Riabilitazione dopo intervento per alluce rigido
Buongiorno, vorrei avere un riscontro circa la mia situazione.
Ho 35 anni e affianco ad un lavoro sostanzialmente sedentario una attività fisica amatoriale moderata (soprattutto trekking, sci di fondo, ciclismo). Proprio questa attività fisica mi ha portare a riconoscere il problema di alluce rigido (causato da artrosi ad entrambi i piedi, con maggior grado di severità al piede sinistro, il mio dominante).
Perciò, 7 giorni fa sono stato sottoposto ad osteotomia decompressiva per alluce rigido, con l'inserimento di due viti, al piede sinistro.
Alla dimissione mi è stato indicato di mantenere sollevato l'arto ed eseguire mobilizzazione dell'alluce.
Il problema è che non so se ho seguito correttamente queste indicazioni.
Infatti, non ho mantenuto sollevato il piede oltre il piano del cuore (solo visitando alcuni siti specializzati ho trovato questa specifica indicazione). Inoltre, a causa del persistente dolore in loco e per mia paura di riaprire la ferita, ho fatto ben poca mobilizzazione dell'alluce nei primi giorni e comunque manipolandolo dalla seconda falange e non dalla prima, come si dovrebbe. Ad oggi (dopo 7 giorni), muovendo passivamente l'alluce dalla prima falange, ho quasi l'impressione che l'escursione sia inferiore a quella dei primissimi giorni dopo l'intervento. Siccome ho letto che questa attività è molto importante per evitare recidive con riformazione degli osteofiti anche in breve tempo, volevo chiedere se la mia inattività può aver addirittura compromesso il buon esito della riabilitazione e, a questo punto, dell'intervento.
Un'ultima domanda: quali consigli per cercare di continuare la mia attività fisica, ma nello stesso tempo ritardare il più possibile il ritorno del problema?
Ho 35 anni e affianco ad un lavoro sostanzialmente sedentario una attività fisica amatoriale moderata (soprattutto trekking, sci di fondo, ciclismo). Proprio questa attività fisica mi ha portare a riconoscere il problema di alluce rigido (causato da artrosi ad entrambi i piedi, con maggior grado di severità al piede sinistro, il mio dominante).
Perciò, 7 giorni fa sono stato sottoposto ad osteotomia decompressiva per alluce rigido, con l'inserimento di due viti, al piede sinistro.
Alla dimissione mi è stato indicato di mantenere sollevato l'arto ed eseguire mobilizzazione dell'alluce.
Il problema è che non so se ho seguito correttamente queste indicazioni.
Infatti, non ho mantenuto sollevato il piede oltre il piano del cuore (solo visitando alcuni siti specializzati ho trovato questa specifica indicazione). Inoltre, a causa del persistente dolore in loco e per mia paura di riaprire la ferita, ho fatto ben poca mobilizzazione dell'alluce nei primi giorni e comunque manipolandolo dalla seconda falange e non dalla prima, come si dovrebbe. Ad oggi (dopo 7 giorni), muovendo passivamente l'alluce dalla prima falange, ho quasi l'impressione che l'escursione sia inferiore a quella dei primissimi giorni dopo l'intervento. Siccome ho letto che questa attività è molto importante per evitare recidive con riformazione degli osteofiti anche in breve tempo, volevo chiedere se la mia inattività può aver addirittura compromesso il buon esito della riabilitazione e, a questo punto, dell'intervento.
Un'ultima domanda: quali consigli per cercare di continuare la mia attività fisica, ma nello stesso tempo ritardare il più possibile il ritorno del problema?
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Egr. signore non abbia timore alcuno per quanto concerne le recidive e gli osteofiti dopo poco tempo!
Ma certamente deve fare idonea riabilitazione del piede, quindi le consiglio di affidarsi ad un Fisiatra pe run protocollo riabilitativo fatto o almeno seguìto da personale esperto.
Cordiali saluti
alessandrocaruso.me@katamail.com
Ma certamente deve fare idonea riabilitazione del piede, quindi le consiglio di affidarsi ad un Fisiatra pe run protocollo riabilitativo fatto o almeno seguìto da personale esperto.
Cordiali saluti
alessandrocaruso.me@katamail.com
Alessandro Caruso
Specialista Ortopedia - Traumat.//Medicina dello Sport
Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione -Messina -
[#2]
Utente
Egr. dottore, la ringrazio per la pronta risposta. Contatterò al più presto un fisiatra per avere indicazioni precise sul percorso riabilitativo.
Ne approfitto per rinnovare la seconda domanda contenuta nel mio intervento.
Essendo molto appassionato di ciclismo, mi piacerebbe continuare con la pratica di questa disciplina, ma non vorrei che ciò determinasse un rinnovo precoce dell'alluce rigido. Innanzitutto, il ciclismo è compatibile con il mio stato (non dico la corsa che, comprendo, dovrò evitare)? E se si, quali accortezze dovrei seguire, eventualmente anche nella camminate quotidiane per gli spostamenti casa-lavoro? Ho sentito parlare di plantari specifici per scaricare il peso dall'avampiede, possono essere utili?
Ne approfitto per rinnovare la seconda domanda contenuta nel mio intervento.
Essendo molto appassionato di ciclismo, mi piacerebbe continuare con la pratica di questa disciplina, ma non vorrei che ciò determinasse un rinnovo precoce dell'alluce rigido. Innanzitutto, il ciclismo è compatibile con il mio stato (non dico la corsa che, comprendo, dovrò evitare)? E se si, quali accortezze dovrei seguire, eventualmente anche nella camminate quotidiane per gli spostamenti casa-lavoro? Ho sentito parlare di plantari specifici per scaricare il peso dall'avampiede, possono essere utili?
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6k visite dal 20/10/2010.
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