Artrosi ginocchio
Sono un pensionato 65enne con scarsa attività fisica e non ho mai subito traumi, nè alla colonna vertebrale nè agli arti inferiori.
In ottobre 2010 a seguito di un normale movimento, un acuto dolore tipo forte scossa si è propagato della colonna vertebrale lungo la gamba sx fino al piede, che mi ha bloccato a letto impedendomi ogni minimo movimento.
Dopo la fase acuta e trattamento fisioterapico, ho ripreso la completa mobilità, avvertendo però una continua sensazione di "elastico stretto" sotto il ginocchio.
A giugno 2011, per comparsi dolori al ginocchio che mi facevano zoppicare, l'ortopedico è intervenuto in artroscopia sul menisco il 5.7.11 con ripresa normale deambulazione.
Ora: a fine ottobre, all'improvviso, senza aver subito traumi, sono ricomparsi dolori e rigonfiam al ginocchio con polpaccio costantem dolorante a riposo e movimento con sensazione permanente di crampo, e al tentativo di piegare la gamba, avvicinando tallone e gluteo, sento forte dolore dietro ginocchio; mai ulteriori dolori a colonna.
In osped. siringato 50 cc di liquido e prescritto riposo, ma nulla è cambiato: dolori e crampo rimasti anche a riposo, è sempre più doloroso posizionare la gamba tutta indietro, cioè assetto che prende la gamba quando si fanno flessioni in avanti e se cammino zoppicando una sensazione maggior dolore parte dal ginocchio fino al piede. A letto, a gamba distesa, con piede verso l'esterno il dolore è sopportabile mentre acuisce portandolo a ore 12..
Ho eseguito due R.M:
una prima di intervento al menisco (condropatia di grado 1b delle cartilag di incrostaz; meniscopatia degenerativa con rottura longitud della fibrocartilag mediale; encodroma sottocorticale nel versante mediale della metafisi distale del femore)
una il 9.11 dopo artrocentesi (nel residuo del corno posteriore del menisco mediale sottile linea di frattura meniscale; nel versante articolare sottocorticale del condilo femor mediale debole focalità ipointensa in sequenze TR breve cui corrisponde iperintensa nelle sequenze a soppressione del grasso circondata da sottile orletto ipointenso; intenso e esteso edema osseo spongioso perilesionale sulla totalità del condilo femor mediale e che si estende alla metafisi femor distale i in parte al condilo femor later; importanti fenomeni edematosi dei tessuti molli periarticolari con spiccata falda di versam nel recesso sottoquadricipitale; quadro compatibile con necrosi avascolare del condilo femor mediale; integro menisco later, legam crociati e collat, tendine quadricipite e rotuleo; intensi fenomeni edematosi del corpo adiposo di Hoffa; falda liquida pure in borsa sierosa di gemello interno semimembranoso per 3-4 cm; ridotto spessore cartilagineo particolarm del comparto mediale)
E' danno che progredirà, con quali conseguenze?
Quali cure o interventi sono da intraprendere per un recupero totale o almeno eliminazione del dolore?
Ringrazio ed attendo fiducioso una cortese, quanto mai gradita, risposta.
Flv -Trieste
In ottobre 2010 a seguito di un normale movimento, un acuto dolore tipo forte scossa si è propagato della colonna vertebrale lungo la gamba sx fino al piede, che mi ha bloccato a letto impedendomi ogni minimo movimento.
Dopo la fase acuta e trattamento fisioterapico, ho ripreso la completa mobilità, avvertendo però una continua sensazione di "elastico stretto" sotto il ginocchio.
A giugno 2011, per comparsi dolori al ginocchio che mi facevano zoppicare, l'ortopedico è intervenuto in artroscopia sul menisco il 5.7.11 con ripresa normale deambulazione.
Ora: a fine ottobre, all'improvviso, senza aver subito traumi, sono ricomparsi dolori e rigonfiam al ginocchio con polpaccio costantem dolorante a riposo e movimento con sensazione permanente di crampo, e al tentativo di piegare la gamba, avvicinando tallone e gluteo, sento forte dolore dietro ginocchio; mai ulteriori dolori a colonna.
