Sintesi per mezzo di fili di k e doppio cerchiaggio 1 a 8.
Il 27 Agosto una macchina mi faceva caadere, piccchiando con il ginocchio dx, mi procuravo una frattuta scomposta della rotula in 3. Il 3 settembre vengo operato, nell'intervento mi é stata praticata la riduzione e sintesi per mezzo di fili di K e 2 cerchiaggi 1 a 8.
Dimesso all'indomani con tuttotore sono stato con la gamba senza caricare e sempre dritta senza piegarla sino al 16 di ottobre, data in cui ho iniziato a fare riabilitazione con macchinario kineteck.Ad oggi con il kineteck la gamba ha una flessione di 110°, ma una volta smesso dopo neppure una mezzora riprendono dolori, gongiori. l'ultima visita dal dottore che mi ha operato l'ho eseguita il 24/10/12, nell'occasione mi diceva che la mia salvezza sarebbe stato il nuoto.Fatto stà che dal 24/10/2012 mi hanno concesso carico completo, sto facendo, riabilitazione al mattino di circa 2 ore tra kineteck e piegamenti, un ora di piscina ed esercizi a casa consigliati, ma la mia gamba non si piega, ha raggiunto secondo il fisiatra un 80° dei gradi, alla notte ormai non dormo piu' e mi sveglio sempre per il dolore.Non è per mancanza di fiducia del Dottore che mi ha fatto l'intervento , ma è la paura che ho che mi porta a chiedere consigli, la senzazione piu' brutta e cercare di volere piegare ee avere la gamba come se fosse legno.
Se si puo' , io posso inviarvi tutta la documentazione inerente con relativi Rx fatti.
E' normale tutto cio', parlano di un intevento in arcosi che piegheranno la gamba per forza se entro dicembre non troveranno miglioramenti......Rispondetemi ho 38 anni ma ho una paura esagerata.....Grazie Anticipatamente per le delucidazioni che mi verranno fornite.
Dimesso all'indomani con tuttotore sono stato con la gamba senza caricare e sempre dritta senza piegarla sino al 16 di ottobre, data in cui ho iniziato a fare riabilitazione con macchinario kineteck.Ad oggi con il kineteck la gamba ha una flessione di 110°, ma una volta smesso dopo neppure una mezzora riprendono dolori, gongiori. l'ultima visita dal dottore che mi ha operato l'ho eseguita il 24/10/12, nell'occasione mi diceva che la mia salvezza sarebbe stato il nuoto.Fatto stà che dal 24/10/2012 mi hanno concesso carico completo, sto facendo, riabilitazione al mattino di circa 2 ore tra kineteck e piegamenti, un ora di piscina ed esercizi a casa consigliati, ma la mia gamba non si piega, ha raggiunto secondo il fisiatra un 80° dei gradi, alla notte ormai non dormo piu' e mi sveglio sempre per il dolore.Non è per mancanza di fiducia del Dottore che mi ha fatto l'intervento , ma è la paura che ho che mi porta a chiedere consigli, la senzazione piu' brutta e cercare di volere piegare ee avere la gamba come se fosse legno.
Se si puo' , io posso inviarvi tutta la documentazione inerente con relativi Rx fatti.
E' normale tutto cio', parlano di un intevento in arcosi che piegheranno la gamba per forza se entro dicembre non troveranno miglioramenti......Rispondetemi ho 38 anni ma ho una paura esagerata.....Grazie Anticipatamente per le delucidazioni che mi verranno fornite.
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Gentile paziente , la frattura di rotula è a tutti gli effetti una frattura articolare e come tutte le lesioni di questo tipo non sono mai screvre alla media -lunga distanza da problemi quali quelli che lei sta affrontando come la comparsa di dolore , tumefazione e rigidità articolare . La invito a stare tranquillo , l'operato di chi l'ha avuta in carico è stato sin qui assolutamente corretto . Continui quanto possibile con la riabilitazione senza temere più di tanto la possibilità di una mobilizzazione articolare in narcosi , alla quale è comune ricorrere nei casi come il suo . Le porgo i miei migliori auguri
Dr. DIEGO ESPOSITO
specialista in ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
CHIRURGIA ARTROSCOPICA SPALLA E GINOCCHIO
CHIRURGIA DELLA MANO
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Nelle fratture scomposte, è d’obbligo il trattamento chirurgico che prevede la sintesi della frattura con utilizzo di mezzi metallici (cerchiagli, fili, viti). Il post operatorio prevede, nella maggior parte dei casi, una cauta mobilizzazione passiva utilizzando il kinetec, il giorno successivo all'intervento. Il carico è consentito dopo 3 giorni. Dopo 15 gg , il paziente viene inviato dal fisioterapista per il trattamento attivo possibilmente in acqua.
La tecnica usata dal suo ortopedico senza dubbio è corretta. L’uso di due fili di Kirschner disposti parallelamente e un filo metallico orientato a 8 determina una maggiore compressione interframmentaria a livello della rima di frattura, accelerando in tal modo i processi di riparazione biologica.
