Spondilolistesi 3° e parto
Gentili Dottori, vi scrivo perché ho un dubbio che mi arrovella.
Ho una spondilolisi con spondilolistesi della L5-S1 di 2°/ 3° grado (tra i 15 e i 22 mm) abbastanza asintomatica, con una buona risposta di movimenti e senza grosse complicazioni, e mi hanno sempre detto che, per una eventuale gravidanza, avrei dovuto fare un taglio cesareo, ora che sono incinta (sono di 30 settimane), sia l'ortopedico, che il gine mi hanno detto che in realtà non ci sono problemi a fare un parto naturale.
Io sono stata contentissima di questo ma non nascondo di aver iniziato a dubitare di ciò che mi hanno detto, sia perché non ho avuto risposta su cosa avviene alla colonna vertebrale durante il parto, sia perché non ho avuto risposta su eventuali complicazioni durante il travaglio.
Premesso che "potrei" fare il parto in acqua e risolvere parzialmente la questione del dolore, e ammesso di poterlo fare logisticamente e fisiologicamente, la mia preoccupazione riguarda eventuali infiammazioni al nervo sciatico.
Siccome già è accaduto in passato che si infiammasse il nervo sciatico dopo uno sforzo (ero andata semplicemente in bagno con un pò di difficoltà) e che sia rimasto infiammato pur praticando nuoto (ho dovuto smettere perché non riuscivo a muovermi nel letto), trovo naturale pensare che le spinte del parto possano provocare una infiammazione acuta, se non qualcosa di peggio.
Mi chiedo se non sarebbe opportuno fare un parto con epidurale o tornare al vecchio cesareo.
Ovviamente la mia speranza è che possa fare il parto in acqua, ma siccome non dipende esclusivamente dalla mia volontà, vorrei capire quali possono essere le alternative meno dannose.
In ogni caso, è vero che potrei arrivare alla 41esima settimana senza grossi problemi, ma lo scoglio più grande resterebbe lo sforzo finale del parto.
Potreste dirmi se effettivamente rischio qualcosa e se si cosa?
E quale sarebbe la scelta opportuna da fare?
I miei due dottori non si vogliono assumere la responsabilità del taglio cesareo o sarebbe un rischio anche quello?
Potrebbe servire un consulto con un neurochirurgo?
Insomma mi dicono tutti di aspettare e vedere ma l'idea di non sapere cosa dover affrontare mi fa innervosire.
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
Ho una spondilolisi con spondilolistesi della L5-S1 di 2°/ 3° grado (tra i 15 e i 22 mm) abbastanza asintomatica, con una buona risposta di movimenti e senza grosse complicazioni, e mi hanno sempre detto che, per una eventuale gravidanza, avrei dovuto fare un taglio cesareo, ora che sono incinta (sono di 30 settimane), sia l'ortopedico, che il gine mi hanno detto che in realtà non ci sono problemi a fare un parto naturale.
Io sono stata contentissima di questo ma non nascondo di aver iniziato a dubitare di ciò che mi hanno detto, sia perché non ho avuto risposta su cosa avviene alla colonna vertebrale durante il parto, sia perché non ho avuto risposta su eventuali complicazioni durante il travaglio.
Premesso che "potrei" fare il parto in acqua e risolvere parzialmente la questione del dolore, e ammesso di poterlo fare logisticamente e fisiologicamente, la mia preoccupazione riguarda eventuali infiammazioni al nervo sciatico.
Siccome già è accaduto in passato che si infiammasse il nervo sciatico dopo uno sforzo (ero andata semplicemente in bagno con un pò di difficoltà) e che sia rimasto infiammato pur praticando nuoto (ho dovuto smettere perché non riuscivo a muovermi nel letto), trovo naturale pensare che le spinte del parto possano provocare una infiammazione acuta, se non qualcosa di peggio.
Mi chiedo se non sarebbe opportuno fare un parto con epidurale o tornare al vecchio cesareo.
Ovviamente la mia speranza è che possa fare il parto in acqua, ma siccome non dipende esclusivamente dalla mia volontà, vorrei capire quali possono essere le alternative meno dannose.
In ogni caso, è vero che potrei arrivare alla 41esima settimana senza grossi problemi, ma lo scoglio più grande resterebbe lo sforzo finale del parto.
Potreste dirmi se effettivamente rischio qualcosa e se si cosa?
E quale sarebbe la scelta opportuna da fare?
I miei due dottori non si vogliono assumere la responsabilità del taglio cesareo o sarebbe un rischio anche quello?
Potrebbe servire un consulto con un neurochirurgo?
Insomma mi dicono tutti di aspettare e vedere ma l'idea di non sapere cosa dover affrontare mi fa innervosire.
