Dolore al gluteo e al sacro

salve gentili dottori,
ho 25 anni e vi contatto perchè sono 4 anni che ho un dolore al gluteo sinistro che col tempo ha coinvolto anche il sacro sinistro che non se ne passa e oramai si è cronicizzato.Questo dolore è iniziato quando ho ricominciato a giocare a calcio dopo 5 anni di inattività e vita sedentaria. Ho fatto numerosi esami per vedere da cosa dipendesse ma tutti negativi:

-ecografia gluteo e piriforme (sospetta sindrome del piriforme) con esito negativo;
-radiografia bacino e anche (sospetta coxoartrosi) con esito negativo;
-radiografia rachide lombosacrale (sospetta discopatia) con esito negativo;
-rmn colonna lombosacrale (sospetta discopatia) con esito negativo, ma si osserva una lieve riduzione dell'iperlordosi fisiologica;

Dopo questi esami ho fatto varie sedute di osteopatia e chiropratica, senza nessun miglioramento. Successivamente sono andato dall'ennesimo ortopedico che mi ha prescritto 10 sedute di laser terapia e onde d'urto. In particolare con le onde d'urto provavo notevole dolore alla regione sacrale di sinistra e dopo ogni seduta per 2-3 giori non avevo dolore. Finito il ciclo però il dolore si è intensificato sull'osso sacro abbandonando il gluteo.
Ritornato dall'ortopedico mi prescrisse i seguenti esami:

-rx dinamiche in flessione ed estensione del rachide lombosacrale con esito negativo (le proiezioni documentano buona escursione del rachide con regolare allineamento dei metameri ossei);
-rx articolazione sacroiliaca sx (non alterazioni osteo-strutturali con carattere di focalità, apprezzabili con limiti di risoluzione della mmetodica-regolari rapporti articolari-aspetto LIEVEMENTE SCLEROTICO del III distale della sincondrosi sacroiliaca di sinistra di non sicuro significato patologico)
-rmn anca sinistra con esito negativo;
-vari esami del sangue per valori reumatologici;

Proprio da questi esami è uscito il valore HLAB27 POSITIVO ma la ves e gli altri valori reumatologici sono usciti nella norma. Per questo motivo l'ortopedico mi ha diagnosticato una SACROILEITE CON HLAB27 pos e mi hai inviato da un reumatologo.

Andando dal reumatologo non ha riscontrato nessuna presenza di sacroileite a carattere reumatologico, anche perchè il mio dolore non si manifestava al riposo, ma solo con il movimento. Per sicurezza mi ha consigliato di fare una RMN SACROILIACA con il seguente esito:

-esame mirato in particolare sulla base di quesito clinico allo studio delle articolazioni sacro-iliache mediante piani di scansione assiali e coronali anche con tecnica di soppressione elettiva del segnale adiposo.
Conservata l'ampiezza delle superfici articolari.
Non alterazioni focali della intensità di segnale e morfologiche in particolare da correlare a fenomeni erosivi-ischemici subcondrali.
Non segnali di sostituzione adiposa della songiosa ossea a livello articolare bilateralmente.

In virtù dell'esame sopraindicato il reumatologo ha escluso qualsiasi causa di origine reumatologica. Per scongiurare errori mi sono rivolto ad un secondo reumatologo che ha solo confermato quanto già detto.
Sono stato inviato da un osteopata che cura molti calciatori e dopo 5 sedute mi ha detto che lui aveva fatto il possibile dal punto di vista osteopatico, ma il dolore non è cambiato di una virgola. Lui pensava che avessi un blocco sacroiliaco visto che ebbi una caduta traumatica sulla neve che per 3 giorni MI PROCURAVA DOLORE QUANDO MI SEDEVO in quanto sono caduto sbattendo l'osso sacro in posizione seduta (questa caduta risale a 6 anni fa quando sciavo con lo snowboard).


