Algodistrofia
Salve, chiedo cortesemente un aiuto per la mia situazione.
Il 13 maggio u.s. mentre camminavo in casa ho iniziato ad avvertire un dolore sul dorso del piede.
Dopo quattro gg mi sono rivolta al medco di base il quale mi ha prescritto brufen e rx.
L’antiffiammatorio non ha dato sollievo al dolore ed il referto rx diceva quanto segue:
“ Non lesioni delle componenti scheletriche esaminate con caratteristiche radiologiche di attività individuabili con la metodica in uso.Modesto opacamento dei tessuti molli in regione metatarsale”.
La settimana successiva,su consiglio del medico curante, mi sottopongo ad eco con questo esito
” Esame condotto in comparativa, a carico della regione dorsale del piede,sede del dolore.Non si rilevano formazioni occupanti spazio, né significative alterazioni delle componenti tendinee della regione, né distensioni fluide peritendinne.Modesta disomogeneità del tessuto adiposo sottocutaneo del versante dorsale come per imbibizione edematosa”.
Visto il referto il mio medico curante mi sottoponeva a deltacortene 25 mg/die x 1 sett. ma il dolore diveniva sempre più lancinante ed.il 28.05 mi sottopongo a RMN con il seguente referto: “Diffusa area di alterata intensità in corrispondenza del III metatarso in rapporto ad edema intraspongioso in presenza di estesa imbibizione edematosa da fenomeni reattivi dei tessuti molli intermetatarsali. Sulla base dei reperti descritti il quadro appare suggestivo per frattura da stress pertanto meritevole di consulenza specialistica e rivalutazione a 30/40 gg dopo opportuna terapia medica.Modico valgismo metatarso falangeo del primo raggio con lieve distensione fluida dell’articolazione interposta”.
Vengo visitata al reparto ortopedia dell’o.c. a me più vicino e l’ortopedico mi prescrive:calza elastica, cardioaspirina e piede in semicarico con controllo a 20 gg.
Dicendomi che questo tipo di frattura non necessita né di gesso né di tutore.
Osservo tutto ciò e torno a controllo con nuovo referto RX che diceva”avviati fenomeni consolidativi nel pregresso focolaio di frattura”; in sede faccio presente al medico che il piede era molto dolente e che facevo fatica a camminare ma il medico( lo stesso della visita precedente), mi diceva che era normale , pertanto mi ha invitata a togliere la stampella, camminare al mare e fare ciclette.
Mi sono accorta che le cose non andavano per il verso giusto, mi sono consultata con il medico curante il quale mi ha prescritto riposo assoluto e FoscalD.
Dopo due settimane di riposo, l’edema ed il dolore permanevano e le dita iniziavano a non piegarsi più e la cosa non mi rassicurava….Pertanto mi sottoponevo a visita da un altro ortopedico il quale prescriveva di camminare in piscina , mobilizzazioni del piede, Dibase, Exinef 60mg 1cp al g.) e nell’immediato mi ha sottoponeva a trattamento di mesoterapia.
Nell’immediado il piede si immobilizzava e compariva edema duro nella zona metatarsale.
Il giorno successivo iniziavano formicolii e scosse all’alluce sia di giorno che di notte.
L’ortopedico contattato più volte nei gg seguenti mi rassicura dicendomi che” il farmaco iniettato sta facendo il suo lavoro” e mi invitava a metterci il ghiaccio.
Ho iniziato anche a camminare in piscina ma erano dolori…..Vado alla visita di controllo dopo una settimana e l’ortopedico mi dice che è tutto normale sia l’edema che il dolore, prescrive il Clodron, di caricare il piede.
Nei giorni successivi la situazione precipita: oltre a tutto il resto sopra menzionato, le dita non rispondevano più agli stimoli e questo mi fatto molto preoccupare tanto da rivolgermi ad un neurologo che mi ha sottoposto ad elettromiografia (dove non è emerso nulla) ed ha nell’immediato ipotizzato un’ artite post traumatica e mi prescrive Medrol (3gg 48mg, poi 2 sett.32mg e controllo) e subito RMN e RX.Dopo tre giorni di terapia ho notato solo una minima riduzione di edema e niente più.
Dalla risonanza è emerso quanto segue:”Rispetto al precedente esame del 28.05.12 appaionpo discretamente ridotti, ma non scomparsi, i fenomeni edematosi del III metatarso e dei tessuti molli perischeletrici.Si apprezza formazione di callo osseo del III metatarso”
RX: Esiti di stabilizzazione di frattura da stress del III metatarso in sede diafisaria distale.
