Trauma al piede: microfrattura?
Una quarantina di giorni addietro, mentre mi trovavo al mare, ho urtato violentemente il quinti dito del piede destro ad uno scoglio. Il dolore è stato fortissimo ma dopo una lunga abluzione in mare si è abbastanza attenuato. Nei giorni successivi è stato facile portare solo l'infradito fino al termine della vacanza, con residui disturbi che sembravano esaurirsi.
Tornato a calzare la scarpa, mi sono invece reso conto che dopo qualche ora e a seconda della sollecitazione e del movimento,il ditino torna a dolermi specie nella parte interna che è proprio quella interessata dall'urto.
Chiedo se, a vostro parere, è possibile che si tratti di una microlesione e, ammessa l'utilità di un accertamento radiografico a tanta distanza di tempo, se è possibile farlo al solo dito interessato e non a tutto il piede, per limitare le quantità delle radiazioni. Grazie!
Tornato a calzare la scarpa, mi sono invece reso conto che dopo qualche ora e a seconda della sollecitazione e del movimento,il ditino torna a dolermi specie nella parte interna che è proprio quella interessata dall'urto.
Chiedo se, a vostro parere, è possibile che si tratti di una microlesione e, ammessa l'utilità di un accertamento radiografico a tanta distanza di tempo, se è possibile farlo al solo dito interessato e non a tutto il piede, per limitare le quantità delle radiazioni. Grazie!
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Gentile utente, anche se non presenti fratture, comunque il suo dito avrà subito una distorsione delle sue articolazioni ed è quindi più che normale che le faccia male ora che torna ad indossare scarpe chiuse. Se il fastidio dovesse persistere però, sarà opportuno fare una visita specialistica ortopedica nella quale si stabilirà l'eventuale necessità di ulteriori accertamenti. Per l'esecuzione di una radiografia, è sicuramente possibile limitare l'esposizione all'avampiede, ma faccia prima la visita nella quale si valuterà la necessità di indagare solo su quella zona.
Cordialità
Cordialità
Dr. Giuseppe Colì
Specialista Ortopedico
Malattie metaboliche dell'osso
Ex responsabile centro Osteoporosi
[#3]
Utente
Dottore carissimo,
torno in argomento a diversi mesi di distanza per un nuovo consiglio. Dall’indagine radiologica, di cui Le riferii, non risultò alcuna infrazione ma una distorsione molto importante;la scomparsa della sensazione dolorosa è stata infatti piuttosto lenta ed è comunque passata per un periodo di necessaria deambulazione a piede scalzo cui è seguita una progressiva riabilitazione all’uso della calzatura.
A mesi di stanza permane il ricordo del lancinante dolore post trauma, che anche solo psicologicamente mi induce a rimanere scalzo e preferibilmente a piede nudo quanto più a lungo possibile, ed una classica recidivanza in presenza di sensibile umidità atmosferica.
Il tutto non mi porrebbe in particolare sospetto se, in presenza di specifiche sollecitazioni – soprattutto nel corso delle abituali sedute di ginnastica da camera – il piede non tornasse a dolermi abbastanza, proprio nel punto dell’originario impatto.
Le chiedo:
è possibile che all’indagine radiologica sia sfuggita una microlesione, considerando il punto interno (la parete del ditino prospiciente il quarto dito) ?
potrebbe una risonanza essere più precisa ?
e, nel caso di acclarata microfrattura, è possibile a tanta distanza di tempo qualche rimedio e di quale tipo?
Perdoni il disturbo e grazie!
torno in argomento a diversi mesi di distanza per un nuovo consiglio. Dall’indagine radiologica, di cui Le riferii, non risultò alcuna infrazione ma una distorsione molto importante;la scomparsa della sensazione dolorosa è stata infatti piuttosto lenta ed è comunque passata per un periodo di necessaria deambulazione a piede scalzo cui è seguita una progressiva riabilitazione all’uso della calzatura.
A mesi di stanza permane il ricordo del lancinante dolore post trauma, che anche solo psicologicamente mi induce a rimanere scalzo e preferibilmente a piede nudo quanto più a lungo possibile, ed una classica recidivanza in presenza di sensibile umidità atmosferica.
Il tutto non mi porrebbe in particolare sospetto se, in presenza di specifiche sollecitazioni – soprattutto nel corso delle abituali sedute di ginnastica da camera – il piede non tornasse a dolermi abbastanza, proprio nel punto dell’originario impatto.
Le chiedo:
è possibile che all’indagine radiologica sia sfuggita una microlesione, considerando il punto interno (la parete del ditino prospiciente il quarto dito) ?
potrebbe una risonanza essere più precisa ?
e, nel caso di acclarata microfrattura, è possibile a tanta distanza di tempo qualche rimedio e di quale tipo?
Perdoni il disturbo e grazie!
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Gentile utente, a distanza di tanti mesi, mi sembra proprio inutile andare alla ricerca con RMN di eventuali lesioni scheletriche inizialmente non rilevate. Perchè non prova ad eseguire una visita fisiatrica per valutare una possibilità di trattamento fisioterapico?
Ci tenga informati
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7k visite dal 19/09/2010.
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