Infiltrazioni anca acido ialuronico in caso impingement
Dopo aver accusato a marzo 2011 i primi dolori al ginocchio e all'inguine, effettuo vari esami, tra cui artrorisonanza per sospetto impingement femoro-acetabolare in cui viene diagnosticata: "...minima salienza ossea al passaggio testa-collo con estenzione di circa 1 cm nei piani supero-anteriori (a ore dieci), in tutta adiacenza, in sede subcondrale, piccola ernia sinoviale di 8 mm. Circoscritto distacco del cercine acetabolare sul versante antero-inferiore (da ore otto a ore nove). ...".
Segnalo che molti anni fa ho subito un intervento di osteosintesi per spondilolistesi di l5 su s1 totalmente risolto e ad oggi confermato da più specialisti previe visite di controllo e pluralità di esami attuali.
Dopo aver effettuato visite specialistiche mi è stato consigliato di non procedere a un intervento chirurgico, nemmeno in artroscopia, dato che il problema appare finora circoscritto.
La mia richiesta è: come posso procedere in modo alternativo? Quali terapie potrebbero risultare maggiormente efficaci? Il dolore varia da un livello 3/4 a picchi di 6/7 quando faccio maggiore attività fisica. In un caso mi sono stati consigliati dei corticosteroidi che non vorrei prendere, visti gli effetti collaterali, anche di natura psicologica. In un altro caso mi è stata consigliata una laserterapia.
Ho letto di infiltrazioni di acido ialuronico e vorrei chiedere in modo specifico indicazioni su un medico qualificato e con esperienza che se ne occupi nella regione Veneto. Chiedo se esistono particolari rischi nel tentare questa terapia.
La mia preoccupazione forte oltre al generico stare meglio è di non poter più praticare l'attività acquatica che praticavo precedentemente e che ho interrotto da ormai sei mesi, per i risvolti che questo ha sulla mia psiche e sul mio corpo. Leggo che la tempistica è fondamentale, quindi ringrazio anticipatamente per ogni aiuto e contatto.
Segnalo che molti anni fa ho subito un intervento di osteosintesi per spondilolistesi di l5 su s1 totalmente risolto e ad oggi confermato da più specialisti previe visite di controllo e pluralità di esami attuali.
Dopo aver effettuato visite specialistiche mi è stato consigliato di non procedere a un intervento chirurgico, nemmeno in artroscopia, dato che il problema appare finora circoscritto.
La mia richiesta è: come posso procedere in modo alternativo? Quali terapie potrebbero risultare maggiormente efficaci? Il dolore varia da un livello 3/4 a picchi di 6/7 quando faccio maggiore attività fisica. In un caso mi sono stati consigliati dei corticosteroidi che non vorrei prendere, visti gli effetti collaterali, anche di natura psicologica. In un altro caso mi è stata consigliata una laserterapia.
Ho letto di infiltrazioni di acido ialuronico e vorrei chiedere in modo specifico indicazioni su un medico qualificato e con esperienza che se ne occupi nella regione Veneto. Chiedo se esistono particolari rischi nel tentare questa terapia.
La mia preoccupazione forte oltre al generico stare meglio è di non poter più praticare l'attività acquatica che praticavo precedentemente e che ho interrotto da ormai sei mesi, per i risvolti che questo ha sulla mia psiche e sul mio corpo. Leggo che la tempistica è fondamentale, quindi ringrazio anticipatamente per ogni aiuto e contatto.
[#1]
Gentile utente,
non posso mettere in discussione quello che i colleghi (che l'hanno potuta visitare e vedere le immagini) le hanno consigliato, ma mi permetta una considerazione.
Il FAI sottende una causa meccanica, e come tale per guarire deve essere trattata: una artroscopia d'anca in un conflitto dimostrato e con lesione del cercine può mettere al riparo da ulteriori futuri peggioramenti.
Le consiglio una visita da un chirurgo dell'anca che si occupi specificatamente di FAI, può cercare anche in questo sito, prima di abbandonare l'idea della soluzione chirurgica e ripiegare su terapie che sinceramente non risolvono la causa, sempre che la diagnosi sia corretta.
Cordiali saluti.
non posso mettere in discussione quello che i colleghi (che l'hanno potuta visitare e vedere le immagini) le hanno consigliato, ma mi permetta una considerazione.
