Trauma distorsivo al ginocchio sinistro
Gentili dottori,
ho appena ritirato l'esito di una RM al ginocchio sinistro effettuata a seguito di un trauma distorsivo. Il referto è abbastanza chiaro (e fortunatamente "positivo") in tutte le sue parti, fatta eccezione per 2 aspetti rispetto a cui avrei bisogno di ricevere ulteriori delucidazioni. Premetto che sono un insegnante di Arti Marziali ed un operatore di massaggio, per cui diciamo che con le ginocchia "ci lavoro".
Le parti in questione sono:
1) "A livello del corno posteriore essa presenta modica disomogeneità del segnale, iperintensa nelle immagini T2 pesate, a decorso trasverso, sospetta per rottura" (immagino sia un errore di battitura e intendessero dire "per sospetta rottura").
Posto che vi è chiaramente il sospetto di una rottura del corno posteriore, volevo innanzitutto capire l'entità del concetto di "modico", ovvero se questo tipo di entità solitamente richiede l'intervento o l'indagine di tipo artroscopico o se può esserci riassorbimento del dolore e completo recupero funzionale in lesioni di questo tipo.
Inoltre non mi è chiaro il concetto di "iperintensa nelle immagini T2 pesate", significa forse "particolarmente evidente" (sempre riferito alla "disomogeneità del segnale")?
2) "Presenza di modico versamento liquido intrarticolare, esteso a distendere in particolare il recesso sottoquadricipitale".
Questo tipo di versamento - essendo modico - solitamente si riassorbe da sé o è necessario intervenire in qualche modo?
Cosa significa esattamente "esteso a distendere in particolare il recesso sottoquadricipitale"?
Va detto che a ca. 1 mese e mezzo dal trauma ho recuperato in (buona) parte la funzionalità del ginocchio, a patto però di tenere sempre bene allineati piede, ginocchio ed anca (quindi riesco a camminare ed a praticare Yoga, Step, Arti Marziali da solo e in "maniera controllata", ecc.).
Ma non posso "caricarlo" troppo (ad es. non riesco ancora a saltare o a correre) così come devo fare attenzione a non portarlo eccessivamente in extrarotazione (e nemmeno troppo in intrarotazione), perfino facendo ginnastica a terra (ad esempio provo dolore a sedermi a gambe incrociate).
Cosa mi consigliate nello specifico? Di andare in avanti nelle indagini (visite specialistiche, ecc.) o di propendere per una terapia conservativa o fisioterapica (o anche riabilitativa e/o di recupero funzionale)?
Ringrazio fin d'ora per la disponibilità e porgo cordiali saluti.
ho appena ritirato l'esito di una RM al ginocchio sinistro effettuata a seguito di un trauma distorsivo. Il referto è abbastanza chiaro (e fortunatamente "positivo") in tutte le sue parti, fatta eccezione per 2 aspetti rispetto a cui avrei bisogno di ricevere ulteriori delucidazioni. Premetto che sono un insegnante di Arti Marziali ed un operatore di massaggio, per cui diciamo che con le ginocchia "ci lavoro".
Le parti in questione sono:
1) "A livello del corno posteriore essa presenta modica disomogeneità del segnale, iperintensa nelle immagini T2 pesate, a decorso trasverso, sospetta per rottura" (immagino sia un errore di battitura e intendessero dire "per sospetta rottura").
Posto che vi è chiaramente il sospetto di una rottura del corno posteriore, volevo innanzitutto capire l'entità del concetto di "modico", ovvero se questo tipo di entità solitamente richiede l'intervento o l'indagine di tipo artroscopico o se può esserci riassorbimento del dolore e completo recupero funzionale in lesioni di questo tipo.
Inoltre non mi è chiaro il concetto di "iperintensa nelle immagini T2 pesate", significa forse "particolarmente evidente" (sempre riferito alla "disomogeneità del segnale")?
2) "Presenza di modico versamento liquido intrarticolare, esteso a distendere in particolare il recesso sottoquadricipitale".
Questo tipo di versamento - essendo modico - solitamente si riassorbe da sé o è necessario intervenire in qualche modo?
Cosa significa esattamente "esteso a distendere in particolare il recesso sottoquadricipitale"?
Va detto che a ca. 1 mese e mezzo dal trauma ho recuperato in (buona) parte la funzionalità del ginocchio, a patto però di tenere sempre bene allineati piede, ginocchio ed anca (quindi riesco a camminare ed a praticare Yoga, Step, Arti Marziali da solo e in "maniera controllata", ecc.).
Ma non posso "caricarlo" troppo (ad es. non riesco ancora a saltare o a correre) così come devo fare attenzione a non portarlo eccessivamente in extrarotazione (e nemmeno troppo in intrarotazione), perfino facendo ginnastica a terra (ad esempio provo dolore a sedermi a gambe incrociate).
