Terapia post operatoria in seguito a frattura sovracondiloidea
Gentilissimi dottori,
mia madre ricoverata il giorno 1 novembre per una frattura sovracondiloidea del femore destro è stata operata il giorno 11 novembre e sottoposta al seguente trattamento: riduzione ed osteosintesi con placca liss e viti; è stata dimessa il giorno 16 novembre. Alla dimissione, le è stata consigliata una terapia medica e una riabilitativa, con carico non concesso per almeno 30 giorni. Nel corso della seconda visita di controllo, avvenuta il 12 dicembre, è stata sottoposta ad una radiografia dell'arto; nel corso della visita, subito dopo effettuata, il medico, esaminate le lastre, ha detto che tutto procedeva bene ma che tuttavia non poteva ancora caricare l'arto, fissando un controllo (senza radiografia) per il giorno 12 gennaio. Sono perplesso, perché penso che il giudizio formulato dal medico all'esame delle lastre: “che tutto andava bene”, mal si concili col divieto di “caricare” l'arto, a quanto pare, fino al 12 gennaio. È giusta la mia perplessità? Il medico di famiglia che lo stesso giorno ha esaminato le lastre, ha detto che il divieto era ascrivibile ad un processo di lenta ricalcificazione, riconducibile al fatto che la paziente non aveva ancora assunto le prime due compresse di Optinate 75 consigliatele al momento della dimissione. È giusta questa interpretazione, che a me sembra un po' avventata tenendo conto che una cura del genere va continuata almeno per un anno? Mediamente quanto tempo un arto operato col tipo di intervento da me descritto non deve essere caricato? È opportuno l'uso di una calza elastica, e nel caso affermativo, essa va indossata giorno e notte? La terapia medica con Eparina (iniziata dal giorno successivo al ricovero cioè al 2 novembre e proseguita fino ad ora ininterrottamente) deve essere ancora praticata fino al giorno 12 gennaio o può essere in qualche modo dannosa?
Spero in un cortese riscontro e mi scuso per il fastidio arrecato.
Cordiali saluti.
mia madre ricoverata il giorno 1 novembre per una frattura sovracondiloidea del femore destro è stata operata il giorno 11 novembre e sottoposta al seguente trattamento: riduzione ed osteosintesi con placca liss e viti; è stata dimessa il giorno 16 novembre. Alla dimissione, le è stata consigliata una terapia medica e una riabilitativa, con carico non concesso per almeno 30 giorni. Nel corso della seconda visita di controllo, avvenuta il 12 dicembre, è stata sottoposta ad una radiografia dell'arto; nel corso della visita, subito dopo effettuata, il medico, esaminate le lastre, ha detto che tutto procedeva bene ma che tuttavia non poteva ancora caricare l'arto, fissando un controllo (senza radiografia) per il giorno 12 gennaio. Sono perplesso, perché penso che il giudizio formulato dal medico all'esame delle lastre: “che tutto andava bene”, mal si concili col divieto di “caricare” l'arto, a quanto pare, fino al 12 gennaio. È giusta la mia perplessità? Il medico di famiglia che lo stesso giorno ha esaminato le lastre, ha detto che il divieto era ascrivibile ad un processo di lenta ricalcificazione, riconducibile al fatto che la paziente non aveva ancora assunto le prime due compresse di Optinate 75 consigliatele al momento della dimissione. È giusta questa interpretazione, che a me sembra un po' avventata tenendo conto che una cura del genere va continuata almeno per un anno? Mediamente quanto tempo un arto operato col tipo di intervento da me descritto non deve essere caricato? È opportuno l'uso di una calza elastica, e nel caso affermativo, essa va indossata giorno e notte? La terapia medica con Eparina (iniziata dal giorno successivo al ricovero cioè al 2 novembre e proseguita fino ad ora ininterrottamente) deve essere ancora praticata fino al giorno 12 gennaio o può essere in qualche modo dannosa?
Spero in un cortese riscontro e mi scuso per il fastidio arrecato.
Cordiali saluti.
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La profilassi con eparina va tassativamente protratta fino alla ripresa della deambulazione con carico completo, quindi è lo specialista a decidere quando va sospesa.
Il fatto che alla visione della radiografia l'ortopedico abbia detto che tutto va bene significa che l'evoluzione della frattura è quella che ci si aspetta, e non necessariamente che la signora è guarita e può caricare. E' possibile che la evoluzione sia più lenta per la presenza dell'osteoporosi, ma fino a che non comincia ad assumere le terapie prescritte questa, come Le abbiamo già detto, non si risolverà certo da sola.
I tempi di guarigione di una frattura si calcolano in base al tipo di frattura, al tipo di intervento, alle condizioni dell'osso, alla costituzione del paziente , ecc ecc, quindi non serve a nulla sapere quanto mediamente impiega una frattura a guarire perché ogni elemento può far discostare in modo più o meno importante dalla media.
Se comunque ha dei dubbi gli ortopedici che seguono Sua madre possono darLe risposte più specifiche di quanto possa fare il Suo medico che ovviamente può solo fare ipotesi, senza parlare di noi che non abbiamo nessun elemento per fugarli.
Le ricordo infine che sullo stesso argomento ha aperto 5 o 6 consulti, mentre le linee guida invitano a proseguire su un unico consulti, anche per facilitare i visitatori del sito
Cordiali saluti
Il fatto che alla visione della radiografia l'ortopedico abbia detto che tutto va bene significa che l'evoluzione della frattura è quella che ci si aspetta, e non necessariamente che la signora è guarita e può caricare. E' possibile che la evoluzione sia più lenta per la presenza dell'osteoporosi, ma fino a che non comincia ad assumere le terapie prescritte questa, come Le abbiamo già detto, non si risolverà certo da sola.
I tempi di guarigione di una frattura si calcolano in base al tipo di frattura, al tipo di intervento, alle condizioni dell'osso, alla costituzione del paziente , ecc ecc, quindi non serve a nulla sapere quanto mediamente impiega una frattura a guarire perché ogni elemento può far discostare in modo più o meno importante dalla media.
Se comunque ha dei dubbi gli ortopedici che seguono Sua madre possono darLe risposte più specifiche di quanto possa fare il Suo medico che ovviamente può solo fare ipotesi, senza parlare di noi che non abbiamo nessun elemento per fugarli.
Le ricordo infine che sullo stesso argomento ha aperto 5 o 6 consulti, mentre le linee guida invitano a proseguire su un unico consulti, anche per facilitare i visitatori del sito
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
www.ortopedicoabologna.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 16/12/2011.
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