La mattina seguente appena alzato dal letto esattamente nella zona
Buongiorno
Da metà ottobre 2006 soffro di un dolore al piede sx in seguito a una marcia corsa tra monti. Scrivo in seguito a tale marcia non perché il dolore si è manifestato subito ma perché prima non avevo veramente alcun sintomo al piede. Dolore che si è fatto sentire la mattina seguente appena alzato dal letto esattamente nella zona di spinta del piede, dietro il secondo dito (l’indice). La sensazione era quella di avere un sassolino dentro il calzino, non sentivo scosse ma come se uno spillo entrasse nella zona del piede descritta nella fase di spinta del passo. Per due settimane non ho più corso e il dolore pareva scomparso, ma dopo pochi giorni di corsa è riapparso permanentemente e da metà dicembre cammino con sole scarpe da ginnastica in quanto la suola rigida delle altre scarpe accentua il dolore. Preciso che ogni anno ho fatto solo meno di una decina di marce ma da marzo 2006 avevo trovato un’ottima regolarità di corsa facendo 50-60 km/settimana distribuiti in 3-4gg (con una ventina di marce). La domenica mattina era l’appuntamento fisso per fare la marcia e quella di metà ottobre decisi di fare il percorso intermedio di 13km (invece che i 18-22km abituali) ma a ritmo più sostenuto del solito nonostante il saliscendi. A 3km dalla fine sentivo di avere ancora molta energia così decisi di forzare al massimo la corsa anche a costo di “piantarmi” prima dell’arrivo, così feci a gran velocità una discesa molto ripida e scoscesa (praticabile solo per trattori e mountain-bike oltre che a piedi) e gli ultimi 2km pianeggianti. Sentivo soprattutto nel tratto finale che spingevo come non mai anche con la gamba sx che è cronicamente pigra rispetto alla dx. Nonostante ciò quello stesso giorno non ho avvertito alcun sintomo di dolore.
Ora, oltre 5 mesi dopo, il problema persiste e il dolore si manifesta sistematicamente ogni volta che piego quasi completamente il piede: nel passo, ma anche nella guida (pigiando la frizione) e pure da seduto tenendo il piede verticalmente sotto la sedia poggiandolo solo sulle dita (sempre piegate). Per di più ora il dolore che sento nel punto di spinta dietro l’indice (che talvolta fa male anche premendo con un dito della mano dopo una semplice camminata) è accompagnato da un senso di rigidimento del nervo che dal punto di spinta attraversa tutta la pianta del piede per arrivare al tallone (dove qui non sento alcun dolore o fastidio), esattamente sento come se volessi tirare una corda che non si allunga fatica ad allungarsi e pure a tornare nella situazione originaria (ci mette più tempo).
In tutto questo tempo ho fatto una ecografia, una radiografia e una risonanza magnetica senza contrasto ma non è stato rilevato nulla. Un fisiatra ha diagnosticato che probabilmente nel cambio di pendenza discesa-pianura ho scaricato eccessivamente il peso del mio corpo continuando subito a correre senza dar modo al 3° metatarso di tornare nella posizione originaria dopo la fase di ammortizzamento del piede e ciò va a toccare la zona dolente. Sono stato poi sottoposto alla prova dello scarico del mio peso sui piedi: il piede dx scarica perfettamente, quello sx scarica meno nel tallone, pochissimo nella zona dolente e moltissimo nella zona esterna sx. Il medico fisiatra mi consiglia l’uso di un plantare specifico al mio caso dove maggiorare lo scarico nella zona metatarsale (non ne sarei tanto convinto perché temo di accentuare il dolore) e successivamente fare 2 iniezioni locali di cortisone.
Chiedo: può essere la soluzione giusta? Si tratta di una metatarsalgia il dolore che avverto? Di cosa Lei crede possa trattarsi e qual è il rimedio per eliminare il dolore?
La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti.