In osped. siringato 50 cc di liquido e prescritto riposo, ma nulla è cambiato: dolori e crampo rimasti anche a riposo, è sempre più doloroso posizionare la gamba tutta indietro, cioè assetto che prende la gamba quando si fanno flessioni in avanti e se cammino zoppicando una sensazione maggior dolore parte dal ginocchio fino al piede. A letto, a gamba distesa, con piede verso l'esterno il dolore è sopportabile mentre acuisce portandolo a ore 12..
Ho eseguito due R.M:
una prima di intervento al menisco (condropatia di grado 1b delle cartilag di incrostaz; meniscopatia degenerativa con rottura longitud della fibrocartilag mediale; encodroma sottocorticale nel versante mediale della metafisi distale del femore)
una il 9.11 dopo artrocentesi (nel residuo del corno posteriore del menisco mediale sottile linea di frattura meniscale; nel versante articolare sottocorticale del condilo femor mediale debole focalità ipointensa in sequenze TR breve cui corrisponde iperintensa nelle sequenze a soppressione del grasso circondata da sottile orletto ipointenso; intenso e esteso edema osseo spongioso perilesionale sulla totalità del condilo femor mediale e che si estende alla metafisi femor distale i in parte al condilo femor later; importanti fenomeni edematosi dei tessuti molli periarticolari con spiccata falda di versam nel recesso sottoquadricipitale; quadro compatibile con necrosi avascolare del condilo femor mediale; integro menisco later, legam crociati e collat, tendine quadricipite e rotuleo; intensi fenomeni edematosi del corpo adiposo di Hoffa; falda liquida pure in borsa sierosa di gemello interno semimembranoso per 3-4 cm; ridotto spessore cartilagineo particolarm del comparto mediale)
E' danno che progredirà, con quali conseguenze?
Quali cure o interventi sono da intraprendere per un recupero totale o almeno eliminazione del dolore?
Ringrazio ed attendo fiducioso una cortese, quanto mai gradita, risposta.
Flv -Trieste
[#1]
Caro utente,
fermo restando che senza visionare le immagini e senza una visita è impossibile capire bene quello che sta accadendo, di sicuro è importante fare SUBITO qualcosa per il Suo ginocchio.
Se si trattasse davvero di una necrosi del condilo femorale mediale, ben difficilmente Lei avrebbe altra scelta se non quella di impiantare una protesi al ginocchio; del tipo monocompartimentale mediale, se non vi sono elementi che la controindichino a favore di una protesi totale.
Per farLe capire di cosa sto parlando, Le segnalo un articolo relativo a questo argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/ortopedia/585-l-artrosi-del-ginocchio-gonartrosi-e-la-protesi-del-ginocchio.html
Però Le auguro che i fenomeni di necrosi paventati dal radiologo non si siano ancora instaurati.
E' importante porre subito in scarico assoluto il ginocchio con due stampelle (il Suo medico curante provvederà a prescriverLe una profilassi antitromboembolica.
A questo punto sarà necessaria una valutazione con un ortopedico: egli sarà in grado di capire se i nostri timori sono infondati (e Le toglierà quindi le stampelle) o se non sia invece il caso di intraprendere delle terapie più invasive, come l'ossigenoterpia iperbarica, oppure le onde d'urto focali ecoguidate ad alta energia, oppure la terapia farmacologica con bifosfonati.
Senza una valutazione diretta non sono in grado di dirLe quali siano le terapie che fanno proprio al caso Suo, ma credo che per scongiurare il rischio di una protesi valga la pena agire presto.
Naturalmente non voglio spaventarLa, ma solo mettere in atto tutte le precauzioni del caso tenendo conto che non La posso visitare: se il Suo ortopedico (che La può vedere) Le dipingerà un quadro più rassicurante, tanto meglio. Sicuramente egli ha più elementi di me per giudicare.