Il FAI sottende una causa meccanica, e come tale per guarire deve essere trattata: una artroscopia d'anca in un conflitto dimostrato e con lesione del cercine può mettere al riparo da ulteriori futuri peggioramenti.
Le consiglio una visita da un chirurgo dell'anca che si occupi specificatamente di FAI, può cercare anche in questo sito, prima di abbandonare l'idea della soluzione chirurgica e ripiegare su terapie che sinceramente non risolvono la causa, sempre che la diagnosi sia corretta.
Cordiali saluti.
Gianni Nucci, Chirurgo Ortopedico
Responsabile U.F. Ortopedia Santa Rita Hospital - Montecatini T.
Riceve a Lucca, Montecatini, Pistoia, Follonica
[#2]
Sono d'accordo col collega:
vorrei solo aggiungere che -anzi- il fatto che il prblema sia circoscritto rappresenta piuttosto un'ulteriore indicazione all'artroscopia: sono proprio i casi in cui la degenerazione è invece generalizzata, in cui è meglio non intervenire in artroscopia e aspettare.
Distinti saluti
vorrei solo aggiungere che -anzi- il fatto che il prblema sia circoscritto rappresenta piuttosto un'ulteriore indicazione all'artroscopia: sono proprio i casi in cui la degenerazione è invece generalizzata, in cui è meglio non intervenire in artroscopia e aspettare.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#3]
Utente
Buongiorno dottori,
vi contatto di nuovo dopo molte visite ed esami specialistici, sperando, anche se so essere difficile, in un parere o consiglio a distanza.
Sono una donna di 40 anni senza particolari problemi di peso o di tono muscolare, altezza 165 cm.
Nel 2001 ho subito due interventi successivi in artrodesi per spondilolistesi di L5 su S1 all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Nel secondo intervento immediatamente successivo al primo si è agito anche su L4. Per il recupero totale sono stati necessari circa 6 mesi.
Nel marzo 2011 (dopo aver praticato 3 anni di acquagym) riscontro dolore prima al ginocchio e poi all'inguine gluteo sinistro che da lì ad oggi non sono mai scomparsi e si presentano quando non sono in situazione di riposo, soprattutto quando sono in piedi o cammino o faccio forza con la gamba sinista, come nella guida. Praticamente sempre durante la giornata.
Ho effettuato radiografia della colonna sotto carico e bacino per anche (maggio 2011): "Confermato il trofismo delle ossa. Cervicali in asse; minima scoliosi sinistro concava al passaggio dorso lombare. Accentuata la lordosi lombare. Anteriorizzato rispetto al sottostante il corpo di L5 di 1.5 cm; mezzi metallici di stabilizzazione dorsalmente ai corpi L4, L5, S. Modeste note spondilolisiche; ridotti in ampiezza gli spazi intersomatici tra L4 e L5 e soprattutto tra L5 e S1. Simmetriche le creste iliache. Coxo-femorali regolari per contorni e rapporti. Modico addensamento di tipo artrosico dei bordi delle articolazioni sacro-iliache. Fleboliti in piccolo bacino. Nel contesto del collo femorale sinistroareola di rarefazione ossea ben delimitata da orletto sclerotico, di tipo cistico."
Ho effettuato risonanza magnetica anca sinistra (maggio 2011): "L'esame viene eseguito mediante scansioni assiali con sequenze spin-echo T1 e T2 pesate e scansioni coronali con sequenze T1 pesate e T2 con soppressione del grasso. Nella norma il liquido sinoviale a livello delle articolazioni coxo-femoraliove regolari risultano i contorni e i rapporti dei capi ossei con conservazione delle cartilagini. Non riconoscibili nella parte craniale soggetta a carico delle teste femorali alterazioni di segnale a focolaio riconducibili a fatti di osteonecrosiasettica né a sindrome algodistrofica. Minime irregolarità di tipo artrosico a livello dei bordi delle articolazioni sacro-iliache e della sinfisi pubica. Ben sviluppate le ovaie all'interno delle quali si riconoscono cisti follicolari. Cisti tipo Naboth a livello della cervice uterina."
Sono stata visitata a Padova (dove risiedo da circa 5 anni) da ortopedico esperto rachide, che ha valutato l'intervento ben effettuato e le protesi stabili. Il dottore mi ha consigliato ulteriori accertamenti all'anca inviandomi al collega esperto anca giovanile.
