Dolore addome, psoas??
Gentili dottori, non riesco piu' a praticare nessun tipo di sport e sono davvero sfiduciato..Cercechero' di essere breve:
circa sei, sette mesi fa il giorno dopo l'attività fisica avvertivo un dolore nella parte sinistra tra l'ombelico e il pube che si irradiava a volte nell'interno coscia, pensando ad una pubalgia sono stato fermo un po' ed ho praticato 6 sedute dall'osteopata il quale ha diagnosticato un' infiammazione dello psoas iliaco.Dopo un po di sedute il dolore a riposo scompariva ma al minimo accenno di forzatura(correre per prendere l'autobus) si ripresentava.Ho fatto inoltre una visita ortopedica che come esito ha avuto :infiammazione retto adduttoria.Su consiglio dell'osteopata ho fatto un'ecografia che nn ha rilevato nulla:non apprezzabili alterazioni ecotomograficamente evidenziabili a carico dei tessuti molli in particolare nn sono apprezzabili versamenti ne soluzioni di continuo.Su consiglio dell'ortopedico ho fatto rx bacino :A sinistra (dove ho dolore) piccolo nucleo osseo isolato nel profilo laterale inferiore del tetto acetabolare (os.acetabuli?), A destra:piccola protusione marginale ossea adiacente il versante inferiore della sincondrosi sacro-iliaca.
Oggi dopo altre sedute fisioterapiche e antinfiammatori e riposo assoluto ho tentato di ricominciare in modo gradualissimo ma il giorno dopo il problema si è ripresentato, assurdo!!!Volevo chiedervi
1) Puo' essere l'os.acetabuli ad infiammare il muscolo?
2)Sia l'osteopata che l'ecografista hanno escluso l'ernia inguinale ma quando è infiammato e mi accovaccio sento la parte gonfia con dolori tipo crampi,l'ernia è da escludere?
3)Lunedi sosterro' un'altra visita ortopedica, sono veramente esausto, sono 6 mesi che nn posso muovermi,l'ortopedico è il medico giusto?Voi che consiglio potete darmi??
Grazie per la disponibilità
circa sei, sette mesi fa il giorno dopo l'attività fisica avvertivo un dolore nella parte sinistra tra l'ombelico e il pube che si irradiava a volte nell'interno coscia, pensando ad una pubalgia sono stato fermo un po' ed ho praticato 6 sedute dall'osteopata il quale ha diagnosticato un' infiammazione dello psoas iliaco.Dopo un po di sedute il dolore a riposo scompariva ma al minimo accenno di forzatura(correre per prendere l'autobus) si ripresentava.Ho fatto inoltre una visita ortopedica che come esito ha avuto :infiammazione retto adduttoria.Su consiglio dell'osteopata ho fatto un'ecografia che nn ha rilevato nulla:non apprezzabili alterazioni ecotomograficamente evidenziabili a carico dei tessuti molli in particolare nn sono apprezzabili versamenti ne soluzioni di continuo.Su consiglio dell'ortopedico ho fatto rx bacino :A sinistra (dove ho dolore) piccolo nucleo osseo isolato nel profilo laterale inferiore del tetto acetabolare (os.acetabuli?), A destra:piccola protusione marginale ossea adiacente il versante inferiore della sincondrosi sacro-iliaca.
Oggi dopo altre sedute fisioterapiche e antinfiammatori e riposo assoluto ho tentato di ricominciare in modo gradualissimo ma il giorno dopo il problema si è ripresentato, assurdo!!!Volevo chiedervi
1) Puo' essere l'os.acetabuli ad infiammare il muscolo?
2)Sia l'osteopata che l'ecografista hanno escluso l'ernia inguinale ma quando è infiammato e mi accovaccio sento la parte gonfia con dolori tipo crampi,l'ernia è da escludere?
3)Lunedi sosterro' un'altra visita ortopedica, sono veramente esausto, sono 6 mesi che nn posso muovermi,l'ortopedico è il medico giusto?Voi che consiglio potete darmi??
Grazie per la disponibilità
[#1]
Gentile signore
a distanza e' impossibile risponderle in termini di diagnosi e indicazioni al trattamento. Certo, l'ortopedico e' lo specialista da consultare eventualmente insieme al medico dello sport.
Cordialita'
Dr.A.Valassina
a distanza e' impossibile risponderle in termini di diagnosi e indicazioni al trattamento. Certo, l'ortopedico e' lo specialista da consultare eventualmente insieme al medico dello sport.
