Terapia ad onde d'urto
Salve. Scrivo questo messaggio per avere informazioni riguardo a questa terapia. Prima, giustamente, vado ad illustrare brevemente il mio quadro clinico: ho subito 4 interventi al ginocchio, tutti in artroscopia... Lo scopo del primo intervento è stato quello di "sistemare" il menisco laterale, i successivi 2 di pulizia e il quarto (eseguitomi 2 anni fa) un lateral release per riportarmi in asse la rotula. Ora il mio ginocchio gode QUASI di buona salute: mi porto ancora dietro una fastidiosissima condropatia femoro-rotulea, e a complicare la situazione si è aggiunta una zona circoscritta di osteonecrosi alla testa della tibia. L'ortopedico che mi ha in cura mi ha detto che ora come ora, dal momento che ho 29 anni, sarebbe follia pura farmi una protesi, quindi sta optando per delle terapie "alternative": al momento sto facendo ogni giorno minimo 2 ore di magnetoterapia, cyclette, carico il meno possibile e se devo camminare a lungo utilizzo una stampella, antinfiammatori e antidolorifici al bisogno, e in più mi ha prescritto un ciclo di terapia ad onde d'urto, dopodichè dovrò fare un'altra risonanza magnetica per confrontarla con la precedente (datata gennaio 2008) e poi, quasi certamente, dovrò sottopormi ad un trapianto di cartilagine. Al momento non so ancora di che tipo di trapianto si tratterebbe, siccome il mio ultimo colloquio con l'ortopedico è stato solo per via telefonica con la promessa di "spiegarmi tutto quando avrò la risonanza magnetica e ci vedremo di persona". Ciò che ora vorrei chiedere è se posso avere qualche informazione in più sulla terapia ad onde d'urto, ad esempio di quante sedute occorre fare, la durata media della terapia e di ogni singola seduta, eventuali "effetti collaterali" se ce ne sono, e soprattutto dove è possibile sottoporsi a questa terapia nella zona di Torino e provincia. Grazie
[#1]
gentile utente,
penso che debba sottoporsi ad una visita ortopedica di controllo per riferire il suo stato all'ortopedico che la sta curando.
Francamente non sono in grado di consigliare un ciclo di Onde d'urto per il suo ginocchio in quanto non l'ho visitato.
Sappia che le onde d'urto sono dei trattamenti fisioterapici che l'ortopedico esegue per patologie di tipo entesopatico e calcifico di strutture tendinee, miotendinee e periarticolari.Possono essere anche utilizzate nel trattamento di ritardi di consolidazione di fratture o in vere e proprie pseudoartrosi.
Non vengono usate nelle osteonecrosi e nelle lesioni cartilaginee.
Vanno utilizzate con cicli di 3-4 sedute a distanza di 5-7 giorni l'una dall'altra.
Le uso personalmente dal settembre del 2000 con soddisfazione nei casi indicati.
Cordialmente
dr. Paolo Tessari
Ortopedico in Verona
penso che debba sottoporsi ad una visita ortopedica di controllo per riferire il suo stato all'ortopedico che la sta curando.
Francamente non sono in grado di consigliare un ciclo di Onde d'urto per il suo ginocchio in quanto non l'ho visitato.
Sappia che le onde d'urto sono dei trattamenti fisioterapici che l'ortopedico esegue per patologie di tipo entesopatico e calcifico di strutture tendinee, miotendinee e periarticolari.Possono essere anche utilizzate nel trattamento di ritardi di consolidazione di fratture o in vere e proprie pseudoartrosi.
Non vengono usate nelle osteonecrosi e nelle lesioni cartilaginee.
Vanno utilizzate con cicli di 3-4 sedute a distanza di 5-7 giorni l'una dall'altra.
Le uso personalmente dal settembre del 2000 con soddisfazione nei casi indicati.
Cordialmente
dr. Paolo Tessari
Ortopedico in Verona
dr. Paolo Tessari
ortopedico, artroscopista, protesista
specialista in medicina dello sport
Verona
[#2]
Al link allegato troverà olte risposte ai suoi quesiti.
Le onde d'urto non danno problemi particolari, eccetto qualche caso di dolore post terapia.
L'unico problema reale è che in casi come il suo non sempre danno beneficio. In alcuni ospedali, come ad esempio nel mio a Benevento , vengono effettuati in Regime di Day Hospital e quindi senza costi per il paziente. Sicuramente il collega la spràa guidare. Oppure si rivolga al centro di Torino del link che le allego.
Saluti
http://www.cidimu.it/cidimucom/pdf/onde.pdf
Le onde d'urto non danno problemi particolari, eccetto qualche caso di dolore post terapia.
L'unico problema reale è che in casi come il suo non sempre danno beneficio. In alcuni ospedali, come ad esempio nel mio a Benevento , vengono effettuati in Regime di Day Hospital e quindi senza costi per il paziente. Sicuramente il collega la spràa guidare. Oppure si rivolga al centro di Torino del link che le allego.
