Coxartrosi bilaterale

Salve, sono un candidato alle protesi e leggendo quà e là ho visto che c'è una nuova tecnica di impianto protesi, la AMIS, di cui dicono bene in quanto con un piccolo taglio e praticamente solo spostando i muscoli impiantano le protesi e il recupero post operatorio è molto veloce, ma è davvero ottima questa tecnica ?
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79
Caro utente,

il capitolo relativo alla differenza tra mini-invasività e cosmesi è molto ampio!
Sulla tecnica che Lei meziona ci sarebbe da fare un discorso molto articolato, anche ricordando che si tratta di una tecnica molto... pubblicizzata, e l'aspetto dell'immagine del "lancio"della tecnica tiene in altissima considerazione l'idea dell'opinione pubblica.
Detto questo, quella da Lei menzionata non è certo l'unica tecnica "a risparmio tissutale" (preferisco questa dizione a "mini-invasiva") in circolazione.
Noi, ad esempio, ci affidiamo ad una via postero-laterale modificata, che ci consente un eccellente rispetto delle strutture muscolari, la scelta di un piano internervoso puro e ci consente (nei pazienti che ne fanno richiesta e nei casi adatti) di effettuare tagli anche sotto gli 8 cm.
Ma questa via di accesso, a differenza di quella che Lei menziona, NON è stata concepita con l'idea di trovare una via che garantisse un buon risultato cosmetico e tissutale, bensì è una via nata anzitutto per garantire il MIGLIOR POSIZIONAMENTO protesico.
Non ho una grande esperienza nella via di accesso che Lei menziona, ma conosco molto bene i vantaggi in termini di posizionamento spaziale dati a noi dalla tecnica proposta dalla nostra Scuola.

In ogni caso, quando si deve pensare alla sostituzione protesica di un'anca in un paziente giovane, quella della via d'accesso è solo uno (e decisamente NON è il più importante) degli aspetti di cui tenere conto.

Legga questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/ortopedia/1-la-protesi-dell-anca-nel-paziente-giovane.html

Distinti saluti

Dr. Emanuele Caldarella

Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it

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Utente
Utente
Grazie dott Caldarella, ho anche letto che ci sono delle protesi chiamate emicefaliche, non ne ho mai sentito parlare, sono un tipo nuovo ? Posso chiederle che ne pensa ?
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Dr. Emanuele Caldarella Ortopedico 1.8k 79
Caro utente,

Lei mi fa una domanda molto interessante, anzi, direi quasi da professionista.

L'emicefalica è una recente evoluzione delle protesi di superficie.

Si tratta sempre di una protesi di rivestimento, cioè di una protesi che "incappuccia" la testa del femore invece di sostituirla.
La differenza con le vecchie protesi di superficie è che mentre queste ultime ricoprono l'intera testa con un sottile strato metallico, la protesi emicefalica sostituisce metà della testa originaria. Se Lei immagina la protesi di superficie come una biglia cava, la protesi emicefalica è una biglia per metà cava e per metà piena di metallo.

Il vantaggio di questa soluzione è che riduce le complicanze relative alla possibile necrosi della testa femorale, particolarmente frequenti nelle protesi di superficie pure.

Questo è il motivo per cui noi NON IMPIANTIAMO mai protesi di superficie, ma SOLO emicefaliche.

In ogni caso, le protesi di rivestimento (emicefaliche oppure di superficie) non sono protesi adatte a tutti.
Sono protesi con una "spiccata personalità": vanno cioè molto bene (e sono la scelta superideale) in una ristretta minoranza dei pazienti, ma nella maggior parte dei pazienti sono assolutamente controindicate.

Le citerò solo alcuni degli aspetti negativi delle protesi emicefaliche:

1) durata inferiore rispetto rispetto alle protesi classiche e a stelo corto
2) possibilità di complicanze da produzione di ioni metallo, come anche recentemente riportato da "striscia la notizia"
https://www.medicitalia.it/news/ortopedia/1854-aiuto-ho-una-protesi-dell-anca-sara-difettosa.html
3) necessità di un intervento più lungo (90 minuti contro 45 circa) e con taglio più grande rispetto alle protesi a stelo

L'unico vero vantaggio della protesi di rivestimento è che può quasi sempre essere revisionata con una protesi a stelo corto, ma i dati in nostro possesso sulla durata delle protesi classiche e delle protesi a stelo corto ci fanno ritenere che un paziente sopra i 30 anni di età abbia la ragionevole probabilità, impiantando uno stelo corto, di andare incontro ad un solo intervento di revisione nel corso della sua vita.
Personalmente ritengo quindi che la protesi di rivestimento sia indicata solo in pazienti al di sotto dei 30 (o addirittura dei 25) anni, che potrebbero andare incontro a due o più interventi di revisione.
Mettere una protesi di rivestimento ad un quarantenne significa rischiare seriamente che debba sottoporsi, nella sua vita, a due diverse revisioni.
Per quanto riguarda i cinquantenni, la mia speranza (anche se non posso esserne certo, data la scarsità di dati così a lungo termine in nostro possesso) è che la protesi che gli metto sia destinata a durare tutta la vita, in quanto le protesi a stelo corto di oggi sono le dirette discendenti di alcuni modelli "classici"ben noti da tempo e con statistiche affermate, che parlano, in alcuni modelli, di sopravvivenza della protesi in più del 90% dei casi a distanza di 25 anni dall'impianto, come vede dall'articolo che Le ho segnalato.

Distinti saluti

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Utente
Utente
Grazie dottore molto chiaro e esaustivo, io sono solo un pò curioso di natura.

Saluti e buon lavoro.