Cordialita'
Dr.A.Valassina
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
[#2]
Ex utente
L'ortopedico mi ha prescritto una risonanza magnetica e un altra rx al bacino con griglia per vedere se c'è uno squilibrio posturale...Volevo chiedervi prima di spendere tutti questi soldi...ci puo' essere uno squilibrio posturale se dalla pedana stabilometrica del tecnico dei plantari(ovviamente porto i plantari) risulta che il peso è perfettamente suddiviso tra le due gambe???
Grazie mille.
Nel frattempo il dolore si è leggermente attenuato!
Grazie mille.
Nel frattempo il dolore si è leggermente attenuato!
[#3]
La risposta è sì. Le variazioni dell'assetto posturale avvengono a)nel tempo: possono variare durante il ciclo del passo a seconda delle circostanze ambientali e d'uso
b) nello spazio: la variazione è 3D
La pedana registra solo il trasferimento dei carichi al suolo in condizione statica. Ergo...
b) nello spazio: la variazione è 3D
La pedana registra solo il trasferimento dei carichi al suolo in condizione statica. Ergo...
[#4]
Ex utente
Grazie innanzitutto per la professionalita' e la celerità...
Questo il referto della rx della colonna sotto carico:
Lieve inflessione laterale sinistro convessa piatta delle prime vertebre dorsali tra D1 e D5.
Metameri lombari in asse sul piano radiologico frontale con leggera accentuazione della lordosi.
Profili e contorni ossei vertebrali senza apprezzabili alterazioni.
Nel radiogramma in ortostasi con reticolo di allineamento ortopedico si delinea un minimo slivellamento craniale dell'emibacino destro rispetto al controlaterale di 0,3 cm sulla tangenziale bicresto iliaca e biacetabolare.
Non si evidenziano scivolamenti antero listesici o lisi istimiche vertebrali.
Per concludere e nn disturbarVi piu' vi chiedo:
A)E' necessaria la risonanza (dal costo elevato)?
B)Questa postura potrebbe procurare infiammazione dello psoas iliaco sx dopo attivita' sportiva di lieve entità????
Grazie mille e buona Pasqua
Questo il referto della rx della colonna sotto carico:
Lieve inflessione laterale sinistro convessa piatta delle prime vertebre dorsali tra D1 e D5.
Metameri lombari in asse sul piano radiologico frontale con leggera accentuazione della lordosi.
Profili e contorni ossei vertebrali senza apprezzabili alterazioni.
Nel radiogramma in ortostasi con reticolo di allineamento ortopedico si delinea un minimo slivellamento craniale dell'emibacino destro rispetto al controlaterale di 0,3 cm sulla tangenziale bicresto iliaca e biacetabolare.
Non si evidenziano scivolamenti antero listesici o lisi istimiche vertebrali.
Per concludere e nn disturbarVi piu' vi chiedo:
A)E' necessaria la risonanza (dal costo elevato)?
B)Questa postura potrebbe procurare infiammazione dello psoas iliaco sx dopo attivita' sportiva di lieve entità????
Grazie mille e buona Pasqua
[#5]
Devo ripeterle che a distanza è impossibile risponderle.
In particolare le segnalo che i referti radiologici vanno sempre contestualizzati = l'immagine va vista direttamente dal clinico (in questo caso l'ortopedico) e successivamente confrontata con i segni i sintomi del paziente.
Posso solo aggiungere che un'obliquità perlvica e dunque uno squilibrio sul piano frontale del bacino ha poca importanza per un muscolo che, invece, lavora soprattutto sul piano sagittale (flette la coscia sul tronco / abbassa il tronco verso la coscia, a seconda di come il muscolo prenda inserzione fissa ...). Inoltre sul piano biomeccanico il bracci di leva dell'ileopsas versus asse bisiliaco è estremamente breve, dunque assolutamente NON in grado di influenzare l'obliquità pelvica(o esserne influenzato). Obliquità su cui invece lavorano molto di più i muscoli extrarotatori pelvi-trocanterici esterni e i muscoli del tronco.
In questo senso ogni volta che si parla di ileo-psoas va verificata l'anatomia di tutto il rachide, bacino e arti inferiori nonchè gli aspetti funzionali che li collegano in una catena cinematica assai complessa, ma molto suggestiva.
Io comprendo perfettamente le sue preoccupazioni, ma gli esami suggeriti dal suo ortopedico vanno eseguiti in modo da consentirgli di chiarire un quadro affatto semplice.
Cercherò di dirlo in un altro modo.
Non sempre i medici hanno "la fortuna" di avere a disposizione sul malato un insieme di "disturbi" (= segni e sintomi) così chiari e talmente inequivocabili (= patognomonici)da condurre con un ragionamento deduttivo strigente e rapido alla diagnosi e dunque alla possibilità di indicare una cura efficace e risolutiva.