Saluti
http://www.cidimu.it/cidimucom/pdf/onde.pdf
Luigi Di Lorenzo
www.luigidilorenzo.it
[#4]
Ex utente
Perdonatemi se approfitto della Vostra disponibilità, ma vorrei chiedere ancora una cosa sulla quale sto riflettendo molto in questi giorni: ora l'ortopedico presso cui sono in cura, come vi spiegavo, mi ha parlato di trapianto di cartilagine per "prendere tempo" sulla protesi monocompartimentale per l'osteonecrosi per via della mia età (ho 29 anni compiuti). Quello che gradirei sapere è se secondo voi, trattandosi di una gamba già operata 4 volte, non sia un intermezzo inutile questo trapianto di cartilagine. Nel senso: secondo voi è opportuno che mi faccia fare questo trapianto adesso per "rosicchiare" magari 3-4 anni e poi farmi nuovamente operare per questo intervento di protesi monocompartimentale? Grazie
[#5]
salve,
probabilmente una risposta precisa ed attendibile può fornirla chi ha alle spalle una casistica abbastanza ambia e conforme al suo caso.
Non penso esistano però dati circa la durata del beneficio.
Anche se pochi anni magari 10 e non 5, direi che sicuraemnte ne varrebbe la pena, data la sua giovane età.
Sicuramente il collega che la segue non procede a tentativi ed avrà fatto una valutaziona accurata. Si fidi ed accetti che qualche dubbio le rimarra comunque...nessuno potrà offrirle una visione dettagliata al 100% del suo futuro percorso.
Comunque, in mani esperte tutte le contemplate ipotesi ed interventi futuri andranno al meglio.
Non abbia timore di chiedere al collega che la segue i più piccoli dettagli e s sue previsioni sui tempi.
Cordiali saluti
probabilmente una risposta precisa ed attendibile può fornirla chi ha alle spalle una casistica abbastanza ambia e conforme al suo caso.
Non penso esistano però dati circa la durata del beneficio.
Anche se pochi anni magari 10 e non 5, direi che sicuraemnte ne varrebbe la pena, data la sua giovane età.
Sicuramente il collega che la segue non procede a tentativi ed avrà fatto una valutaziona accurata. Si fidi ed accetti che qualche dubbio le rimarra comunque...nessuno potrà offrirle una visione dettagliata al 100% del suo futuro percorso.
Comunque, in mani esperte tutte le contemplate ipotesi ed interventi futuri andranno al meglio.
Non abbia timore di chiedere al collega che la segue i più piccoli dettagli e s sue previsioni sui tempi.
Cordiali saluti
[#6]
Ex utente
Egregio Dott. Di Lorenzo,
comprendo perfettamente che nessun medico nel pieno delle sue facoltà possa darmi una garanzia al 100% di quale potrà essere il mio percorso dopo l'intervento di trapianto... La previsione che però si è sentito di fare l'ortopedico è che comunque è un tentativo che difficilmente potrà risolvere il mio problema ma che, come spiegavo prima, è un temporeggiamento sull'impianto di questa protesi monocompartimentale. E' per questo che mi stavo interrogando su quale potesse essere la strada migliore (ci tengo a precisare che con questo non voglio mettere in dubbio nè la professionalità sua nè quella del mio ortopedico, che in passato mi ha già operata). Comprendo altrettanto bene che 29 anni sono davvero troppo pochi, dal momento che so di persone tra i 55 e i 60 anni di età a cui è stata ancora sconsigliata la protesi... Però secondo Lei, fermo restando che non vi è garanzia in alcun senso, in previsione del fatto che l'unica soluzione radicale è questa protesi che senso ha questo passaggio intermedio del trapianto?
Grazie, buon pomeriggio
comprendo perfettamente che nessun medico nel pieno delle sue facoltà possa darmi una garanzia al 100% di quale potrà essere il mio percorso dopo l'intervento di trapianto... La previsione che però si è sentito di fare l'ortopedico è che comunque è un tentativo che difficilmente potrà risolvere il mio problema ma che, come spiegavo prima, è un temporeggiamento sull'impianto di questa protesi monocompartimentale. E' per questo che mi stavo interrogando su quale potesse essere la strada migliore (ci tengo a precisare che con questo non voglio mettere in dubbio nè la professionalità sua nè quella del mio ortopedico, che in passato mi ha già operata). Comprendo altrettanto bene che 29 anni sono davvero troppo pochi, dal momento che so di persone tra i 55 e i 60 anni di età a cui è stata ancora sconsigliata la protesi... Però secondo Lei, fermo restando che non vi è garanzia in alcun senso, in previsione del fatto che l'unica soluzione radicale è questa protesi che senso ha questo passaggio intermedio del trapianto?
