Frattura scomposta pluriframmentaria omero con lussazione
Salve,
in seguito ad un incidente ho subito una frattura scomposta in 4/5 frammenti della testa dell'omero con lussazione. Mi hanno fatto un intervento di riduzione con 6 fili di kirshner che ho rimosso dopo 55 giorni. Il Medico Ortopedico che ha rimosso i fili mi ha detto che ci vuole ancora un pò di tempo affinchè la frattura si consolidi del tutto. Ho riscontrato diversi pareri medici su quanto tempo devo ancora indossare il tutore e sulla riabilitazione.
Le mie domande sono:
Quanto tempo devo ancora indossare il tutore? e tra quanto tempo dovrei iniziare la riabilitazione?
Grazie
in seguito ad un incidente ho subito una frattura scomposta in 4/5 frammenti della testa dell'omero con lussazione. Mi hanno fatto un intervento di riduzione con 6 fili di kirshner che ho rimosso dopo 55 giorni. Il Medico Ortopedico che ha rimosso i fili mi ha detto che ci vuole ancora un pò di tempo affinchè la frattura si consolidi del tutto. Ho riscontrato diversi pareri medici su quanto tempo devo ancora indossare il tutore e sulla riabilitazione.
Le mie domande sono:
Quanto tempo devo ancora indossare il tutore? e tra quanto tempo dovrei iniziare la riabilitazione?
Grazie
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purtroppo non esiste una regola per una frattura così problematica come quella che Lei ha avuto. Nella maggior parte dei casi queste fratture guariscono ma con dei postumi (ad es. limitazione del movimento della spalla, ipotrofia muscolare, ecc.). Ci possono inoltre essere rischi di scomposizione dei frammenti, rischi di necrosi dell'epifisi omerale, rischi di recidiva della lussazione, rischi di mancata o viziosa consolidazione della frattura dei frammenti, ecc.
Con questo non vorrei spaventarla ma solo renderla cosciente che la varietà delle risposte che ha avuto riflette la mancanza di un consenso degli esperti sul trattamento di queste fratture. Alcuni consigliano l'intervento a cielo aperto (perchè permette una riduzione più anatomica dei frammenti ossei e della lussazione), altri un trattamento incruento (perchè non espone a rischi di infezione e non riduce la vascolarizzazione dei frammenti); altri, come nel suo caso, scelgono una soluzione intermedia con una riduzione il più possibile incruenta e la stabilizzazione dei frammenti con una osteosintesi a minima con fili di Kirschner (che cerca di ottenere i vantaggi di ognuna delle altre due tecniche). E' perciò comprensibile che i pareri siano diversi ; chi le ha proposto di mobilizzare presto la spalla punta su un migliore recupero della funzione articolare (ma ovviamente rischia di più la mancata consolidazione della frattura e una maggiore instabilità articolare); chi le ha proposto di mantenere la spalla più ferma vuole essere sicuro che la frattura consolidi bene anche se potrebbe avere alla fine una perdita maggiore del movimento della spalla.
Non si può quindi dare una risposta precisa ai suoi quesiti, non vedendo le radiografie e non conoscendo il quadro clinico. Come regola generale, come dicevano i latini "in medio stat virtus" (la virtù sta nel mezzo), se evita una eccessiva immobilizzazione e una mobilizzazione troppo rapida e vigorosa, ma si fa guidare dall'ortopedico che l'ha operata (e che conosce meglio quale è l'allineamento dei frammenti più di ogni altro) e fa la fisioterapia che le ha consigliato, dovrebbe gradualmente raggiungere il miglior risultato possibile (che non sarà però una restitutio ad integrum al 100%, data la gravità della lesione).
Con questo non vorrei spaventarla ma solo renderla cosciente che la varietà delle risposte che ha avuto riflette la mancanza di un consenso degli esperti sul trattamento di queste fratture. Alcuni consigliano l'intervento a cielo aperto (perchè permette una riduzione più anatomica dei frammenti ossei e della lussazione), altri un trattamento incruento (perchè non espone a rischi di infezione e non riduce la vascolarizzazione dei frammenti); altri, come nel suo caso, scelgono una soluzione intermedia con una riduzione il più possibile incruenta e la stabilizzazione dei frammenti con una osteosintesi a minima con fili di Kirschner (che cerca di ottenere i vantaggi di ognuna delle altre due tecniche). E' perciò comprensibile che i pareri siano diversi ; chi le ha proposto di mobilizzare presto la spalla punta su un migliore recupero della funzione articolare (ma ovviamente rischia di più la mancata consolidazione della frattura e una maggiore instabilità articolare); chi le ha proposto di mantenere la spalla più ferma vuole essere sicuro che la frattura consolidi bene anche se potrebbe avere alla fine una perdita maggiore del movimento della spalla.
Non si può quindi dare una risposta precisa ai suoi quesiti, non vedendo le radiografie e non conoscendo il quadro clinico. Come regola generale, come dicevano i latini "in medio stat virtus" (la virtù sta nel mezzo), se evita una eccessiva immobilizzazione e una mobilizzazione troppo rapida e vigorosa, ma si fa guidare dall'ortopedico che l'ha operata (e che conosce meglio quale è l'allineamento dei frammenti più di ogni altro) e fa la fisioterapia che le ha consigliato, dovrebbe gradualmente raggiungere il miglior risultato possibile (che non sarà però una restitutio ad integrum al 100%, data la gravità della lesione).
Dr. Sandro Reverberi
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.3k visite dal 27/12/2011.
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