Processo logico che prevede dunque degli assiomi del tipo: il paziente ha febbre? SI
- il paziente ha tosse? SI
- il paziente ha dolore toracico? SI
- il paziente ha spossatezza/astenia? SI
- il paziente all'auscultazione ha ronchi e sibili su un polmone? SI
- il paziente alla percussione ha una parte del torace che suona ottusa? SI
Bene in questo caso per deduzione da questi segni e sintomi il medico potrà ragionevolmente ipotizzare la presenza di un focolaio pneumonico (polmonite) e chiedere alcuni esami radiologici per averne la conferma di sede, caratteristiche ed estensione.
Processo logico a discendere dal vertice della piramide alla base = processo aristotelico = procedere dal generale (segni e sintomi noti a tutti e unanimamente riconosciuti per tali) al particolare (= diagnosi di quella malattia in quel paziente).
Ma se i segni e i sintomi sono pochi e confusi su un organo/apparato/struttura anatomica, tra l'altro di difficile valutazione diretta perchè anatomicamente sfavorevole (il muscolo ileo-psoas è molto profondo nel corpo umano), allora il medico è costretto ad un procedimento logico affatto diverso.Infatti, molto più spesso di quanto non si pensi, i "disturbi" sono talmente scarsi o aspecifici o discontinui da non consentire affatto al medico l'attribuzione ad una sola ed unica malattia di quelle poche informazioni disponibili e per di più di scarsa qualità.
In questi casi il processo è di tipo induttivo e cioè ad ascendere dalla base della piramide verso il vertice = processo socratico = procedere da alcuni segni particolari (segni e sintomi di QUEL caso particolare)verso il vertice (diagnosi di malattia nota a tutti).
In poche parole è una diagnosi ad excludendum = per gradi si escludono diversi tipi di ipotesi diagnostiche restringendo progressivamente l'attenzione su alcune o poche possibili diagnosi.
Per questo lei non può rifiutare (almeno da un punto di vista strettamente culturale e teorico, in quanto lei è liberissimo di accettare o meno qualsiasi percorso di diagnosi o cura...) le indicazioini che le vengo dal suo ortopedico che sta cercando, come detto, di raccogliere elementi sufficienti onde arrivare (per esclusione appunto)ad una diagnosi e dunque ad una possibile terapia.
Mi creda, in molti casi per noi la diagnosi non è affatto semplice e probabilmente, in quelle circostanze, alcuni pazienti pensano che il medico stia perdendo tempo o non abbia le idee chiare. Ma non è cosi! In quelle situazioni noi stiamo solo cercando di restringere il cerchio delle possibili ipotesi ad unum: una sola e credibile diagnosi.
Le voglio dire ancora una cosa.
Il fatto stesso di rivedere più volte il paziente e avere dunque la possibilità di interrogarlo (anamnesi ripetuta) e visitarlo più volte (esame obbiettivo ripetuto) è un formidabile strumento nelle mani del medico. I ricordi cambiano nel tempo, i sintomi cambiano nel tempo.
Io stesso ho potuto fare delle diagnosi alla terza o quarta visita a volte perchè molto semplicemente il paziente non mi aveva detto informazioni cruciali per indirizzare la diagnosi (o meglio, io non ero stato abbastanza abile nel riuscire a trovare la strada per farmele dire durante il colloqio iniziale...).
Altre volte il paziente si è presentato SOLO alla terza o quarta o quinta visita con disturbi tali per intensità o caratteristiche (finalmente! verrebbe da dire)da semplificare di molto la loro identificazione, dunque la diagnosi.
Rispetto la sua domanda iniziale posso ancora aggiungere che un'altra figura professionale la potrebbe aiutare: il medico dello sport.
Cordialità
Dr. A. Valassina
In particolare le segnalo che i referti radiologici vanno sempre contestualizzati = l'immagine va vista direttamente dal clinico (in questo caso l'ortopedico) e successivamente confrontata con i segni i sintomi del paziente.
Posso solo aggiungere che un'obliquità perlvica e dunque uno squilibrio sul piano frontale del bacino ha poca importanza per un muscolo che, invece, lavora soprattutto sul piano sagittale (flette la coscia sul tronco / abbassa il tronco verso la coscia, a seconda di come il muscolo prenda inserzione fissa ...). Inoltre sul piano biomeccanico il bracci di leva dell'ileopsas versus asse bisiliaco è estremamente breve, dunque assolutamente NON in grado di influenzare l'obliquità pelvica(o esserne influenzato). Obliquità su cui invece lavorano molto di più i muscoli extrarotatori pelvi-trocanterici esterni e i muscoli del tronco.
