Frattura quinto metatarso
Il 27 dello scorso mese, in seguito ad una banale storta, ho riportato la frattura della base del quinto metatarso con conseguente gesso ( per quelli che sarebbero dovuti essere 40 giorni), divieto di carico e controllo con rx prescritto dopo una settimana. Nell' ambito di quest' ultimo , l' ortopedico che mi ha preso quel giorno in carico, manifestava perplessità ravvisando una dilatazione tra i due monconi d' osso e possibilità di intervento che comunque diceva, in questi casi , non assicurava certi risultati e rimandava a controllo successivo dopo 10 giorni. Attenendomi alla prescrizione ho rieffettuato controllo ma mi è stato attribuito un ortopedico diverso il quale: non ha visto necessità di tanti controlli intermedi, ha negato che tra la prima e la terza lastra si ravvisasse maggiore scomposizione, negava necessità di intervento ( aggiungendo testualmente " fosse il mio piede lo lascerei così " ), ha prescritto rimozione del gesso anticipata rispetto agli iniziali 40 giorni con conseguente rx per poi valutare eventuale tutore. Di fatto la mia frattura c'è , lui mi ha detto che la ripresa da una cosa del genere non dipende solo dalla distanza tra i due monconi ma da tutta una serie di altre cose e di non preoccuparmi. Ora le mie aspettative di ripresa sono comunque minime ( basterebbe camminare senza zoppicare!) , ma sono del tutto disorientata e "terrorizzata" dal fatto che quando andrò possa esserci ancora un altro dottore e ribaltarmi nuovamente l' esito!. capisco che, non essendo la medicina una scienza esatta, per quanto ci siano dei dati oggettivi ci sia la sogettività di chi li valuta ma davvero si puo' riprendere col tempo una qualità motoria decente con una frattura ancora tale? Ringrazio per l' attenzione e forse per l' ingenuità nell' esposizione ma è un campo , questo , che esula totalmente dalle mie conoscenze.
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Gentile signora, stia tranquilla che guarirà bene; faccia della fisiochinesiterapia affidandosi all'ortopedico e ad un fisiatra.
In genere una frattura composta della base del v° metatarso dopo 30-40 gg. dovrebbe evolvere verso la guarigione, anche se vi sono tante variabili legate a vari parametri.
Tolto l'apparecchio gessato, metta una bendaggio compressivo, tipo cavigliera elastica, e carichi sul piede interessato parzialmente per altri gg.10 -15; ma un attento esame clinico ortopedico stabilirà bene ogni dettaglio.
Cordiali saluti
In genere una frattura composta della base del v° metatarso dopo 30-40 gg. dovrebbe evolvere verso la guarigione, anche se vi sono tante variabili legate a vari parametri.
Tolto l'apparecchio gessato, metta una bendaggio compressivo, tipo cavigliera elastica, e carichi sul piede interessato parzialmente per altri gg.10 -15; ma un attento esame clinico ortopedico stabilirà bene ogni dettaglio.
Cordiali saluti
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
[#2]
Utente
Buonasera,
confermo che l' apparecchio gessato è stato rimosso con rx conseguente dal quale è risultata un " faticosa" evoluzione verso la guarigione. Mi è stata prescritta calza elastica a gambaletto, carico parziale del piede a tolleranza mia con assistenza di stampelle per due settimane e fisioterapia. Non mi è stato specificato se portare la calza elastica tutto il giorno e anche durante la notte. Solo da ieri ne faccio uso , ma a me pare che quando la tolgo il piede sia molto gonfio e livido e in piu' mi provoca dolore alla caviglia quando cammino. Secondo lei è normale cio' ? Dovrei ridurne l' utilizzo o c'è qualcosa che possa aitare a sgonfiarsi il piede?
Ringrazio per l' attenzione e auguro buon lavoro.
confermo che l' apparecchio gessato è stato rimosso con rx conseguente dal quale è risultata un " faticosa" evoluzione verso la guarigione. Mi è stata prescritta calza elastica a gambaletto, carico parziale del piede a tolleranza mia con assistenza di stampelle per due settimane e fisioterapia. Non mi è stato specificato se portare la calza elastica tutto il giorno e anche durante la notte. Solo da ieri ne faccio uso , ma a me pare che quando la tolgo il piede sia molto gonfio e livido e in piu' mi provoca dolore alla caviglia quando cammino. Secondo lei è normale cio' ? Dovrei ridurne l' utilizzo o c'è qualcosa che possa aitare a sgonfiarsi il piede?
Ringrazio per l' attenzione e auguro buon lavoro.
[#3]
Gentile signora le ho detto di rivolgersi ad uno specialista ortopedico , per curare bene anche questi disturbi che sono le conseguenze della frattura, come una stasi venosa o simiòlari problemi.
Nulla di preoccupante, stia tranquilla. Saprà lui darle, dopo una accurata visita specialistica, dei trattamenti idonei farmacologici che delle prescrizioni di fisiochinesiterapia.
Cordiali saluti
Nulla di preoccupante, stia tranquilla. Saprà lui darle, dopo una accurata visita specialistica, dei trattamenti idonei farmacologici che delle prescrizioni di fisiochinesiterapia.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Buongiorno ,
a un mese e mezo dalla rimozione del gesso , dopo avere seguito una riabilitazione con esercizi isometrici , isotonici , propriocettivi e di rieducazione al passo, posso dire di avere riacquistato un' attività motoria normale nella deambulazione , nella corsa e nelle competenze quotidiane. Il piede è raramente dolorante e leggermente livido alla base delle dita. L' unico inconveniente è la formazione di un callo osseo esuberante ( da scarso che era inizialmente) che è andato a formare una protuberanza nella sede della frattura e che , pur essendosi assottigliato ultimamente, è visibile e un po' fastidioso.
Chiedevo se al di là dell' estetica , puo' rappresentare , alla lunga, un problema di tipo piu' serio e funzionale e mi chiedevo anche se si potesse sperare che col tempo , senza intervenire chirurgicamente, andasse ulteriormente a regredire.
Ringrazio nuovamente per l' attenzione.
a un mese e mezo dalla rimozione del gesso , dopo avere seguito una riabilitazione con esercizi isometrici , isotonici , propriocettivi e di rieducazione al passo, posso dire di avere riacquistato un' attività motoria normale nella deambulazione , nella corsa e nelle competenze quotidiane. Il piede è raramente dolorante e leggermente livido alla base delle dita. L' unico inconveniente è la formazione di un callo osseo esuberante ( da scarso che era inizialmente) che è andato a formare una protuberanza nella sede della frattura e che , pur essendosi assottigliato ultimamente, è visibile e un po' fastidioso.
Chiedevo se al di là dell' estetica , puo' rappresentare , alla lunga, un problema di tipo piu' serio e funzionale e mi chiedevo anche se si potesse sperare che col tempo , senza intervenire chirurgicamente, andasse ulteriormente a regredire.
Ringrazio nuovamente per l' attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 19.2k visite dal 22/07/2011.
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