Questa è la descrizione della mia storia del dolore....a distanza di 4 anni sto andando in depressione perchè non riesco a risolverlo, inoltre ho dovuto lasciare il calcio ma anche col nuoto mi fa male. Mi sveglio al mattino con dolore più forte e alcune volte, quando nuoto tanto o faccio una corsetta, la sera ho dolore anche ne solo POGGIARE LA GAMBA: sento come TANTI SPILLI dietro l'osso sacro dalla parte sinisra.
il dolore si placa momentaneamente se faccio stretching per il gluteo, ma dopo poco ritorna. Inoltre se sto in posizione sdraiata con la pancia all'aria per tanto tempo, quando mi rialzo e cammino il dolore è molto più forte e dopo un po di movimento si attenua.
Gli esercizi che mi danno piu dolore sono gli squat(che non faccio più da tempo), il nuotare a rana e gli scatti.
Il momento con maggior dolore è quando mi piego in avanti appoggiandomi sulla gamba sinistra.
SE INDOSSO MUTANDINE E PANTALONI "STRETTI"(non strettissimi ma solo aderenti) ALL'ALTEZZA DELLA PARTE ALTA DEI GLUTEI, IL DOLORE DIVENTA ANCORA PIU' FORTE.

se qualcuno di voi si è fatto un'idea di cosa posso avere e può darmi qualche consiglio o, da chi medico andare, sarei felicissimo di ascoltarlo. Vi chiedo gentilmente di aiutarmi, in quanto sto malissimo sia a livello fisico che psicologico.
[#1]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
La sua storia e' molto complessa e presenta un'evoluzione difficile da interpretare gia' di per se'. A distanza diventa poi davvero impossibile, senza una visita e senza vedere di persona gli esami, darle suggerimenti, che, tra l'altro, via Internet non e' consentito erogare ne' come diagnosi, ne' come terapia.
Le posso solo dire che lo spettro delle patologie possibili e' molto ampio, piu' esteso di quanto ipotizzato fino ad ora. Ma qui mi devo fermare in mancanza di elementi di valutazione diretti.
Cordialita'
Dr. A. Valassina

Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante

[#2]
Attivo dal 2005 al 2013
Ex utente
la ringrazio per la risposta, ma visto che sono stato da 2 ortopedici che non mi hanno trovato niente, 2 osteopati, 2 fisioterapisti e 2 reumatologi mi saprebbe indicare uno specialista da cui poter andare?
grazie
[#3]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Correttezza professionale e le regole di MI non consentono di indicare professionisti via internet. Posso solo dirle che può trovare ottimi professionisti nel sua città ed eventualmente in Ancona o Roma.
Cordialità
Dr. A. Valassina
[#4]
Attivo dal 2005 al 2013
Ex utente
mi scusi forse mi sono spiegato male, ma volevo intendere che tipo di specialista contattare? l'ortopedia è la strada giusta?
[#5]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
La descrizione dei suoi sintomi e segni e' molto ampia ed abbarcci aun spettro di possibli patologie molto vasto, almento sulla base di quanto letto a distanza via Internet.
Pertanto in teoria potrebbere essere molte e molte diverse le professionalita' alla fine in grado di darle la risposta definitiva.
Solo dopo averla visitata si potrebbe restringere il campo di ipotesi e decidere quale sia il percoros migliore da suggerirle.
[#6]
Attivo dal 2005 al 2013
Ex utente
mi scusi ma lei cosa mi consiglia di fare?da chi potrei andare? inoltre vorrei fare una tac lombosacrale, pertanto me la consiglia con o senza contrasto?
[#7]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Mi dispiace, ma via Internet è FORMALMENTE proibito dall'Ordine dei Medici e dalle linee guida del nostro sito prescrivere esami o suggerire terapie.
Lei, con una serie di sintomi così varia e vaga, potrebbe essere indifferentemente valutato, in prima istanza da un ortopedico (specialità chirurgica dell'apparato muscoloscheltrico) come da un reumatologo (specialità internistica dell'apparato muscoloscheletrico). Solo successivamente si potrà valutare se siano necessarie valutazioni specialistiche di altro tipo.
[#8]
Attivo dal 2005 al 2013
Ex utente
la ringrazio del consiglio, solo che i due reumatologi a cui mi sono rivolto mi hai detto entrambi: "dal punto di vista reumatologico non hai niente, rivolgiti ad un ortopedico", i vari ortopedici da cui sono stato mi hanno fatto fare numerosi esami e terapie costose che non mi hanno risolto il problema.
il fatto è che dagli esami non è risultato niente di evidente, ma il dolore ce l'ho ancora e io non so se fare la tac con contrato o meno. potrebbe almeno spiegarmi cosa analizza in più la tac con il contrasto che quella senza non fa?
mi scusi se sono insistente, ma confrontarsi tutti i giorni con un dolore sconosciuto, di cui non si capiscono le cause, è molto frustrante.
[#9]
Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Il mezzo di contrasto (mdc) mette in evidenza i vasi "per contrasto" rispetto ai tessuti vicini, piu' radiotrasparenti: sistema circolatorio dei gorssi vasi dal cuore fino in periferia. Inoltre inietta dopo i grandi anche i vasi arteriosi e poi quelli venosi piu' piccoli e quindi i parenchimi (i tessuti molli di solito non visibili se non come ombre sugli esami Rx normali) di diversi organi e/o apparati: questo tipo di immagini si ha nelle ultime fasi dell'esame quando il mdc non si trova piu' nei vasi arteriosi maggiori in cui e' stato spinto dal cuore, ma ben olte nei piccoli vasi della periferia.
Infatti il mdc impregnera' l'organo o gli organi che sono oggetto dello studio TAC mettendo in evidenza accumuli anomali di mdc (per infiammazioni, tumori o malformazioni vascolari) o perdite/ "fughe" di mdc fuori dal sistema vascolare ( x rotture di vasi ad esempio nei traumi) evidenziando lesioni altrimenti NON visibili senza mdc.