Sono stata visitata dal dottore a Verona che mi ha consigliato un'artro-risonanza che ho effettuato (agosto 2011): "Indagine eseguita previa introduzione nel cavo articolare, per via percutanea, di 15 ml di soluzione di gadolinio "Magnevist". Regolare la distensività capsulare. Il grado di antiversione acetabolarerientra nei limiti della variabilità individuale. Non si rilevano alterazioni del segnale riferibili ad aree algodistrofiche o zone di osteonecrosi. Minima salienza ossea al passaggio testa-collo con estensione di circa 1 cm nei piani supero-anteriori (h 10); in tutta adiacenza, in sede subcondrale, piccola ernia sinoviale di 8 mm. Circoscritto distacco del cercine acetabolare sul versante antero-inferiore (da h 8 a h 9). Non articolazioni a livello delle cartilagini articolari. nella norma le inserzioni tendinee sul gran trocantere. Regolari i legamenti trasverso e rotondo. "
Dopo averne parlato, il dottore mi ha sconsigliato l'intervento (in artroscopia).
Sono stata per un controllo al Rizzoli a Bologna che non ha reputato le cause dei sintomi originabili nella colonna vertebrale (nello specifico, mi ha detto che, visitandomi, trovava eventuali infiltrazioni via tac alla colonna inappropriate al caso) e mi ha consigliato di farmi vedere dal collega esperto dell'anca, che mi ha prescritto del Cortisone (che non ho preso). Anche lui non sembrava propenso all'intervento all'anca.
Sono stata poi visitata a Milano (Gaetano Pini) e l'orotpedico ha ipotizzato una meralgia, per cui ho effettuato una cura di vitamina B senza particolare esito. Anche in questo caso il dottore non è stato propenso all'intervento e non sosteneva essere la lesione del cercine acetabolare l'origine dei sintomi.
Fatto sta che, dopo terapie locali, tra cui ho provato anche l'infiltrazione guidata di acido ialuronico, i sintomi persistono.
Segnalo anche che ho un click bilaterale all'articolazione temporo-mandibolare in apertura e chiusura, più accentuato a sinistra.
Sto riniziando trattamenti osteopatici e esercizi, ma per ora non mi sembra con grande esito.
Vi chiedo cortesemente anche se esiste un centro o medici che hanno esperienza di patologie combinate di questo genere, anche all'estero, a cui mi posso rivolgere e se ci sono dei follow up per interventi di spondilolistesi che posso consultare.
Ultima cosa: i miei movimenti sono completi, in tutte le direzioni.
A questo punto, dopo oltre un anno, sono davvero esausta e vi ringrazio se riuscirete a prendervi qualche minuto per rispondere.
vi contatto di nuovo dopo molte visite ed esami specialistici, sperando, anche se so essere difficile, in un parere o consiglio a distanza.
Sono una donna di 40 anni senza particolari problemi di peso o di tono muscolare, altezza 165 cm.
Nel 2001 ho subito due interventi successivi in artrodesi per spondilolistesi di L5 su S1 all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Nel secondo intervento immediatamente successivo al primo si è agito anche su L4. Per il recupero totale sono stati necessari circa 6 mesi.
Nel marzo 2011 (dopo aver praticato 3 anni di acquagym) riscontro dolore prima al ginocchio e poi all'inguine gluteo sinistro che da lì ad oggi non sono mai scomparsi e si presentano quando non sono in situazione di riposo, soprattutto quando sono in piedi o cammino o faccio forza con la gamba sinista, come nella guida. Praticamente sempre durante la giornata.
Ho effettuato radiografia della colonna sotto carico e bacino per anche (maggio 2011): "Confermato il trofismo delle ossa. Cervicali in asse; minima scoliosi sinistro concava al passaggio dorso lombare. Accentuata la lordosi lombare. Anteriorizzato rispetto al sottostante il corpo di L5 di 1.5 cm; mezzi metallici di stabilizzazione dorsalmente ai corpi L4, L5, S. Modeste note spondilolisiche; ridotti in ampiezza gli spazi intersomatici tra L4 e L5 e soprattutto tra L5 e S1. Simmetriche le creste iliache. Coxo-femorali regolari per contorni e rapporti. Modico addensamento di tipo artrosico dei bordi delle articolazioni sacro-iliache. Fleboliti in piccolo bacino. Nel contesto del collo femorale sinistroareola di rarefazione ossea ben delimitata da orletto sclerotico, di tipo cistico."