In questo senso ogni volta che si parla di ileo-psoas va verificata l'anatomia di tutto il rachide, bacino e arti inferiori nonchè gli aspetti funzionali che li collegano in una catena cinematica assai complessa, ma molto suggestiva.
Io comprendo perfettamente le sue preoccupazioni, ma gli esami suggeriti dal suo ortopedico vanno eseguiti in modo da consentirgli di chiarire un quadro affatto semplice.
Cercherò di dirlo in un altro modo.
Non sempre i medici hanno "la fortuna" di avere a disposizione sul malato un insieme di "disturbi" (= segni e sintomi) così chiari e talmente inequivocabili (= patognomonici)da condurre con un ragionamento deduttivo strigente e rapido alla diagnosi e dunque alla possibilità di indicare una cura efficace e risolutiva.
Processo logico che prevede dunque degli assiomi del tipo: il paziente ha febbre? SI
- il paziente ha tosse? SI
- il paziente ha dolore toracico? SI
- il paziente ha spossatezza/astenia? SI
- il paziente all'auscultazione ha ronchi e sibili su un polmone? SI
- il paziente alla percussione ha una parte del torace che suona ottusa? SI
Bene in questo caso per deduzione da questi segni e sintomi il medico potrà ragionevolmente ipotizzare la presenza di un focolaio pneumonico (polmonite) e chiedere alcuni esami radiologici per averne la conferma di sede, caratteristiche ed estensione.
Processo logico a discendere dal vertice della piramide alla base = processo aristotelico = procedere dal generale (segni e sintomi noti a tutti e unanimamente riconosciuti per tali) al particolare (= diagnosi di quella malattia in quel paziente).
Ma se i segni e i sintomi sono pochi e confusi su un organo/apparato/struttura anatomica, tra l'altro di difficile valutazione diretta perchè anatomicamente sfavorevole (il muscolo ileo-psoas è molto profondo nel corpo umano), allora il medico è costretto ad un procedimento logico affatto diverso.Infatti, molto più spesso di quanto non si pensi, i "disturbi" sono talmente scarsi o aspecifici o discontinui da non consentire affatto al medico l'attribuzione ad una sola ed unica malattia di quelle poche informazioni disponibili e per di più di scarsa qualità.
In questi casi il processo è di tipo induttivo e cioè ad ascendere dalla base della piramide verso il vertice = processo socratico = procedere da alcuni segni particolari (segni e sintomi di QUEL caso particolare)verso il vertice (diagnosi di malattia nota a tutti).
In poche parole è una diagnosi ad excludendum = per gradi si escludono diversi tipi di ipotesi diagnostiche restringendo progressivamente l'attenzione su alcune o poche possibili diagnosi.
Per questo lei non può rifiutare (almeno da un punto di vista strettamente culturale e teorico, in quanto lei è liberissimo di accettare o meno qualsiasi percorso di diagnosi o cura...) le indicazioini che le vengo dal suo ortopedico che sta cercando, come detto, di raccogliere elementi sufficienti onde arrivare (per esclusione appunto)ad una diagnosi e dunque ad una possibile terapia.
Mi creda, in molti casi per noi la diagnosi non è affatto semplice e probabilmente, in quelle circostanze, alcuni pazienti pensano che il medico stia perdendo tempo o non abbia le idee chiare. Ma non è cosi! In quelle situazioni noi stiamo solo cercando di restringere il cerchio delle possibili ipotesi ad unum: una sola e credibile diagnosi.
Le voglio dire ancora una cosa.
Il fatto stesso di rivedere più volte il paziente e avere dunque la possibilità di interrogarlo (anamnesi ripetuta) e visitarlo più volte (esame obbiettivo ripetuto) è un formidabile strumento nelle mani del medico. I ricordi cambiano nel tempo, i sintomi cambiano nel tempo.
Io stesso ho potuto fare delle diagnosi alla terza o quarta visita a volte perchè molto semplicemente il paziente non mi aveva detto informazioni cruciali per indirizzare la diagnosi (o meglio, io non ero stato abbastanza abile nel riuscire a trovare la strada per farmele dire durante il colloqio iniziale...).
Altre volte il paziente si è presentato SOLO alla terza o quarta o quinta visita con disturbi tali per intensità o caratteristiche (finalmente! verrebbe da dire)da semplificare di molto la loro identificazione, dunque la diagnosi.
Rispetto la sua domanda iniziale posso ancora aggiungere che un'altra figura professionale la potrebbe aiutare: il medico dello sport.
