Frattura 2° metatarso

Sono una donna di 37 anni, il mese scorso sul posto di lavoro in modo accidentale mi è caduto un poso sul piede sx appena sopra la protezione della calzatura antinfortunistica, con il passare delle ore il dorso del piede si è gonfiato e arrossato, sono andata avanti diversi giorni sino a quando mi sono decisa di recarmi in pronto soccorso, spiegai l'accaduto e senza nemmeno una visita mi fecero fare delle lastre da cui non risultava nulla di anomalo.
Non presi giorni di malattia dato che mi dissero che era una lieve contusione e ripresi il lavoro, a distanza di una settimana il dolore incominciò ad aumentare e si sentiva un bozzo duro all'altezza del 2° metattarso, a distanza di diversi giorni, "lavoravo fuori residenza come operaia precaria". Ritornata a casa andai dal mio medico di base che mi prescrisse una radiografia, cio che è scritto nel responso è questo.
L'esame mostra esiti di frattura della metafasi distale del 2° metatarso con iniziale callo osseo.
Mi reco al pronto soccorso a me più vicino, vengo mandata in ortopedia, l'ortopedico studia le lastre e mi riferisce che fare un gesso è cosa sprecata dandomi il nome di un tutore da comprare e tenere per 20 giorni.
Mi sono informata presso una sanitaria e il costo di questo tutore si aggira intorno alle 150 euri, perche per loro fare un gesso è sprecato mentre per le mie tasche spendere quella cifra e poi buttare l'articolo dopo 20 giorni non nlo è.
L'altra domanda è, la frattura è scomposta e l'osso non è molto in asse con un abbondante callo osseo, conseguenza della inconsapevole frattura, è vero che il callo osseo con il tempo si assottiglia? posso avere conseguenze per un futuro dato che faccio sport?.

Confido in una risposta e in ulteriori risorse se servono.
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Gentile signora a distanza senza visitarla e senza controllare di persona contestualmente le immagini e' impossibile risponderle. In via generale posso solo dirle che il trattamento delle fratture dei metatarsi va dalle tecniche incruente (gesso/tutoti) fino a interventi chirurgici complessi a cielo aperto (= con incisione delle parti molli).
Quanto al gesso "sprecato" mi sembra di capire che il collega intendesse suggerirle un trattamento adeguato al tempo di guarigione della frattura. Come dire: se la frattura e' recente e molto instabile e' necessaria una immobilizzazione totale, dunque molto rigida, dunque un gesso. Se la frattura non e' recente e sono presenti segni di callo osseo e' evidente che, se possibile, si opti per una immobilizzazione piu' leggera, magari con un tutore articolato che consenta di eseguire movimenti controllati da cerniere registrabili.
In poche parole si tratta si individuare il trattamento migliore in base anche al "tempo" di frattura. Non si trattava certo di una scarsa considerazione della sua lesione.

Dopo di che se il paziente non ha i mezzi economici per acquistare un tutore che non viene fornito dal SSN e' bene che lo comunichi immediatamente all'ortopedico curante che, in quel caso, informato il paziente dei rischi di una immobilizzazione troppo rigida, puo' chiedere al paziente di firmare sulla cartella una dichiarazione liberatoria in questo senso e immobilizzare l'arto comunque con un gesso o apparecchi simili.

In relazione all'ultima domanda la risposta e' che il callo osseo, sotto le sollecitazioni meccaniche delle forze agenti sul punto di frattura, va incontro ad un rimodellamento che dipende da fattori meccanici e ormonali. In questo senso il callo, che inizialmente e' esuberante proprio per vicariare la sua scarsa tenuta meccanica iniziale con una maggiore quantita' di materiale apposto per la riparazione delle frattura, con il tempo diventa progressivamente di volume minore man mano che migliora la sua struttura.

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

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Utente
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Sono felice della risposta, forse quei giorni li mi sono fatta prendere un po dall'inquetudine, vi ringrazio della risposta.