Recupero in seguito a frattura omero
Buongiorno a tutti. Vengo subito al dunque, cercando di fornire quante più informazioni possibili relative al mio caso: il 20 Settembre 2010, in seguito ad una sciagurata partita a braccio di ferro, ho riportato una brutta frattura distale spiroidale in 2 punti dell'omero del braccio sx (sono destrorso ma in quel momento gareggiavo col sinistro), il primo infortunio della mia vita. Ho subito un intervento di osteosintesi in cui mi è stata applicata una piastra con 6 viti. L'operazione, eseguita dal primario d'ortopedia, è riuscita perfettamente (la frattura è stata ricomposta in maniera quasi perfetta). L’intervento ha consentito di individuare la causa dell’incidente; secondo i medici era presente una sproporzione fra la buona muscolatura (pratico palestra con impegno da circa 3 anni) e l’ossatura piuttosto minuta. Tengo a precisare tuttavia che non avevo certo un fisico da culturista, ma solo una buona muscolatura al pari di chi pratica sport con costanza. Nell'incidente tuttavia il nervo radiale è stato contuso, così che appena dopo l'operazione potevo muovere la mano ma nell'estensione (non completa) delle dita e del polso essa risultava molto debole. Ho tenuto un tutore fisso al braccio per 40 giorni ed in seguito un reggibraccio per altri 20 giorni. A questo punto, dopo aver eseguito una radiografia (a circa 2 mesi quindi dall'incidente) l'ortopedico ha verificato che il callo osseo era quasi completamente formato, ed ho così cominciato la riabilitazione, conclusasi circa un mese fa. Ad ora la mano ha recuperato completamente la capacità di estensione delle dita e del polso. Per quanto riguarda la forza in estensione, in base a stime "casalinghe", siamo intorno al 70-80%, ma vedo che la cosa è ancora in fase di miglioramento. Relativamente alla chiusura della mano non noto deficit. La cicatrice, che si estende da sotto la spalla fino a qualche centimetro dopo il gomito è lunga circa 20 centimetri. Essa è quasi totalmente di buona qualità, esclusi 3-4 centimetri circa esattamente a livello del gomito dove è presente una leggera ipertrofia (parliamo di circa 1 mm al di sopra della pelle). E' presente inoltre un’alterazione sensoriale che interessa tutta la parte superiore dell'avambraccio (quella con i peli per intenderci). Verificando con uno spillo la sensibilità è presente ma in misura ridotta. Questo è l'unico disturbo che sembra non regredire(o se lo fa, ciò avviene molto lentamente). Mi è stato detto che la rimozione della piastra sarebbe da effettuare a circa 1 anno- 1 anno e mezzo dall’intervento se essa risulta fastidiosa. Detto questo le domande, nell’ordine in cui mi vengono in mente:
(le metto in una seconda richiesta di consulto poiché non riesco a stare nei 3000 caratteri)
(le metto in una seconda richiesta di consulto poiché non riesco a stare nei 3000 caratteri)
[#1]
Gnetile utente le domande dovrebbero essere piu' sintetiche
Non e' corretto dividere il consulto in 2 chiedendo in tal modo 2 consulti diversi.
Per quanto emerge dal racconto di questo POST il trattamento eseguito e' stato perfetto:
Il meccanismo di rottura anche se a lei e' sembrato strano mi creda e' tutt'altro che strano. Ne abbiamo operate anche noi rotture come la sua con lo stesso meccanismo
Il danno della sensibilita' mi sembra veramente minimo giudicata la gravita' del danno che lei si e' procurato e della complessita' dell'intervento subito.
Cordiali Saluti
Non e' corretto dividere il consulto in 2 chiedendo in tal modo 2 consulti diversi.
Per quanto emerge dal racconto di questo POST il trattamento eseguito e' stato perfetto:
Il meccanismo di rottura anche se a lei e' sembrato strano mi creda e' tutt'altro che strano. Ne abbiamo operate anche noi rotture come la sua con lo stesso meccanismo
Il danno della sensibilita' mi sembra veramente minimo giudicata la gravita' del danno che lei si e' procurato e della complessita' dell'intervento subito.
