Rimozione chiodo nella tibia
buongiorno,
da circa dieci anni in seguito ad una frattura di tibia e perone, mi hanno messo un chiodo nella tibia (endomidollare).
mi chiedevo se conviene toglierlo o meno ,e quali complicanze potrei avere non rimuovendolo.
In qualche forum ,leggo che si possono anche non togliere i mezzi di sintesi,allora mi chiedo come mai dopo qualche anno in ospedale viene fatta un'altra operazione per rimuoverli.
essendo in acciaio,in futuro se ne avessi bisogno, potrei fare una eventuale risonanza magnetica?
grazie
da circa dieci anni in seguito ad una frattura di tibia e perone, mi hanno messo un chiodo nella tibia (endomidollare).
mi chiedevo se conviene toglierlo o meno ,e quali complicanze potrei avere non rimuovendolo.
In qualche forum ,leggo che si possono anche non togliere i mezzi di sintesi,allora mi chiedo come mai dopo qualche anno in ospedale viene fatta un'altra operazione per rimuoverli.
essendo in acciaio,in futuro se ne avessi bisogno, potrei fare una eventuale risonanza magnetica?
grazie
[#1]
Caro utente,
se il chiodo non Le dà fastidio, non c'è motivo di toglierlo. Lo si toglie solo crea problemi, o se necessario a causa di un altro intervento chirurgico.
La RMN in altri distretti corporei non dovrebbe dare alcun problema, mentre una RMN alla tibia o al ginocchio potrebbe risultare alterata o illeggibile a causa della presenza del metallo. In ogni caso, è sufficiente informare il radiologo della presenza del chiodo ogniqualvolta si sottoporrà a indagini diagnostiche.
Infine, quanto al materiale, generalmente questi chiodi sono in titanio e non in acciaio.
Distinti saluti
se il chiodo non Le dà fastidio, non c'è motivo di toglierlo. Lo si toglie solo crea problemi, o se necessario a causa di un altro intervento chirurgico.
La RMN in altri distretti corporei non dovrebbe dare alcun problema, mentre una RMN alla tibia o al ginocchio potrebbe risultare alterata o illeggibile a causa della presenza del metallo. In ogni caso, è sufficiente informare il radiologo della presenza del chiodo ogniqualvolta si sottoporrà a indagini diagnostiche.
Infine, quanto al materiale, generalmente questi chiodi sono in titanio e non in acciaio.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#2]
Utente
grazie,
le confermo che il chiodo è ancora quello in acciaio chirurgico e non in titanio,l'operazione l'ho avuta nel 1999.
Mi conferma comunque le sue considerazioni?
se fra una ventina d'anni dovessi avere fastidio,e quindi necessità di rimuoverlo,avrei più complicanze o tempi di guarigione più lunghi?
grazie ancora
le confermo che il chiodo è ancora quello in acciaio chirurgico e non in titanio,l'operazione l'ho avuta nel 1999.
Mi conferma comunque le sue considerazioni?
se fra una ventina d'anni dovessi avere fastidio,e quindi necessità di rimuoverlo,avrei più complicanze o tempi di guarigione più lunghi?
grazie ancora
[#3]
Anche con il chiodo in acciaio sulle macchine RMN moderne non dovrebbero esserci problemi. Vale sempre la raccomandazione di parlarne col radiologo prima dell'esame.
Mi stupivo perché l'acciaio, ancora usato in molte applicazioni (ad esempio è ideale nelle placche di caviglia), per la fissazione endomidollare della tibia non viene più usato da parecchio. Comunque, niente di male: anche l'acciaio può essere tenuto a vita se non dà fastidio, e ritardare un'eventuale rimozione non cambia di molto le cose dal punto di vista operativo.
Distinti saluti
Mi stupivo perché l'acciaio, ancora usato in molte applicazioni (ad esempio è ideale nelle placche di caviglia), per la fissazione endomidollare della tibia non viene più usato da parecchio. Comunque, niente di male: anche l'acciaio può essere tenuto a vita se non dà fastidio, e ritardare un'eventuale rimozione non cambia di molto le cose dal punto di vista operativo.
Distinti saluti
[#5]
La domanda è interessante...
Ho provato a cercare in letteratura se sono stati riportati casi simili, ma non ne ho trovati.
L'acciaio è molto resistente, e ha un'elasticità molto diversa da quella dell'osso: è molto difficile che si possa piegare o rompere a seguito di un trauma.
Credo che un trauma ad energia COSI' elevata da rompere un chiodo di tibia causerebbe probabilmente una tale devastazione dei tessuti molli da rendere l'arto irrecuperabile. E questo indipendentemente dalla presenza o meno del chiodo.
Nel caso molto improbabile di un chiodo rotto in presenza di un arto salvabile, la rimozione del chiodo sarebbe certamente più complicata.
Un "normale" trauma che provocherebbe una frattura in un osso normale, può -di fronte al suo osso inchiodato- provocare effetti diversi:
1- nessuna frattura, in quanto l'osso è "irrigidito" da un inchiodamento di rinforzo
2- frattura dell'osso intorno al mezzo di sintesi.
In questa seconda opzione sarà da valutare il da farsi. Un trauma diretto della tibia provoca una frattura che potrebbe non dover richiedere un altro intervento, in quanto la tibia è già ben inchiodata. Un trauma da sollecitazione assiale o torsionale romperebbe la tibia rendendo invece il chiodo non più funzionale.
In quel caso sarebbe necessario rimuovere il chiodo (operazione non più complessa di quanto lo sarebbe oggi) e studiare una sintesi diversa (magari con un fissatore esterno)
Distinti saluti
Ho provato a cercare in letteratura se sono stati riportati casi simili, ma non ne ho trovati.
L'acciaio è molto resistente, e ha un'elasticità molto diversa da quella dell'osso: è molto difficile che si possa piegare o rompere a seguito di un trauma.
Credo che un trauma ad energia COSI' elevata da rompere un chiodo di tibia causerebbe probabilmente una tale devastazione dei tessuti molli da rendere l'arto irrecuperabile. E questo indipendentemente dalla presenza o meno del chiodo.
Nel caso molto improbabile di un chiodo rotto in presenza di un arto salvabile, la rimozione del chiodo sarebbe certamente più complicata.
Un "normale" trauma che provocherebbe una frattura in un osso normale, può -di fronte al suo osso inchiodato- provocare effetti diversi:
1- nessuna frattura, in quanto l'osso è "irrigidito" da un inchiodamento di rinforzo
2- frattura dell'osso intorno al mezzo di sintesi.
In questa seconda opzione sarà da valutare il da farsi. Un trauma diretto della tibia provoca una frattura che potrebbe non dover richiedere un altro intervento, in quanto la tibia è già ben inchiodata. Un trauma da sollecitazione assiale o torsionale romperebbe la tibia rendendo invece il chiodo non più funzionale.
In quel caso sarebbe necessario rimuovere il chiodo (operazione non più complessa di quanto lo sarebbe oggi) e studiare una sintesi diversa (magari con un fissatore esterno)
Distinti saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 22.9k visite dal 07/04/2011.
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