Con questo esito il neurologo mi ha interrotto al quarto g. il cortisone e mi ha prescritto Lyrica 150 mg /die.Sin da subito ho ricominciato finalmente a dormire, il dolore si è ridotto e, dopo una decina di gg, forse erroneamente, ricominciato piano piano a caricarlo camminando con una sola stampella.Per una sett.la mattina presto sono andata al mare alle ore 6.00 immergendolo in acqua fresca e facendo leggeri esercizi e questo mi giovava sia al piede che alla psiche .Nel pomeriggio osservavo riposo e se si presentava edema mettevo del ghiaccio.Ho pensato la settimana scorsa di farmi visitare da una fisiatra per delle indicazioni perché pensavo di trovarmi nella strada della risoluzione……La fisiatra, dopo la visita, mi ha prescritto 10 mobilizzazioni e 10 esercizi di posturale invitandomi a stare tranquilla facendomi presente che faccio un lavoro altamente stressante(da me confermato) invitandomi ad avere un approccio positivo alla vita………(invito chiunque con questa esperienza a stare tranquilli…..)
Chiedo se posso caricare il piede e quindi lasciare la stampella e mi risponde che devo decidere io se voglio continuare ad essere malata oppure no.
Comunque, ho lasciato la stampella e con enorme difficoltà ho iniziato a camminare senza appoggiarmi…...Due giorni dopo la situazione del mio piede precipita; l’edema duro si ripresenta in modo prepotente sul dorso e alle dita tanto da non reagire nemmeno al ghiaccio;il dolore coinvolgeva il piede e si si irradiava su per la gamba.(Tutto questo domenica scorsa).
In ospedale sono stata visitata da un reumatologo il quale ha ipotizzato due diagnosi: algodistrofia simpatico riflessa oppure artrite psorisiaca.Mi ha prescritto, pertanto, 30 gg di riposo assoluto al piede, vietandomi anche di fare mobilizzazioni alle dita,Clodron (1 fl x 7gg a seguire 1fl a sett.) e lyrica che sto già assumendo.Oggi sono al terzo gg. che sto in condizioni di riposo ma tutto è invariato.
Capisco perfettamente che a distanza non si possono fare diagnosi ma vi chiedo cortesemente mi darmi almeno un consiglio ……….perchè il mio dubbio è di fermare completamente il piede…che appare sempre edematoso,rigido anche in posizione orizzontale di riposo e, cianotico, se viene posto in posizione verticale(senza carico).
Vorrei solo sapere per favore se avete avuto altre storie simili come le avete affrontate.
Le mie domande:
1) vorrei chiarimenti sulle due diagnosi perché mi fanno paura e non so se starmi ferma e seguire le indicazioni del reumatologo oppure rivolgermi in un Centro specializzato per queste problematiche specifico per malattie del piede.
2)Riuscirò a ricondurre una vita normale?
3) Queste due patologie non dovrebbero emergere nella RMN?
4)In base alle indicazioni da me fornite che tipo di ipotesi di diagnosi voi fate?
P.S. ho dimenticato di scrivere che ho effettuato esami ematici inerenti le malattie autoimmuni e non è emerso nulla.Non ricordo di aver avuto traumi , non pratico sport)
Papà affetto da artite e sorella da psoriasi.
E’ la prima volta che mi rivolgo al Vostro sito…… sono disperata.
Vi ringrazio anticipatamente.
Il 13 maggio u.s. mentre camminavo in casa ho iniziato ad avvertire un dolore sul dorso del piede.
Dopo quattro gg mi sono rivolta al medco di base il quale mi ha prescritto brufen e rx.
L’antiffiammatorio non ha dato sollievo al dolore ed il referto rx diceva quanto segue:
“ Non lesioni delle componenti scheletriche esaminate con caratteristiche radiologiche di attività individuabili con la metodica in uso.Modesto opacamento dei tessuti molli in regione metatarsale”.
La settimana successiva,su consiglio del medico curante, mi sottopongo ad eco con questo esito
” Esame condotto in comparativa, a carico della regione dorsale del piede,sede del dolore.Non si rilevano formazioni occupanti spazio, né significative alterazioni delle componenti tendinee della regione, né distensioni fluide peritendinne.Modesta disomogeneità del tessuto adiposo sottocutaneo del versante dorsale come per imbibizione edematosa”.
Visto il referto il mio medico curante mi sottoponeva a deltacortene 25 mg/die x 1 sett. ma il dolore diveniva sempre più lancinante ed.il 28.05 mi sottopongo a RMN con il seguente referto: “Diffusa area di alterata intensità in corrispondenza del III metatarso in rapporto ad edema intraspongioso in presenza di estesa imbibizione edematosa da fenomeni reattivi dei tessuti molli intermetatarsali. Sulla base dei reperti descritti il quadro appare suggestivo per frattura da stress pertanto meritevole di consulenza specialistica e rivalutazione a 30/40 gg dopo opportuna terapia medica.Modico valgismo metatarso falangeo del primo raggio con lieve distensione fluida dell’articolazione interposta”.
