Osteocondrite dissecante e displasia della troclea femorale

Gentile dottore,
vorrei sottoporle il mio caso "disperato".
Ho iniziato ad avere problemi al ginocchio dx all'età di sei anni: a causa della sublussazione della rotula sono caduta dalle scale. Il ginocchio si gonfiò e al Pronto Soccorso mi aspirarono il versamento di sangue e diagnosticarono una semplice distorsione.
Da quel giorno, si ripeterono con notevole frequenza le distorsioni (o meglio le sublussazioni), con conseguenti gonfiori e versamenti senza che nessun medico potesse 'azzeccare' la diagnosi. Mi furono applicati anche dei gessi (un paio di volte per circa venti giorni alla volta) per tentare di stabilizzare il ginocchio, ma senza risultati.
Dopo circa cinque - sei anni, si staccò un frammento osteocondrale che mi fu asportato nel gennaio 1986 in artroscopia.
Un paio di mesi più tardi, anche il ginocchio sinistro mi diede (per la prima volta) problemi. Correndo, si sublussò la rotula, caddi e non riuscii più a camminare perchè il ginocchio era 'bloccato'. Fui nuovamente operata, ancora una volta per l'asportazione di altro frammento osteocondrale in artroscopia con pulizia e perforazione della superficie di dissezione del condilo femorale esterno. Diagnosi: osteocondrite dissecante.
Gli episodi di sublussazione tuttavia continuarono (ma non si verificarono più versamenti), con una frequenza sempre crescente, specialmente a destra.
Ancora gessi, ma senza risultato.
Alla fine nel 1993 subii un altro intervento: artroscopia per la pulizia cartilaginea della faccetta contro laterale rotulea e del piatto tibiale esterno e intervento di Elmslie - Trillat parziale (riallineamento prossimale e distale rotuleo).
L'annno successivo subii il medesimo intervento al ginocchio sinistro.
Da allora ho talvolta la sensazione che le rotuli 'scappino' ma, come detto, non si sono più verificati episodi di sublussazione.
Ultimamente, i dolori però si sono fatti un pò più difficili da gestire: ho dovuto smettere di fare sport e sta diventando un problema camminare o salire e scendere le scale, alzarsi dalla sedia etc.
Da recenti visite di controllo ed esami diagnostici (rmn e tac con protocollo lionese), è emerso che vi sono ancora evidenti segni di disassamento bilaterale, un quadro di artrosi femoro rotula e iniziale artrosi femoro tibiale esterna, displasia trocleare, associato (come se non bastasse) a valgismo del retropiede e alluce valgo.
La rmn ha rivelato che non vi sono alterazioni a carico dei menischi e dei legamenti crociati e colalterali (salvo, menisco mediale sinistro assotigliato), vi sono segni di condropatia femoro tibiale più evidente nel compartimento mediale e femoro rotulea, con modesti versamenti articolari dx e sn.
Questi invece gli esiti della TAC:
1) angolo del tilt rotuleo: destra -33°%, sinistro -28 (dopo flessione a 30°= destro 2°, sinistro 1°);
2) sublussazione rotula: destra 15.2 mm, sinistro 14.3 mm.
angolo di congruenza: destra 69°, sinistro 56°.
3) valori TA-GT: destro 15 mm, sinistro 10 mm.
4) angolo del solco: destro 147°, sinistro 144°.
5) Sublussazione ed inclinazione esterna di totula con inversione del tilt rotuleo. Aspetto appiattito della troclea femorale ambo i lati, atteggiamento in valgismo del ginocchio destro, condizioni di rotula alta bilaterale.
Gli specialisti che mi hanno visitata hanno suggerito chi un intervento di ricostruzione dell'apparato estensore, chi l'intervento di Elmslie-Trillat completo, chi una previa valutazione condrale per verificare l'eventuale necessità di un impianto di cartilagine e successivo riequilibrio distale e prossimale.
Francamente, a parte lo sconcerto per i nuovi interventi che mi si prospettano, non so a chi affidarmi.
Tutti mi hanno detto che è necessario intervenire per tentare di evitare o quantomeno di rimandare le protesi.
Sulla bravura e professionalità dei medici non ho nulla da obiettare, ma faccio fatica a capire cosa è più opportuno. In particolare, il discorso sull'impianto della cartilagine mi lascia perplessa perchè mentre alcuni medici hanno sottovalutato il problema degli scrosci articolari, un medico ha ventilato la possibilità che possa essere necessario l'impianto.
Francamente, vorrei potermi non operare perchè se è necessario farlo solo per evitare i dolori io sono in grado di sopportarli e gestirli.
La prego gentilmente di darmi un consiglio.
La ringrazio molto, alessandra
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Prof. Alessandro Caruso Ortopedico, Medico fisiatra, Medico dello sport, Medico osteopata 4.2k 135
Gentile signora Alessandra, ho letto con attenzione il suo caso clinico relativo al calvario delle sue ginocchia e comprenderà bene che quasiasi esperienza un chirurgo ortopedico possa avere, è difficilissimo dare un giudizio senza alcuna valutazione diretta clinico funzionale dell'articolazione colpita, nè di qualsiasi benchè minimo esame per immagini.
E' indispensabile valutare clinivcamente e funzionalmente ogni cosa, anche la deambulazione e l'assetto meccanico del ginocchio, oltre alle rmn ed agli studi dinamici radiografici della rotula. Certamente è molto presto per una protesi, lei è ancora molto giovane, per cui le rispondo usando una frase del grande Prof.Albert Trillat di Lione, proprio il grande ortopedico francese ideatore dell'intervento da lei fatto "Emslie-Trillat " sul riallineamento dell'asse rotuleo, e di altri interventi di altissima chirurgia del ginocchio, pioniere e Maestro di tale chirurgia in Europa, che
ho conosciuto e frequentato spesso in vari stages a Lione negli anni 70/80.
Lui diceva : " la natura spesso è più grande della Scienza" o " la saggezza del chirurgo è più importante a volte delle sue mani " ed io le ripeto ciò.
Qualsiasi terapia conservativa, fisiochinesiterapia, infiltrazioni intrarticolari, ed altro; qualsiasi intervento di riparazione possibile della cartilagine usurata, molta fisiochinesiterapia, potenziamento muscolare, hanno la priorità terapeutica, ma a 34 anni non si faccia fare la protesizzazione del ginocchio. Faccia tante cure affidandosi a specialisti espertissimi come quelli che ha già frquentato, ma lasci in ultimo un successivo intervento chirurgico, e fra gli interventi chirurgici come
" ultima spiaggia " la protesi parziale e sopratutto totale di ginocchio.
Cordiali saluti signora Alessandra e tanti auguri .

Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -

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Utente
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Gentilissimo dr. Caruso, La ringrazio molto per la sua saggia risposta.
Ho percepito una grande umnanità nelle Sue parole e di questo La ringrazio molto.
Alessandra