Recidive calcificazioni gomito
Sono una donna di 48 anni che nel luglio 2007 ha riportato una frattura meta-epifisaria distale del radio destro ed una lussazione del gomito omolaterale.
La frattura è stata ridotta con sintesi percutanea con fili di Kirschner e per la lussazione è stato praticato un intervento di riduzione chiusa della stessa, con contenzione mediante gesso braccio metacarpale.
Una prima parte di gesso è stata rimossa dopo quattro settimane, portando il gomito libero, mentre il resto è stato tolto dopo ulteriori 7 giorni.
La fisoterapia è stata iniziata subito dopo la rimozione del gesso e, mentre sono riuscita a recuperare quasi completamente la mobilità del polso, il gomito rimaneva con una estensione abbastanza buona ma con una flessione non superiore a 85 gradi (dolorosa in caso di forzatura).
Ad inizio ottobre una TAC ha evidenziato: all’esame TC i rapporti articolari appaiono conservati; presenza di irregolarità corticali a carico di ambedue i condili ed in particolare del condilo laterale così come dell’olecrano, da esiti di pregresso trauma con piccole fratture e distacchi ossei; sono inoltre presenti grossolane calcificazioni anteriori, esiti del trauma; capitello radiale nella norma.
Pur continuando a fare fisioterapia di mantenimento (ero arrivata ad una estensione pari a 5 gradi e ad una flessione sempre a 85 gradi), ho deciso quindi di farmi operare in artroscopia all’inizio del mese di dicembre presso una struttura specializzata.
L’intervento è consistito in artrolisi e capsulectomia camera posteriore e anteriore con asportazione corpo mobile anteriore (in artroscopia) più neurolisi nervo ulnare (a cielo aperto).
Subito dopo l’intervento ho riacquistato fino a 110 gradi in flessione, anche grazie alla kinesiterapia subito iniziata, ma perdendo progressivamente in estensione. Purtroppo con il passare delle settimane, pur continuando la fisioterapia quotidianamente sia normale che in acqua, ho progressivamente perso mobilità, arrivando ad avere 20 gradi in estensione e 90 gradi in flessione, con notevoli dolori al movimento forzato e con formicolii al pollice ed all’indice soprattutto durante la notte.
Ho provveduto quindi ad effettuare una nuova TAC ad inizio aprile 2008 che ha evidenziato artrosi del gomito con produzione di osteofiti e con presenza di grossolane calcificazioni oltre ad un versamento articolare.
A seguito di questo esame mi è stato consigliato di sospendere completamente la fisioterapia e di procedere ad un esame radiografico a settembre per decidere il da farsi; tale valutazione è nata dall’ipotesi di completa maturazione delle attuali calcificazioni.
Chiedo quindi un consulto per sapere se è condivisibile sospendere completamente la fisioterpia per così tanti mesi e se le mie condizioni possono nel frattempo peggiorare ulteriormente.
Chiedo inoltre se non sia auspicabile effettuare esami specifici, tipo elettromiografia, per verificare la funzionalità dei nervi o la loro eventuale sofferenza.
La frattura è stata ridotta con sintesi percutanea con fili di Kirschner e per la lussazione è stato praticato un intervento di riduzione chiusa della stessa, con contenzione mediante gesso braccio metacarpale.
Una prima parte di gesso è stata rimossa dopo quattro settimane, portando il gomito libero, mentre il resto è stato tolto dopo ulteriori 7 giorni.
La fisoterapia è stata iniziata subito dopo la rimozione del gesso e, mentre sono riuscita a recuperare quasi completamente la mobilità del polso, il gomito rimaneva con una estensione abbastanza buona ma con una flessione non superiore a 85 gradi (dolorosa in caso di forzatura).
Ad inizio ottobre una TAC ha evidenziato: all’esame TC i rapporti articolari appaiono conservati; presenza di irregolarità corticali a carico di ambedue i condili ed in particolare del condilo laterale così come dell’olecrano, da esiti di pregresso trauma con piccole fratture e distacchi ossei; sono inoltre presenti grossolane calcificazioni anteriori, esiti del trauma; capitello radiale nella norma.
Pur continuando a fare fisioterapia di mantenimento (ero arrivata ad una estensione pari a 5 gradi e ad una flessione sempre a 85 gradi), ho deciso quindi di farmi operare in artroscopia all’inizio del mese di dicembre presso una struttura specializzata.
L’intervento è consistito in artrolisi e capsulectomia camera posteriore e anteriore con asportazione corpo mobile anteriore (in artroscopia) più neurolisi nervo ulnare (a cielo aperto).