Tuttavia, in alcuni casi, dovuti a particolari rime di fratture o a causa della qualità dell’osso, occorre un periodo di immobilizzazione con tutore di ginocchio.
Tale periodo di immobilizzazione, purtroppo in pz suscettibili, causa un quadro di artro-fibrosi.
I fasci fibrosi (aderenze) che si formano limitano i movimenti di flessione o di estensione.
Più l'immobilità è prolungata, più i fasci diventano resistenti e minori sono le possibilità di recupero del movimento.
In tal caso diventano necessarie procedure aggiuntive come : le onde d’urto, la mobilizzazione in narcosi e la chirurgia (a cielo aperto o artroscopica).
Il trattamento con le onde d’urto, associato alla fisiokinesiterapia è un trattamento recente, privo di complicazioni e con buoni risultati
La mobilizzazione forzata sotto anestesia, è una metodica molto usata ma deve essere molto cauta per la possibilità di procurare ulteriori lesioni articolari.
La chirurgia tradizionale tuttavia è poco indicata in questo genere di problemi: aprire l'articolazione per rimuovere i tessuti fibrosi espone al rischio di infezioni e recidive.
Nel campo della chirurgia, sono da preferire procedure miniinvasive come l'artroscopia. In questo modo il chirurgo ispeziona l'intera cavità articolare, individua le aderenze e le rimuove con una precisione impensabile a cielo aperto e nel pieno rispetto delle strutture anatomiche.
Tuttavia tale trattamento non è privo di rischi.
Purtroppo Lei deve essere consapevole che possibili recidive possono comunque ripresentarsi per risposta cicatriziale individuale.
Resta, comunque, il fatto che, per recuperare l’escursione articolare, si dovrà impegnare, dopo qualsiasi trattamento scelto dal suo ortopedico, in un percorso intenso e prolungato di riabilitazione.
La tecnica usata dal suo ortopedico senza dubbio è corretta. L’uso di due fili di Kirschner disposti parallelamente e un filo metallico orientato a 8 determina una maggiore compressione interframmentaria a livello della rima di frattura, accelerando in tal modo i processi di riparazione biologica.
Tuttavia, in alcuni casi, dovuti a particolari rime di fratture o a causa della qualità dell’osso, occorre un periodo di immobilizzazione con tutore di ginocchio.
Tale periodo di immobilizzazione, purtroppo in pz suscettibili, causa un quadro di artro-fibrosi.
I fasci fibrosi (aderenze) che si formano limitano i movimenti di flessione o di estensione.
Più l'immobilità è prolungata, più i fasci diventano resistenti e minori sono le possibilità di recupero del movimento.
In tal caso diventano necessarie procedure aggiuntive come : le onde d’urto, la mobilizzazione in narcosi e la chirurgia (a cielo aperto o artroscopica).
Il trattamento con le onde d’urto, associato alla fisiokinesiterapia è un trattamento recente, privo di complicazioni e con buoni risultati
La mobilizzazione forzata sotto anestesia, è una metodica molto usata ma deve essere molto cauta per la possibilità di procurare ulteriori lesioni articolari.
La chirurgia tradizionale tuttavia è poco indicata in questo genere di problemi: aprire l'articolazione per rimuovere i tessuti fibrosi espone al rischio di infezioni e recidive.
Nel campo della chirurgia, sono da preferire procedure miniinvasive come l'artroscopia. In questo modo il chirurgo ispeziona l'intera cavità articolare, individua le aderenze e le rimuove con una precisione impensabile a cielo aperto e nel pieno rispetto delle strutture anatomiche.
Tuttavia tale trattamento non è privo di rischi.
Purtroppo Lei deve essere consapevole che possibili recidive possono comunque ripresentarsi per risposta cicatriziale individuale.
Resta, comunque, il fatto che, per recuperare l’escursione articolare, si dovrà impegnare, dopo qualsiasi trattamento scelto dal suo ortopedico, in un percorso intenso e prolungato di riabilitazione.
Dr. Fabrizio SERGIO
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
fsergio@libero.it
[#3]
Ex utente
Ringrazio di Cuore per aver dato delle risposte alla domanda da me sottoposta, io spero di recuperare il piu' possibilile ed il prima possibile, ma purtroppo ci son dei giorni come ieri che si mnifestano blocchi impprovvisi totali, con dolori indescrivibili.Se dovro' sottopormi ad un altro intervento, dopo avercela messa tutta in riabilitazione, spero che sia poco invasiva.Oggi il fisiatra proverà in sieme al kinetek la tens o altro nome simile che non ricordo, cmq RINGRAZIO DI CUORE VOI DOTTORI e ironicamente , spero di ringraziare di cuore il dottore di cui mi son fidato per l'intervento e continuero' a farlo nonostante le problematiche che trovo giorno dopo giorno.
GRAZIE DOTTORI.
M.M.
GRAZIE DOTTORI.
M.M.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 24.1k visite dal 13/11/2012.
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