Consiglio osteonecrosi
Buongiorno, ho 78 anni ed a seguito di una distorsione al ginocchio nel luglio 2009 ho eseguito dopo circa due mesi una RM che ha diagnosticato”osteonecrosi al sottocondilo femorale, mentre RX negativa.
Referto RM eseguita il 17.09.2009
“In corrispondenza del condilo femorale interno, in sede immediatamente sottocondrale si osserva un’area lenticolare di alterato segnale, ad asse maggiore antero-posteriore di 2,5 cm, associata ad un marcato stato edematoso della spongiosi limitrofa: si configura pertanto il quadro di un focolaio di osteonecrosi.
Le cartilagini di rivestimento dei distretti femoro-tibiali interno e femoro-rotuleo sono ridotte di spessore (condropatia di III grado)”
Ho eseguito trattamento con scarico e magnetoterapia per circa 3 mesi.
Referto RM eseguita il 09.12.2009 dopo il trattamento:
“ Rispetto al precedente esame si riconosce una riduzione dello stato edematoso della spongiosi adiacente al focolaio di osteonecrosi del condilo femorale mediale come per un’iniziale stabilizzazione di quest’ultimo.”
Lo specialista ortopedico ha prospettato di eseguire in artroscopia, un intervento mini-invasivo (microfratture, abrasione , perforazioni) in modo da riattivare la cartilagine, mentre altro specialista mi ha sconsigliato questo tipo di intervento perchè lo trova inutile per due motivi: primo perchè, secondo lui, già dalla lettura del referto della prima RM si evidenzia che il frammento è distaccato secondo perchè si dovrebbe perforare troppo in profondità ed il rigolo di sangue non ha la forza di risalire per riattivare la cartilagine. Mi ha invece proposto intervento chirurgico che ha chiamato “rivestimento protesi monocompartimentale”
Gradirei avere un consiglio, se possibile , e cioè :
1) dalla lettura del referto della RM è evidente che il frammento è distaccato e di conseguenza l’intervento in artroscopia risulterebbe inutile?
2) l’unica via da percorrere è solo l’intervento di” rivestimento protesi monocompartimentale” ?
3)che cosa si intende per rivestimento ?
Ringrazio fin da ora.
D.Bonato
Referto RM eseguita il 17.09.2009
“In corrispondenza del condilo femorale interno, in sede immediatamente sottocondrale si osserva un’area lenticolare di alterato segnale, ad asse maggiore antero-posteriore di 2,5 cm, associata ad un marcato stato edematoso della spongiosi limitrofa: si configura pertanto il quadro di un focolaio di osteonecrosi.
Le cartilagini di rivestimento dei distretti femoro-tibiali interno e femoro-rotuleo sono ridotte di spessore (condropatia di III grado)”
Ho eseguito trattamento con scarico e magnetoterapia per circa 3 mesi.
Referto RM eseguita il 09.12.2009 dopo il trattamento:
“ Rispetto al precedente esame si riconosce una riduzione dello stato edematoso della spongiosi adiacente al focolaio di osteonecrosi del condilo femorale mediale come per un’iniziale stabilizzazione di quest’ultimo.”
Lo specialista ortopedico ha prospettato di eseguire in artroscopia, un intervento mini-invasivo (microfratture, abrasione , perforazioni) in modo da riattivare la cartilagine, mentre altro specialista mi ha sconsigliato questo tipo di intervento perchè lo trova inutile per due motivi: primo perchè, secondo lui, già dalla lettura del referto della prima RM si evidenzia che il frammento è distaccato secondo perchè si dovrebbe perforare troppo in profondità ed il rigolo di sangue non ha la forza di risalire per riattivare la cartilagine. Mi ha invece proposto intervento chirurgico che ha chiamato “rivestimento protesi monocompartimentale”
Gradirei avere un consiglio, se possibile , e cioè :
1) dalla lettura del referto della RM è evidente che il frammento è distaccato e di conseguenza l’intervento in artroscopia risulterebbe inutile?