Da metà ottobre 2006 soffro di un dolore al piede sx in seguito a una marcia corsa tra monti. Scrivo in seguito a tale marcia non perché il dolore si è manifestato subito ma perché prima non avevo veramente alcun sintomo al piede. Dolore che si è fatto sentire la mattina seguente appena alzato dal letto esattamente nella zona di spinta del piede, dietro il secondo dito (l’indice). La sensazione era quella di avere un sassolino dentro il calzino, non sentivo scosse ma come se uno spillo entrasse nella zona del piede descritta nella fase di spinta del passo. Per due settimane non ho più corso e il dolore pareva scomparso, ma dopo pochi giorni di corsa è riapparso permanentemente e da metà dicembre cammino con sole scarpe da ginnastica in quanto la suola rigida delle altre scarpe accentua il dolore. Preciso che ogni anno ho fatto solo meno di una decina di marce ma da marzo 2006 avevo trovato un’ottima regolarità di corsa facendo 50-60 km/settimana distribuiti in 3-4gg (con una ventina di marce). La domenica mattina era l’appuntamento fisso per fare la marcia e quella di metà ottobre decisi di fare il percorso intermedio di 13km (invece che i 18-22km abituali) ma a ritmo più sostenuto del solito nonostante il saliscendi. A 3km dalla fine sentivo di avere ancora molta energia così decisi di forzare al massimo la corsa anche a costo di “piantarmi” prima dell’arrivo, così feci a gran velocità una discesa molto ripida e scoscesa (praticabile solo per trattori e mountain-bike oltre che a piedi) e gli ultimi 2km pianeggianti. Sentivo soprattutto nel tratto finale che spingevo come non mai anche con la gamba sx che è cronicamente pigra rispetto alla dx. Nonostante ciò quello stesso giorno non ho avvertito alcun sintomo di dolore.
Ora, oltre 5 mesi dopo, il problema persiste e il dolore si manifesta sistematicamente ogni volta che piego quasi completamente il piede: nel passo, ma anche nella guida (pigiando la frizione) e pure da seduto tenendo il piede verticalmente sotto la sedia poggiandolo solo sulle dita (sempre piegate). Per di più ora il dolore che sento nel punto di spinta dietro l’indice (che talvolta fa male anche premendo con un dito della mano dopo una semplice camminata) è accompagnato da un senso di rigidimento del nervo che dal punto di spinta attraversa tutta la pianta del piede per arrivare al tallone (dove qui non sento alcun dolore o fastidio), esattamente sento come se volessi tirare una corda che non si allunga fatica ad allungarsi e pure a tornare nella situazione originaria (ci mette più tempo).
In tutto questo tempo ho fatto una ecografia, una radiografia e una risonanza magnetica senza contrasto ma non è stato rilevato nulla. Un fisiatra ha diagnosticato che probabilmente nel cambio di pendenza discesa-pianura ho scaricato eccessivamente il peso del mio corpo continuando subito a correre senza dar modo al 3° metatarso di tornare nella posizione originaria dopo la fase di ammortizzamento del piede e ciò va a toccare la zona dolente. Sono stato poi sottoposto alla prova dello scarico del mio peso sui piedi: il piede dx scarica perfettamente, quello sx scarica meno nel tallone, pochissimo nella zona dolente e moltissimo nella zona esterna sx. Il medico fisiatra mi consiglia l’uso di un plantare specifico al mio caso dove maggiorare lo scarico nella zona metatarsale (non ne sarei tanto convinto perché temo di accentuare il dolore) e successivamente fare 2 iniezioni locali di cortisone.
Chiedo: può essere la soluzione giusta? Si tratta di una metatarsalgia il dolore che avverto? Di cosa Lei crede possa trattarsi e qual è il rimedio per eliminare il dolore?
La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti.
[#1]
Reumatologo
Sicuramente si tratta di un problema di appoggio plantare e l'utilizzo di plantari che sostengano la volta plantare longitudinale e scarichino le teste metatarsali con una barra trasversa retrocapitata e' senz'altro utile per la risoluzione del problema.
Per quanto riguarda la necessita' o meno di un'infiltrazione steroidea(a volte insieme ad una minima quantita' di anestetico)e'una decisione che spetta allo specialista dopo averLa visitata.
Le consiglio quindi di rivolgersi eventualmente ad un reumatologo od ortopedico.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda la necessita' o meno di un'infiltrazione steroidea(a volte insieme ad una minima quantita' di anestetico)e'una decisione che spetta allo specialista dopo averLa visitata.
Le consiglio quindi di rivolgersi eventualmente ad un reumatologo od ortopedico.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 13.8k visite dal 03/04/2007.
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