Peggioramento dopo lipogems

Salve, da più di un anno ormai affronto un vero e proprio calvario.
In seguito a un evento traumatico apparentemente banale (salivo le scale a piedi con dei pesi e il mio ginocchio sx ha schioccato in modo terribilmente doloroso) ho cominciato ad avere problemi di carico e deambulazione sempre più invalidanti.
I referti prodotti a partire da quel momento (un'ecografia, due risonanze magnetiche, una radiografia degli arti inferiori sotto carico) hanno evidenziato una condropatia di alto grado e la riduzione della rima articolare.
Tutti gli ortopedici interpellati finora sostengono che il danno sia lieve al punto da poter essere trattato in modo conservativo.
Ho assecondato le loro indicazioni terapeutiche, sottoponendomi invano a cicli di laser, tecar e magnetoterapia; un mese di intramuscolari a base di bifosfonati; due infiltrazioni di acido ialuronico e infine un trattamento Lipogems ad agosto di quest'anno.
Inspiegabilmente, a distanza di due settimane dall'intervento, il dolore (simile a un chiodo conficcato nella carne viva che compariva nel 98% dei casi durante il movimento e quasi mai a riposo) improvvisamente si è esacerbato al punto da cronicizzarsi e mutare in un'infiammazione lancinante.
Non so come interpretare e gestire quest'inferno: sto assumendo invano Algix 60 e ho dovuto cominciare un antidepressivo per sedare gli attacchi di panico dovuti allo stremo, poiché il dolore non mi dà tregua neppure di notte da almeno 10 giorni.
Trascorro le mie giornate in attesa delle prossime visite da altri specialisti, cercando di non impazzire.
Vi prego, potreste aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo?
La medicina rigenerativa viene descritta come un salvifico toccasana e io al contrario mi ritrovo a stare persino peggio di prima.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi informazione, ipotesi diagnostica o consiglio saprete darmi.
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Dr. Efisio Musu Ortopedico 1.5k 91
Il sistema Lipogems rappresenta sia una soluzione alternativa all’intervento chirurgico sia uno strumento aggiuntivo alle terapie tradizionali per supportare la naturale riparazione dei tessuti danneggiati da diversi tipi di patologie.
Un altro provvedimento terapeutico conservativo può essere il PRP.
Il PRP si ottiene attraverso un processo di centrifugazione del sangue del paziente stesso in cui si separano le piastrine, ricche di fattori di crescita che svolgono un ruolo cruciale nella riparazione e rigenerazione dei tessuti. Questo concentrato di piastrine (PRP) viene iniettato nella zona da trattare per stimolare i processi naturali di guarigione.
Se la combinazione delle soluzioni precedentemente indicate non è sufficiente ad alleviare il dolore, allora sarà necessario ricorrere al trattamento chirurgico.
Per rimuovere il tessuto danneggiato e infiammato si procede ad un intervento artroscopico, quindi poco invasivo, che permette di stabilizzare il difetto della cartilagine in via chirurgica.
In alternativa si può ricorrere alla protesizzazione mininvasiva monocompartimentale.
La protesi mininvasiva del ginocchio sostituisce il solo compartimento danneggiato, risparmiando gli altri, senza alterare quindi la biomeccanica del ginocchio nativo. Ciò consente una ripresa funzionale rapida e un rientro alla vita normale in tempi brevi.
La saluto.

[#2]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Musu, La ringrazio moltissimo per la Sua risposta così chiara e tempestiva. Tuttavia sono ancora spaventata e avvilita dal peggioramento improvviso che da giorni ha mutato il dolore meccanico nel mio ginocchio in infiammazione cronica.
Pur sapendo che l'efficacia rigenerativa delle cellule mesenchimiali si dispiega in un lasso di tempo che può variare da soggetto a soggetto (potrei beneficiarne non prima di alcuni mesi), non capisco come il dolore si sia potuto esacerbare al punto da diventare insopportabile.
Lei non lo ritiene incompatibile con tutte le cure e terapie che ho intrapreso finora?
Se interpreto correttamente Le sue parole, nel mio caso potrebbe ipotizzarsi un danno tissutale profondo non evidenziato dalle risonanze e si dovrebbe procedere a una verifica per via artroscopica?
Diversamente, gli ortopedici che mi hanno visitata finora si sono espressi con sentenze del tipo: "signora Le posso mettere per iscritto che non troverà nessuno che la opererà" o ancora "signora la protesi nel suo caso fra almeno 30 anni".
Di anni ne ho 44 e da un anno, letteralmente, non posso più stare in piedi e camminare: se il danno / l'usura cartilaginea evidenziata dagli esami svolti finora è così irrilevante come sostengono i suoi colleghi, come si spiega il mio calvario?
Da altri mi sono sentita dire che il problema potrebbe essere legato al "complesso quadro sintomatologico della fibromialgia". Aggiungerei che soffro anche di artrite psoriasica ma che, prima dell'evento traumatico al quale ho fatto riferimento, non avevo MAI avuto sintomi neanche lontanamente paragonabili a quelli che si sono manifestati finora.
Deambulavo senza alcun impedimento.
Sono certa che comprenderà la mia esasperazione e spero che vorrà condividere ancora il suo autorevole parere.
La saluto cordialmente
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Dr. Efisio Musu Ortopedico 1.5k 91
Gentile signora in verità non riesco a dare una spiegazione valida per il suo improvviso peggioramento del dolore al ginocchio. Non parlerei di infiammazione cronica,in quanto non esistono i presupposti di un tale stato ed inoltre non son così lunghi i tempi per poter parlare di cronicizzazione. Una probabile spiegazione potrebbe essere che l’incremento del dolore sia dovuto a uno stato iper reattivo della sua sinovia all’inserimento delle cellule staminali e quindi possa trattarsi di uno stato transitorio. L’asserzione dello specialista che sottoscrive che nessun ortopedico la sottoporrebbe a intervento chirurgico mi sembra eccessivamente drastica, per cui mi sento di consigliarle un ortopedico che si occupa prevalentemente di ginocchio.
Augurandole una cessazione della sintomatologia dolorosa la saluto cordialmente.

[#4]
Utente
Utente
Dottor Musu La ringrazio ancora.
Mi conforta sapere che anche Lei ritiene eccessivamente drastiche le posizioni assunte dagli specialisti che ho consultato in precedenza.
È stato un piacere confrontarmi con Lei.
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