2) l’unica via da percorrere è solo l’intervento di” rivestimento protesi monocompartimentale” ?
3)che cosa si intende per rivestimento ?
Ringrazio fin da ora.
D.Bonato
[#1]
Egregio signore,
vado per punti:
1) l'intervento di artroscopia difficilmente potrà risolvere il Suo problema.
Può essere un tentativo di "salvataggio" del Suo ginocchio in maniera da evitare di dover fare poi un intervento di protesi: a mio avviso però il rischio che l'artroscopia non le dia alcun beneficio e che quindi debba poi fare un secondo intervento è molto alto. Personalmente non la consiglierei.
2) La protesi monocompartimentale "riveste" il condilo rovinato. I due condili femorali assomigliano un po' al carrello di un aereo, formato da due ruote. Lo scopo della protesi è rivestire una delle due "ruote" del carrello, che è consumata.
La protesi monocompartimentale nel Suo caso potrebbe essere un'ottima soluzione. Però è importante valutare attentamente la situazione perché non in tutti i casi questo tipo di protesi può risolvere il problema: prima di procedere all'intervento è necessario essere certi che il Suo caso sia adatto a questo tipo di protesi. In caso contrario si dovrà ripiegare per una protesi classica (protesi totale di ginocchio).
Distinti saluti
vado per punti:
1) l'intervento di artroscopia difficilmente potrà risolvere il Suo problema.
Può essere un tentativo di "salvataggio" del Suo ginocchio in maniera da evitare di dover fare poi un intervento di protesi: a mio avviso però il rischio che l'artroscopia non le dia alcun beneficio e che quindi debba poi fare un secondo intervento è molto alto. Personalmente non la consiglierei.
2) La protesi monocompartimentale "riveste" il condilo rovinato. I due condili femorali assomigliano un po' al carrello di un aereo, formato da due ruote. Lo scopo della protesi è rivestire una delle due "ruote" del carrello, che è consumata.
La protesi monocompartimentale nel Suo caso potrebbe essere un'ottima soluzione. Però è importante valutare attentamente la situazione perché non in tutti i casi questo tipo di protesi può risolvere il problema: prima di procedere all'intervento è necessario essere certi che il Suo caso sia adatto a questo tipo di protesi. In caso contrario si dovrà ripiegare per una protesi classica (protesi totale di ginocchio).
Distinti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#2]
Utente
Buongiorno Dott. Caldarella,
Nel ringraziarLa per la sua risposta rapida e chiara mi permetto di sottoporLe queste ulteriori precisazioni:
1) In merito all’artroscopia ho preso atto del suo consiglio ciò nonostante mi permetto chiederLe se dovessi fare questo tentativo di “salvataggio” incorro in qualche altro particolare rischio ? Non viene comunque pregiudicato un successivo intervento di protesi ?
2) Considerato che la protesi monocompartimentale riveste tutto il condilo rovinato, volevo capire se tale protesi riveste anche la parte ammalorata? I legamenti ed il menisco del condilo interessato vengono conservati ?
3) Il chirurgo nel valutare la possibilità di intervenire con protesi monocompartimentale (o totale) su quali elementi, in linea generale, si deve basare? Tra gli impianti protesici ci sono alcuni che si integrano meglio ?
4) Se il dolore dovesse rimanere ad uno stato di sopportabilità e decidessi pertanto di aspettare ad intervenire riprendendo a camminare, il problema si potrebbe aggravare oppure no?
La ringrazio in anticipo. Cordiali saluti.
D. Bonato
Nel ringraziarLa per la sua risposta rapida e chiara mi permetto di sottoporLe queste ulteriori precisazioni:
1) In merito all’artroscopia ho preso atto del suo consiglio ciò nonostante mi permetto chiederLe se dovessi fare questo tentativo di “salvataggio” incorro in qualche altro particolare rischio ? Non viene comunque pregiudicato un successivo intervento di protesi ?
2) Considerato che la protesi monocompartimentale riveste tutto il condilo rovinato, volevo capire se tale protesi riveste anche la parte ammalorata? I legamenti ed il menisco del condilo interessato vengono conservati ?