Cordiali Saluti
[#2]
Utente
Dottor Leo, mi sono dilungato nella descrizione del mio caso perché leggendo qua e la su questo sito ho notato che spesso i dottori si lamentano del fatto che i pazienti non forniscono sufficienti dettagli. Ho pensato allora che fosse più intelligente da parte mia fornire quante più informazioni possibili per permettere a chi mi risponderà di dare una risposta più circostanziata. Ad ogni modo mi sono reso conto che non è necessario aprire un secondo consulto, mi limiterò a scrivere qui le domande:
1) E’ veramente possibile che si sia verificata una sproporzione fra ossatura e muscolatura tenendo conto che non ho ASSOLUTAMENTE fatto uso di sostanze tipo steroidi o schifezze simili ma ho utilizzato soltanto occasionalmente integratori proteici naturali per ragioni di comodità? Se così è nel rimettermi a fare pesistica dovrei evitare di sviluppare nuovamente una muscolatura paragonabile a quella di prima? La frattura non può essere imputabile al fatto che il movimento tipico del braccio di ferro in presenza di buona forza muscolare mette a rischio l’osso? (e quindi dovrebbe essere evitato in quanto movimento pericoloso)
2) E’ vero che finchè ho la piastra nel braccio, poiché essa ha una costante elastica ben inferiore alle ossa, se facessi sforzi eccessivi, anche dopo una completa formazione del callo maturo, essa potrebbe fare leva sull’osso facendolo spezzare appena prima o appena dopo la piastra stessa? Se sì, quanto è concreto questo rischio? (una volta fatta una nuova radiografia che confermi la completa saldatura dell’osso, posso rimettermi a fare pesistica, con cautela certamente, ma in relativa sicurezza o conviene aspettare la rimozione?)
3) La rimozione della piastra, oltre ai soliti rischi di prassi che comporta ogni intervento, presenta concreti rischi di lesione del nervo radiale? Se sì, in che misura? (1/10 , 1/100, 1/1000 ?) Abbiate pazienza, sono ingegnere e tendo a soppesare bene rischi e benefici prima di fare delle scelte.
4) Per cercare di ridurre l’ipertrofia di quei 3-4 centimetri di cicatrice sto applicando 2 volte al giorno la pomata Contractubex ed effettuo dei massaggi di compressione in quella zona. E’ una buona idea? Che tipo di risultati mi devo aspettare?
5) Nell’effettuare l’intervento di rimozione della piastra, esso sarebbe ugualmente invasivo necessitando la riapertura dell’intera cicatrice con eventuali peggiori esiti cicatriziali o esistono tecniche che ne consentono la rimozione in modo più soft?
6) L’alterazione della sensibilità dell’avambraccio devo realisticamente considerarla come qualcosa di permanente o esistono esami / verifiche / espedienti che posso adottare per risolvere il problema?
1) E’ veramente possibile che si sia verificata una sproporzione fra ossatura e muscolatura tenendo conto che non ho ASSOLUTAMENTE fatto uso di sostanze tipo steroidi o schifezze simili ma ho utilizzato soltanto occasionalmente integratori proteici naturali per ragioni di comodità? Se così è nel rimettermi a fare pesistica dovrei evitare di sviluppare nuovamente una muscolatura paragonabile a quella di prima? La frattura non può essere imputabile al fatto che il movimento tipico del braccio di ferro in presenza di buona forza muscolare mette a rischio l’osso? (e quindi dovrebbe essere evitato in quanto movimento pericoloso)
2) E’ vero che finchè ho la piastra nel braccio, poiché essa ha una costante elastica ben inferiore alle ossa, se facessi sforzi eccessivi, anche dopo una completa formazione del callo maturo, essa potrebbe fare leva sull’osso facendolo spezzare appena prima o appena dopo la piastra stessa? Se sì, quanto è concreto questo rischio? (una volta fatta una nuova radiografia che confermi la completa saldatura dell’osso, posso rimettermi a fare pesistica, con cautela certamente, ma in relativa sicurezza o conviene aspettare la rimozione?)
3) La rimozione della piastra, oltre ai soliti rischi di prassi che comporta ogni intervento, presenta concreti rischi di lesione del nervo radiale? Se sì, in che misura? (1/10 , 1/100, 1/1000 ?) Abbiate pazienza, sono ingegnere e tendo a soppesare bene rischi e benefici prima di fare delle scelte.
