Pelvi e anca -
Buongiorno, volevo riportare la situazione di un parente dell'età di 48 anni che ha incontrato di versi problemi fisici a seguito dei quali il medico ortopedico ha vivamente consigliato l'operazione di protesi ad entrambe le anche.
Di seguito il referto relativo alla radiografia:
Pelvi e Anca -
Rx Bacino -
Bilateralmente si rilevano marcati segni di coxartrosi con sclerosi acetabolari e riduzione dell'interlinea articolare, con maggior evidenza a sinistra ove si rileva la presenza di numerose cavità geotiche su entrambi i versanti ossei; concovita la presenza di iniziali segni di riassorbimento osseo subcontrale del tetto acetabolare a destra.
Ora, Vi chiedo gentilmente che tipo di intervento è richiesto in questi casi (ho letto alcuni scritti che parlano di intervento minivasivo con taglio ridotto a soli 8 cm, ecc...), poi se potete effettivamente consigliarmi una struttura visto che noi risediamo a Milano mentre la persona è in Campania (pensavamo al Galeazzi di cui abbiamo sentito parlare decisamente bene) e infine esattamente in cosa consiste il decorso post operatorio e in quanto tempo la situazione potrebbe tornare alla normalità (questo è legato al fatto che se dovesse spostarsi a Milano per l'intervento sarebbe opportuno conoscere a priori a grandi linea per quanto tempo sarebbe opportuno restare laddove ha subito l'intervento).
Ringrazio anticipatamente per i pareri e le risposte.
Grazie e Buon lavoro.
Di seguito il referto relativo alla radiografia:
Pelvi e Anca -
Rx Bacino -
Bilateralmente si rilevano marcati segni di coxartrosi con sclerosi acetabolari e riduzione dell'interlinea articolare, con maggior evidenza a sinistra ove si rileva la presenza di numerose cavità geotiche su entrambi i versanti ossei; concovita la presenza di iniziali segni di riassorbimento osseo subcontrale del tetto acetabolare a destra.
Ora, Vi chiedo gentilmente che tipo di intervento è richiesto in questi casi (ho letto alcuni scritti che parlano di intervento minivasivo con taglio ridotto a soli 8 cm, ecc...), poi se potete effettivamente consigliarmi una struttura visto che noi risediamo a Milano mentre la persona è in Campania (pensavamo al Galeazzi di cui abbiamo sentito parlare decisamente bene) e infine esattamente in cosa consiste il decorso post operatorio e in quanto tempo la situazione potrebbe tornare alla normalità (questo è legato al fatto che se dovesse spostarsi a Milano per l'intervento sarebbe opportuno conoscere a priori a grandi linea per quanto tempo sarebbe opportuno restare laddove ha subito l'intervento).
Ringrazio anticipatamente per i pareri e le risposte.
Grazie e Buon lavoro.
[#1]
Salve,
il suo congiunto ha una artrosi dell'anca, piu' sviluppata a sinistra. L'usura della cartilagine e' evidenziata indirettamente dalla diminuzione dello spazio tra testa del femore e acetabolo, questo crea un attrito articolare con dolore e progressiva limitazione funzionale.
Quando le condizioni cliniche sono compromesse, in termini di autonomia e dolore, si ricorre alla protesi dell'anca, con la sostituzione dell'articolazione.
Il discorso del taglio e' abbastanza relativo, l'importante non e' la lunghezza dell'incisione ma il risparmio dei tessuti muscolari per una riabilitazione piu' agevole. Nei nostri protocolli i pazienti si alzano in quarta giornata post-operatoria, vengono dimessi in settima, camminano senza bastoni dopo circa un mese dall'intervento. Ovviamente sono tempi variabili da paziente a paziente, ma questo e' piu' o meno il decorso.
L'intervento di protesi d'anca e' eseguito in tutta italia, personalmente non credo che sia necessario spostarsi a Milano dalla Campania.
La saluto.
il suo congiunto ha una artrosi dell'anca, piu' sviluppata a sinistra. L'usura della cartilagine e' evidenziata indirettamente dalla diminuzione dello spazio tra testa del femore e acetabolo, questo crea un attrito articolare con dolore e progressiva limitazione funzionale.
