Frattura esposta tibia e perone

Salve, in data 26-04-2012, durante l'allenamento di calcio ho subito un brutto infortunio. Frattura pluriframmentaria esposta biossea alla gamba destra. In ospedale, dopo aver suturato la ferita, mi hanno sottoposta a trazione transcheletrica (13 giorni), seguita poi da un intervento chirurgico in cui hanno ridotto la frattura della tibia con chiodo endomidollare di 36 cm e 5 viti (3 in basso e 2 sotto al ginocchio). Nell'ultimo controllo mi hanno detto di caricare l'arto di 15 Kg . Nella radiografia c, è emerso che il callo osseo non si è ancora formato. Dalla rariografia si nota anche che un frammento di osso si è posizionato vicino alla tibia, formando una sporgenza che si sente anche al tatto (e che, quando tocco, mi provoca dolore). le domande che voglio porgerle sono diverse: 1- Tra quanto tempo potrei tornare a giocare a calcio? 2- E' normale che il callo osseo non si sia ancora formato? 3- Quella "sporgenza che mi da fastidio, è normale? resterà così? 4- Una delle viti che si trova sotto al ginocchio comincia a darmi fastidio, anche questo è normale? I dubbi sono tanti, ma mi fermo quì. La ringrazio, cordiali saluti.
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 943 50
Gentile Utente
provo a risponderle esaurientemente alle domande che ci ha posto.
Intanto dovrebbe sapere (perchè probabilmente glielo hanno già detto i miei colleghi) che le fratture sposte necessitano di più tempo per la consolidazione e che purtroppo in percentuale non trascurabile evolvono in una non consolidazione.
Poi è normale che a 30 giorni il callo osseo non sia ancora visibile all'esame Rx.
Per aumentarne la formazione deve aumentare il carico sull'arto.
Che ci sia una parte di "osso" della frattura che non appare in "giusta posizione" è normale perchè questo tipo di interventi si eseguono a cielo chiuso e quindi non si ricerca la riduzione perfetta del focolaio di frattura.
La parte che sente col tempo verrà riassorbita (se non particolarmente grande) eo verrà inglobata nel callo osseo.
Che ci sia una vite di quelle vicino al ginocchio che comincia a darLe fastidio anche questo rientra nella "normalita" di questo tipo di intervento. Se il fastidio fosse molto grande c'è la possibilità di rimuoverla senza grossissimi problemi.
Si consulti con il chirurgo che l'ha operata al riguardo.
Per il ritorno all'attività sportiva questo non è facilmente prevedibile per i concetti esposti precedentemente.
Cordiali saluti

Antonio Mattei

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Utente
Utente
Salve, la ringrazio per la risposta.
Ma una domanda mi viene spontanea: In che senso "in percentuale non trascurabile evolvono in una non consolidazione"? Di questo non me ne hanno parlato. Per quanto riguarda il carico, se non provo dolore posso aumentarlo gradualmente?
Volevo anche aggiungere un' altra cosa. Son passati ormai quasi 2 mesi dall'incidente e più di 40 giorni dall'intervento. E' normale che ho il piede sempre gonfio? E da quando il dottore mi ha detto di caricare sono comparsi molti puntini rossi su di esso. E' tutto normale?
Grazie mille,

cordiali saluti
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 943 50
E' normale che il piede sia gonfio perchè non viene sottoposto a carico e quindi il ritorno venoso è insufficiente.
Il carico va dato a tolleranza il che vuol dire che può essere dato fino a che non compare un dolore importante e persistente.
Ma comunque Le ricordo che sarebbe importantissimo vedere le radiografie e inoltre chi vede la situazione clinica dal vivo ha sicuramente di più il polso della situazione.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
La ringrazio per avermi risposto. Purtroppo non è possibile caricare foto dell'esame Rx. Le ripropongo una domanda fatta in precedenza alla quale non mi ha risposto, forse erroneamente: In che senso "in percentuale non trascurabile evolvono in una non consolidazione"?: di questo problema non me ne hanno proprio parlato.
Cordiali saluti.
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 943 50
cosa posso dirLe di più, purtropo le fratture esposte proprio perr l'entità del trauma subito (alta energia) perdita dell'ematoma di frattura (per vià della presenza di lesione dei tessuti molli) e per la maggiore probailità di infezioni, hanno un maggior rischio di non guarigione nei tempi previsti.
Questo naturalmente deriva da lavori scientifici internazionali.
Dirle quale sia la percentuale di rischio naturalmente è impossibile anche perchè questa varia ,oltre che per una serie di motivi, anche in relazione al grado di esposizione della frattura.
Però tutto questo naturalmente va interpretato e naturalmente indirizzato al meglio.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
La ringrazio davvero tanto. Mi permetta di chiederle un'ultima cosa.
A due mesi di distanza dall'infortunio non mi è stato ancora permesso di fare fisioterapa. Tra quanto tempo potrei cominciarla?
Ancora grazie mille,
Cordiali saluti.
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 943 50
La fisioterapia nel suo caso e in questo periodo consiste nella semplice dembulazione.
Cordiali saluti