Grazie in anticipo
Cordiali saluti
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Gentile signora, un consulto di un esperto clinico della colonna vertebrale, un ortopedico o un neurochirurgo, è senz'altro una valida idea; insieme ai ginecologi in un consuilto interdisciplinare si stabilira' la soluzione migliore per lei e per il nascituro, valutando radiografie e quant'altro.
Le radiografie o altri esami che lei ha già eseguito in passato chiariranno la vera situazione.
Perchè dovrebbe essere un rischio il cesareo?
Se non vi sono controindicazioni, potrebbe essere fatto.
Cosi come va valutato ogni dettaglio, se c'è impegno od ostacoli lungo il canale del parto, dove dovrebbe per via naturale dall'utero scorrere il bimbo/a .sino alla luce. Ma ovviamente tutte queste ipotesi saranno esaminate e valutate dai colleghi specialisti che la seguono.
Certo tanti fattori, anche riguardo il peso, la posizione del feto, la forma ed i diametri del bacino ed altro influiranno sulla decisione.
Gentile signora vanno affrontati questi aspetti tecnicamente dai colleghi in collaborazione tra loro, per prendere poi una decisione la più saggia e sicura insieme a lei.
Se ci dovesse essere anche malauguratamente una infiammazione del nervo sciatico, come si paventa, stia tranquilla, anche se fastidiosa e limitante è regredibile e risolvibile.
L'importante che il bimbo nasca bene, sano e forte e che la madre non soffra molto.
I miei più cordiali cordiali auguri
Le radiografie o altri esami che lei ha già eseguito in passato chiariranno la vera situazione.
Perchè dovrebbe essere un rischio il cesareo?
Se non vi sono controindicazioni, potrebbe essere fatto.
Cosi come va valutato ogni dettaglio, se c'è impegno od ostacoli lungo il canale del parto, dove dovrebbe per via naturale dall'utero scorrere il bimbo/a .sino alla luce. Ma ovviamente tutte queste ipotesi saranno esaminate e valutate dai colleghi specialisti che la seguono.
Certo tanti fattori, anche riguardo il peso, la posizione del feto, la forma ed i diametri del bacino ed altro influiranno sulla decisione.
Gentile signora vanno affrontati questi aspetti tecnicamente dai colleghi in collaborazione tra loro, per prendere poi una decisione la più saggia e sicura insieme a lei.
Se ci dovesse essere anche malauguratamente una infiammazione del nervo sciatico, come si paventa, stia tranquilla, anche se fastidiosa e limitante è regredibile e risolvibile.
L'importante che il bimbo nasca bene, sano e forte e che la madre non soffra molto.
I miei più cordiali cordiali auguri
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottor Caruso,
La ringrazio innanzitutto per la risposta celere.
Nel frattempo ho fatto un consulto con un neurochirurgo, che ha sottolineato la gravità della mia situazione, però mi ha rassicurato sul fatto che non ci sono ostacoli a fare il parto naturale, a patto che non arrivi alla fine della gravidanza con dolori alla schiena o al nervo sciatico.
Per questi ultimi due mesi mi ha messo a riposo, sottolineando di non preoccuparmi assolutamente del parto ma di come affrontare quest'ultimo periodo, senza andare ad aggravare la situazione con un aumento eccessivo di peso o con affaticamento fisico.
In ogni caso, qualora arrivassi in condizioni fisiche non idonee, si dovrebbe valutare effettivamente di fare un taglio cesareo.
Pertanto, ho preso la decisione di consultare un ortopedico che lavori nella stessa struttura del ginecologo in modo tale da poter fare un consulto interdisciplinare e valutare tutti gli aspetti del caso.
Grazie ancora...e incrocio le dita.
Cordiali saluti
La ringrazio innanzitutto per la risposta celere.
Nel frattempo ho fatto un consulto con un neurochirurgo, che ha sottolineato la gravità della mia situazione, però mi ha rassicurato sul fatto che non ci sono ostacoli a fare il parto naturale, a patto che non arrivi alla fine della gravidanza con dolori alla schiena o al nervo sciatico.
Per questi ultimi due mesi mi ha messo a riposo, sottolineando di non preoccuparmi assolutamente del parto ma di come affrontare quest'ultimo periodo, senza andare ad aggravare la situazione con un aumento eccessivo di peso o con affaticamento fisico.
In ogni caso, qualora arrivassi in condizioni fisiche non idonee, si dovrebbe valutare effettivamente di fare un taglio cesareo.
Pertanto, ho preso la decisione di consultare un ortopedico che lavori nella stessa struttura del ginecologo in modo tale da poter fare un consulto interdisciplinare e valutare tutti gli aspetti del caso.
Grazie ancora...e incrocio le dita.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 01/08/2012.
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