Quando le condizioni cliniche sono compromesse, in termini di autonomia e dolore, si ricorre alla protesi dell'anca, con la sostituzione dell'articolazione.
Il discorso del taglio e' abbastanza relativo, l'importante non e' la lunghezza dell'incisione ma il risparmio dei tessuti muscolari per una riabilitazione piu' agevole. Nei nostri protocolli i pazienti si alzano in quarta giornata post-operatoria, vengono dimessi in settima, camminano senza bastoni dopo circa un mese dall'intervento. Ovviamente sono tempi variabili da paziente a paziente, ma questo e' piu' o meno il decorso.
L'intervento di protesi d'anca e' eseguito in tutta italia, personalmente non credo che sia necessario spostarsi a Milano dalla Campania.
La saluto.
Dr. Paolo Sailis
paolo.sailis@gmail.com
[#2]
La coxartrosi è una patologia da cui non si può "guarire". L'unica soluzione, quando la patologia raggiunge un determinato grado di gravità, consiste nell'asportazione dell'articolazione malata e nella sua sostituzione con una protesi.
Come tutti i mezzi meccanici, anche la protesi dell'anca ha una durata limitata nel tempo. Le statistiche dicono che le protesi impiantate 20 anni fa, nel 90% dei casi funzionano bene a tutt'oggi. Ci è impossibile sapere quanto dureranno le protesi odierne, anche se la speranza è che possano durare molto di più.
Dato che il Suo parente è molto giovane, corre quindi il rischio di dover subire, a distanza di anni, un secondo intervento per revisionare la protesi usurata.
Quindi nel caso specifico del Suo parente è opportuno scegliere una struttura sanitaria che utilizzi protesi di buona qualità, possibilmente con l'impiego di materiali con elevata resistenza all'usura (es. ceramica/ceramica, metallo/metallo). E' importante inoltre che il design della protesi sia un design adatto alle esigenze funzionali di un paziente giovane.
Quanto alla mini-invasività, essa è importante, ma non si misura nella lunghezza del taglio!
Noi abitualmente eseguiamo protesi d'anca con mini-incisioni di 8 cm solo nei pazienti che ne fanno specifica richiesta (in genere ragazze giovani).
Non è tanto la pelle che va preservata, ma durante l'intervento è fondamentale il rispetto anatomico delle strutture muscolari (ad esempio il muscolo medio-gluteo) e delle strutture ossee. L'utilizzo di particolari protesi (di piccole dimensioni) che rispettino meglio l'osso del paziente è di grande importanza nel giovane, perché qualora fosse necessario reintervenire a distanza di anni, il chirurgo troverà una situazione anatomica decisamente migliore, e potrà eseguire l'intervento di revisione più facilmente e con migliori risultati.
Credo comunque che la cosa più importante di tutte sia non avere fretta di operare!
L'intervento si fa quando il paziente lo richiede per via del dolore o della limitazione nella vita di tutti i giorni.
Il riscontro di artrosi sulle radiografie, se accompagnato da una sintomatologia modesta, non è una indicazione all'intervento.
Come sottolineava il collega, l'intervento viene eseguito in tutta Italia. Anche in Campania ci sono molti ortopedici che si occupano specificamente di chirurgia dell'anca, e il mio consiglio è di rivolgersi a uno di questi che possa curare il Suo parente tenendo conto anche di tutte le considerazioni che ho esposto.
Dato però che lei chiede notizie in merito ai tempi di recupero in vista di un eventuale viaggio al nord, le espongo i protocolli che usiamo noi:
- Il paziente inizia la deambulazione in seconda giornata post-operatoria;
- In quarta-quinta giornata post-operatoria viene trasferito in riabilitazione
- In quindicesima giornata circa il paziente è in grado di deambulare autonomamente con le stampelle, ed è autosufficiente nelle normali attività della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, cucinare, salire le scale).
Può quindi essere dimesso ed affrontare in aereo il viaggio di ritorno a casa.
- le stampelle vengono abbandonate nel giro di 30-45 giorni dall'intervento.
