Rottura rotula - cerchiaggio rotto
Buongiorno dottore
Le scrivo per conto di mio papà una persona di 71 anni malata di Parkinson.
Nel mese di settembre 2012 ha subito un intervento di riduzione e cerchiaggio
rotula, a seguito di una frattura completa di quest'ultima.
L'intervento di per sé é andato bene anche se si é verificata la rottura
dei mezzi di sintesi in 2 punti, come evidenziato dalla radiografia di
controllo. L' ortopedico dell'ospedale ha detto che la rottura dei mezzi é da attribuire
ad una forte muscolatura.
Io non credo a questa ipotesi in quanto mio padre é una persona esile e
malata .
Questo fatto a cosa e' piu' attribuibile secondo Lei?
Vorrei inoltre sapere, se come affermato dal medico, l'intervento di
rimozione deve essere necessariamente eseguito (non prima di 6 mesi
dall'intervento ). Secondo l'ortopedico il cerchiaggio limiterebbe il movimento del ginocchio creando attrito proprio per la posizione in cui si trova.
Essendo oltretutto rotto dice che non ha senso che resti li'.
Mio padre riesce a piegare il ginocchio di 90°; alcune volte avverte pungere
internamente. Non c'e' infiammazione in corso anche se dopo gli esercizi o un leggero
movimento il ginocchio diventa caldo.
Vorrei evitare la rimozione perché il ricovero ospedaliero e' stato per mio
padre con malattia di Parkinson traumatico, e si é ripreso solo dopo mesi da
quell'intervento. Il papà dice che quel fastidio che talvolta avverte é sopportabile e se
possibile, vorrebbe che le cose rimanessero cos'i' come sono.
Un suo parere al riguardo sarebbe molto gradito.
Ringrazio e porgo distinti saluti.
Le scrivo per conto di mio papà una persona di 71 anni malata di Parkinson.
Nel mese di settembre 2012 ha subito un intervento di riduzione e cerchiaggio
rotula, a seguito di una frattura completa di quest'ultima.
L'intervento di per sé é andato bene anche se si é verificata la rottura
dei mezzi di sintesi in 2 punti, come evidenziato dalla radiografia di
controllo. L' ortopedico dell'ospedale ha detto che la rottura dei mezzi é da attribuire
ad una forte muscolatura.
Io non credo a questa ipotesi in quanto mio padre é una persona esile e
malata .
Questo fatto a cosa e' piu' attribuibile secondo Lei?
Vorrei inoltre sapere, se come affermato dal medico, l'intervento di
rimozione deve essere necessariamente eseguito (non prima di 6 mesi
dall'intervento ). Secondo l'ortopedico il cerchiaggio limiterebbe il movimento del ginocchio creando attrito proprio per la posizione in cui si trova.
Essendo oltretutto rotto dice che non ha senso che resti li'.
Mio padre riesce a piegare il ginocchio di 90°; alcune volte avverte pungere
internamente. Non c'e' infiammazione in corso anche se dopo gli esercizi o un leggero
movimento il ginocchio diventa caldo.
Vorrei evitare la rimozione perché il ricovero ospedaliero e' stato per mio
padre con malattia di Parkinson traumatico, e si é ripreso solo dopo mesi da
quell'intervento. Il papà dice che quel fastidio che talvolta avverte é sopportabile e se
possibile, vorrebbe che le cose rimanessero cos'i' come sono.
Un suo parere al riguardo sarebbe molto gradito.
Ringrazio e porgo distinti saluti.
[#1]
Pur con la difficoltà di non poter vedere le Rx e dovendoci fidare solo di quanto ci viene riferito, il mantenere un cerchiaggio rotto è foriero di continua irritazione attorno ai mezzi di sintesi e potrebbe anche essere causa di una infezione futura oltre ad aumentare il dolore e limitare il movimento articolare. L'intervento di rimozione del cerchiaggio è di norma estremamente rapido e senza difficoltà tecniche ed effettuabile anche in anestesia locoregionale, quindi anche per non compromettere le condizioni psicofisiche di un malato Parkinsoniano l'indicazione elettiva è quella di rimuovere il cerchiaggio essendo trascorso il periodo giusto dalla sua applicazione. I cerhiaggi possono rompersi, l'importante è che si sia ottenuta una buona riduzione e guarigione della frattura. Cordialmente Dr.BOER
Dr. Silvio BOER
Specialista ORTOPEDIA e TRAUMATOLOGIA
Ex Medico Sociale Hockey Club ValPellice
[#2]
Utente
Gent.mo Dr. Boer
La ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarmi nel rispondere alla mie domande.
