Frattura da stress, peggioramento

Salve a tutti. Sto avendo a che fare da aprile con una frattura c.d. da stress situata sulla diafisi del II metatarsale. Contando che siamo al volgere di giugno, sono passati circa 70 giorni.
Premetto alla narrazione che segue che io non svolgo alcuna attività sportiva (al di là della meritevolezza della cosa, vorrei prima guarire, poi riparerò in qualche modo).
Ad aprile compare prima il dolore, poi - dopo alcuni giorni -, il gonfiore. L'ecografia (suggerita dal medico di base) riscontra un'infiammazione circostante le strutture dell'avampiede, segnalando la necessità di una visita. Un primo ortopedico, con lastra e RM (quest'ultima per diagnosi differenziale tra osteoma osteoide e frattura da stress), inizia a "contare" 40 giorni, nei quali non dovrei stare "troppo a riposo" né aiutarmi con bastoni nella deambulazione. Il 4 maggio, nella segnalata risonanza, leggo «estesa sofferenza edematosa di spongiosa del II metatarso con relativo risparmio solo della testa metatarsale. Si associa evidente apposizione ossea paraostale lamellare sul versante mediale. Alle scansioni T1-ponderate (slices sagittali) sembra osservarsi una immagine trasversa correlabile con rima fratturativa a prevalente espressione intraspongiosa. Non si osservano franche immagini a tipo "nidus"». A seguito di peggioramento della sintomatologia, mi rivolgo ad altro specialista intorno al 30mo giorno. Quest'ultimo si pronuncia per uno scarico totale, otto ore al giorno di CEMP e, soprattutto, si ricontano i 40 giorni da capo. Dopo 25 giorni (siamo a quota 55) si è formato il callo osseo e la RM dell'8 giugno (congiuntamente ad una lastra) rileva «permane[nza], meno evidente, [del]la sofferenza edematosa [...]. Maggiormente evidente, invece, l'apposizione paraostale in apposizione sul versante mediale, con note di irregolarità della corticale, verosimilmente per fenomeni di formazione del callo osseo ed in evoluzione verso la stabilizzazione». Trascorse due settimane, fa nuovamente capolino il dolore - abbandonato già dall'inzio dei CEMP - e proprio quando dovrei iniziare ad usare dei plantari (gestori del carico) per ricominciare (gradualmente) a camminare, ecco che la parte si rigonfia tornando alle glorie dei primissimi giorni. In particolare, segnalo: assenza di dolore in caso di appoggio (questa è la più grande differenza dai primi giorni) nonché "indurimento interno" della parte inferiore del piede in rapporto al terreno (in corrispondenza delle giunture falangi-metatarsi; questo, come nei primi giorni). Posto che mi sono attenuto alle indicazioni terapeutiche, da cosa potrebbe essere dato il ritorno del gonfiore? Peggioramento autonomo? Potrebbe significare l'esistenza di altra patologia, visto che tutti gli specialisti restano perplessi sull'origine del suddetto danno osseo c.d. da stress?
Si ringrazia per l'attenzione e ringrazio anticipatamente chi risponderà,
M.
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Dr. Gianni Nucci Ortopedico 4.5k 122
Gentile utente,
Premesso che l'esame che esclude un osteoma è la TC, un plantare potrebbe aiutare da subito. Non so dirle perché sia peggiorato, non avendola visitata, ma di solito si cerca di studiare il tipo di piede, di solito cavo nelle fratture da stress, e una osteoporosi locale e/o generale. Saluti cordiali.

Gianni Nucci, Chirurgo Ortopedico
Responsabile U.F. Ortopedia Santa Rita Hospital - Montecatini T.
Riceve a Lucca, Montecatini, Pistoia, Follonica

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