Sofferenza osteocondrale tibio-tarsica

Egregio Dottore,
Le chiedo cortesemente un parere in merito ad un problema che ho alla caviglia destra. Premetto dicendo che a 3 anni sono stata operata di piede torto congenito a destra. Ora ho 32 anni. Già dallo scorso anno ho cominciato a d avvertire dolori sempre più forti e "invalidanti" soprattutto dopo essere stata in piedi tanto, dopo lo sci e dopo le gite in montagna di medio-alto livello. Quest'estate, dopo la prima gita, il problema è degenerato. Al pronto soccorso mi hanno fatto una lastra che riportava una discreta artrosi, che c’era stato un danno forse da trauma, che l’astragalo era consumato e mi è stato detto che la caviglia era da bloccare con un'artrodesi. Tuttavia, a conferma di ciò, mi è stata prescritta una RMN. Tornata a casa dalle ferie, dopo 10 giorni di antinfiammatori, sono stata dal mio ortopedico il quale mi ha anticipato le stesse cose. Ho effettuato la RMN che, in effetti, riporta una "sofferenza osteocondrale TT caratterizzata da deformazione dei capi ossei articolari (in particolare aspetto appiattito del domo astragalico), riduzione dello spessore cartilagineo, sofferenza dell'osso subcondrale in forma di edema della spongiosa e piccoli geodi subcondrali, lieve ispessimento del tendine achilleo associato a modesta fibrosità del corpo adiposo di Kager. Nella norma legamenti e muscoli". Che cosa vuol dire tutto questo? Mia mamma dice che ho usato troppo la gamba, che avrei dovuto averne più riguardo perchè ero già stata operata e che tutto è stato causato dalle troppe camminate in montagna. Mi dovrò arrendere all’ipotesi di un’artrodesi?E’vero che è invalidante, che si resta ingessati tanto tempo e che i tempi di ripresa sono lunghi? Sono un po’ impaurita e preoccupata per il futuro. Pensavo ad una gravidanza per l'anno prossimo ma forse questo desiderio potrà essere determinato da quanto sta accadendo? Grazie davvero! Grazie 1000! Paola
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 944 50
Diciamo che il quadro descritto dalla RM non è sicuramente confortante. L'ipotesi di artrodesi suggerita dai miei colleghi dovrebbe essere presa in considerazione in rapporto all'entità del dolore.
Certo se il dolore fosse già, per così dire, insopportabile probabilmente l'unica soluzione sarebbe quella.
Per tutto il resto non stia troppo a recriminare.
Per quanto riguarda la gravidanza non credo che sia questa la causa che la debba far ricredere, o meglio certo è che la gravidanza non farà che peggiorare la sintomatologia ma non credo si possa rinunciare ad un figlio per questo no?
Cordiali saluti

Antonio Mattei

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Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Innanzitutto GRAZIE per la Sua gentilissima risposta!
No di certo, non si rinuncerà ad un figlio per questo! Ero solo preoccupata da eventuali cure anti-infiammatorie per il piede e la gravidanza. Posso chiederLe ancora una cosa? Allo stato attuale tutto è ancora sopportabile: zoppico vistosamente dopo un qualsiasi sforzo (ES. Passeggiata, ho dolori se sto in piedi tanto (ES. stirare o fare i mestieri in casa. Il male non è costante, come un dolore reumatico, ma si presenta sotto forma di fitte forti, spesso seguite da cedimenti dell'articolazione (fortunatamente non tutti ig iorni e senza cadute conseguenti a ciò)e quasi tutte le sere e sempre dopo uno sforzo il piede è come bloccato in modo tale che non può essere appoggiato e a gamba distesa non può essere appoggiato sul tallone, nemmeno con un cuscino. Dopo uno sforzo fanno sentire male anche le coperte del letto. La cosa che rende sopportabile il tutto è che il dolore non c'è quando sto ferma ferma seduta. Quanto è meglio sopportare il male e "tirare avanti" per rimandare l'intervento o piuttosto, quando è meglio decidere per un intervento? Gli esiti positivi ci potranno essere prima si interviene o comunque è meglio aspettare il più possibile prima di intervenire? Grazie ancora e scusi nuovamente tutti i miei dubbi......GRAZIE Paola
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Dr. Antonio Mattei Ortopedico, Geriatra 944 50
Sig.ra Paola,
devo dirle che è difficile stabilire il momento per questo tipo di intervento visto che comunque è un intervento che limita sicuramente la funzionalità della sua caviglia.
Diciamo che dovrebbe prevalere il buonsenso nel senso appunto che quando non è più possibile andare avanti così si deve ricorrere all'artrodesi.
Gli esiti dell'intervento sono gli stessi in qualunque momento si intervenga.
La saluto cordialmente.
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Attivo dal 2007 al 2009
Ex utente
Egregio Dott. Mattei,
La ringrazio nuovamente per la Sua pazienza e disponibilità.
La Sua consulenza è preziosa e importante.
Data l'invasività dell'intervento, che avevo molto sottovalutato, e poichè gli esiti dell'intervento non dipendono dal momento in cui si interviene, cercherò di andare avanti il più possibile con un pò di pazienza e un pò più riguardo e affidandomi alle cure dell'ortopedico con ragionevolezza, senza sottovalutare il problema, come ho fatto fin d'ora.
Sono comunque più serena, nonostante tutto.
Le auguro un buon lavoro e Le porgo i miei più sentiti ringraziamenti.
Cordialità
Paola