Rottura sottocutanea tendine d'achille
Gentilissimi dottori.
Durante una partita di calcetto ho subito la rottura sottocutanea del tendine d’Achille. Sapevo che questo tipo di fratture non vengono pagate dalle assicurazioni, ma sono andato a leggermi i termini della mia polizza ed ho scoperto che questa esclude in un primo momento tutte le rotture tendinee sottocutanee, ma le reintegra con una deroga successiva che dice:
<< A parziale deroga di quanto previsto dall’art. 2.2. “Esclusioni”, l’assicurazione si intende operante in caso di rotture tendinee sottocutanee da sforzo, per le quali verrà riconosciuta una invalidità permanente fino ad un massimo del 3% >>
Nonostante questa deroga però, l’assicurazione non intende liquidarmi, definendo il mio infortunio non imputabile ad uno sforzo.
Esistono quindi diversi tipi di fratture sottocutanee dei tendini? E perché la mia frattura non dovrebbe far parte di quelle da sforzo?
Grazie
Simone
Durante una partita di calcetto ho subito la rottura sottocutanea del tendine d’Achille. Sapevo che questo tipo di fratture non vengono pagate dalle assicurazioni, ma sono andato a leggermi i termini della mia polizza ed ho scoperto che questa esclude in un primo momento tutte le rotture tendinee sottocutanee, ma le reintegra con una deroga successiva che dice:
<< A parziale deroga di quanto previsto dall’art. 2.2. “Esclusioni”, l’assicurazione si intende operante in caso di rotture tendinee sottocutanee da sforzo, per le quali verrà riconosciuta una invalidità permanente fino ad un massimo del 3% >>
Nonostante questa deroga però, l’assicurazione non intende liquidarmi, definendo il mio infortunio non imputabile ad uno sforzo.
Esistono quindi diversi tipi di fratture sottocutanee dei tendini? E perché la mia frattura non dovrebbe far parte di quelle da sforzo?
Grazie
Simone
[#1]
Spett.le Utente,
la Compagnia Assicurativa respinge la richiesta di indennizzo poichè considera la lesione non correlata ad uno sforzo, bensì "rottura spontanea" del tendine di Achille, che è la fattispecie più frequente (conseguente a patologie degenerative, od a traumi ripetuti negli atleti).
Una risposta più precisa al Suo quesito può essere fornita dagli specialisti Ortopedici, nella cui area provvedo a spostarlo.
Distinti saluti.
la Compagnia Assicurativa respinge la richiesta di indennizzo poichè considera la lesione non correlata ad uno sforzo, bensì "rottura spontanea" del tendine di Achille, che è la fattispecie più frequente (conseguente a patologie degenerative, od a traumi ripetuti negli atleti).
Una risposta più precisa al Suo quesito può essere fornita dagli specialisti Ortopedici, nella cui area provvedo a spostarlo.
Distinti saluti.
Nicola Mascotti,M.D.
[Si prega di non richiedere stime del grado percentuale di invalidità, che non possono essere fornite in questa sede]
[#2]
Ringrazio il collega Dott. Mascotti che, in maniera dotta e corretta dopo aver espresso il suo pensiero ha poi postato il consulto in area Ortopedica Traumatologica.
Certo vi è una interdisciplinarietà nell'argomento di cui si discute.
Secondo me, egr. signore, sbaglia la Compagnia di Assicurazione , indipendentemente dalla deroga che lei riferisce, a non riconoscere il suo infortunio, in quanto non lo reputa conseguente ad uno sforzo.
Invece è prorio lo sforzo continuato, ripetuto, frequente, la sollecitazione meccanica, lo stress muscolare che determina la rottura come epifenomeno.
Certamente vi è una base di non efficenza strutturale del tendine, deteriorata, certamente il tendine di achille non è integro strutturalmente al 100 %, ma su una base degenerativa, una tendinosi o una tendoperiostosi dell'achilleo, con ridotta elasticità del tessuto tendineo, con usura anche moderata della struttura tendinea, è sempre lo sforzo ripetutto e costante, la ipersollecitazione che lentamente lo puà portare alla rottura .
Non tutti i tendini di achille degenerati si devono rompere obbligatoriamente o dogmaticamente !!!
Quindi , anche considerando la sua giovane età, egr. signore, a mio giudizio la Compagnia Assicurativa è in torto, dal punto di vista clinico, etiopatogenetico e medico-legale.
Si difenda !
Cordiali saluti
Certo vi è una interdisciplinarietà nell'argomento di cui si discute.
Secondo me, egr. signore, sbaglia la Compagnia di Assicurazione , indipendentemente dalla deroga che lei riferisce, a non riconoscere il suo infortunio, in quanto non lo reputa conseguente ad uno sforzo.
Invece è prorio lo sforzo continuato, ripetuto, frequente, la sollecitazione meccanica, lo stress muscolare che determina la rottura come epifenomeno.
Certamente vi è una base di non efficenza strutturale del tendine, deteriorata, certamente il tendine di achille non è integro strutturalmente al 100 %, ma su una base degenerativa, una tendinosi o una tendoperiostosi dell'achilleo, con ridotta elasticità del tessuto tendineo, con usura anche moderata della struttura tendinea, è sempre lo sforzo ripetutto e costante, la ipersollecitazione che lentamente lo puà portare alla rottura .
Non tutti i tendini di achille degenerati si devono rompere obbligatoriamente o dogmaticamente !!!
Quindi , anche considerando la sua giovane età, egr. signore, a mio giudizio la Compagnia Assicurativa è in torto, dal punto di vista clinico, etiopatogenetico e medico-legale.
Si difenda !
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 12.9k visite dal 11/01/2013.
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