Ho effettuato risonanza magnetica anca sinistra (maggio 2011): "L'esame viene eseguito mediante scansioni assiali con sequenze spin-echo T1 e T2 pesate e scansioni coronali con sequenze T1 pesate e T2 con soppressione del grasso. Nella norma il liquido sinoviale a livello delle articolazioni coxo-femoraliove regolari risultano i contorni e i rapporti dei capi ossei con conservazione delle cartilagini. Non riconoscibili nella parte craniale soggetta a carico delle teste femorali alterazioni di segnale a focolaio riconducibili a fatti di osteonecrosiasettica né a sindrome algodistrofica. Minime irregolarità di tipo artrosico a livello dei bordi delle articolazioni sacro-iliache e della sinfisi pubica. Ben sviluppate le ovaie all'interno delle quali si riconoscono cisti follicolari. Cisti tipo Naboth a livello della cervice uterina."
Sono stata visitata a Padova (dove risiedo da circa 5 anni) da ortopedico esperto rachide, che ha valutato l'intervento ben effettuato e le protesi stabili. Il dottore mi ha consigliato ulteriori accertamenti all'anca inviandomi al collega esperto anca giovanile.
Sono stata visitata dal dottore a Verona che mi ha consigliato un'artro-risonanza che ho effettuato (agosto 2011): "Indagine eseguita previa introduzione nel cavo articolare, per via percutanea, di 15 ml di soluzione di gadolinio "Magnevist". Regolare la distensività capsulare. Il grado di antiversione acetabolarerientra nei limiti della variabilità individuale. Non si rilevano alterazioni del segnale riferibili ad aree algodistrofiche o zone di osteonecrosi. Minima salienza ossea al passaggio testa-collo con estensione di circa 1 cm nei piani supero-anteriori (h 10); in tutta adiacenza, in sede subcondrale, piccola ernia sinoviale di 8 mm. Circoscritto distacco del cercine acetabolare sul versante antero-inferiore (da h 8 a h 9). Non articolazioni a livello delle cartilagini articolari. nella norma le inserzioni tendinee sul gran trocantere. Regolari i legamenti trasverso e rotondo. "
Dopo averne parlato, il dottore mi ha sconsigliato l'intervento (in artroscopia).
Sono stata per un controllo al Rizzoli a Bologna che non ha reputato le cause dei sintomi originabili nella colonna vertebrale (nello specifico, mi ha detto che, visitandomi, trovava eventuali infiltrazioni via tac alla colonna inappropriate al caso) e mi ha consigliato di farmi vedere dal collega esperto dell'anca, che mi ha prescritto del Cortisone (che non ho preso). Anche lui non sembrava propenso all'intervento all'anca.
Sono stata poi visitata a Milano (Gaetano Pini) e l'orotpedico ha ipotizzato una meralgia, per cui ho effettuato una cura di vitamina B senza particolare esito. Anche in questo caso il dottore non è stato propenso all'intervento e non sosteneva essere la lesione del cercine acetabolare l'origine dei sintomi.
Fatto sta che, dopo terapie locali, tra cui ho provato anche l'infiltrazione guidata di acido ialuronico, i sintomi persistono.
Segnalo anche che ho un click bilaterale all'articolazione temporo-mandibolare in apertura e chiusura, più accentuato a sinistra.
Sto riniziando trattamenti osteopatici e esercizi, ma per ora non mi sembra con grande esito.
Vi chiedo cortesemente anche se esiste un centro o medici che hanno esperienza di patologie combinate di questo genere, anche all'estero, a cui mi posso rivolgere e se ci sono dei follow up per interventi di spondilolistesi che posso consultare.
Ultima cosa: i miei movimenti sono completi, in tutte le direzioni.
A questo punto, dopo oltre un anno, sono davvero esausta e vi ringrazio se riuscirete a prendervi qualche minuto per rispondere.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.8k visite dal 21/09/2011.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Tumore della cervice uterina
Tumore del collo dell'utero (o cervice uterina): l'HPV e i fattori di rischio, diagnosi e screening (PAP Test, HPV test, colposcopia, conizzazione).