Frattura calcagno frattura d 12
Buon giorno a causa di un infortunio sul lavoro una caduta da circa 2 metri da una scala, mio marito di 60 anni ha riportato Frattura scomposta calcagno SX con affossamento talamico + frattura da scoppio D12 e cedimento L1 per quanto riguarda il calcagno e stato sottoposto ad intervento di riduzione ed osteonsintesi con fili di K + innesto di cemento con relativo gesso per 40 giorni. Per le vertebre hanno indicato per il momento riposo a letto e passaggi letto-poltrona con l'utilizzo del busto camp C-35 per 40 giorni dopo si valuterà un eventuale intervento volevamo un vostro consiglio per l'intervento alle vertebre. Se non si intervenisse quanto tempo dovrà rimanere a letto e dopo la guarigione potrà riprendere la sua attività lavorativa (ha 60 anni e lavora sulla scala, solleva saltuariamente pesi) Ci sono terapie o particolari cure per accellerare la guarigione. Inoltre se siete a conoscenza se per questo tipo di infortunio potrà essere considerata un invalidità del lavoro.Grazie e saluto distintamente.
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Gentile signora,
Per poter decidere il tipo di trattamento chirurgico o conservativo a livello delle vertebre interessate, è molto importante visionare le immagini TAC ed NMR cui Suo marito si è certamente sottoposto.
Anche la scelta della tecnica chirurgica da adottare è in funzione delle lesioni subite e della sintomatologia.
I rischi chirurgici sono statisticamente bassi e comunque differenti a seconda delle tecniche adottate.
Cordialità ed auguri
Dr. GIOVANNI MIGLIACCIO
Specialista in Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli & Oftalmico
C.so di Porta Nuova,23 - MILANO (MI)
Tel.: 3356320940
giovannimigliaccio@medicitalia.it
https://www.medicitalia.it/giovannimigliaccio/
giovannimigliaccio@tiscali.it
Per poter decidere il tipo di trattamento chirurgico o conservativo a livello delle vertebre interessate, è molto importante visionare le immagini TAC ed NMR cui Suo marito si è certamente sottoposto.
Anche la scelta della tecnica chirurgica da adottare è in funzione delle lesioni subite e della sintomatologia.
I rischi chirurgici sono statisticamente bassi e comunque differenti a seconda delle tecniche adottate.
Cordialità ed auguri
Dr. GIOVANNI MIGLIACCIO
Specialista in Neurochirurgia
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C.so di Porta Nuova,23 - MILANO (MI)
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