Frattura scomposta del femore
Salve dottore, avrei bisogno di un parere che non riguarda me personalmente ma una persona a me cara. In seguito ad un incidente, successo ad Agosto 2011, con la macchina questa persona, ragazzo di 20 anni, ha riportato una frattuta diafisaria scomposta al femore. Dopo 3 giorno è stata operata mettendo un chiodo endomidollare fissato con una vite nell'epifisi distale. Tutto sembrava migliorare, aveva iniziato la riabilitazione e aveva fatto un ciclo di magnetoterapia. Ma questa situazione è durata fino a Dicembre dove nella lastra si sono accorti che la vite si era rotta. Non avendo dolori questa persona ha continuato normalmente la sua vita iniziando a Marzo la magnetoterapia a casa ogni giorno per almeno 8 ore, ma da quel momento la situazione è peggiorata. Ad ogni visita l'osso non migliorava. Quindi hanno deciso di operare nuovamente utilizzando un chiodo endomidollare più grosso senza fissarlo con la vite. Tutto questo è successo i primi di Agosto 2012, ma ad oggi i risultati sono che l'osso non è calcificato e accusa dolori talmente forti da dover stare a letto. Cosa ci consiglia di fare? Perchè in tutto questo tempo non si è calcificato l'osso? Grazie mille dell'attenzione che ci darà!
Buon lavoro.
Buon lavoro.
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Gentile utente,
purtroppo la possibilità che la frattura non guarisca esiste, è una complicanza nota e non rara chiamata "pseudoartrosi". Esistono diverse possibilità di trattamento, alcune conservative (come la magnetoterapia che il Suo conoscente sta già facendo) ed altre chirurgiche che prevedono la risintesi con mezzi differenti (magari anche con un fissatore esterno).
Il mio consiglio è di rivolgersi ad un esperto traumatologo o a qualcuno con grande esperienza nell'uso dei fissatori esterni.
Distinti saluti
purtroppo la possibilità che la frattura non guarisca esiste, è una complicanza nota e non rara chiamata "pseudoartrosi". Esistono diverse possibilità di trattamento, alcune conservative (come la magnetoterapia che il Suo conoscente sta già facendo) ed altre chirurgiche che prevedono la risintesi con mezzi differenti (magari anche con un fissatore esterno).
Il mio consiglio è di rivolgersi ad un esperto traumatologo o a qualcuno con grande esperienza nell'uso dei fissatori esterni.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 19/09/2012.
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