Vite transindesmosica
buongiorno , chiedo cortesemente spiegazioni visto che io ho avuto problemi per la rottura di una vite transindesmosica rotta e facendo ricerca su questo sito ho trovato altri 2 utenti che hanno avuto il solito problema ai quali è stato minimizzato il problema dai rispettivi ortopedici locali ed invece alla luce di esami strumentali ( tac) tale vite è risultata dannosa tanto da dover essere estratta. la cosa comune oltre la vite rotta è la confusione che c è nella procedura di riabilitazione , chi estrae la vite insieme alla rimozione del gesso ( e qui il problema è risolto) , chi invece se pur con tutore autorizza il carico da subito. non è possibile nel mondo ortopedico avere un protocollo standard se esiste il serio pericolo di rottura concedendo il carico , già 3 utenti su questo sito con il sottoscritto hanno avuto problemi, quindi una percentuale da non sottovalutare. perche' concedere il carico con una vite in sede (se sbaglio chiedo scusa) che ha la funzione di non far ruotare l osso trattato su se stesso???? quale è la corretta procedura ??? ringrazio gli ortopedici che volessero contribuire a fare chiarezza su infortuni (fratture trattate con osteisentesi rigida) che accadono tutti i giorni in tutta italia . cordiali saluti.
[#1]
innanzitutto vorrei capire se la vite transindesmosica di cui lei parla , è una vite che gli è stata applicata a seguito di una frattura di caviglia !
Generalmente infatti con questo termine si vuole indicare una vite aggiuntiva che viene inserita nelle fratture bimalleolari ( in aggiunta alla placca e alle viti utilizzate per sintetizzare i malleoli ) quando esiste anche una sospetta lesione della sindesmosi cioe del legamento che unisce la porzione distale della tibia con quella del perone.
Se si tratta di cio , il motivo per cui tale vite dovrebbe essere rimossa è rappresentato dal fatto che essa impedisce in modo completo i movimenti in flesso estensione del piede
La funzione di questa vite è infatti quella di favorire la guarigione del legamento o meglio della sindesmosi distale tra tibia e perone impedendo certi movimenti ( di avvicinamento e distanziamento )che naturalmente si verificano tra queste due ossa durante la flessione e l'estensione del piede .
La guarigione di questo legamento ( sindesmosi ) avviene dopo circa 30 gg per cui la vite va rimossa in quest'epoca in modo da consentire una normale ripresa dell'articolarita in flesso estensione della caviglia.
La mancata rimozione puo essere causa di rigidita articolare o di una rottura della stessa vite a seguito degli esercizi effettuati per il recupero dell' articolarità della caviglia
In ogni caso , in base alla mia esperienza , la rottura della vite sarebbe meglio evitarla con la sua rimozione nei tempi opportuni , ma la sua rottura per mancata rimozione non sempre rappresenta un grave problema .
Cordiali saluti Dr alessandro formica
Generalmente infatti con questo termine si vuole indicare una vite aggiuntiva che viene inserita nelle fratture bimalleolari ( in aggiunta alla placca e alle viti utilizzate per sintetizzare i malleoli ) quando esiste anche una sospetta lesione della sindesmosi cioe del legamento che unisce la porzione distale della tibia con quella del perone.
Se si tratta di cio , il motivo per cui tale vite dovrebbe essere rimossa è rappresentato dal fatto che essa impedisce in modo completo i movimenti in flesso estensione del piede
La funzione di questa vite è infatti quella di favorire la guarigione del legamento o meglio della sindesmosi distale tra tibia e perone impedendo certi movimenti ( di avvicinamento e distanziamento )che naturalmente si verificano tra queste due ossa durante la flessione e l'estensione del piede .
La guarigione di questo legamento ( sindesmosi ) avviene dopo circa 30 gg per cui la vite va rimossa in quest'epoca in modo da consentire una normale ripresa dell'articolarita in flesso estensione della caviglia.
La mancata rimozione puo essere causa di rigidita articolare o di una rottura della stessa vite a seguito degli esercizi effettuati per il recupero dell' articolarità della caviglia
In ogni caso , in base alla mia esperienza , la rottura della vite sarebbe meglio evitarla con la sua rimozione nei tempi opportuni , ma la sua rottura per mancata rimozione non sempre rappresenta un grave problema .
Cordiali saluti Dr alessandro formica
Dr. alessandro formica
[#2]
Utente
gentile Dott. Formica, grazie per la sua tempestiva risposta , la vite in questione è stata messa esattamente per una frattura peroneale , dopo avere tolto l apparecchio gessato (circa 30 giorni) mi è stato concesso il carico con un tutore walker e dopo circa altri 30 giorni alla rimozione della vite questa è risultata rotta facendo il solo carico con il tutore, senza fare quindi esercizi di flesso estensione. si è rotta con il solo carico?? la rimozione nei tempi opportuni che lei cita quindi dovrebbe essere insieme alla rimozione dell apparecchio gessato???. ringrazio e cordialmente saluto.
[#3]
ripeto la vite andrebbe rimossa dopo circa un mese - 40 gg ( questi sono i tempi di guarigione della sindesmosi ) Riguardo al carico , questo potrebbe aver favorito la rottura della vite anche se le maggiori sollecitazioni derivano dai movimenti in flesso estensione della caviglia.
in ogni caso non deve preoccuparsi perche la rottura della vite generalmente non cre alcun problema sul recupero funzionale
cordiali saluti dr alessandro formica
in ogni caso non deve preoccuparsi perche la rottura della vite generalmente non cre alcun problema sul recupero funzionale
cordiali saluti dr alessandro formica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 37.9k visite dal 13/01/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.