico di cementificazione o il riposo assoluto a letto per almeno 30g con busto a 3 punti solo per recarsi in bagno. Essendo lei molto titubante circa gli interventi ha optato per la seconda strada. Ora vi chiedo quali siano le corrette procedure da seguire a casa durante questi giorni,e se la sua sia stata una scelta corretta in questi casi, eventuali controindicazioni nei movimenti e tutte quelle informazioni utili circa una corretta degenza e riabilitazione. Inoltre vorrei sapere i tempi e le modalità di decorso per la ripresa delle attività dopo un trauma del genere. Grazie mille.
Le sono state ventilate due possibilità : o un intervento chirurgico di cementificazione o il riposo assoluto a letto per almeno 30g con busto a 3 punti solo per recarsi in bagno. Essendo lei molto titubante circa gli interventi ha optato per la seconda strada. Ora vi chiedo quali siano le corrette procedure da seguire a casa durante questi giorni,e se la sua sia stata una scelta corretta in questi casi, eventuali controindicazioni nei movimenti e tutte quelle informazioni utili circa una corretta degenza e riabilitazione. Inoltre vorrei sapere i tempi e le modalità di decorso per la ripresa delle attività dopo un trauma del genere. Grazie mille.
[#1]
Dire "frattura di L2" non consente di avere informazioni sul tipo di frattura, sulla entità dello schiacciamento, sulle condizioni del muro posteriore, sulla stabilità della frattura, ecc., insomma su tutti quegli elementi che consentono di decidere il trattamento.
In linea del tutto generale, e quindi quanto segue potrebbe non essere del tutto adatto al caso di Sua madre, la prassi è la seguente. Un volta accertato che il paziente ha conservato o ripreso la motilità intestinale e quindi è andato di corpo, dovrà osservare riposo a letto per 1 mese, senza MAI flettere il busto, quindi senza rannicchiarsi e senza tenere cuscini sotto alle spalle, senza alzarsi MAI, nemmeno per mangiare né tanto meno per andare in bagno; allo scadere il paziente fa una radiografia di controllo per controllare che la frattura non sia peggiorata, poi indossa un busto a tre punti che deve essere misurato, modificato e applicato per la prima volta da un tecnico ortopedico al letto del paziente. Tale busto va indossato e rimosso da sdraiati, per cui il paziente non deve MAI trovarsi in piedi o seduto senza busto. Il busto deve avere una certa tensione, che dopo alcuni giorni va aumentata, perché i tre punti devono esercitare un'estensione sulla vertebra fratturata per limitare un peggioramento della frattura: quando la vertebra è schiacciata il busto non può ripristinare la morfologia primitiva ma è già un successo evitare che si schiacci ulteriormente, Con il busto correttamente eseguito e ben indossato, il paziente può cominciare a stare seduto o camminare per brevi periodi ai quali si alternano frequenti riposi a letto. Di notte il P. può stare senza busto con le stesse raccomandazioni già descritte. Dopo tre mesi si ripete la radiografia e/o la TAC e se tutto va bene si comincia lo svezzamento graduale dal busto, arrivando ad abbandonarlo del tutto nel giro di tre settimane e facendo contemporaneamente la riabilitazione prescritta. Dal giorno della frattura sono trascorsi in pratica 4 mesi.
Vi possono essere ovviamente degli scostamenti da questo protocollo, che vengono decisi dall'ortopedico in base al tipo di frattura, all'aspetto radiografico, alla struttura corporea del paziente, senza trascurare nemmeno le capacità cognitive del paziente, oltre che dalla personale esperienza dello specialista. Ovviamente Sua madre dovrà attenersi alle istruzioni ricevute dall'ortopedico scrupolosamente e senza scorciatoie, perché solo quelle sono le istruzioni giuste per il suo caso specifico.
Quindi per qualsiasi dubbio bisogna che si rivolga a lui che ha visto rx e TC e conosce il tipo di frattura e che, se dovesse protrarsi il dolore locale, potrà, se necessario, riproporre la vertebroplastica o la cifoplastica.
Cordiali saluti
In linea del tutto generale, e quindi quanto segue potrebbe non essere del tutto adatto al caso di Sua madre, la prassi è la seguente. Un volta accertato che il paziente ha conservato o ripreso la motilità intestinale e quindi è andato di corpo, dovrà osservare riposo a letto per 1 mese, senza MAI flettere il busto, quindi senza rannicchiarsi e senza tenere cuscini sotto alle spalle, senza alzarsi MAI, nemmeno per mangiare né tanto meno per andare in bagno; allo scadere il paziente fa una radiografia di controllo per controllare che la frattura non sia peggiorata, poi indossa un busto a tre punti che deve essere misurato, modificato e applicato per la prima volta da un tecnico ortopedico al letto del paziente. Tale busto va indossato e rimosso da sdraiati, per cui il paziente non deve MAI trovarsi in piedi o seduto senza busto. Il busto deve avere una certa tensione, che dopo alcuni giorni va aumentata, perché i tre punti devono esercitare un'estensione sulla vertebra fratturata per limitare un peggioramento della frattura: quando la vertebra è schiacciata il busto non può ripristinare la morfologia primitiva ma è già un successo evitare che si schiacci ulteriormente, Con il busto correttamente eseguito e ben indossato, il paziente può cominciare a stare seduto o camminare per brevi periodi ai quali si alternano frequenti riposi a letto. Di notte il P. può stare senza busto con le stesse raccomandazioni già descritte. Dopo tre mesi si ripete la radiografia e/o la TAC e se tutto va bene si comincia lo svezzamento graduale dal busto, arrivando ad abbandonarlo del tutto nel giro di tre settimane e facendo contemporaneamente la riabilitazione prescritta. Dal giorno della frattura sono trascorsi in pratica 4 mesi.
Vi possono essere ovviamente degli scostamenti da questo protocollo, che vengono decisi dall'ortopedico in base al tipo di frattura, all'aspetto radiografico, alla struttura corporea del paziente, senza trascurare nemmeno le capacità cognitive del paziente, oltre che dalla personale esperienza dello specialista. Ovviamente Sua madre dovrà attenersi alle istruzioni ricevute dall'ortopedico scrupolosamente e senza scorciatoie, perché solo quelle sono le istruzioni giuste per il suo caso specifico.
Quindi per qualsiasi dubbio bisogna che si rivolga a lui che ha visto rx e TC e conosce il tipo di frattura e che, se dovesse protrarsi il dolore locale, potrà, se necessario, riproporre la vertebroplastica o la cifoplastica.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
www.ortopedicoabologna.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.4k visite dal 24/09/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.