4) Per cercare di ridurre l’ipertrofia di quei 3-4 centimetri di cicatrice sto applicando 2 volte al giorno la pomata Contractubex ed effettuo dei massaggi di compressione in quella zona. E’ una buona idea? Che tipo di risultati mi devo aspettare?
5) Nell’effettuare l’intervento di rimozione della piastra, esso sarebbe ugualmente invasivo necessitando la riapertura dell’intera cicatrice con eventuali peggiori esiti cicatriziali o esistono tecniche che ne consentono la rimozione in modo più soft?
6) L’alterazione della sensibilità dell’avambraccio devo realisticamente considerarla come qualcosa di permanente o esistono esami / verifiche / espedienti che posso adottare per risolvere il problema?
[#3]
CASPITA QUANTE DOMANDE.
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1) E’ veramente possibile che si sia verificata una sproporzione fra ossatura e muscolatura
DIFFICILE
SENZA UNA VISITA NON SI PU0' AVERE CONFERMA
2) La frattura non può essere imputabile al fatto che il movimento tipico del braccio di ferro in presenza di buona forza muscolare mette a rischio l’osso?
E' ESATTAMENTE COSI'
L'OSSO E' RELATIVAMENTE DEBOLE ALLE FORZE IN TORSIONE RISPETTO ALLE FORZE IN COMPRESSIONE ED IN TAGLIO ANCHE NELLE PERSONE GIOVANI!!!
SI TRATTA DI UNA PROBELMATICA PURAMENTE MECCANICA!!!
LA FRATTURA DA BRACCIO DI FERRO E' TIPICAMENTE UNA FRATTURA IN TORSIONE E NON AVVIENE SOLO NEI CULTURISTI
COME LE HO DETTO ESSA E' NON FREQUENTE MA AMPIAMENTE DESCRITTA E PERSONALMENTE NE HO GIA' OPERATO PIU' DI UN CASO.
3) E’ vero che finchè ho la piastra nel braccio, poiché essa ha una costante elastica ben inferiore alle ossa, se facessi sforzi eccessivi, anche dopo una completa formazione del callo maturo, essa potrebbe fare leva sull’osso facendolo spezzare appena prima o appena dopo la piastra stessa?
NO
4) posso rimettermi a fare pesistica, con cautela certamente, ma in relativa sicurezza o conviene aspettare la rimozione?
RISPOSTA POSSIBILE SOLO DOPO VISIONE DELLA LASTRA
5) La rimozione della piastra, oltre ai soliti rischi di prassi che comporta ogni intervento, presenta concreti rischi di lesione del nervo radiale?
SI
6) Se sì, in che misura? (1/10 , 1/100, 1/1000 ?) Abbiate pazienza, sono ingegnere
LO AVEVO CAPITO......
IN MEDICINA AL CONTRARIO PROPRIO DELL'INGEGERIA NON SI POSSONO FORNIRE NUMERI ESATTI PER LE NOTEVOLOSSIME VARIABILI BIOLOGICHE INSITE NELLA MACCHINA UMANA.
NE PARLI CON IL CHIRURGO CUI SI AFFIDERA' PER L'INTERVENTO.
7) Per cercare di ridurre l’ipertrofia di quei 3-4 centimetri di cicatrice sto applicando 2 volte al giorno la pomata Contractubex ed effettuo dei massaggi di compressione in quella zona. E’ una buona idea?
GIUSTO
8) Nell’effettuare l’intervento di rimozione della piastra, esso sarebbe ugualmente invasivo necessitando la riapertura dell’intera cicatrice con eventuali peggiori esiti cicatriziali o esistono tecniche che ne consentono la rimozione in modo più soft?
GENERLAMNETE SI RENDE NECESSARIA UNA CICATRICE MOLTO SIMILE.
9) L’alterazione della sensibilità dell’avambraccio devo realisticamente considerarla come qualcosa di permanente o esistono esami / verifiche / espedienti che posso adottare per risolvere il problema?
DOPO 1 - 2 ANNI DALL'INTERVENTO NON VI SONO GENERALMENTE MARGINI DI RECUPERO NEUROLOGICO.