Spero che le mie indicazioni le possano essere utili
Distnti saluti
Come tutti i mezzi meccanici, anche la protesi dell'anca ha una durata limitata nel tempo. Le statistiche dicono che le protesi impiantate 20 anni fa, nel 90% dei casi funzionano bene a tutt'oggi. Ci è impossibile sapere quanto dureranno le protesi odierne, anche se la speranza è che possano durare molto di più.
Dato che il Suo parente è molto giovane, corre quindi il rischio di dover subire, a distanza di anni, un secondo intervento per revisionare la protesi usurata.
Quindi nel caso specifico del Suo parente è opportuno scegliere una struttura sanitaria che utilizzi protesi di buona qualità, possibilmente con l'impiego di materiali con elevata resistenza all'usura (es. ceramica/ceramica, metallo/metallo). E' importante inoltre che il design della protesi sia un design adatto alle esigenze funzionali di un paziente giovane.
Quanto alla mini-invasività, essa è importante, ma non si misura nella lunghezza del taglio!
Noi abitualmente eseguiamo protesi d'anca con mini-incisioni di 8 cm solo nei pazienti che ne fanno specifica richiesta (in genere ragazze giovani).
Non è tanto la pelle che va preservata, ma durante l'intervento è fondamentale il rispetto anatomico delle strutture muscolari (ad esempio il muscolo medio-gluteo) e delle strutture ossee. L'utilizzo di particolari protesi (di piccole dimensioni) che rispettino meglio l'osso del paziente è di grande importanza nel giovane, perché qualora fosse necessario reintervenire a distanza di anni, il chirurgo troverà una situazione anatomica decisamente migliore, e potrà eseguire l'intervento di revisione più facilmente e con migliori risultati.
Credo comunque che la cosa più importante di tutte sia non avere fretta di operare!
L'intervento si fa quando il paziente lo richiede per via del dolore o della limitazione nella vita di tutti i giorni.
Il riscontro di artrosi sulle radiografie, se accompagnato da una sintomatologia modesta, non è una indicazione all'intervento.
Come sottolineava il collega, l'intervento viene eseguito in tutta Italia. Anche in Campania ci sono molti ortopedici che si occupano specificamente di chirurgia dell'anca, e il mio consiglio è di rivolgersi a uno di questi che possa curare il Suo parente tenendo conto anche di tutte le considerazioni che ho esposto.
Dato però che lei chiede notizie in merito ai tempi di recupero in vista di un eventuale viaggio al nord, le espongo i protocolli che usiamo noi:
- Il paziente inizia la deambulazione in seconda giornata post-operatoria;
- In quarta-quinta giornata post-operatoria viene trasferito in riabilitazione
- In quindicesima giornata circa il paziente è in grado di deambulare autonomamente con le stampelle, ed è autosufficiente nelle normali attività della vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, cucinare, salire le scale).
Può quindi essere dimesso ed affrontare in aereo il viaggio di ritorno a casa.
- le stampelle vengono abbandonate nel giro di 30-45 giorni dall'intervento.
Spero che le mie indicazioni le possano essere utili
Distnti saluti
Dr. Emanuele Caldarella
Chirurgia dell'anca e del ginocchio
emanuele.caldarella@medicitalia.it
[#3]
Ex utente
Gent.mi dottori specialisti Vi ringrazio per le precise informazioni che ho ricevuta da Voi. Esplicative, dettagliate e anche decisamente "rassicuranti".
Chiedo gentilmente al Dottor Caldarella presso quale ospedale effettua il suo esercizio, dato che noi viviamo proprio a Rozzano e sarebbe magari utile poter prendere un appuntamento, per sentire un parere auterovole diverso rispetto a quelli ricevuti in Campania.
Grazie.
Chiedo gentilmente al Dottor Caldarella presso quale ospedale effettua il suo esercizio, dato che noi viviamo proprio a Rozzano e sarebbe magari utile poter prendere un appuntamento, per sentire un parere auterovole diverso rispetto a quelli ricevuti in Campania.
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.3k visite dal 30/10/2009.
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