Lei soffre da tempo di coxartrosi con dolore ricorrente specialmente nella zona del ginocchio
Gentilissimo dottore vorrei esporle un problema che riguarda la mia nonna di 72 anni.
Lei soffre da tempo di coxartrosi con dolore ricorrente specialmente nella zona del ginocchio. Prende regolarmente tutti i giorni dei farmaci(orudis, efferalgan, spidifen) per alleviare il dolore. Purtroppo noi sappiamo che ci sarebbe la possibilità di fare un intervento legato all' applicazione di un' eventuale protesi nell' anca, ma purtroppo non vuole fare nessun intervento chirurgico, almeno per il momento.
Dottore, gentilmente potrebbe indicarmi una terapia (farmaci efficaci, terapie fisiche eventuali e infiltrazioni)che possano dare sollievo a questo genere di patologia.
Sperando di ricevere al più presto una sua risposta la ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
Lei soffre da tempo di coxartrosi con dolore ricorrente specialmente nella zona del ginocchio. Prende regolarmente tutti i giorni dei farmaci(orudis, efferalgan, spidifen) per alleviare il dolore. Purtroppo noi sappiamo che ci sarebbe la possibilità di fare un intervento legato all' applicazione di un' eventuale protesi nell' anca, ma purtroppo non vuole fare nessun intervento chirurgico, almeno per il momento.
Dottore, gentilmente potrebbe indicarmi una terapia (farmaci efficaci, terapie fisiche eventuali e infiltrazioni)che possano dare sollievo a questo genere di patologia.
Sperando di ricevere al più presto una sua risposta la ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente, assumere farmaci antinfiammatori e antidolorifici non è la soluzione. Non posso valutare l'entità della coxartrosi e quindi la mia è solo una ipotesi, ma potrebbe sentire uno specialista se c'è indicazione a fare delle infiltrazioni ecoguidate all'anca con acido ialuronico. Altre terapie sono purtroppo, nella coxartrosi avanzata, di scarsa efficacia. Cordiali saluti.
Gianni Nucci, Chirurgo Ortopedico
Responsabile U.F. Ortopedia Santa Rita Hospital - Montecatini T.
Riceve a Lucca, Montecatini, Pistoia, Follonica
[#2]
Gentile utente,
spero che in questi due mesi abbia trovato la possibilità di fare eseguire le infiltrazioni alla nonna, e che questa ne abbia beneficiato.
Purtroppo, non tutte le forme di coxartrosi possono beneficiare delle infiltrazioni, e quindi mi auguro che quella della Sua parente fosse una di queste.
C'è poi da valutare un aspetto importante e fondamentale:
E' giusto insistere e convincere la nonna a farsi operare?
E' normale, e capita di frequente nella mia pratica clinica, che il paziente entri nel mio studio accompagnato da un parente, e si capisce immediatamente che il paziente è venuto da me solo perché "trascinato" dal parente.
In genere funziona così: il parente vuole operare, il paziente no.
E questo, indipendentemente dal fatto che ci sia una indicazione chirurgica!
Al termine del consulto, emerge un vincitore ed un vinto: uno dei due gioisce per avere avuto ragione e dà di gomito all'altro: "te l'avevo detto! Adesso finirai di brontolare ogni volta che te lo dico! Il dottore dà ragione a ME".
Naturalmente, in questi casi, non c'è una ragione o un torto.
Non c'è nessuna gara.
E soprattutto, di solito ha ragione il paziente.
Mi spiego meglio: se uno non vuole farsi operare, significa -in genere- che non soffre così tanto.
Purtroppo però non sempre è così. Capita infatti che alcuni pazienti, per la paura dell'intervento, cerchino di sopportare i dolori e "tirare avanti".
In questi casi è importante una corretta informazione: è bene che la nonna sappia esattamente in cosa consiste l'intervento e la successiva convalesecenza; ed è importante che sappia cosa comporta la decisione di non farsi operare. Dato che la coxartrosi è una patologia degenerativa di cui non c'è la cura, può solo peggiorare: capita spesso di pazienti che a 70-72 anni, in discreto stato di salute generale, decidano di non farsi operare per paura dell'intervento, e tornino da me a 80 anni suonati, magari con qualche acciacco di salute in più, che mi dicono: "dottore, mi operi, non ce la faccio più".