Cordiali saluti.
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1) E’ veramente possibile che si sia verificata una sproporzione fra ossatura e muscolatura
DIFFICILE
SENZA UNA VISITA NON SI PU0' AVERE CONFERMA
2) La frattura non può essere imputabile al fatto che il movimento tipico del braccio di ferro in presenza di buona forza muscolare mette a rischio l’osso?
E' ESATTAMENTE COSI'
L'OSSO E' RELATIVAMENTE DEBOLE ALLE FORZE IN TORSIONE RISPETTO ALLE FORZE IN COMPRESSIONE ED IN TAGLIO ANCHE NELLE PERSONE GIOVANI!!!
SI TRATTA DI UNA PROBELMATICA PURAMENTE MECCANICA!!!
LA FRATTURA DA BRACCIO DI FERRO E' TIPICAMENTE UNA FRATTURA IN TORSIONE E NON AVVIENE SOLO NEI CULTURISTI
COME LE HO DETTO ESSA E' NON FREQUENTE MA AMPIAMENTE DESCRITTA E PERSONALMENTE NE HO GIA' OPERATO PIU' DI UN CASO.
3) E’ vero che finchè ho la piastra nel braccio, poiché essa ha una costante elastica ben inferiore alle ossa, se facessi sforzi eccessivi, anche dopo una completa formazione del callo maturo, essa potrebbe fare leva sull’osso facendolo spezzare appena prima o appena dopo la piastra stessa?
NO
4) posso rimettermi a fare pesistica, con cautela certamente, ma in relativa sicurezza o conviene aspettare la rimozione?
RISPOSTA POSSIBILE SOLO DOPO VISIONE DELLA LASTRA
5) La rimozione della piastra, oltre ai soliti rischi di prassi che comporta ogni intervento, presenta concreti rischi di lesione del nervo radiale?
SI
6) Se sì, in che misura? (1/10 , 1/100, 1/1000 ?) Abbiate pazienza, sono ingegnere
LO AVEVO CAPITO......
IN MEDICINA AL CONTRARIO PROPRIO DELL'INGEGERIA NON SI POSSONO FORNIRE NUMERI ESATTI PER LE NOTEVOLOSSIME VARIABILI BIOLOGICHE INSITE NELLA MACCHINA UMANA.
NE PARLI CON IL CHIRURGO CUI SI AFFIDERA' PER L'INTERVENTO.
7) Per cercare di ridurre l’ipertrofia di quei 3-4 centimetri di cicatrice sto applicando 2 volte al giorno la pomata Contractubex ed effettuo dei massaggi di compressione in quella zona. E’ una buona idea?
GIUSTO
8) Nell’effettuare l’intervento di rimozione della piastra, esso sarebbe ugualmente invasivo necessitando la riapertura dell’intera cicatrice con eventuali peggiori esiti cicatriziali o esistono tecniche che ne consentono la rimozione in modo più soft?
GENERLAMNETE SI RENDE NECESSARIA UNA CICATRICE MOLTO SIMILE.
9) L’alterazione della sensibilità dell’avambraccio devo realisticamente considerarla come qualcosa di permanente o esistono esami / verifiche / espedienti che posso adottare per risolvere il problema?
DOPO 1 - 2 ANNI DALL'INTERVENTO NON VI SONO GENERALMENTE MARGINI DI RECUPERO NEUROLOGICO.
Cordiali saluti.
[#4]
Utente
La ringrazio calorosamente per la risposta estremamente precisa che mi ha fornito, non potevo davvero chiedere di meglio! Ha chiarito egregiamente la gran parte dei miei dubbi, quindi mi restano solo alcune domande:
1) Lei afferma che la piastra ossea non crea problemi relativamente all'integrità strutturale dell'omero a patto ovviamente che la frattura si sia rinsaldata, a dispetto di quanto sosteneva il mio chirurgo (che l'abbia detto per farmi fare più attenzione?). In realtà, ragionandoci da "ingegnere" la sua tesi non mi sembra così priva di fondamento: se buona parte dell'omero, grazie alla piastra, si oppone maggiormente alla flessione, non è ragionevole credere che le forze si andranno a concentrare nelle regioni dell'omero presso le due estremità della piastra pregiudicandone l'integrità quando il carico dovesse essere elevato? Come mai secondo lei ciò non si verifica, o se si verifica non è un problema?
