Femore rotto in paziente ultranovantenne
Buon Giorno,
mia nonna, una 96enne lucidissima ed assolutamente autosufficiente, venerdì scorso è caduta fratturandosi il collo del femore sinistro.
E' ora ricoverata in ospedale in quanto non è stato possibile intervenire subito chirurgicamente poichè prendeva un fluidificante per il sangue che avrebbe causato emorragie.
In famiglia siamo molto preoccupati e soprattutto indecisi se farla sottoporre ad un intervento estremamente pericoloso (data soprattutto l'età), con il rischio che l'attuale lucidità di mia nonna venga meno a causa dell'anestesia e senza alcuna certezza che dopo l'operazione possa nuovamente camminare, o lasciare che l'osso calcifichi da solo, ma in questo caso il chirurgo ci ha detto che andrebbe in necrosi la testa del femore e che una donna energica ed autosufficiente, se allettata andrebbe incontro in breve tempo inevitabilmente a depressione e si lascerebbe morire.
Quanto pùò essere pericolosa un'operazione a 96 anni?
Dopo quanto tempo, in caso vada tutto liscio, si può recuperare la mobilità?
C'è qualche struttura d'eccellenza, in provincia di Roma, a cui poter affidare le cure di mia nonna?
Grazie,
Sara
mia nonna, una 96enne lucidissima ed assolutamente autosufficiente, venerdì scorso è caduta fratturandosi il collo del femore sinistro.
E' ora ricoverata in ospedale in quanto non è stato possibile intervenire subito chirurgicamente poichè prendeva un fluidificante per il sangue che avrebbe causato emorragie.
In famiglia siamo molto preoccupati e soprattutto indecisi se farla sottoporre ad un intervento estremamente pericoloso (data soprattutto l'età), con il rischio che l'attuale lucidità di mia nonna venga meno a causa dell'anestesia e senza alcuna certezza che dopo l'operazione possa nuovamente camminare, o lasciare che l'osso calcifichi da solo, ma in questo caso il chirurgo ci ha detto che andrebbe in necrosi la testa del femore e che una donna energica ed autosufficiente, se allettata andrebbe incontro in breve tempo inevitabilmente a depressione e si lascerebbe morire.
Quanto pùò essere pericolosa un'operazione a 96 anni?
Dopo quanto tempo, in caso vada tutto liscio, si può recuperare la mobilità?
C'è qualche struttura d'eccellenza, in provincia di Roma, a cui poter affidare le cure di mia nonna?
Grazie,
Sara
[#1]
Gentile utente, il fatto che sua nonna fosse lucida e indipendente prima della frattura, depone per la necessità dell'intervento. Attualmente l'anestesia si esegua a livello del rachide lombare senza dover addormentare tutta la persona. I rischi di anestesia sono quindi azzerati. Non è necessario andare alla ricerca di centri di eccellenza. Per quanto riguarda i tempi di recupero, sono rapidissimi con carico concedibile anche dal giorno successivo (in base al tipo di intervento eseguito)e sua nonna potrà tranquillamente tornare alla sua piena autonomia nel giro di qualche settimana. Le raccomando di farsi prescrivere un buon piano terapeutico per l'osteoporosi per prevenire successive fratture. Cordialità
Dr. Giuseppe Colì
Specialista Ortopedico
Malattie metaboliche dell'osso
Ex responsabile centro Osteoporosi
[#2]
Concordo con il collega sull'idea di intervenire.
Aggiungo che a quell'età, una frattura del genere pone un dilemma davvero difficile. è vero che i rischi perioperatori sono aumentati a causa dell'età: per Sua nonna non sarà una passeggiata neppure il post-operatorio, e mi riferisco anche al peso psicologico della convalescenza, oltre al disorientamento spazio-temporale che spesso prende questi pazienti.
Ma se si trattasse di mia nonna, non avrei alcun dubbio: la farei operare. L'alternativa rappresentata dal lasciare che la frattura guarisca da sola, con l'immobilizzazione a letto, presenta a mio avviso rischi ancora maggiori rispetto all'intervento: la salute di un 96enne è in uno stato di equilibrio delicatissimo, e lasciare a letto per un mese una persona di quell'età equivale a scompensare tali equilibri, consegnandola quasi certamente alla morte. Non mi riferisco solo alla depressione, ma al rischio di polmoniti, ulcere da decubito, compromissione del quadro generale.
Mi rendo conto che si tratta di una scelta fra due prospettive non certo facili, ma quella dell'intervento è secondo me la migliore.
Faccio a Lei e alla Sua cara nonna tanti auguri, e le faccio tanto coraggio in questo momento difficile.
Ci faccia sapere come vanno le cose.
Distinti saluti
Aggiungo che a quell'età, una frattura del genere pone un dilemma davvero difficile. è vero che i rischi perioperatori sono aumentati a causa dell'età: per Sua nonna non sarà una passeggiata neppure il post-operatorio, e mi riferisco anche al peso psicologico della convalescenza, oltre al disorientamento spazio-temporale che spesso prende questi pazienti.
Ma se si trattasse di mia nonna, non avrei alcun dubbio: la farei operare. L'alternativa rappresentata dal lasciare che la frattura guarisca da sola, con l'immobilizzazione a letto, presenta a mio avviso rischi ancora maggiori rispetto all'intervento: la salute di un 96enne è in uno stato di equilibrio delicatissimo, e lasciare a letto per un mese una persona di quell'età equivale a scompensare tali equilibri, consegnandola quasi certamente alla morte. Non mi riferisco solo alla depressione, ma al rischio di polmoniti, ulcere da decubito, compromissione del quadro generale.
Mi rendo conto che si tratta di una scelta fra due prospettive non certo facili, ma quella dell'intervento è secondo me la migliore.
Faccio a Lei e alla Sua cara nonna tanti auguri, e le faccio tanto coraggio in questo momento difficile.
Ci faccia sapere come vanno le cose.
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 27.1k visite dal 02/08/2010.
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