Grazie, buon pomeriggio
[#7]
Salve,
i suoi dubbi sono leggittimi e tutti noi medici sappiamo benissimo che è giusto che si esprimano anche i più reconditi dubbi. Il trapianto serve, come lei ha perfettamente capito, si a guadagnare un pò di anni, ma le evidenze scientifiche ultime sono confortanti.
Le cose variano però a secondo di cosa le hanno proposto:
Ci sono diverse possibilità:
1)un trapianto di condrociti autologhi( suoi, presi da un’altra sua cartilagine) sostituiscono la cartilagine danneggiata (autograft). Il vantaggio potenziale di queste procedure è che la cartilagine sostituita è essenzialmente normale.
2)L’impianto di condrociti autologhi è una tecnica nella quale parte di una sua cartilagine è cresciuta in laboratorio per creare dei precursori di cellule di cartilagine analoghe alle cellule cartilaginee normali.
Questi precursori sono poi inseriti nella zona lesionata nella speranza che ricresca parzialmente la cartilagine. Con questa seconda opzione la normale architettura della cartilagine NON è ricostruita, cosa che invece si ottiene con la prima tecnica.
I tempi di recupero sono per entrambe: circa 4 settimane senza carico, poi carico parziale e ritorno al carico 100% in un paio di mesi. Di solito dopo 8-9 mesi si può anche fare sport.
Non sono mie, ma in letteratura sono riportate statistiche confortanti circa la "tenuta" dei trapianti: 95% a 5 anni, 80% a 10 anni, 65% a 15 anni, e 46 a 20 anni. Immaginerà ovviamente che sono casistiche USA, essendo tali metodiche in auge in italia da pochi anni.
Ovviamente dopo dovrà costantemente controllare la "tenuta" dell'impianto con rx ( mi sembra che non debbano cedere per più di 2,3mm). ma questo lo saprà chiarire con maggior precisione il chirurgo.
Sarà poi lei a valutarne il beneficio nel tempo. Purtroppo non penso ci sia altra strada. Tenga presente che le protesi ( anche monocompartimentali) in quanto artificiali hanno un limite di durata legata a diversi fattori: tipo di protesi scelta, precisione "chirurgica" dell'impianto ( intervento ben eseguito), stress fisico su di essa esercitata dal paziente ( attività fisica intensa o meno), qualità dell'osso su cui si impianta la protesi ed altri microfattori meno importanti.
Saluti
i suoi dubbi sono leggittimi e tutti noi medici sappiamo benissimo che è giusto che si esprimano anche i più reconditi dubbi. Il trapianto serve, come lei ha perfettamente capito, si a guadagnare un pò di anni, ma le evidenze scientifiche ultime sono confortanti.
Le cose variano però a secondo di cosa le hanno proposto:
Ci sono diverse possibilità:
1)un trapianto di condrociti autologhi( suoi, presi da un’altra sua cartilagine) sostituiscono la cartilagine danneggiata (autograft). Il vantaggio potenziale di queste procedure è che la cartilagine sostituita è essenzialmente normale.
2)L’impianto di condrociti autologhi è una tecnica nella quale parte di una sua cartilagine è cresciuta in laboratorio per creare dei precursori di cellule di cartilagine analoghe alle cellule cartilaginee normali.
Questi precursori sono poi inseriti nella zona lesionata nella speranza che ricresca parzialmente la cartilagine. Con questa seconda opzione la normale architettura della cartilagine NON è ricostruita, cosa che invece si ottiene con la prima tecnica.
I tempi di recupero sono per entrambe: circa 4 settimane senza carico, poi carico parziale e ritorno al carico 100% in un paio di mesi. Di solito dopo 8-9 mesi si può anche fare sport.
Non sono mie, ma in letteratura sono riportate statistiche confortanti circa la "tenuta" dei trapianti: 95% a 5 anni, 80% a 10 anni, 65% a 15 anni, e 46 a 20 anni. Immaginerà ovviamente che sono casistiche USA, essendo tali metodiche in auge in italia da pochi anni.
Ovviamente dopo dovrà costantemente controllare la "tenuta" dell'impianto con rx ( mi sembra che non debbano cedere per più di 2,3mm). ma questo lo saprà chiarire con maggior precisione il chirurgo.
Sarà poi lei a valutarne il beneficio nel tempo. Purtroppo non penso ci sia altra strada. Tenga presente che le protesi ( anche monocompartimentali) in quanto artificiali hanno un limite di durata legata a diversi fattori: tipo di protesi scelta, precisione "chirurgica" dell'impianto ( intervento ben eseguito), stress fisico su di essa esercitata dal paziente ( attività fisica intensa o meno), qualità dell'osso su cui si impianta la protesi ed altri microfattori meno importanti.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 12.8k visite dal 17/02/2008.
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