Distinti saluti
fermo restando che senza visionare le immagini e senza una visita è impossibile capire bene quello che sta accadendo, di sicuro è importante fare SUBITO qualcosa per il Suo ginocchio.
Se si trattasse davvero di una necrosi del condilo femorale mediale, ben difficilmente Lei avrebbe altra scelta se non quella di impiantare una protesi al ginocchio; del tipo monocompartimentale mediale, se non vi sono elementi che la controindichino a favore di una protesi totale.
Per farLe capire di cosa sto parlando, Le segnalo un articolo relativo a questo argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/ortopedia/585-l-artrosi-del-ginocchio-gonartrosi-e-la-protesi-del-ginocchio.html
Però Le auguro che i fenomeni di necrosi paventati dal radiologo non si siano ancora instaurati.
E' importante porre subito in scarico assoluto il ginocchio con due stampelle (il Suo medico curante provvederà a prescriverLe una profilassi antitromboembolica.
A questo punto sarà necessaria una valutazione con un ortopedico: egli sarà in grado di capire se i nostri timori sono infondati (e Le toglierà quindi le stampelle) o se non sia invece il caso di intraprendere delle terapie più invasive, come l'ossigenoterpia iperbarica, oppure le onde d'urto focali ecoguidate ad alta energia, oppure la terapia farmacologica con bifosfonati.
Senza una valutazione diretta non sono in grado di dirLe quali siano le terapie che fanno proprio al caso Suo, ma credo che per scongiurare il rischio di una protesi valga la pena agire presto.
Naturalmente non voglio spaventarLa, ma solo mettere in atto tutte le precauzioni del caso tenendo conto che non La posso visitare: se il Suo ortopedico (che La può vedere) Le dipingerà un quadro più rassicurante, tanto meglio. Sicuramente egli ha più elementi di me per giudicare.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#3]
Utente
Ancora un chiarimento per cortesia. Dopo l'artrocentesi mi hanno fatto mettere impacchi di ghiaccio, senza ancora sapere l'esito della RM. Il trattamento a freddo può essere in contrasto con la profilassi antitromboembolica? e quest'ultima è una terapia finalizzata all'intervento? è preferibile passare ad un trattamento a caldo o nessuno?
Deambulando con le stampelle per non gravare sul ginocchio bisogna associare un prolungato riposo a letto o la mobilità comunque mi giova?
La necrosi del femore progredisce per quali fattori e con quali tempistiche e conseguenze?
Ringrazio ancora, FLV
Deambulando con le stampelle per non gravare sul ginocchio bisogna associare un prolungato riposo a letto o la mobilità comunque mi giova?
La necrosi del femore progredisce per quali fattori e con quali tempistiche e conseguenze?
Ringrazio ancora, FLV
[#4]
Il ghiaccio non interferisce con la profilassi antitromboembolica, che è somministrata per ridurre il rischio di fenomeni di tromboembolia provocati dal camminare in scarico.
Il caldo non credo giovi, così come lo stare a letto.
Il processo di sofferenza dell'osso progredisce in un senso o nell'altro in maniera imprevedibile nelle modalità e nei tempi.
Gli esiti possono essere solo due: o la completa guarigione, o la necrosi dell'osso con necessità di impianto di protesi.
NOTA: per guarigione completa intendo dai fenomeni reattivi subcondrali a livello del condilo femorale mediale, non dall'eventuale stato di artrosi già generatosi a livello generale nel ginocchio.
Distinti saluti
Il caldo non credo giovi, così come lo stare a letto.
Il processo di sofferenza dell'osso progredisce in un senso o nell'altro in maniera imprevedibile nelle modalità e nei tempi.
Gli esiti possono essere solo due: o la completa guarigione, o la necrosi dell'osso con necessità di impianto di protesi.
NOTA: per guarigione completa intendo dai fenomeni reattivi subcondrali a livello del condilo femorale mediale, non dall'eventuale stato di artrosi già generatosi a livello generale nel ginocchio.
Distinti saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.3k visite dal 12/11/2011.
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