Cosa mi consigliate nello specifico? Di andare in avanti nelle indagini (visite specialistiche, ecc.) o di propendere per una terapia conservativa o fisioterapica (o anche riabilitativa e/o di recupero funzionale)?
Ringrazio fin d'ora per la disponibilità e porgo cordiali saluti.
[#1]
Caro utente,
premesso che trovo sia fondamentale che chi La segue nel Suo recupero sia un medico che abbia avuto la possibilità di visitarLa,
tengo a specificarLe che mi sembra che Lei abbia compreso la sostanza del referto della RMN, e quelli su cui chiede delucidazioni sono dettagli tecnici privi di importanza clinica. In particolare l'aggettivo "modico" su cui Lei chiede spiegazioni si riferisce alla disomogeneità del segnale, non all'entità della rottura. Il segnale RMN può essere più o meno omogeneo e più o meno intenso. Si tratta di una valutazione squisitamente radiologica, che dice in sostanza che l'immagine in questione si presenta sulle lastre di un grigio biancastro... Idem il concetto di iperintensità, si riferisce all'aspetto che la disomogeneità ha in una sequenza piuttosto che in un'altra.
Il versamento quando modico in genere si riassorbe da se, ma quello che mi fa pensare che non serva un intervento non è tanto la descrizione della RMN, quanto il fatto che mi pare di capire che il ginocchio sia in miglioramento e che Lei sta iniziando a riprendere molte attività.
Lasci perdere i tecnicismi da radiologo che spesso confondono anche me (raramente leggo i referti, in genere mi limito a guardare le immagini), e si affidi ai consigli del professionista che La segue.
Distinti saluti
premesso che trovo sia fondamentale che chi La segue nel Suo recupero sia un medico che abbia avuto la possibilità di visitarLa,
tengo a specificarLe che mi sembra che Lei abbia compreso la sostanza del referto della RMN, e quelli su cui chiede delucidazioni sono dettagli tecnici privi di importanza clinica. In particolare l'aggettivo "modico" su cui Lei chiede spiegazioni si riferisce alla disomogeneità del segnale, non all'entità della rottura. Il segnale RMN può essere più o meno omogeneo e più o meno intenso. Si tratta di una valutazione squisitamente radiologica, che dice in sostanza che l'immagine in questione si presenta sulle lastre di un grigio biancastro... Idem il concetto di iperintensità, si riferisce all'aspetto che la disomogeneità ha in una sequenza piuttosto che in un'altra.
Il versamento quando modico in genere si riassorbe da se, ma quello che mi fa pensare che non serva un intervento non è tanto la descrizione della RMN, quanto il fatto che mi pare di capire che il ginocchio sia in miglioramento e che Lei sta iniziando a riprendere molte attività.
Lasci perdere i tecnicismi da radiologo che spesso confondono anche me (raramente leggo i referti, in genere mi limito a guardare le immagini), e si affidi ai consigli del professionista che La segue.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dr. Caldarella,
intanto grazie per la Sua cortese risposta. Seguirò senz'altro il Suo consiglio, chiedendo un parere anche al mio ortopedico di fiducia, perché se è vero che ho ripreso (anche piuttosto bene) molte delle "mie" attività, è altrettanto vero che continuo ad avere difficoltà e dolori (sopportabili, ma pur sempre dolori sono) facendone altre...peraltro sempre dello stesso tipo.
E allora mi preme capire se è una questione di "tempi di guarigione", nel senso che col tempo spariranno (o potrebbero sparire) magari anche queste difficoltà residue, o se invece devo imparare a conviverci, facendo ad es. maggiore attenzione o addirittura modificando alcuni aspetti motori.
Vedremo cosa ne pensa lui.
Rinnovo i miei ringraziamenti e porgo cordiali saluti.
JP
intanto grazie per la Sua cortese risposta. Seguirò senz'altro il Suo consiglio, chiedendo un parere anche al mio ortopedico di fiducia, perché se è vero che ho ripreso (anche piuttosto bene) molte delle "mie" attività, è altrettanto vero che continuo ad avere difficoltà e dolori (sopportabili, ma pur sempre dolori sono) facendone altre...peraltro sempre dello stesso tipo.
E allora mi preme capire se è una questione di "tempi di guarigione", nel senso che col tempo spariranno (o potrebbero sparire) magari anche queste difficoltà residue, o se invece devo imparare a conviverci, facendo ad es. maggiore attenzione o addirittura modificando alcuni aspetti motori.
Vedremo cosa ne pensa lui.
Rinnovo i miei ringraziamenti e porgo cordiali saluti.
JP
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.4k visite dal 14/12/2011.
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