Paraosteopatia
[#1]
devo dire che anche io non ho mai sentito tale diagnosi.
E' stata fatta da un collega ortopedico ???
Posso immaginare, dalla ETIMOLOGIA della parola, che si tratti di una patologia situata vicino all'osso e pertanto, trattandosi di gomito, potrebbe riguardare il tendine di inserzione dei muscoli epicondiloidei ossia una epicondilite.
Si tratta di pura ipotesi
Cordiali saluti
E' stata fatta da un collega ortopedico ???
Posso immaginare, dalla ETIMOLOGIA della parola, che si tratti di una patologia situata vicino all'osso e pertanto, trattandosi di gomito, potrebbe riguardare il tendine di inserzione dei muscoli epicondiloidei ossia una epicondilite.
Si tratta di pura ipotesi
Cordiali saluti
Dr. Roberto LEO
[#2]
La parola deriva dal greco para = oltre/ al di fuori e osteopatia = malattia dell'osso.
Come prefisso il termine "para-" significa anche "attraverso" ecc., ma qui l'accezione con cui viene utilizzata e' quella di luogo e in particolare si vuole indicare una patologia che non e' nell'osso, non e' dell'osso, ma e' FUORI dall'osso pur simulando una malattia ossea in quanto costruisce osso al di fuori della sua sede naturale, l'apparato scheletrico.
In poche parole e' un termine desueto, utilizzato in Ortopedia e Traumatologia soprattutto nel dopo guerra, con cui si indicavano le malattie ossificanti delle parti molli e dunque spesso iuxta articolari. Tra queste sedi comune e' proprio quella del gomito.
Le ossificazioni nel gomito possono manifestarsi per ragioni diverse:
- postraumatiche del gomito
- postraumatiche del cranio SENZA traumi del gomito
- post deficit neurologici come ictus con emiparesi omolaterale
- post malattie ossificanti su base metabolica
- post malattie displasiche che inducono una metaplasia delle parti molli come la miosite ossificante
- nei tumori
- in seguito a interventi di protesi.
Come lei vede le cause possono essere molto diverse e pertanto il termine generico di parosteopatia,utilizzato purtroppo indifferentemente per tutte queste svariate patologie, non permette di comprendere, se usato da solo come nel suo caso, la vera natura della patologia del gomito in questione.
Le preciso che le patologie ossificanti NON vanno confuse con le malattie che invece provocano calcificazioni, processo quest'ultimo completamente diverso essendo anisto (= non mediato da cellule) e dunque passivo perche' caratterizzato dalla pura e semplice precipitazione di sali come avviene l'incrostazione dell'acqua ricca di calcio nel lavandino.
In conclusione senza una valutazione diretta del caso non e' possibile fornire diagnosi o suggerire terapie.
Conviene chiedere delucidazioni al collega che ha vistato il suo parente.
Cordialmente
Dr A. Valassina
Come prefisso il termine "para-" significa anche "attraverso" ecc., ma qui l'accezione con cui viene utilizzata e' quella di luogo e in particolare si vuole indicare una patologia che non e' nell'osso, non e' dell'osso, ma e' FUORI dall'osso pur simulando una malattia ossea in quanto costruisce osso al di fuori della sua sede naturale, l'apparato scheletrico.
In poche parole e' un termine desueto, utilizzato in Ortopedia e Traumatologia soprattutto nel dopo guerra, con cui si indicavano le malattie ossificanti delle parti molli e dunque spesso iuxta articolari. Tra queste sedi comune e' proprio quella del gomito.
Le ossificazioni nel gomito possono manifestarsi per ragioni diverse:
- postraumatiche del gomito
- postraumatiche del cranio SENZA traumi del gomito
- post deficit neurologici come ictus con emiparesi omolaterale
- post malattie ossificanti su base metabolica
- post malattie displasiche che inducono una metaplasia delle parti molli come la miosite ossificante
- nei tumori
- in seguito a interventi di protesi.
Come lei vede le cause possono essere molto diverse e pertanto il termine generico di parosteopatia,utilizzato purtroppo indifferentemente per tutte queste svariate patologie, non permette di comprendere, se usato da solo come nel suo caso, la vera natura della patologia del gomito in questione.
Le preciso che le patologie ossificanti NON vanno confuse con le malattie che invece provocano calcificazioni, processo quest'ultimo completamente diverso essendo anisto (= non mediato da cellule) e dunque passivo perche' caratterizzato dalla pura e semplice precipitazione di sali come avviene l'incrostazione dell'acqua ricca di calcio nel lavandino.
In conclusione senza una valutazione diretta del caso non e' possibile fornire diagnosi o suggerire terapie.
Conviene chiedere delucidazioni al collega che ha vistato il suo parente.
Cordialmente
Dr A. Valassina
Nota:informazione web richiesta dall'Utente senza visita clinica; non ha valore di diagnosi, trattamento o prognosi che si affidano al medico curante
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.8k visite dal 06/10/2010.
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