Problemi allat esta del femore
RM: discreta quantità di versamento endoarticolare a dx, nella noma a sinistra. Non alterazioni del segnale delle spongiosa ossea da edema-iperemia midollare. Deformità artrosiche dei capi ossei coxo-femorali di dx con presenza di alcuni geodi sub-condrali femorali, in esiti di riferita pregressa frattura dell'acetabolo. Regolari le articolazioni sacri-ilaiche e la sinfisi pubica.
RX: esiti di frattura del cotile dx con evidenza di 2 viti in titanio di sintesi in corrispondenza. Nei limiti l'ampiezza della rima articolare coxo-fmorale. Non segni di osteonecrosi. leggermente ridotto il trofismo della porzione distale del femore e della porzione prossimale della tibia. Conservata l'ampiezza delle rime articolari femoro-tibiali.
Volevo un vostro parere anche se ho la sensazione che si meglio che vado sotto ai ferri. Tra l'altro lavoro in un negozio diviso in 4 piani e spesso trasporto carichi. Ho 28 anni ma mi sembra di averne 80.
Attendo un vostro cortese riscontro e vi chiedo gentilmente di dirmi chi sia il miglior dottore che possa aiutarmi a risolvere il mio problema.
Grazie 1000.
Federico Lodo
Caro utente,
naturalmente senza poterLa visitare è impossibile porre una diagnosi o una precisa indicazione per un intervento.
Tenga però presente che la Sua storia clinica ci fornisce alcune certezze: lei è affetto da una coxartrosi post-traumatica, e questo -col tempo- La porterà inevitabilmente a dover subire un nuovo intervento per l'impianto di una protesi dell'anca.
Lei è molto giovane per questo tipo di intervento, ma Le consiglio di non farsi spaventare dalla parola "protesi".
Io lavoro in un centro di chirurgia dell'anca, è Le assicuro che sono molti i pazienti della Sua età (a volte più giovani) che siamo costretti ad operare, con piena soddisfazione per il chirurgo e per il paziente.
Per fortuna i nuovi materiali e le nuove tecniche operatorie ci consentono di perseguire tre obiettivi fondamentali:
1) effettuare un intervento che preservi il più possibile l'apparato muscolo-tendineo e legamentoso, in maniera da offrire un recupero rapido e una piena funzionalità post-operatoria;
2) utilizzare materiali di nuova generazione che riducano l'usura delle superfici di contatto, prolungando la vita dell'impianto;
3) utilizzare protesi dal disegno conservativo (cioè di piccole dimensioni) in maniera da trovare un maggior rispetto dell'osso del paziente nel momento in cui -a distanza di molti anni- sarà necessario cambiare la protesi.
Per ulteriori informazioni, Le segnalo questo articolo presente sul sito.
https://www.medicitalia.it/minforma/ortopedia/1-la-protesi-dell-anca-nel-paziente-giovane.html
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
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