Possibile microfrattura alla tibia/stinco?
Gentili dottori,
Sono un ragazzo di 30 anni che nel tempo libero pratica il Crossfit.
Quattro giorni fa, durante un esercizio di pliometria, saltando su un box di legno che evidentemente era troppo alto per il mio livello di allenamento, sono scivolato sbattendo lo stinco sul bordo.
Ciò mi ha procurato una leggera escoriazione e ovviamente molto dolore.
Nonostante questo, sono riuscito comunque ad allenarmi ed anche a correre, considerato che dall'escoriazione non è praticamente uscito sangue.
A casa ho provveduto a pulire e disinfettare l'escoriazione ma non ho messo.
ghiaccio o altro sullo stinco, limitandomi a prendere un ibuprofen da 400 per il dolore.
Non ho notato lividi particolari ma la zona era dolorante al tatto e gonfia, e zoppicavo un po'.
Nei due giorni successivi ciò non mi ha impedito di camminare per andare a lavoro, anche se passando dalla posizione seduta a quella in piedi ha continuato a farmi male.
Due giorni dopo l'incidente sono comunque tornato ad allenarmi, e sebbene sentissi un certo fastidio ho potuto farlo senza troppi problemi.
Dopo purtroppo è subentrata la mia ipocondria: resomi conto di avere la vaccinazione anti tetano scaduta da poco più di un anno, dopo l'allenamento (due giorni fa) mi sono rivolto alla guardia medica.
Mi hanno detto che non potevano fare nulla essendo passate più di 48 ore, ma la ferita non sembra infetta e comunque a basso rischio.
Ma ieri ho notato un livido gonfio vicino al piede, nella parte interna e laterale, tra la base del piede e l'osso che sporge (la tibia?
L'astragalo?).
Non dolente e non mi compromette il movimento del piede, ma bluastro e gonfio.
La "strisciata" sullo stinco nel frattempo si è sgonfiato, rimanendo solo una piccola abrasione, con attorno però una macchia vagamente giallastra.
Sentita la mia dottoressa, mi ha detto che quel rigonfiamento è dovuto semplicemente al fatto che il livido, anziché formarsi prevalentemente sullo stinco, è "colato" giù, accumulandosi.
Ha suggerito riposo, ghiaccio e magari crema riparil.
Non si è sentita di escludere del tutto una frattura, quindi mi deve mandare una prescrizione per una RX.
Attualmente non ho particolari problemi a camminare, ma se rimango in piedi fermo a lungo inizio a sentire tensione/dolore.
Ovviamente se tocco la zona del trauma continua a fare male.
Quello che vi chiedo è: è un eccesso di cautela?
Devo solo riposare ed evitare stress, applicando ghiaccio e crema?
Il bozzo sul piede è davvero dovuto alla gravità e si sarebbe formato sul sito della botta se fosse stato da un'altra parte?
Poi, so che non è questo il settore di competenza, ma devo preoccuparmi per il tetano?
Grazie mille in anticipo, e dovrete scusare la mia apprensione
Sono un ragazzo di 30 anni che nel tempo libero pratica il Crossfit.
Quattro giorni fa, durante un esercizio di pliometria, saltando su un box di legno che evidentemente era troppo alto per il mio livello di allenamento, sono scivolato sbattendo lo stinco sul bordo.
Ciò mi ha procurato una leggera escoriazione e ovviamente molto dolore.
Nonostante questo, sono riuscito comunque ad allenarmi ed anche a correre, considerato che dall'escoriazione non è praticamente uscito sangue.
A casa ho provveduto a pulire e disinfettare l'escoriazione ma non ho messo.
ghiaccio o altro sullo stinco, limitandomi a prendere un ibuprofen da 400 per il dolore.
Non ho notato lividi particolari ma la zona era dolorante al tatto e gonfia, e zoppicavo un po'.
Nei due giorni successivi ciò non mi ha impedito di camminare per andare a lavoro, anche se passando dalla posizione seduta a quella in piedi ha continuato a farmi male.
Due giorni dopo l'incidente sono comunque tornato ad allenarmi, e sebbene sentissi un certo fastidio ho potuto farlo senza troppi problemi.
Dopo purtroppo è subentrata la mia ipocondria: resomi conto di avere la vaccinazione anti tetano scaduta da poco più di un anno, dopo l'allenamento (due giorni fa) mi sono rivolto alla guardia medica.
Mi hanno detto che non potevano fare nulla essendo passate più di 48 ore, ma la ferita non sembra infetta e comunque a basso rischio.
Ma ieri ho notato un livido gonfio vicino al piede, nella parte interna e laterale, tra la base del piede e l'osso che sporge (la tibia?
L'astragalo?).
Non dolente e non mi compromette il movimento del piede, ma bluastro e gonfio.
La "strisciata" sullo stinco nel frattempo si è sgonfiato, rimanendo solo una piccola abrasione, con attorno però una macchia vagamente giallastra.
Sentita la mia dottoressa, mi ha detto che quel rigonfiamento è dovuto semplicemente al fatto che il livido, anziché formarsi prevalentemente sullo stinco, è "colato" giù, accumulandosi.
Ha suggerito riposo, ghiaccio e magari crema riparil.
Non si è sentita di escludere del tutto una frattura, quindi mi deve mandare una prescrizione per una RX.
Attualmente non ho particolari problemi a camminare, ma se rimango in piedi fermo a lungo inizio a sentire tensione/dolore.
Ovviamente se tocco la zona del trauma continua a fare male.
Quello che vi chiedo è: è un eccesso di cautela?
Devo solo riposare ed evitare stress, applicando ghiaccio e crema?
Il bozzo sul piede è davvero dovuto alla gravità e si sarebbe formato sul sito della botta se fosse stato da un'altra parte?
Poi, so che non è questo il settore di competenza, ma devo preoccuparmi per il tetano?
Grazie mille in anticipo, e dovrete scusare la mia apprensione
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Se aveva dei dubbi che la contusione alla tibia potesse aver provocato qualche danno,perchè non si è rivolto al Pronto Soccorso,anzichè poi farsi prendere dall’ansia alimentata dalla sua auto proclamata ipocondria?
Posso dirle che la sede del trauma non essendo ricoperta da tessuto muscolare offre direttamente all’agente traumatico la superficie dell’osso,ossia il periostio che è appunto l’unica parte provvista di terminazioni nervose sensitive,da cui il dolore persistente al tatto.
Per quanto agli altri quesiti che pone,non avendola sottoposta a visita non sono in grado di formulare alcuna ipotesi,e non essendo un esperto di malattie infettive mi affido all’esperienza per cui dico che la superficie in cui ha urtato essendo una zona esposta alla circolazione dell’aria non dovrebbe contenere l’agente del tetano che è un anaerobio.
La saluto.
Posso dirle che la sede del trauma non essendo ricoperta da tessuto muscolare offre direttamente all’agente traumatico la superficie dell’osso,ossia il periostio che è appunto l’unica parte provvista di terminazioni nervose sensitive,da cui il dolore persistente al tatto.
Per quanto agli altri quesiti che pone,non avendola sottoposta a visita non sono in grado di formulare alcuna ipotesi,e non essendo un esperto di malattie infettive mi affido all’esperienza per cui dico che la superficie in cui ha urtato essendo una zona esposta alla circolazione dell’aria non dovrebbe contenere l’agente del tetano che è un anaerobio.
La saluto.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 454 visite dal 14/06/2024.
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