Come lei puo' ben capire questo esame (TAC con mdc) offre dei vantaggi oggettivi rispetto alla TAC senza mdc, ma, questa tecnica, prevedendo l'uso di sostanze potenzialmente dannose per gli organi (ad esempio chi ha un rene che funziona male non puo' fare questo esame proprio perche' il mdc venendo eliminato dal rene li' si concentra e dunque puo' dare lesioni tossiche) va utilizzato solo se vi siano indicazioni chiare e soprattutto se questo esame sia davvero insostituibile con altra tecnica di "imaging".

Si torna quindi all'inizio.
1) NON sono gli esami che fanno la diagnosi, ma e' una buona impostazione clinica del problema di ogni malato che permettera' al medico di chiedere SOLO gli esami radiologici indispensabili evitando esami inutili e rischi inutili per il malato. Come dire: e' un'ottima impostazione clinica che "fa" la diagnosi, in quanto instrada/avvia il paziente su un percorso che lo condurra' alla fine ad avere al minor costo (in termini di numero di esami e entita' di rischio) il miglior gruppo di esami davvero necessari.
2) A questo punto si innesta la seconda parte del lavoro clinico che ogni medico fa: l'interpretazione CLINICA delle immagini.

Vede molti confondono il report radiologico con la "vera" diagnosi. Non e' cosi' quasi mai, a parte patologie di elementare evidenza che spesso sono gia' note con un primo semplice e rapido esame clinico: ad esempio una frattura. Non si fa l'esame Rx per "sapere" se c'e' la frattura, in molti casi e molto evidente gia' di per se'.
Si fa l'esame per:
1) classificare la frattura in base a:
- sede
- morfologia del focolaio di frattura
- lesioni scheletriche associate occulte
- biomeccanica (stabilita' /instabilita' della lesione) ecc. ecc
2) avere informazioni sulla struttura dell'osso (presenza di osteoporosi, osteodistrofie, osteolisi, osteosclerosi ecc.)
3) raccogliere tutte le informazioni sui tessuti contigui (muscoli, tendini, vasi, organi) che seppur non evidenti come l'osso all'esame ci fanno intuire possibili altre lesioni associate, magari non evidenti al primo esame clinico Rx.
4) infine, confrontare i dati delle immagini con quelli clinici: l'aspetto piu' importante del nostro lavoro.

In patologie traumatiche per certi versi e' piu' facile trovare le correlazioni corrette tra quadro clinico e quadro radiologico, ma non sempre.

Nel suo caso non si tratta di trauma, ma di una patologia d'elezione a insorgenza spontanea in sede sacroliliaca (da come sembrerebbe secondo il suo racconto).
Essendo che questa articolazione e' situata in una zona anatomica molto profonda nel bacino e non essendo possibile esaminarla con lo stessa facilita' di un ginocchio, e' ovvio che sia molto piu' complesso valutarne le condizioni. Tanto, vale anche per gli organi e apparati vicino alla sacroiliaca (ammesso che sia quella la sede della sua infiammazione...).

Ma, ammettendo per pura ipotesi, che lei abbia una infiammazione in quella parte della pelvi, ebbene e' molto difficile se non impossibile, date tutte le problematiche che pone all'esaminatore quell'area anatomicamente difficile, che si possa darle delle indicazioni senza averla mai visitata e per di piu' a distanza di chilometri via Internet.

Dunque il problema non e' la TAC con o senza mdc, quanto piuttosto formulare un'ipotesi diagnostica realistica e credibile DOPO averla visitata e se necessario, solo allora, chiedere tutti gli esami necessari. Che non necessariamente sono la TAC con o senza mdc...


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