Inutile dire che in qualche caso non è possibile procedere all'intervento a causa dell'età avanzata e delle patologie concomitanti.
Inoltre il dolore all'anca provoca la riduzione della mobilità del paziente, che inizia a uscire di casa sempre meno spesso: questo non fa altro che peggiorare la salute generale del paziente (oltre che quella mentale).
La cosa migliore sarebbe che la nonna conoscesse qualche persona operata all'anca: di solito la soddisfazione di questi pazienti fa venire voglia di farsi operare (quasi tutti dicono "se avessi saputo che sarei stato così bene, avrei fatto l'intervento 10 anni fa!").
Per concludere: informi la nonna. Le dia articoli da leggere, le spieghi cosa comporta la Sua scelta, la faccia parlare con altri pazienti e con altri specialisti.
Dopodiché, se la nonna ancora non vorrà farsi operare, significa che ha ragione lei.
La sua scelta va rispettata.
Distinti saluti
spero che in questi due mesi abbia trovato la possibilità di fare eseguire le infiltrazioni alla nonna, e che questa ne abbia beneficiato.
Purtroppo, non tutte le forme di coxartrosi possono beneficiare delle infiltrazioni, e quindi mi auguro che quella della Sua parente fosse una di queste.
C'è poi da valutare un aspetto importante e fondamentale:
E' giusto insistere e convincere la nonna a farsi operare?
E' normale, e capita di frequente nella mia pratica clinica, che il paziente entri nel mio studio accompagnato da un parente, e si capisce immediatamente che il paziente è venuto da me solo perché "trascinato" dal parente.
In genere funziona così: il parente vuole operare, il paziente no.
E questo, indipendentemente dal fatto che ci sia una indicazione chirurgica!
Al termine del consulto, emerge un vincitore ed un vinto: uno dei due gioisce per avere avuto ragione e dà di gomito all'altro: "te l'avevo detto! Adesso finirai di brontolare ogni volta che te lo dico! Il dottore dà ragione a ME".
Naturalmente, in questi casi, non c'è una ragione o un torto.
Non c'è nessuna gara.
E soprattutto, di solito ha ragione il paziente.
Mi spiego meglio: se uno non vuole farsi operare, significa -in genere- che non soffre così tanto.
Purtroppo però non sempre è così. Capita infatti che alcuni pazienti, per la paura dell'intervento, cerchino di sopportare i dolori e "tirare avanti".
In questi casi è importante una corretta informazione: è bene che la nonna sappia esattamente in cosa consiste l'intervento e la successiva convalesecenza; ed è importante che sappia cosa comporta la decisione di non farsi operare. Dato che la coxartrosi è una patologia degenerativa di cui non c'è la cura, può solo peggiorare: capita spesso di pazienti che a 70-72 anni, in discreto stato di salute generale, decidano di non farsi operare per paura dell'intervento, e tornino da me a 80 anni suonati, magari con qualche acciacco di salute in più, che mi dicono: "dottore, mi operi, non ce la faccio più".
Inutile dire che in qualche caso non è possibile procedere all'intervento a causa dell'età avanzata e delle patologie concomitanti.
Inoltre il dolore all'anca provoca la riduzione della mobilità del paziente, che inizia a uscire di casa sempre meno spesso: questo non fa altro che peggiorare la salute generale del paziente (oltre che quella mentale).
La cosa migliore sarebbe che la nonna conoscesse qualche persona operata all'anca: di solito la soddisfazione di questi pazienti fa venire voglia di farsi operare (quasi tutti dicono "se avessi saputo che sarei stato così bene, avrei fatto l'intervento 10 anni fa!").
Per concludere: informi la nonna. Le dia articoli da leggere, le spieghi cosa comporta la Sua scelta, la faccia parlare con altri pazienti e con altri specialisti.
Dopodiché, se la nonna ancora non vorrà farsi operare, significa che ha ragione lei.
La sua scelta va rispettata.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.8k visite dal 20/12/2010.
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