3) Il chirurgo nel valutare la possibilità di intervenire con protesi monocompartimentale (o totale) su quali elementi, in linea generale, si deve basare? Tra gli impianti protesici ci sono alcuni che si integrano meglio ?
4) Se il dolore dovesse rimanere ad uno stato di sopportabilità e decidessi pertanto di aspettare ad intervenire riprendendo a camminare, il problema si potrebbe aggravare oppure no?
La ringrazio in anticipo. Cordiali saluti.
D. Bonato
[#3]
Egregio signore:
1) L'artroscopia non pregiudica poi l'intervento successivo di protesi. Lo sconsigliavo solo perché, -dato che è molto probabile che non le dia beneficio- la espone al rischio chirurgico inutilmente (due interventi anziché uno).
2) Scopo dell'intervento è proprio rivestire la parte malata. I legamenti nell'intervento di protesi monocompartimentale vengono tutti conservati. Il menisco interessato viene invece sostituito da un menisco in polietilene. Nell'intervento di protesi totale invece vengono conservati i soli legamenti collaterali: i legamenti crociati vengono vicariati da un sistema meccanico incorporato nella protesi.
3) In linea molto generale, per essere un buon candidato alla protesi monocompartimentale, il paziente dovrebbe avere dei legamenti in buone condizioni e la cartilagine degli altri compartimenti (condilo esterno e femoro-rotulea) relativamente conservata. Ma in realtà l'indicazione è molto relativa, ed è variabile da caso a caso.
4) La patologia è degenerativa, e tende ad aggravarsi comunque. Credo che quella di attesa sia una strategia valida in generale, ma nel Suo caso è importante tenere conto dell'età e delle condizioni generali di salute: magari potrebbe essere meglio per Lei affrontare l'intervento oggi, e godersi il Suo nuovo ginocchio negli anni a venire, piuttosto che aspettare magari 5 anni soffrendo, per poi ritrovarsi a dover effettuare un intervento chirurgico con 84 primavere e magari con qualche acciacco di salute in più...
Naturalmente è una scelta che spetta a Lei, e le uniche persone che La possono consigliare a ragion veduta in merito sono il Suo ortopedico e il Suo medico curante.
Distinti saluti
1) L'artroscopia non pregiudica poi l'intervento successivo di protesi. Lo sconsigliavo solo perché, -dato che è molto probabile che non le dia beneficio- la espone al rischio chirurgico inutilmente (due interventi anziché uno).
2) Scopo dell'intervento è proprio rivestire la parte malata. I legamenti nell'intervento di protesi monocompartimentale vengono tutti conservati. Il menisco interessato viene invece sostituito da un menisco in polietilene. Nell'intervento di protesi totale invece vengono conservati i soli legamenti collaterali: i legamenti crociati vengono vicariati da un sistema meccanico incorporato nella protesi.
3) In linea molto generale, per essere un buon candidato alla protesi monocompartimentale, il paziente dovrebbe avere dei legamenti in buone condizioni e la cartilagine degli altri compartimenti (condilo esterno e femoro-rotulea) relativamente conservata. Ma in realtà l'indicazione è molto relativa, ed è variabile da caso a caso.
4) La patologia è degenerativa, e tende ad aggravarsi comunque. Credo che quella di attesa sia una strategia valida in generale, ma nel Suo caso è importante tenere conto dell'età e delle condizioni generali di salute: magari potrebbe essere meglio per Lei affrontare l'intervento oggi, e godersi il Suo nuovo ginocchio negli anni a venire, piuttosto che aspettare magari 5 anni soffrendo, per poi ritrovarsi a dover effettuare un intervento chirurgico con 84 primavere e magari con qualche acciacco di salute in più...
Naturalmente è una scelta che spetta a Lei, e le uniche persone che La possono consigliare a ragion veduta in merito sono il Suo ortopedico e il Suo medico curante.
Distinti saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 11.6k visite dal 07/01/2010.
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