2) Posso dedurre dunque che una piastra omerale non compromette in nessun modo forza/agilità/resistenza del braccio a patto ovviamente che si sia formato un adeguato callo osseo lamellare?
3) A questo punto se la piastra non da fastidio quale sarebbe l'utilità di rimuoverla? Porterebbe solo a rischi non compensati da alcun beneficio?
4) Quando dice che l'eventuale rimozione della piastra porta generalmente ad una cicatrice simile a quella iniziale intende che si deve procedere ad un secondo taglio con conseguente seconda cicatrice o che semplicemente si riapre la prima con esito cicatriziale generalmente analogo?
5) Che visite potrei fare per valutare se effettivamente la mia struttura ossea può essere sottodimensionata rispetto alla massa muscolare esponendomi quindi a maggiori rischi di infortunio?
6) Lei afferma che a 1-2 anni non vi sono più margini di recupero neurologico. Questo vuol dire che non c'è concretamente nulla che possa essere fatto per consentire un recupero della sensibilità dell'avambraccio e conviene solo aspettare sperando nel meglio?
Caspita dovevo fare solo qualche domanda e ne ho scritte altre sei! Colpa sua, che mostrandomi grande disponibilità e competenza mi spinge a chiarirmi le idee al meglio sulla situazione. Scherzi a parte, ringrazio lei e qualunque altro medico vorrà avere la pazienza di rispondere a queste mie richieste (forse un po' esose).
1) Lei afferma che la piastra ossea non crea problemi relativamente all'integrità strutturale dell'omero a patto ovviamente che la frattura si sia rinsaldata, a dispetto di quanto sosteneva il mio chirurgo (che l'abbia detto per farmi fare più attenzione?). In realtà, ragionandoci da "ingegnere" la sua tesi non mi sembra così priva di fondamento: se buona parte dell'omero, grazie alla piastra, si oppone maggiormente alla flessione, non è ragionevole credere che le forze si andranno a concentrare nelle regioni dell'omero presso le due estremità della piastra pregiudicandone l'integrità quando il carico dovesse essere elevato? Come mai secondo lei ciò non si verifica, o se si verifica non è un problema?
2) Posso dedurre dunque che una piastra omerale non compromette in nessun modo forza/agilità/resistenza del braccio a patto ovviamente che si sia formato un adeguato callo osseo lamellare?
3) A questo punto se la piastra non da fastidio quale sarebbe l'utilità di rimuoverla? Porterebbe solo a rischi non compensati da alcun beneficio?
4) Quando dice che l'eventuale rimozione della piastra porta generalmente ad una cicatrice simile a quella iniziale intende che si deve procedere ad un secondo taglio con conseguente seconda cicatrice o che semplicemente si riapre la prima con esito cicatriziale generalmente analogo?
5) Che visite potrei fare per valutare se effettivamente la mia struttura ossea può essere sottodimensionata rispetto alla massa muscolare esponendomi quindi a maggiori rischi di infortunio?
6) Lei afferma che a 1-2 anni non vi sono più margini di recupero neurologico. Questo vuol dire che non c'è concretamente nulla che possa essere fatto per consentire un recupero della sensibilità dell'avambraccio e conviene solo aspettare sperando nel meglio?
Caspita dovevo fare solo qualche domanda e ne ho scritte altre sei! Colpa sua, che mostrandomi grande disponibilità e competenza mi spinge a chiarirmi le idee al meglio sulla situazione. Scherzi a parte, ringrazio lei e qualunque altro medico vorrà avere la pazienza di rispondere a queste mie richieste (forse un po' esose).
[#5]
1) buona parte dell'omero, grazie alla piastra, si oppone maggiormente alla flessione
ERRATO
L'OSSO CONSOLIDATO E' CONSOLIDATO E BASTA!
