Vorrei avere alcune informazioni riguardo questa frattura

Gentili dottori,
mia madre, cascando dalla sedia, si è rotta il calcagno. Dalla TC risulta: frattura apofisi anteriore calcagno sinistro articolare. E' una donna di 60 anni. Adesso ha naturalmente il gesso che dovrà tenere per 30-40 giorni. E' molto preoccupata per quanto riguarda il decorso. E' vero che non potrà appoggiare il piede per due, tre mesi? Vorrei avere alcune informazioni riguardo questa frattura. Grazie a tutti per le risposte.
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Senza vedere le immagini TC è ben difficile poter stabilire la durata della immobilizzazione e i tempi per concedere il carico. Questo dipende da molti fattori, ivi comprese le valutazioni dell'ortopedico che sta trattando Sua madre.
Penso che l'ortopedico abbia spiegato a Sua madre (e se non lo ha fatto gli chieda di farlo adesso) quanto tempo dovrà tenere il gesso, per quanto tempo non potrà appoggiare il piede (anche se i tempi possono variare strada facendo in base ai controlli rx), quali sono i rischi, ecc.
E' importante che Sua madre, fino alla ripresa della deambulazione libera senza gesso, faccia la profilassi della trombosi venosa profonda con le "punturine nella pancia"
Cordiali saluti

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it

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Dr. Alessandro Aloja Ortopedico 12 1
Il calcagno e' un osso spongioso, solitamente queste fratture necessitano un minimo di 2 mesi di scarico. Ogni trenta giorni si effettua un controllo radiografico per valutarne l'evoluzione e la possibilità' del carico. Comunque dopo 30 giorni il gesso verra rimosso e si darà la possibilità di muovere liberamente la caviglia (in scarico).

Cordiali saluti


Dr. Aloja
Chirurgia del piede

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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Gentile Utente, sento il dovere di precisare, a proposito della risposta del collega dr. Aloja, come vada sottolineata nel suo contesto la parola "solitamente": il percorso da lui descritto è quello che può verificarsi in genere, di solito. In realtà questa tempistica così come descritta può variare in modo determinante per una serie di fattori che qui non possiamo considerare perché non ne siamo in possesso: età della paziente, peso, presenza di osteoporosi, tipo di frattura, scomposizione della frattura, evoluzione della guarigione della frattura, possibilità/capacità della paziente a deambulare con due stampelle senza caricare, ecc. ecc. A questi elementi si aggiungono le esperienze dell'ortopedico, le sue abitudini, il suo metodo di valutazione degli elementi precedentemente elencati, ecc.
Come vede non è possibile stabilire a priori in nessun caso una successione rigida di controlli clinici, rx, rimozione gesso ecc; la catena di eventi viene determinata passo passo dalle condizioni di quel momento, che possono suggerire di togliere il gesso o di prolungarne la permanenza, di autorizzare il carico sfiorante o di rimandarlo, ecc.
Si affidi quindi al Suo ortopedico per avere tutti i chiarimenti di volta in volta, perché nemmeno lui potrà fare previsioni lunghe.
Ci tenga aggiornati, se vuole.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Vi ringrazio moltissimo per la disponibilità.
Comunque la mamma è una donna di 60 anni, alta 170 cm, con un peso di 56 kg e fortunatamente senza osteoporosi.
Ha cominciato in questi giorni a fare la magneto terapia oltre alle cosiddette "punturine nella pancia" che fa da quando è ingessata. Nella diagnosi c'è scritto: frattura apofisi anteriore calcagno sinistro articolare. Vedremo come andrà a finire, per ora, nonostante sia ingessata precisamente da 12 giorni, ha dolore e fatica a trovare la posizione giusta per il piede.
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Utente
Utente
ah dimenticavo! la frattura è "scomposta" solo di un millimetro (così ci disse il primario di ortopedia quando fu ingessata), per questo decisero di non operarla e di farle solo il gesso.
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Utente
Utente
Salve, volevo chiedervi ancora un consulto per quanto riguarda mia madre. Si è tolta il gesso il 16 di maggio, dopo quasi un mese ha il piede molto gonfio e ha tanto dolore. Per fortuna l'osso si era calcificato bene e ha potuto appoggiare il piede fin da subito. Ha fatto fisioterapia, laser e ultrasuoni. Riesce a camminare abbastanza bene, ma ha il piede molto dolorante, infiammato e soprattutto molto gonfio. Ha fatto un ecodopler, ma risulta tutto apposto. Cosa potrebbe essere? Cosa potete consigliarmi?
Grazie a tutti!
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.9k 278
Spesso è normale che un piede che è stato ingessato risulti gonfio e dolente alla rimozione del gesso. La riabilitazione ed eventualmente i presìdi che può proporre un angiologo per facilitare il ritorno venoso possono contribuire ad accelerare la guarigione. Però se il dolore è importante ne parli con l'ortopedico di Sua mamma per escludere che si tratti di algodistrofia, una complicazione abbastanza frequente che richiede un trattamentio specifico.
Cordiali saluti
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