Apprendere dalla Sua risposta che l'intervento sara' estremamente rapido, e'di gran sollievo per papa'.
Vorrei a questo punto chiederLe un' ultimo quesito riguardo l'importante
questione dell'anestesia.
Si pensa che l'anestesia spinale praticata per l'intervento di cerchiaggio sia la causa di un suo disorientamento al rientro dall' ospedale.
A volte non capivamo quello che diceva, restava sulle sue e non parlava se non per rispondere con un si o un no alle domande che gli facevamo; talvolta poi farfugliava e per alcune settimane ha avuto incubi notturni.
Il neurologo vista la situazione aveva ritenuto opportuno sospendere due tipi di pastiglie il cui effetto poteva essere potenziato dall'anestetico.
Ad una distanza di quasi 2 mesi dall'intevento papa' tornava alla normalita'.
Al fine di limitare gli effetti collaterali di un' anestesia per lui pesante,
pensa che quella di tipo locale, iniettata direttamente attorno alla zona da operare, si possa applicare per questo intervento di rimozione?
Se non fosse sufficiente Le vorrei chiedere se dovra' necessariamente essere dello stesso tipo di quella gia' subita e con lo stesso dosaggio.
L'intervento sara' in regime di Day Hospital?.
Ringrazio ancora per la cortesia e Le porgo i miei più cordiali saluti.
La ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarmi nel rispondere alla mie domande.
Apprendere dalla Sua risposta che l'intervento sara' estremamente rapido, e'di gran sollievo per papa'.
Vorrei a questo punto chiederLe un' ultimo quesito riguardo l'importante
questione dell'anestesia.
Si pensa che l'anestesia spinale praticata per l'intervento di cerchiaggio sia la causa di un suo disorientamento al rientro dall' ospedale.
A volte non capivamo quello che diceva, restava sulle sue e non parlava se non per rispondere con un si o un no alle domande che gli facevamo; talvolta poi farfugliava e per alcune settimane ha avuto incubi notturni.
Il neurologo vista la situazione aveva ritenuto opportuno sospendere due tipi di pastiglie il cui effetto poteva essere potenziato dall'anestetico.
Ad una distanza di quasi 2 mesi dall'intevento papa' tornava alla normalita'.
Al fine di limitare gli effetti collaterali di un' anestesia per lui pesante,
pensa che quella di tipo locale, iniettata direttamente attorno alla zona da operare, si possa applicare per questo intervento di rimozione?
Se non fosse sufficiente Le vorrei chiedere se dovra' necessariamente essere dello stesso tipo di quella gia' subita e con lo stesso dosaggio.
L'intervento sara' in regime di Day Hospital?.
Ringrazio ancora per la cortesia e Le porgo i miei più cordiali saluti.
[#3]
Molte volte non si tratta solo della anestesia a complicare una situazione come quella di suo padre ma il trauma legato al ricovero e il cambiamento di abitudini. Per quanto riguarda l'anestesia nel suo caso può essere effettuata anche solo localmente a meno che si debba operare in campo esangue e quindi occorra applicare un laccio emostatico alla radice della coscia. Di norma questo non dovrebbe essere necessario x una rimozione di cerchiaggio ma la scelta deve essere concordata preventivamente dal Chirurgo in accordo con l'Anestesista in relazione alle problematiche del paziente. Il Day Hospital è la routine in questi casi ma in questo caso deve essere concordato con l'equipe. Le riconfermo comunque la non complessità del'intervento e la rapidità dello stesso nonostante la patologia di base di suo padre. Ne parli con fiducia con i Colleghi, cari saluti, Dr.BOER
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 27.4k visite dal 17/03/2013.
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