Vengo visitata al reparto ortopedia dell’o.c. a me più vicino e l’ortopedico mi prescrive:calza elastica, cardioaspirina e piede in semicarico con controllo a 20 gg.
Dicendomi che questo tipo di frattura non necessita né di gesso né di tutore.
Osservo tutto ciò e torno a controllo con nuovo referto RX che diceva”avviati fenomeni consolidativi nel pregresso focolaio di frattura”; in sede faccio presente al medico che il piede era molto dolente e che facevo fatica a camminare ma il medico( lo stesso della visita precedente), mi diceva che era normale , pertanto mi ha invitata a togliere la stampella, camminare al mare e fare ciclette.
Mi sono accorta che le cose non andavano per il verso giusto, mi sono consultata con il medico curante il quale mi ha prescritto riposo assoluto e FoscalD.
Dopo due settimane di riposo, l’edema ed il dolore permanevano e le dita iniziavano a non piegarsi più e la cosa non mi rassicurava….Pertanto mi sottoponevo a visita da un altro ortopedico il quale prescriveva di camminare in piscina , mobilizzazioni del piede, Dibase, Exinef 60mg 1cp al g.) e nell’immediato mi ha sottoponeva a trattamento di mesoterapia.
Nell’immediado il piede si immobilizzava e compariva edema duro nella zona metatarsale.
Il giorno successivo iniziavano formicolii e scosse all’alluce sia di giorno che di notte.
L’ortopedico contattato più volte nei gg seguenti mi rassicura dicendomi che” il farmaco iniettato sta facendo il suo lavoro” e mi invitava a metterci il ghiaccio.
Ho iniziato anche a camminare in piscina ma erano dolori…..Vado alla visita di controllo dopo una settimana e l’ortopedico mi dice che è tutto normale sia l’edema che il dolore, prescrive il Clodron, di caricare il piede.
Nei giorni successivi la situazione precipita: oltre a tutto il resto sopra menzionato, le dita non rispondevano più agli stimoli e questo mi fatto molto preoccupare tanto da rivolgermi ad un neurologo che mi ha sottoposto ad elettromiografia (dove non è emerso nulla) ed ha nell’immediato ipotizzato un’ artite post traumatica e mi prescrive Medrol (3gg 48mg, poi 2 sett.32mg e controllo) e subito RMN e RX.Dopo tre giorni di terapia ho notato solo una minima riduzione di edema e niente più.
Dalla risonanza è emerso quanto segue:”Rispetto al precedente esame del 28.05.12 appaionpo discretamente ridotti, ma non scomparsi, i fenomeni edematosi del III metatarso e dei tessuti molli perischeletrici.Si apprezza formazione di callo osseo del III metatarso”
RX: Esiti di stabilizzazione di frattura da stress del III metatarso in sede diafisaria distale.
Con questo esito il neurologo mi ha interrotto al quarto g. il cortisone e mi ha prescritto Lyrica 150 mg /die.Sin da subito ho ricominciato finalmente a dormire, il dolore si è ridotto e, dopo una decina di gg, forse erroneamente, ricominciato piano piano a caricarlo camminando con una sola stampella.Per una sett.la mattina presto sono andata al mare alle ore 6.00 immergendolo in acqua fresca e facendo leggeri esercizi e questo mi giovava sia al piede che alla psiche .Nel pomeriggio osservavo riposo e se si presentava edema mettevo del ghiaccio.Ho pensato la settimana scorsa di farmi visitare da una fisiatra per delle indicazioni perché pensavo di trovarmi nella strada della risoluzione……La fisiatra, dopo la visita, mi ha prescritto 10 mobilizzazioni e 10 esercizi di posturale invitandomi a stare tranquilla facendomi presente che faccio un lavoro altamente stressante(da me confermato) invitandomi ad avere un approccio positivo alla vita………(invito chiunque con questa esperienza a stare tranquilli…..)
Chiedo se posso caricare il piede e quindi lasciare la stampella e mi risponde che devo decidere io se voglio continuare ad essere malata oppure no.
Comunque, ho lasciato la stampella e con enorme difficoltà ho iniziato a camminare senza appoggiarmi…...Due giorni dopo la situazione del mio piede precipita; l’edema duro si ripresenta in modo prepotente sul dorso e alle dita tanto da non reagire nemmeno al ghiaccio;il dolore coinvolgeva il piede e si si irradiava su per la gamba.(Tutto questo domenica scorsa).