Subito dopo l’intervento ho riacquistato fino a 110 gradi in flessione, anche grazie alla kinesiterapia subito iniziata, ma perdendo progressivamente in estensione. Purtroppo con il passare delle settimane, pur continuando la fisioterapia quotidianamente sia normale che in acqua, ho progressivamente perso mobilità, arrivando ad avere 20 gradi in estensione e 90 gradi in flessione, con notevoli dolori al movimento forzato e con formicolii al pollice ed all’indice soprattutto durante la notte.
Ho provveduto quindi ad effettuare una nuova TAC ad inizio aprile 2008 che ha evidenziato artrosi del gomito con produzione di osteofiti e con presenza di grossolane calcificazioni oltre ad un versamento articolare.
A seguito di questo esame mi è stato consigliato di sospendere completamente la fisioterapia e di procedere ad un esame radiografico a settembre per decidere il da farsi; tale valutazione è nata dall’ipotesi di completa maturazione delle attuali calcificazioni.
Chiedo quindi un consulto per sapere se è condivisibile sospendere completamente la fisioterpia per così tanti mesi e se le mie condizioni possono nel frattempo peggiorare ulteriormente.
Chiedo inoltre se non sia auspicabile effettuare esami specifici, tipo elettromiografia, per verificare la funzionalità dei nervi o la loro eventuale sofferenza.
[#1]
Gentile utente,
purtroppo la sua storia non è molto dissimile da chi ha avuto una lussazione o una frattura di gomito.
Non concordo sul sospendere la fisioterapia, inoltre credo proprio che la sintomatologia che lei riferisce a carico del I e del II dito possano essere dovute ad un'iniziale sindrome del tunnel carpale (facilmente identificabile tramite un esame EMG).
Calcoli comunque che anche se rimanda questo esame a settembre non credo che cambi molto, mentre la priorità assoluta deve essere quella di recuperare il più possibile l'articolarità.
Non si perda d'animo. Tanti auguri
purtroppo la sua storia non è molto dissimile da chi ha avuto una lussazione o una frattura di gomito.
Non concordo sul sospendere la fisioterapia, inoltre credo proprio che la sintomatologia che lei riferisce a carico del I e del II dito possano essere dovute ad un'iniziale sindrome del tunnel carpale (facilmente identificabile tramite un esame EMG).
Calcoli comunque che anche se rimanda questo esame a settembre non credo che cambi molto, mentre la priorità assoluta deve essere quella di recuperare il più possibile l'articolarità.
Non si perda d'animo. Tanti auguri
Dr. M. Milano
drmilano@libero.it - www.lamanoedintorni.altervista.org
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Ex utente
La ringrazio per la sollecita risposta e per gli auguri.
Purtroppo il recupero dell'articolarità è ostacolato da un dolore che si fa sempre più intenso in caso di forzatura, soprattutto in flessione. Ultimamente ho avuto anche pareri discordi su come procedere con la fisioterapia: chi mi diceva che occorreva forzare anche a costo di dolori intensi e chi invece propendeva per una più blanda azione prolungata nel tempo. Posso gentilmente chiederle il suo parere?
Le chiedo inoltre se esistono cure specifiche per limitare l'insorgenza delle calcificazioni.
La ringrazio anticipatamente.
Purtroppo il recupero dell'articolarità è ostacolato da un dolore che si fa sempre più intenso in caso di forzatura, soprattutto in flessione. Ultimamente ho avuto anche pareri discordi su come procedere con la fisioterapia: chi mi diceva che occorreva forzare anche a costo di dolori intensi e chi invece propendeva per una più blanda azione prolungata nel tempo. Posso gentilmente chiederle il suo parere?
Le chiedo inoltre se esistono cure specifiche per limitare l'insorgenza delle calcificazioni.
La ringrazio anticipatamente.
[#3]
Non me la sento di suggerirle il tipo di fisioterapia da seguire in quanto questa è molto individuale, e non potendola visitare capirà la mia difficoltà.
Per quanto riguarda i farmaci in grado di prevenire le calcificazioni la posso aiutare riportando i dati di letteratura.
Ci sono dei lavori scientifici che affermano che farmaci quali l'ibuprofene o l'eterocoxib possano prevenire le calcificazioni. Tali farmaci vengono infatti usati nel post intervento di protesizzazione di anca a tal fine.
Le rinnovo i miei migliori auguri.
Per quanto riguarda i farmaci in grado di prevenire le calcificazioni la posso aiutare riportando i dati di letteratura.
Ci sono dei lavori scientifici che affermano che farmaci quali l'ibuprofene o l'eterocoxib possano prevenire le calcificazioni. Tali farmaci vengono infatti usati nel post intervento di protesizzazione di anca a tal fine.
Le rinnovo i miei migliori auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 15.9k visite dal 20/04/2008.
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