Funzionamento dell' osteogenesi

salve,
vorrei capire meglio il funzionamento dell' osteogenesi, in particolare perchè le fratture ossee si risanano invece l' osso di un arto amputato non ricresce?
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Dr. Antonio Valassina Ortopedico, Chirurgo vascolare 2k 66
Gentile signore,
non so quale ragione la spinga a fare una simile domanda utilizzando un termine così tecnico come "osteogenesi".
Cercherò comunque di risponderle in termini semplici e comprensibili.

Se la domanda è solo in riferimento alla seconda parte della sua domanda la risposta è semplice: l'osso di un arto staccato se messo in condizioni biologiche adeguate in realtà "cresce". E anche benissimo!
Ma non "ricresce"!

Traduzione ed esempi.
1) Se un segmento osseo che fa parte di un arto staccato viene reimpiantato nei tempi e nei modi corretti e nei limiti delle possibilità offerte da QUELLA amputazione, allora l'osso al punto di giunzione ove è stato fratturato "crescerà" tanto bene da permettere la guarigione della frattura e ripristinare la continuità anatomica.
2) Se la domanda è relativa al perchè non "ricresce" il moncone d'osso amputato, la domanda è sbagliata, in quanto dovrebbe domandarsi non se ricresce o meno l'osso, ma tutto l'arto.
La risposta anche qui è semplice, non siamo lucertole e non ci ricrescono le appendici come la coda tagliata di quei graziosi animaletti.
Noi esseri della razza umana non possediamo infatti quelle strutture cellulari embrionarie totipotenti come le cellule staminali (= in grado di differenziarsi in qualsiasi tessuto) alla radice degli arti che contengano TUTTE le informazioni per far ricrescere TUTTO l'arto amputato e non solo l'osso in questione.

La differenza tra amputazione di un arto nell'uomo e della coda nelle lucertole è netta.

Nella lucertola, a differnza degli arti nell' uomo, esiste un punto esatto in cui avviene il distacco in caso di trauma. C'è infatti una sezione della coda in cui abbondano delle cellule staminali, ovvero dei precursori indifferenziati delle normali cellule funzionali che compongono un individuo.

La lucertola a scopo di difesa è in grado di staccare volontariamente il pezzo di coda a valle di questo punto, lungo un piano di rottura prestabilito, tale segmento, continuando a muoversi, può confondere il predatore consentendo la fuga della lucertola (autotomia). Successivamente nell'arco di alcuni giorni la coda ricrescerà. La velocità di rigenerazione è da mettere in relazione con la facilità con cui l'autotomia si verifica. In esemplari in cui tale evento è molto frequente gli arti si rigenerano molto rapidamente (legge di Lessona). Addirittura può succedere che la coda non si stacchi completamente e che una seconda spunti dalla ferita.

La ricrescita della coda è possibile perché questi animali dispongono di una riserva di cellule molto duttili, capaci di moltiplicarsi e dare origine ai tessuti più svariati, ricostruendo le strutture perse: si tratta delle cellule staminali. Le cellule staminali, non mostrano le caratteristiche tipiche di alcun tessuto differenziato, ma sono contraddistinte da due capacità:
- moltiplicarsi a volontà, dando vita a copie innumerevoli di se stesse;
- differenziarsi in cellule di più tipi diversi.
Quando una popolazione di staminali si divide, alcune cellule figlie sono ancora staminali, identiche alle madri, che mantengono intatta la riserva; altre figlie iniziano invece un ciclo di trasformazioni che le porterà a divenire cellule differenziate di un determinato tessuto.
Subito dopo l'amputazione le cellule staminali iniziano a dividersi e a specializzarsi per riprodurre i tessuti persi.
Ma noti bene: se si tagliasse la coda in un punto differente la probabilità che questa ricresca è più o meno la stessa che si avrebbe amputando un arto ad un essere umano.

La lucertola non è l'unico animale in grado di utilizzare questo affascinante sistema di difesa: anche alcuni tipi di piovra fanno lo stesso con i propri tentacoli. Anche l'orbettino che assomiglia ad un serpentello, ma in realtà è una lucertola senza gambe, se gli viene spezzata la coda, questa gli ricresce.

3) L'osteogenesi come lei la concepisce inoltre non esiste. L'osso non vive solo di "genesi", ma anche di "morte". Tutto lo scheletro, apparentemente la parte meccanica, fissa e più stabile del corpo umano può sembrare inerte. In realtà è una fabbrica in perpetuo movimento. L'osso viene continuamente costruito da cellule che si chiamano osteoblasti (addetti all'osteogenesi) e abbattuto da cellule che si chiamano osteoclasti (addetti all'osteodistruzione). Il mirabile equilibrio tra questi due incessanti eventi si chiama rimodellamento osseo e proprio grazie a questo processo infinito lentamente nel corso degli anni il nostro scheletro viene totalmente sostituito. Pensi che si calcola che in un uomo adulto in buone condizioni di salute lo scheltro sarà TOTALMENTE sostituito in circa 7 anni.

Non so se sono riuscito a rispondere alla sua domanda. In ortopedia e traumatologia moderna siamo risuciti a reimpiantare arti e trasferire dita. A rigenerare gli arti no, mi dispiace, ma in laboratorio qualcuno ci sta provando con le cellule staminali con tecniche di ingegneria genetica. E non solo per l'osso...

Ma questa è un'altra storia...

La saluto cordialmente le porgo i migliori auguri di Buone Feste.

Dr. A.Valassina

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