Cordialità
Dr. A. Valassina
[#7]
Ex utente
Buonasera, ed eccomi dopo una anno in giro per consulti medici, al punto di partenza!!!Approfitto della Vostra gentilezza per un consiglio, dato che non so piu che fare...vi aggiorno brevemente su quanto fatto..risonanaza magnetica di bacino e colonna vertebale : tutto in ordine a parte una piccolissima protusione l5 s1 ( neanche visibile in sede di referto)...seguita da una visita specialistica e terapia di ipertrmia e antinfiammatori..visita medico dello sport, il quale mi consiglia uno gnatologo...visita da uno gnatologo..che mi ha assicurato che il problema nn dovrebbe venire dalla malaocclusione visto che vengo da una cura ortodontica che ha migliorato notevolmente il morso profondo che avevo...visita ortopedica approfondita (4 visite) ...alla fine il dottore mi consiglia di tornare dall'osteopata visto che secondo lui puo' essere un problema posturale...sedute osteopatiche che mi rimettono brevemente in sesto ma alla ripresa graduale dell'attivita' avverto (il giorno dopo l'attivita') sempre e solo dalla parte sinistra dolore/fastidio sotto al metatarso,dietro il ginocchio e a psoas maggiore infiammato e contratto (attestato dall'osteopata), visita da uno specialista del piede che mi diagnostica un leggero piede cavo...fatti i plantari la situazione nn migliora di tanto visto che ho avuto qualche beneficio solo a livello del metatarso...su consiglio dell'ortopedico faccio anche visita urologica:esito negativo e colonscopia:negativa.Ora la mia domada è ,a parte votarmi a qualche santo, che fare? a chi rivolgermi?Non vorrei dover smettere di fare sport a 38 anni..Grazie in anticipo
[#9]
Ex utente
Buon pomeriggio a tutti!
Scrivo dopo un anno e mezzo per chiederrvi l'ennesima cortesia e per rendere testimonianza a chi potrebbe avere problema simile al mio.
Grazie alla ginnastica posturale Mezieres ho avuto tantissimi miglioramenti, i dolori quasi scomparsi ma mi rimane un fastidio e vorrei chiedervi a quale figura rivolgermi.
Dopo che rimango seduto per piu' di 40 min avverto dei dolori dietro la coscia sinistra dal bacino fino al ginocchio, un dolore non muscolare ma tipo sciatica come ha evidenziato l'osteopata che infatti parla di falsa sciatica o sciatica tronca.Se faccio due passi il dolore scompare per poi ripresentarsi. L'osteopata afferma che il fastidio puo' essere originato dalle viscere mentre il mio medico di base è alquanto dubbioso su questa interpretazione.Il problema compare in modo piu' marcato verso la fine dell'attività fisica ma molto saltuariamente.La mia domanda è semplice , le viscere, o colon irritabile possono procurare questi fastidi e quindi dovrei rivolgermi ad un gastroenterologo?ad un ortopedico?Puo' dipendere dalla circolazione, anche se non vi è alcun rigonfiamento della gamba quindi divrei contattare un angiologo?Oppure dovrei rivolgermi ad un neuro chirurgo?
Grazie ancora, auguro a voi tutti un felice anno nuovo
Scrivo dopo un anno e mezzo per chiederrvi l'ennesima cortesia e per rendere testimonianza a chi potrebbe avere problema simile al mio.
Grazie alla ginnastica posturale Mezieres ho avuto tantissimi miglioramenti, i dolori quasi scomparsi ma mi rimane un fastidio e vorrei chiedervi a quale figura rivolgermi.
Dopo che rimango seduto per piu' di 40 min avverto dei dolori dietro la coscia sinistra dal bacino fino al ginocchio, un dolore non muscolare ma tipo sciatica come ha evidenziato l'osteopata che infatti parla di falsa sciatica o sciatica tronca.Se faccio due passi il dolore scompare per poi ripresentarsi. L'osteopata afferma che il fastidio puo' essere originato dalle viscere mentre il mio medico di base è alquanto dubbioso su questa interpretazione.Il problema compare in modo piu' marcato verso la fine dell'attività fisica ma molto saltuariamente.La mia domanda è semplice , le viscere, o colon irritabile possono procurare questi fastidi e quindi dovrei rivolgermi ad un gastroenterologo?ad un ortopedico?Puo' dipendere dalla circolazione, anche se non vi è alcun rigonfiamento della gamba quindi divrei contattare un angiologo?Oppure dovrei rivolgermi ad un neuro chirurgo?
Grazie ancora, auguro a voi tutti un felice anno nuovo
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 40.3k visite dal 03/04/2011.
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