In ospedale sono stata visitata da un reumatologo il quale ha ipotizzato due diagnosi: algodistrofia simpatico riflessa oppure artrite psorisiaca.Mi ha prescritto, pertanto, 30 gg di riposo assoluto al piede, vietandomi anche di fare mobilizzazioni alle dita,Clodron (1 fl x 7gg a seguire 1fl a sett.) e lyrica che sto già assumendo.Oggi sono al terzo gg. che sto in condizioni di riposo ma tutto è invariato.
Capisco perfettamente che a distanza non si possono fare diagnosi ma vi chiedo cortesemente mi darmi almeno un consiglio ……….perchè il mio dubbio è di fermare completamente il piede…che appare sempre edematoso,rigido anche in posizione orizzontale di riposo e, cianotico, se viene posto in posizione verticale(senza carico).
Vorrei solo sapere per favore se avete avuto altre storie simili come le avete affrontate.
Le mie domande:
1) vorrei chiarimenti sulle due diagnosi perché mi fanno paura e non so se starmi ferma e seguire le indicazioni del reumatologo oppure rivolgermi in un Centro specializzato per queste problematiche specifico per malattie del piede.
2)Riuscirò a ricondurre una vita normale?
3) Queste due patologie non dovrebbero emergere nella RMN?
4)In base alle indicazioni da me fornite che tipo di ipotesi di diagnosi voi fate?
P.S. ho dimenticato di scrivere che ho effettuato esami ematici inerenti le malattie autoimmuni e non è emerso nulla.Non ricordo di aver avuto traumi , non pratico sport)
Papà affetto da artite e sorella da psoriasi.
E’ la prima volta che mi rivolgo al Vostro sito…… sono disperata.
Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Gentile signora , capisco bene il suo fastido e la sua irrequietezza, ma certamente non è una situazione da vivere in maniera cosi " drammatica" e " quasi unica " come la sta affrontando lei ; approvo quanto le diceva la fisiatra, dopo la visita, invitandola a stare tranquilla nonostante il suo lavoro altamente stressante (da lei confermato); ma che lavoro svolge ? invitandola ad avere un approccio positivo alla vita……
Andando all'aspetto puramente tecnico del suo problema, è verosimile gentile signora che lei possa avere una " Sindrome di Sudek" ovvero una patologia caratterizzata da algodistrofia segmentaria, stasi venosa, accentuata con arto in posizione declive, ( edema color vinaccia), turbe sensitive neurologiche, e limitazione funzionale con difficoltà al carico.
Tale sindrome è frequente un postumo di una frattura dei segmenti distali degli arti, mani e piedi o caviglie e polsi, con susseguente alterazione della circolazione venosa periferica . Faccia confermare quanto le dico da un collega fisiatra e/o angiologo o anche un ortopedico.
Non c'entra nulla mi sembra il reumatologo, come altresì lei mi conferma, ma si faccia seguire appunto da quegli specialisti che le ho accennato prima.
Esegua, sempre dopo prescrizione dello Specialista, se confermata, della fisiochinesiterapia appropriata, evitando il carico totale se c'è dolore, le consiglierei il nuoto in piscina e delle applicazioni di terapia fisica specifica ed idonea : ne parli con il fisiatra.
Massoterapia drenante, terapia farmacologica anche locale, ginnastica propriocettiva, esegua carico sfiorante all'inizio e controlli l'esame radiografico del piede facendolo valutare ad un collega ortopedico.
Cordiali saluti
Andando all'aspetto puramente tecnico del suo problema, è verosimile gentile signora che lei possa avere una " Sindrome di Sudek" ovvero una patologia caratterizzata da algodistrofia segmentaria, stasi venosa, accentuata con arto in posizione declive, ( edema color vinaccia), turbe sensitive neurologiche, e limitazione funzionale con difficoltà al carico.
Tale sindrome è frequente un postumo di una frattura dei segmenti distali degli arti, mani e piedi o caviglie e polsi, con susseguente alterazione della circolazione venosa periferica . Faccia confermare quanto le dico da un collega fisiatra e/o angiologo o anche un ortopedico.
Non c'entra nulla mi sembra il reumatologo, come altresì lei mi conferma, ma si faccia seguire appunto da quegli specialisti che le ho accennato prima.
Esegua, sempre dopo prescrizione dello Specialista, se confermata, della fisiochinesiterapia appropriata, evitando il carico totale se c'è dolore, le consiglierei il nuoto in piscina e delle applicazioni di terapia fisica specifica ed idonea : ne parli con il fisiatra.
Massoterapia drenante, terapia farmacologica anche locale, ginnastica propriocettiva, esegua carico sfiorante all'inizio e controlli l'esame radiografico del piede facendolo valutare ad un collega ortopedico.
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 18.5k visite dal 08/08/2012.
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