IL PROBLEMA DELLA PERSISTENZA DELLA PLACCA E' SOLO IN CASO DI NUOVO TRAUMA IN CUI L'OMERO SI TROVEREBBE AD ESSERE "ARMATO" COMPORTANDOSI PERCIO' MECCANICAMENTE IN MANIERA ANOMALA SE SOTTOPOSTO A FORZE MISTE DI TORSIONE COMPRESSIONE E TAGLIO ----> FRATTURA COMPLESSA
2)Posso dedurre dunque che una piastra omerale non compromette in nessun modo forza/agilità/resistenza del braccio a patto ovviamente che si sia formato un adeguato callo osseo lamellare?
SI
NESSUNA COMPROMISSIONE IN CASO DI INTERVENTO BEN ESEGUITO.
3)A questo punto se la piastra non da fastidio quale sarebbe l'utilità di rimuoverla? Porterebbe solo a rischi non compensati da alcun beneficio?
VEDI PUNTO 1
4)intende che si deve procedere ad un secondo taglio con conseguente seconda cicatrice o che semplicemente si riapre la prima con esito cicatriziale generalmente analogo?
SECONDO TAGLIO ESEGUITO ESATTAMENTE SULLA CICATRICE PRECEDENTE.
5) Che visite potrei fare per valutare se effettivamente la mia struttura ossea può essere sottodimensionata rispetto alla massa muscolare esponendomi quindi a maggiori rischi di infortunio?
UNA VALUTAZIONE SPECIALISTICA ORTOPEDICA
6) Questo vuol dire che non c'è concretamente nulla che possa essere fatto per consentire un recupero della sensibilità dell'avambraccio
NULLA PIU' DI QUANTO NON RIESCA A FARE MADRE NATURA CON LE CAPACITA' RIGENERATIVE DI CUI HA DOTATO MOLTI DEI TESSUTI BIOLOGICI DI CUI SIAMO FATTI.
Cordiali saluti.
ERRATO
L'OSSO CONSOLIDATO E' CONSOLIDATO E BASTA!
IL PROBLEMA DELLA PERSISTENZA DELLA PLACCA E' SOLO IN CASO DI NUOVO TRAUMA IN CUI L'OMERO SI TROVEREBBE AD ESSERE "ARMATO" COMPORTANDOSI PERCIO' MECCANICAMENTE IN MANIERA ANOMALA SE SOTTOPOSTO A FORZE MISTE DI TORSIONE COMPRESSIONE E TAGLIO ----> FRATTURA COMPLESSA
2)Posso dedurre dunque che una piastra omerale non compromette in nessun modo forza/agilità/resistenza del braccio a patto ovviamente che si sia formato un adeguato callo osseo lamellare?
SI
NESSUNA COMPROMISSIONE IN CASO DI INTERVENTO BEN ESEGUITO.
3)A questo punto se la piastra non da fastidio quale sarebbe l'utilità di rimuoverla? Porterebbe solo a rischi non compensati da alcun beneficio?
VEDI PUNTO 1
4)intende che si deve procedere ad un secondo taglio con conseguente seconda cicatrice o che semplicemente si riapre la prima con esito cicatriziale generalmente analogo?
SECONDO TAGLIO ESEGUITO ESATTAMENTE SULLA CICATRICE PRECEDENTE.
5) Che visite potrei fare per valutare se effettivamente la mia struttura ossea può essere sottodimensionata rispetto alla massa muscolare esponendomi quindi a maggiori rischi di infortunio?
UNA VALUTAZIONE SPECIALISTICA ORTOPEDICA
6) Questo vuol dire che non c'è concretamente nulla che possa essere fatto per consentire un recupero della sensibilità dell'avambraccio
NULLA PIU' DI QUANTO NON RIESCA A FARE MADRE NATURA CON LE CAPACITA' RIGENERATIVE DI CUI HA DOTATO MOLTI DEI TESSUTI BIOLOGICI DI CUI SIAMO FATTI.
Cordiali saluti.
[#6]
Utente
Non mi resta che ringraziarla sentitamente per la disponibilità che mi ha mostrato. Ha risposto a tutte le mie domande con pazienza e professionalità, pertanto le porgo i miei saluti e mi riservo magari di postare in futuro un aggiornamento sulla mia situazione nel caso ci fossero novità! Grazie ancora dottore!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 27.6k visite dal 18/02/2011.
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